Business Angels: cosa sono e cosa fanno?

Chi sono e cosa offrono i Business Angels in Italia

In Italia il fenomeno dei Business Angels, importato nel nostro Paese dal mondo anglosassone, è in forte crescita. Il ruolo di un Business Angel è quello di ‘sposare’ un progetto o un’idea imprenditoriale e quindi di supportarla. Vediamo in che modo.

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Cosa si intende per Business Angel?

Il Business Angels è un professionista con esperienza in un determinato settore che decide di investire in maniera informale in un progetto innovativo di terzi di sua competenza in cui scorge del potenziale. Si tratta quasi sempre di imprenditori che hanno ormai raggiunto una certa stabilità (spesso anche in pensione), che scelgono di fare questo tipo di investimenti rimettendo in campo le proprie competenze.

Solitamente prediligono le start up innovative perché in tale settore chi investe ne trae 2 vantaggi:

  • importanti ritorni in tempi medio-brevi (entro i 5 anni);
  • agevolazioni fiscali (confermata anche per il 2023) sugli investimenti fatti come finanziatore.

Come guadagna un Business Angels?

Un Business Angel sceglie il progetto che più lo convince facendo attenzione che possa realizzare profitti in un orizzonte temporale di investimento non troppo prolungato. Ecco perché chi valuta l’aiuto di una figura di questo tipo non deve cercare soggetti destinati a rimanere soci a vita: in linea di massima, non appena le condizioni lo permetteranno, il Business Angel vorrà procedere con la liquidazione della sua quota con i ritorni dei guadagni.

Qual è la differenza tra Business Angels e Venture Capitalist?

Il Venture Capitalist è molto più simile ad un investitore istituzionale, in quanto seleziona l’investimento in qualunque ambito (indipendentemente dalle proprie competenze) e in una qualsiasi valutata economicamente interessante. Inoltre non fornisce una mentor partnership, per cui risultano più interessanti per chi è alla ricerca essenzialmente di capitali. Tra l’altro, rispetto ai Business Angels, generalmente gli investimenti dei Venture Capitalist risultano più corposi.

Parliamo quindi di due figure quasi totalmente diverse che, in caso di start up particolarmente interessanti, possono convivere anche in contemporanea.

disegno di uomo affari con ali

Quali sono i vantaggi di affidarsi a un Business Angel?

Se si sceglie di affidarsi ad un Business Angel per la propria attività non si deve puntare solo a trovare un finanziatore, ma bisogna essere aperti ad ascoltare i consigli che verranno dati. Un Business Angel difficilmente sceglierà progetti in ambiti dove non ha le competenze sufficienti per dare il proprio contributo. Infatti, il vero valore aggiunto che il Business Angel può dare è legato proprio alla sua conoscenza ed esperienza maturata in un determinato settore. Oltre al capitale, quindi, è soprattutto il know how che può fare la differenza tra il successo o l’insuccesso di un’idea. Già il fatto che questa venga considerata degna di attenzione da parte del Business Angel ci dice che siamo sulla strada giusta, ma nel percorso sfruttare le conoscenze e le competenze di chi è esperto ed ha ottenuto un certo successo è un plus che non si può comprare.

Come si trova un Business Angel?

Una rete di Business Angel esiste in ogni Paese occidentale, Italia compresa. Per semplificare la ricerca ci si può rivolgere alle specifiche associazioni, contattare direttamente quegli uomini di affari che hanno pubblicizzato la loro disponibilità a fare i Business Angel, ma la soluzione più semplice è rivolgersi direttamente alle principali organizzazioni no profit nate proprio per mettere in collegamento i progetti con questi particolari investitori, come ad esempio la IBAN.

IBAN mette in contatto le start up con i Business Angels presenti nelle regioni o territori in cui si vuole lanciare l’attività o competenti per tipologia di settore, senza alcun compenso per l’attività di intermediazione che fa.

Non è invece utile cercare su internet personaggi famosi nell’ambito.

Conclusioni

In presenza di un’idea innovativa, rivolgersi ai Business Angels è una strada sicuramente da valutare ed eventualmente tentare. Per evitare, però, di andare incontro a una bocciatura può essere utile preparare un business plan chiaro da sottoporre, anche perché chi decide di diventare ‘sostenitore’ delle attività è spesso sottoposto ad un gran numero di proposte da vagliare.

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BPM prestiti: le alternative 2023 per privati e imprese

BPM prestiti personali e per aziende: sono una valida scelta?

La sezione di BPM per i prestiti vede una netta distinzione tra quelli dedicati ai privati e quelli per le imprese. Forse anche a causa della sua nascita recente (avvenuta nel 2017 con la fusione di due grandi gruppi bancari, il Banco Popolare e la Banca Popolare di Milano), non troviamo una proposta molto ampia per le famiglia, mentre la scelta è sicuramente più ricca nel caso delle aziende.

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L’offerta per i privati

Per i privati troviamo due sole proposte di prestiti personali e la cessione del quinto per pensionati e dipendenti pubblici e privati.

logo bpm

N.B. I prestiti personali e le cessioni del quinto vengono concessi da Agos, BPM funge solo da collocatore.

I prestiti personali

Al momento in questa sezione si può richiedere:

  • Prestito Versatilo;
  • Personal Credit Extra Cash.

Si tratta di due finanziamenti abbastanza differenti tra loro, sia per importi che per funzionamento. Analizziamoli un poco più nel particolare:

Prestito Versatilo

Il prestito Versatilo permette di ottenere fino a 50 mila euro a partire da 1500 euro come importo minimo. Il rimborso può essere anche molto comodo dato che si arriva fino ai 10 anni. Come prestito rientra tra quelli flessibili, poiché è possibile cambiare la rata una volta all’anno (fino ad un massimo di 6 volte per tutta la durata del piano di ammortamento), modificando in questo modo la durata del prestito: se si aumenta l’importo si riduce la durata mentre se si sceglie una rata più piccola la durata si allungherà.

famiglia di 4 persone in gita

Come altra opzione flessibile c’è la possibilità di saltare la rata una volta all’anno (con un massimo di 3 volte per la durata del rimborso totale), con pagamento della rata spostata che avviene al termine del piano di ammortamento.

Se anche solo una parte di Versatilo è destinata a sostenere spese green documentate allora si può contare sulle condizioni agevolate, ovvero un tasso più basso e zero costi di istruttoria.

Personal Credit Extra Cash

Il Personal Credit Extra Cash ha importi molto più contenuti poiché è una linea di credito revolving, accordata fino a un fido massimo che comunque non può superare i 7000 euro. Alla pari di prodotti simili il plafond si ripristina a mano a mano che si rimborsano le relative rate fatte di interessi e quota capitale.

donna contenta al cellulare

Si può modificare la rata ma a condizione che sia almeno pari al 3% del fido utilizzato. Se la linea revolving non è utilizzata non si sostengono spese, e per i primi 6 mesi di utilizzo si usufruisce di un tasso agevolato.

La cessione del quinto

Sia la cessione del quinto per pensionati che quella per dipendenti ha come tetto massimo erogabile i 50 mila euro. Nel caso dei dipendenti pubblici il tasso è più contenuto rispetto alle condizioni applicate ai dipendenti privati. Stessa cosa per i pensionati grazie alla Convenzione Inps.

A prescindere dalla categoria di appartenenza per conoscere nel dettaglio le condizioni che si possono ottenere e ricevere un preventivo bisogna fissare un appuntamento in una filiale e portarsi dietro i documenti personali (non scaduti), la tessera sanitaria e lo stipendio o il cedolino della pensione.

I finanziamenti per le aziende

Come già accennato all’inizio, la sezione di BPM dedicata ai prestiti per le imprese è molto più articolata. Al momento sul sito ufficiale possiamo infatti trovare ben 5 linee di finanziamento business e cioè:

Finanziamenti ordinari

Prestiti più o meno ‘tradizionali’ che a loro volta possono essere divisi in:

  • finanziamenti a breve termine (fino a 12 mesi), per supportare le esigenze di liquidità come nel caso di: Anticipo Pos, Anticipo Cassa, Imposte tasse e tredicesime;
  • finanziamenti a medio/lungo termine, per la crescita e lo sviluppo dell’attività oltre i 12 mesi, come nel caso di: Flessibile disponibile nelle versioni chirografaria, ipotecaria e agraria, Finanziamento con Obiettivo Sostenibilità che punta a migliorare l’ambiente e le condizioni su ambiente società e il welfare aziendale;
  • crediti di firma.

Tutte le suddette soluzioni sono sviluppate su misura per cui è essenziale andare in filiale, previo appuntamento, per parlare con un consulente al fine di trovare la soluzione più adatta. In generale le soluzioni che puntano ad una migliore sostenibilità ambientale ottengono tassi più convenienti.

stretta di mano su proposte green

Finanziamenti Green

In questo ambito può rientrare anche il sopracitato Finanziamento con Obiettivo Sostenibilità (a seconda dell’input più o meno green adottato), mentre il focus è incentrato sulla versione Finanziamenti con garanzia SACE green che usufruiscono della garanzia pubblica.

Finanziamenti dedicati

Come si evince facilmente dal nome sono i finanziamenti dedicati ai vari settori, dove troviamo Semina (per il settore agroalimentare) e Valore Albergo (per sostenere il settore soprattutto nei periodi di bassa stagione).

Finanziamenti agevolati

Qui vengono inseriti quelli che beneficiano di garanzie statali, di appositi fondi, ecc. Sono generalamente caratterizzati anche da importi elevati e da tassi agevolati.

Finanziamenti condomìni

Anche l’ambito delle spese condominiali è contemplato con due soluzioni che sono il Credito Condominio per sostenere gli interventi di manutenzione condominiale (può utilizzare i bonus fiscali) e il Credito Condominio Energy Efficiency Italia per migliorare l’efficienza energetica dei condomini (può sfruttare le agevolazioni fiscali).

Conclusioni

Quello che spicca, tra gli assenti, sono le soluzioni pensate per categorie particolari, come per esempio gli studenti e un approccio più specifico per i giovani. Stesso discorso per chi vuole acquistare o ristrutturare casa.

Non è possibile fare simulazioni o preventivi dal sito, ma si rimanda sempre al passaggio in filiale, anche se sul sito c’è la possibilità di cercare la filiale più comoda da raggiungere. Come recensioni generiche sulla banca troviamo su Trustpilot una media di 2,2 stelle, con opinioni spesso negative soprattutto sull’assistenza ma anche perplessità su alcuni prodotti.

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Cet1 ratio: a cosa serve e come si legge?

Cet1 ratio: formula, significato ed esempi

Cos’è il Cet1 ratio? È l’acronimo di Common Equity Tier 1 ed è un coefficiente che indica il grado di solidità di una banca mettendo in rapporto il capitale ordinario versato effettivamente con le attività ponderate per il rischio (la formula è CET1/RWA).

Ma cosa indica questo rapporto? In parole semplici, indica la facilità (o difficoltà) che la banca incontrerebbe nel caso dovesse garantire i crediti concessi alla clientela ed i relativi rischi costituiti dai crediti deteriorati (ovvero inesigibili). Trattandosi di un coefficiente, è espresso in percentuale e, affinché il livello di solidità della banca sia considerato soddisfacente, è necessario che tale valore superi una soglia predeterminata.

disegno di banca solida

È intuitivo capire che, essendo il patrimonio (capitale ordinario di cui dispone) al numeratore di questo rapporto, maggiore è la percentuale ottenuta e maggiore è la solidità della banca stessa. Periodicamente viene stilata una classifica dei Cet1 ratio delle banche e da questa classifica si può notare come il Cet1 ratio cambi nel corso del tempo, in funzione delle politiche di credito, investimenti (e così via) operati dalle banche stesse.

Per cui, se si vuole conoscere la solidità della propria banca o di una banca di interesse, bisogna valutare il Cet1 più recente. Ricordiamo che anche il più recente Cet1 ratio è comunque un dato storicizzato, ovvero basato su dati passati, per cui può capitare che nel momento specifico del controllo si abbia un Cet1 ratio sufficiente ma che nella realtà la situazione si stia già deteriorando. Questo rischio va considerato soprattutto quando si hanno rapporti con banche che toccano appena la sufficienza.

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La soglia per le banche italiane

Il Cet1 ratio, insieme ad altri indicatori, è stato introdotto da alcuni anni dalla Banca Centrale Europea a seguito delle gravi difficoltà finanziarie (e di conseguenza economiche) di alcune importanti banche europee, al fine di salvaguardare gli investitori ed in generale la clientela. La direttiva della BCE, oltre a introdurre il Cet1 ratio (ed altri indicatori), ha stabilito una soglia minima per il Cet1.

Questa in senso assoluto è fissata dell’8%, anche se è possibile notare specifiche indicazione per i differenti Paesi membri, in base alle varie situazioni economiche (soprattutto come debito pubblico) e bancarie dello Stato facente parte dell’Ue. Per esempio per l’Italia la soglia minima di Cet1 ratio è stata fissata a 10,5%.

Nel tempo sono state comunque introdotte delle ulteriori diversificazioni, addirittura in funzione dei vari istituti di credito. Per esempio per il 2023 (con un provvedimento approvato a fine anno 2022) la BCE ha definito come Cet1 ratio accettabile per la Banca Monte dei Paschi di Siena un valore minimo pari all’8,8%.


Dove trovare il dato?

Le banche sono obbligate a rendere facilmente individuabile il proprio Cet1 ratio (generalmente viene indicato sui rispettivi siti ufficiali). Ovviamente una realtà del tutto nuova, che ha iniziato la propria attività da pochi mesi non avrà un Cet1 ratio maturato, così come le banche appartenenti allo stesso gruppo devono indicare il Cet1 proprio e non quello del gruppo.

sacco pieno di banconote

Se è vero che le banche sono obbligate a rendere reperibile il Cet1 ratio, è anche vero che lo fanno in modo differente, poiché alcune lo pubblicano nella sezione dei servizi bancari, altre in quella delle pubbliche relazioni o rapporti con i media, ecc.

Per trovare online e in modo diretto il Cet1 ratio di proprio interesse si può digitare nel motore di ricerca il nome della banca (per esempio Credit Agricole) e subito dopo Cet1 ratio, così da arrivare subito alla pagina che occorre.

N.B. Le banche quotate lo riportano nei vari report di bilancio in modo obbligatorio.


Esempi di Cet1 ratio ad aprile 2023

Vediamo di seguito il Cet1 ratio di alcune tra le principali banche che operano in Italia ribadendo che si tratta di valori ‘storicizzati’, precisazione ancor più importante in questa prima metà del 2023 in cui le espressioni default e bail in collegate alle banche stanno tornando in auge:

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Prestito per aprire attività: fondo perduto o banche?

Prestito per aprire attività: 3 alternative a confronto

Avere una buona idea per il settore business spesso non è sufficiente. In molti casi ci si ritrova obbligati a chiedere un prestito per aprire attività. La tipologia di finanziamento accessibile dipende, però, da numerosi fattori che vanno dal tipo di attività (ad esempio bar, ristoranti e strutture ricettive possono rientrare nella sezione dei prestiti per il turismo), al target del richiedente (giovani e donne generalmente hanno delle agevolazioni o addirittura dei fondi dedicati). Un altro aspetto da considerare è poi l’onerosità del prestito e le modalità di rimborso.

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Quali alternative?

Quando si cerca un prestito per aprire un’attività il primo pensiero va alla gamma dei finanziamenti a fondo perduto. Fino a un decennio fa erano molto in uso, ma oggi sono diventati molto più rari e spesso accompagnati da formule con interessi agevolati: in sostanza, se c’è una quota a fondo perduto questa è molto piccola rispetto alla quota concessa con delle agevolazioni. Trattandosi di soluzioni proposte dallo Stato o dalle Regioni, parliamo di prestiti che vanno richiesti a enti o amministrazioni pubbliche, seguendo scrupolosamente l’iter di volta in volta indicato.

In alternativa ci sono i prestiti proposti dalle banche. Si tratta di soluzioni che possono presentare condizioni più o meno agevolate e, se garantite da fondi statali (quando previsti), possono anche semplificare l’accesso al credito.

unomini d'affari che stringono mani

Infine, una formula che ha preso piede nel corso del tempo è quella dei Business Angels, ovvero persone facoltose (generalmente imprenditori, CEO, ecc) che prendono in considerazione i progetti considerati ‘di interesse’. Queste figure, oltre a mettere in campo il proprio ‘know how’ aiutano il candidato nella realizzazione del progetto a partire proprio dal reperimento dei fondi, alle volte partecipando anche loro stessi.

Vediamo ora le principali caratteristiche e modalità di accesso per ognuna di queste tipologie.

I finanziamenti a fondo perduto o agevolati

Come abbiamo già accennato, anche se l’uso del termine ‘fondo perduto’ è ampiamente comune ancora oggi, la formula più usata è quella del prestito con restituzione di solo capitale per una parte, mentre per la restante parte si parla di interessi contenuti e formule di restituzione agevolata (soprattutto come durata e tempistica).

In cima alle varie proposte troviamo il prestito d’onore, introdotto inizialmente dal legislatore per aiutare le persone a intraprendere la carriera da imprenditore. Si parla di prestito d’onore perché basato sulla persona e non su beni o redditi come garanzia. Oggi l’ente che veicola i prestiti agevolati previsti dallo Stato è Invitalia. A questi si possono aggiungere i contributi di Regioni e le Province Autonome.

La modalità di partecipazione avviene con la formula del bando e la creazione di apposite graduatorie dal momento che gli stanziamenti hanno un plafond complessivo definito e limitato per cui la concessione avviene agli aventi diritto fino ad esaurimento dei fondi. Per partecipare ai bandi bisogna avere i requisiti personali richiesti (per esempio età, tipologia di settore di competenza, tipologia di investimenti finanziabili, ecc) e un business plan. La presentazione delle domande deve avvenire nelle forme (per esempio telematica o con apposito modulo) e nei tempi indicati nei vari bandi e relativi regolamenti (che riporteranno eventuali ulteriori agevolazioni per alcune categorie come ad esempio giovani e donne).

Le banche

Le grandi banche come Unicredit, BNL e Intesa Sanpaolo sono state raggiunte da altre realtà come BPER e BPM grazie al dinamismo con cui offrono prestiti dedicati all’avvio di attività. Bisogna essere informati in modo costante anche perché i tassi variano spesso a causa delle oscillazioni dei tassi interbancari. E’ sempre richiesto un business plan con specifiche caratteristiche per cui è essenziale farsi aiutare da personale qualificato.

Rispetto ai prestiti statali non si hanno problemi sui tempi di adesione, presentazione delle domande e importi: basta rimanere nel range della tipologia di finanziamento che si intende chiedere.

Una formula molto usata è quella del mini, microcredito e medio credito, ma non mancano proposte per le grandi aziende con una preferenza a settori più smart e tecnologici o appartenenti al turismo.

Facciamo un paio di esempi.

Intesa Sanpaolo

logo intesa sanpaolo

Per quanto riguarda la banca torinese possiamo menzionare Neoipresa. La copertura è riferita a tutte le spese (immateriali e materiali) inerenti all’attività della nuova impresa per un massimo del 75% dell’importo totale (che aumenta all’80% per le aziende operanti nell’ambito dell’innovazione). Il piano di ammortamento massimo è decennale.

UniCredit

logo unicredit

Nel caso dell’istituto di credito milanese, tra le varie proposte menzioniamo il MicroCredito, garantito dal Fondo di Garanzia per le PMI. Come si evince dal nome ci riferiamo ad un finanziamento business non particolarmente elevato: massimo 40000 euro destinati proprio all’avvio delle microimprese e dei professionisti. Può essere richiesto anche il 100% delle spese da sostenere (compreso anche il pagamento degli stipendi dei nuovi dipendenti).

I business angel

Si possono trovare tramite organizzazioni come la IAG e la IBAN, oppure provare ad aderire alle proposte che periodicamente alcuni di loro possono fare nel vaglio di progetti da sostenere.

Qui il vantaggio, oltre l’aiuto nel reperire un prestito per aprire l’attività, è legato soprattutto alla possibilità di contare sul Know How di persone che hanno già avuto successo nel business.

L’aspetto meno vantaggioso sta nel fatto che il proprio progetto deve spiccare tra i molti che vengono presentati per cui non è una strada sempre percorribile, soprattutto se la propria idea non presenta spunti di originalità o di marcato interesse.

Conclusioni

Prima di cercare un prestito per aprire un’attività si dovrebbe buttare giù un business plan e una valutazione di fattibilità che deve tener presente dove si deve avviare l’attività e la sua tipologia. Solo successivamente si può passare a quantificare la somma di cui si ha realmente bisogno e vagliare il tipo di canale che meglio risponde alle proprie necessità ma che è anche quello che possiamo realmente usare.

Un discorso che vale, a maggior ragione, anche nel caso in cui la propria attività opererà all’estero con ulteriori e nette differenze a seconda di Stati UE (Germania, Francia, ecc) o fuori la comunità europea come l’Inghilterra dopo la Brexit.

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Rapporto rata reddito: è davvero importante per i finanziamenti?

Rapporto rata reddito: gli aspetti da valutare prima di richiedere un prestito

Il rapporto rata reddito fino a qualche anno fa veniva deciso con maggiore libertà dalle banche e dalle finanziarie. Da qualche tempo, soprattutto dopo la necessità di intervenire con provvedimenti per aiutare molte famiglie sovraindebitate, la Banca d’Italia ha stabilito dei paletti meno discrezionali e più rigidi. Vediamo di più assieme.

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Cosa si intende?

Per definizione il rapporto rata reddito è un indicatore che si ottiene dal rapporto matematico tra la rata di rimborso del mutuo o del prestito che si vuole richiedere, e il reddito netto percepito dal richiedente. La Banca d’Italia, onde scongiurare il sovraindebitamento, ha consigliato alle banche di tenere questo rapporto entro la soglia del 30% e non più il terzo secco (prima era quindi del 33%). Ciò vuol dire che in linea di massima una persona non può impegnare in finanziamenti più del 30% del proprio reddito netto.

Come si calcola?

Come abbiamo appena visto il calcolo avviene in modo semplice e già da soli si può valutare la fattibilità di una possibile richiesta di mutuo o di prestito. In pratica è sufficiente:

  • prendere la rata preventivata del nuovo finanziamento che si intende richiedere e sommarla con le altre eventuali rate di finanziamenti che sia hanno già in corso;
  • dividere il risultato per il reddito netto;
  • moltiplicare per 100 il risultato finale, in modo tale da avere il valore in forma percentuale.

Se tale valore complessivo è minore o pari a 30% allora la nostra richiesta di finanziamento, almeno sulla carta, ha la possibilità di andare a buon fine.

disegno di casa con percentuali calcolate

Questo criterio di calcolo vale per tutti gli istituti di credito (da UniCredit a Intesa Sanpaolo, da BNL a BPM, ecc), ma ognuna può introdurre poi delle variabili che possono rendere il calcolo più accomodante (con qualche punto percentuale in più di tolleranza) o più restrittivo. Detto ciò è chiaro che avendo la Banca d’Italia già ridotto la soglia indicata di 3 punti percentuali, oggi il rapporto rata reddito tende a essere più contenuto rispetto al passato.

Cosa si intende per “reddito netto”?

Si intende il reddito al netto di imposte, addizionali e contributi previdenziali.

Nel caso di lavoratori dipendenti il calcolo del reddito netto da inserire nella formula avviene sommando alle 12 mensilità anche la tredicesima (e se ci sono la quattordicesima, quindicesima, ecc), e poi il totale viene diviso per 12.

Come ottenere di più?

Può capitare che secondo questi criteri si arrivi a un rapporto rata reddito che sembra sufficiente ma poi a conti fatti la richiesta del mutuo o del prestito non va a buon fine. Bisogna in primis considerare che la soglia del 30% è un’indicazione ma le banche possono anche introdurre ulteriori restrizioni. Queste a loro volta possono essere rivolte solo a specifiche categorie che sono più a rischio.

Generalmente i lavoratori autonomi scontano percentuali massime più basse rispetto a dipendenti privati, pubblici e pensionati perché dalla loro parte c’è il rischio di impresa. In senso opposto, sottoscrivendo polizze fidejussorie, si può riuscire ad ottenere percentuali in aggiunta che portano all’approvazione del prestito.

Tuttavia, oltre a queste scelte che cambiano da banca a banca, c’è anche da considerare un altro aspetto: il criterio di valutazione complessivo prende in esame il rapporto rata reddito solo in prima battuta per vedere se una pratica è procedibile oppure non lo è: se siamo oltre la soglia considerata massima dalla banca allora la richiesta viene rigettata e non si passa neppure a fare le altre considerazioni. Se si supera questo step poi subentra il criterio di calcolo che è dettato dalla politica di valutazione di merito creditizio decisa da ogni banca: ognuna in pratica definisce dei valori da attribuire alle varie voci.

serie di dadi con percentuali

Tra le voci che pesano di più nel valutare la sostenibilità della rata e quindi il rischio associato al rimborso o insolvenza ci sono le persone a carico, le utenze, ecc. Per questa ragione le banche e le finanziarie, soprattutto nel caso di importi elevati, generalmente richiedono l’estratto conto così da vedere se una persona, con i suoi impegni attuali, è in grado di generare risparmio o almeno di coprire con una certa comodità la rata. In una situazione già di sofferenza, per andare avanti quantomeno viene proposta la via di un garante o altre garanzie accessorie.

Conclusioni

A chi è in cerca di un mutuo o di un prestito serve davvero conoscere il risultato del rapporto rata reddito? Sicuramente conoscere i limiti di quanto può chiedere aiuta a non perdere tempo dietro a richieste che non hanno un futuro con due effetti:

  • una volta che una richiesta viene rifiutata rimane nel sistema almeno 30 giorni. Per poter procedere con altre richieste si deve dimostrare che quella richiesta è nel sistema ma ha dato esito negativo, per cui si è chiusa;
  • i pareri negativi da parte di altre banche possono portare a un giudizio da neutrale a negativo.

Invece un buon rapporto rata reddito aumenta le possibilità di arrivare ad un esito positivo e riduce il rischio di perdere tempo, anche se rimane l’incognita della banca o finanziaria alla quale rivolgersi, con le relative politiche di credito differenti. Se si ha urgenza ed un buon rapporto con la propria banca o finanziaria (ad esempio grazie a vecchi finanziamenti pagati con regolarità) è meglio partire da qui e solo in caso di condizioni assolutamente insoddisfacenti passare a vagliare altre proposte. Invece, si deve sempre far attenzione alle offerte particolarmente interessanti poiché spesso le condizioni di approvazione sono ancora più severe.

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Prestiti Green: 6 alternative a confronto

Prestiti Green: cosa sono e quali vantaggi offrono

I prestiti Green sono nati per sostenere le spese legate a tutto ciò che è ecosostenibile. Si tratta quindi di finanziamenti che generalmente riservano due caratteristiche importanti: importi richiedibili anche di una certa entità e condizioni agevolate su costi accessori e tassi applicati. Inoltre, spesso sono compatibili con i bonus che il Governo e talvolta le Regioni mettono a disposizione proprio per incentivare e velocizzare il passaggio a sistemi energetici e di mobilità con un minore impatto ambientale.

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I finanziamenti Green per la casa

mezzo globo terrestre con sopra impianto eolico e case

Questi prestiti sono generalmente caratterizzati da importi elevati e sono finalizzati:

  • all’acquisto e all’adempimento di lavori atti a installare pannelli fotovoltaici o altre forme di produzione energetica ecologica;
  • a migliorare l’efficienza energetica con lavori di ristrutturazione ad hoc (cambio di infissi, di sistemi di riscaldamento, realizzazione di cappotto termico e sistema isolanti degli edifici, ecc)
  • a sostituire materiali inquinanti (come per esempio la bonifica da amianto e simili)

I tassi di interesse applicati generalmente sono fissi e talvolta, per importi più elevati, anche variabili.

Pur essendo spesso inseriti nella categoria dei prestiti personali, hanno generalmente bisogno di documenti che ne giustificano l’impiego (come preventivi, eventuali permessi, ecc). La differenza tra quelli disponibili per aziende e quelli per privati riguarda gli importi, una parte dei documenti necessari, i costi accessori oltre ai tassi dedicati al settore del business.

I finanziamenti Green per la mobilità

sagoma auto ritagliata su foglia

Si tratta di prestiti volti a ringiovanire il parco auto sia dei privati che delle aziende passando da mezzi più inquinanti a mezzi meno inquinanti. Spesso sono associati a bonus statali e regionali (come quelli per la rottamazione di auto vecchie a diesel e benzina a favore di acquisto di auto elettriche) e sono erogati direttamente da concessionari e case automobilistiche. Tuttavia, non mancano proposte indipendenti delle banche.

Alcuni esempi

Una volta che abbiamo visto cosa sono e a cosa servono, facciamo ora una panoramica sulle caratteristiche dei prestiti Green attualmente proposti da alcune banche, fermo restando che si tratta solo di esempi e non hanno carattere esaustivo, per cui è consigliato chiedere anche alla propria banca se ha proposte ‘green’ dedicate.

BNL Green

logo bnl

BNL propone un prestito dedicato ai privati che permette di richiedere da 5 mila a 100 mila euro, con rimborso fino a 120 rate (solo per importi superiori a 10 mila euro). Non sono applicate spese di istruttoria e sono disponibili due opzioni: Flexi (che permette di rinviare a fine piano il pagamento di una o più rate) e Reload che dopo sei mesi dall’erogazione del prestito permette di chiedere nuova liquidità senza dover presentare nuovi documenti). Il tasso applicato è fisso.

Findomestic

Anche Findomestic, appartenente allo stesso gruppo di BNL (Bnp Paribas), propone un prestito dal nome ‘Green’. Le condizioni generali non cambiano rispetto agli altri prestiti, a partire dall’importo massimo di 60 mila euro per un rimborso fino a 120 rate. Stesso discorso per le spese accessorie. Tale finanziamento è destinato sia all’acquisto di veicoli elettrici (nuovi e usati compresi biciclette e scooter) che agli interventi sul proprio immobile. Sul sito ufficiale viene specificato che in fase di richiesta è necessario un preventivo di spesa del bene o servizio che sarà oggetto del prestito stesso.

Intesa Sanpaolo Green

logo intesa

Banca Intesa ha creato un vero e proprio sistema green (che prende il nome di Vivi Green) dove tuttavia spiccano i mutui di acquisto e ristrutturazione. A questi si aggiungono soluzioni agevolate per quanto riguarda l’acquisto di elettrodomestici e per ottenere le certificazioni energetiche. Tuttavia, focalizzandoci esclusivamente nell’ambito dei prestiti non troviamo una risposta specifica e dedicata.

Unicredit Green

logo unicredit

Anche Unicredit ha puntato su una sezione di mutui green ma non sul semplice prestito. In catalogo troviamo il Conto Corrente Green che fa parte della gamma Genius ma in realtà di “green” ha solo il nome visto che non ha nulla a che fare con la sostenibilità ambientale. Qui il “green” è stato usato solo per indicare la sostenibilità dei costi per il titolare dato che è un conto con canone zero.

BPER Green

logo bper

La BPER ha invece scelto come BNL di offrire un vero e proprio Prestito Green per importi che vanno da 1000 euro a 75 mila euro. Anche qui l’uso è previsto sia per il miglioramento dell’efficienza energetica (lavori di ristrutturazione che acquisto di materiali, prodotti, ecc) che per l’acquisto di auto ecologiche. Il tasso è solo fisso e la durata del piano di ammortamento oscilla tra 12 e 120 rate.

Banca Sella

Stesso discorso anche per la banca biellese che arriva come BPER a 75mila euro. Multiple anche in questo caso le finalità sia per la mobilità che per quanto riguarda gli interventi di efficientamento energetico degli immobili. Con Banca Sella si ha un periodo di preammortamento che può arrivare fino a 12 mesi (il tempo varia in funzione della finalità).

Conclusioni

In generale i prestiti green riservano condizioni particolari. Tuttavia si tratta di opzioni che non sono sempre presenti, per cui è bene farsi fare più preventivi da mettere a confronto, e in particolare bisogna fare attenzione ad eventuali restrizioni per accedervi.

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Finanziamenti b-ilty: guida al preventivo

b-ilty prestiti: cosa offre la banca business di illimity Bank?

illimity Bank, tramite b-ilty (una banca digitale pura) offre prodotti incentrati sul credito alle imprese oltre ad uno specifico conto corrente, anche in questo caso di tipo business.

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È affidabile?

b-ilty è un nome che può creare confusione riguardo all’origine della proprietà, ma così come accade per illimity Bank, parliamo di una società al 100% italiana, con sede a Milano, per cui si fa affidamento su un servizio di consulenza e di supporto italiano. A questo si aggiunge una buona solidità finanziaria, dal momento che l’attuale Cet1 ratio pro-forma è pari al 18%.

(Fonte: sito ufficiale – Data: 27 febbraio 2023)

Cosa propone?

Come già accennato, i suoi servizi e prodotti sono tutti orientati alla sfera business e in modo più dettagliato alle PMI. Più nello specifico propone un conto corrente, disponibile in 2 versioni, una serie di servizi partner per aiutare lo sviluppo o l’implementazione dell’impresa (dalla digitalizzazione alle coperture assicurative) passando per il core business che è costituito dal credito alle imprese proposto in varie forme, così da adattarsi a finalità differenti.

In questo articolo ci focalizzeremo sull’ambito dei finanziamenti offrendo però anche una panoramica generale, essenziale per orientare la propria scelta.

Come scegliere i finanziamenti?

b-ilty, come detto, è digitale al 100% ma non rinuncia alla consulenza. Tuttavia, per aiutare nella fase preliminare di orientamento verso il credito più adatto, prevede l’uso di un tool dove basta inserire la durata del prestito, la somma necessaria e il tipo di finalità a cui è destinato.

screenshot tool di calcolo

Una volta completati i campi, selezionando Continua si atterra su una pagina che offre vari preventivi: quello principale, che risponde alle voci inserite nei campi, e numerose soluzioni alternative che prendono in considerazione durate differenti. Si tratta di preventivi che non sono impegnativi.

esempio calcolo bilty

Una volta fatta la scelta, dopo aver visionato il riepilogo delle condizioni, si potrà procedere nel passaggio successivo che prevede in primis l’apertura del conto corrente (requisito obbligatorio per poter formalizzare la richiesta di finanziamento).

N.B. Se si decidesse di proseguire si potrà contare sull’affiancamento di un consulente già dal primo step, che è quello dell’analisi di fattibilità.

Il successivo avanzamento dell’iter avviene in modo semplice e parte cliccando su ‘Richiedi finanziamento’, che a sua volta rimanda alla fase successiva che è articolata in vari step:

  • presentazione del business plan: serve per giustificare la richiesta del prestito;
  • inserimento dei dati dell’azienda, relativi alla partita IVA e al Legale Rappresentante;
  • creazione delle credenziali: sono a scelta del richiedente e saranno le stesse che si useranno per fare anche i login futuri;
  • aggiunta di tutti i dati richiesti in più (questo passo non è sempre necessario ma dipende dalla pratica di finanziamento);
  • verifica della propria identità;
  • verifica della situazione creditizia.

Questa è una fase di valutazione. Solo in caso di esito positivo verrà richiesto l’inserimento degli ulteriori dati ancora necessari e si passerà a sottoscrivere con la firma digitale il contratto di finanziamento vero e propio.

Le alternative di credito

La procedura è la stessa per le varie tipologie di prestito, che al momento sono le seguenti:

b-ilty Green

Come si intuisce dal nome, l’accento per i progetti finanziabili in questo caso va messo sulla sostenibilità aziendale (in ottica ecologica come per esempio i pannelli fotovoltaici). L’importo finanziabile è compreso tra i 50 mila euro e i 2 milioni di euro, così come la durata è compresa tra i 18 e gli 84 mesi. Invece la commissione di istruttoria della pratica è agevolata, pari a 0,50%, e anche sui tassi di interesse possono essere applicate condizioni agevolate.

Credito b-ilty

Anche questa soluzione arriva a finanziarie fino a 2 milioni di euro, con un importo minimo di 50 mila euro. La durata che può essere scelta è sempre tra i 18 mesi e gli 84 mesi. La commissione di istruttoria è in percentuale, pari a 1,75%. Come finanziamento è assistito dal ‘Fondo di Garanzia‘.

b-ilty Innovative

È la soluzione che sostiene i progetti di digitalizzazione. Si applica una commissione d’istruttoria ridotta, che è pari a 1,50%. Tra i progetti realizzabili, per esempio, ci sono il digital marketing e cybersecurity.

Factoring

La novità riguardo al factoring proposto è dato dai canali di accesso. Anche in questo caso si ha il canale online al 100% e anche in questo caso si può usare il tool e il criterio di valutazione della fattibilità previsto in generale. Per quanto riguarda le condizioni si applica un limite pari a 10 come massimo di creditori da cedere ma non c’è limite per il numero di fatture di ognuno o in totale. Per quanto riguarda i requisiti dell’azienda richiedente, è necessario un fatturato annuo tra i 2 milioni e i 10 milioni di euro.

(Fonte: sito ufficiale – Data: 27 febbraio 2023).

Conto corrente business: Basic o illimitato?

Anche l’apertura del conto avviene interamente da remoto e non richiede tempi lunghi.
Ribadiamo inoltre che l’apertura del conto corrente non è solo una possibilità ma è un passaggio obbligatorio, anche se si può scegliere la tipologia che si preferisce tra quello più a consumo (Basic) e quello più all inclusive (Illimitato).

Contatti servizio clienti e opinioni

Bisogna andare nella sezione ‘Supporto’ e, dall’apposito form, selezionare per cosa si vuole assistenza così da essere ricontattati da consulenti dedicati. Al momento non sono indicate sul sito altre forme di contatto più dirette per ottenere assistenza.

Andando su siti specializzati come Trustpilot, le recensioni specifiche per b-ilty sono ancora assenti a causa della recente nascita dell’istituto di credito, per cui al momento occorre orientarsi con le invece numerose recensioni dedicate a illimity Bank in generale.

giudizio su trustpilot di illimitybank

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Carta Bianca Fiditalia: come funziona e numero verde

Carta Bianca Fiditalia: quanto costa davvero?

Nella sezione delle carte di credito di Fiditalia troviamo la Carta Bianca, carta di credito revolving e internazionale che funziona sul circuito MasterCard.

Come tecnologia è stata dotata sia della funzione contactless che della chip&pin, mentre per la componente di sicurezza per gli acquisti on line troviamo l’attivazione automatica di MasterCard Identity Check, che serve proprio per evitare un uso fraudolento. Nel particolare per procedere alla transazione è necessario usare il pin usa e getta che verrà generato ogni volta. La durata di questa carta di credito è di 3 anni dalla data di emissione.

Indice

Modalità di richiesta e requisiti

Prima di vedere come funziona la Carta Bianca Fiditalia, dobbiamo capire come procedere alla sua richiesta, che può essere effettuata sia in filiale che online.

Quali sono le differenze? Nel caso di richiesta on line si cliccherà sul banner dedicato per venire rimandati ad un form da compilare e poi si dovrà attendere di essere ricontattati. Invece cliccando sul banner per la richiesta in agenzia si viene indirizzati alla pagina di ricerca dell’agenzia più comoda da raggiungere per fissare un appuntamento. In entrambi i casi bisognerà fornire delle informazioni ‘base’ (che dovranno trovare riscontro nei documenti richiesti) e si riceverà un “preventivo” delle condizioni economiche. A riguardo bisogna tener presente che tendenzialmente il plafond medio all’emissione è di 1500 euro, ma si può richiedere in qualsiasi momento una variazione del plafond, che segue sempre una breve valutazione.

aspetto della carta bianca fiditalia

In tutti i casi bisogna possedere dei requisiti minimi che vedono in primis lo status di ‘già cliente’ Fiditalia. Inoltre, occorre:

  • percepire un reddito dimostrabile (parliamo quindi di una carta di credito anche senza busta paga, richiedibile da pensionati e lavoratori autonomi);
  • essere residenti in Italia;
  • avere un’età compresa tra 18 e 75 anni.

Documenti necessari e attivazione

Come documenti necessari alla richiesta bisogna presentare:

  • Documento d’Identità in corso di validità
  • Codice Fiscale o tessera sanitaria
  • Ultimo documento di reddito (come busta paga, cedolino della pensione, Modello Unico, dichiarazione dei redditi)
  • per gli stranieri in aggiunta è richiesta anche la carta o il permesso di soggiorno;
  • avere un conto corrente bancario o postale.

Se la valutazione per l’emissione della Carta Bianca Fiditalia va a buon fine questa viene inviata a domicilio (con pin separato) e, una volta ricevuta, va attivata. L’attivazione avviene tramite la chiamata al numero 02.43.01.88.00.

Come funziona la rateizzazione?

Carta Bianca nasce come carta revolving quindi gli acquisti vengono rateizzati ‘in automatico’ con l’applicazione del tasso di interesse in vigore. Per quanto riguarda l’importo delle rate, questo è pari al 3%, 4% o 5% del fido concesso, a seconda delle preferenze del richiedente. E’ sempre possibile:

  • estinguere anticipatamente gli importi così da ripristinare subito il plafond;
  • con apposita richiesta rimborsare una o più rate di importo superiore alle soglie normalmente previste (accorciando così il piano di ammortamento).

Il funzionamento è tipico di una carta revolving (o in generale di una linea di credito revolving): con gli acquisti e i prelievi si impegna una parte (o tutto) il plafond, che viene ripristinato mensilmente con la quota capitale delle rate (la restante parte delle rate è invece rappresentata dalla quota interessi). A mano a mano che il plafond viene ripristinato lo si può spendere nuovamente senza dover attendere il rimborso totale.

Costi e commissioni

Per Carta Bianca Fiditalia ha scelto di azzerare molte voci di costo, dato che è stato eliminato il canone di gestione annuale, il costo di emissione, quello di eventuale blocco (per carta smarrita o rubata), l’imposta di bollo (la assolve Fiditalia stessa) e i costi per l’invio dei rendiconti finanziari.

mano che tiene in mano biglietto con scritta e logo fiditalia

A livello di spese variabili non si applicano commissioni per rifornimento del carburante, mentre per l’anticipo contante è stata scelta la commissione fissa di 4 euro.

N.B. Per il rimborso delle rate è prevista la sola formula del rimborso mensili tramite SDD bancaria.

(Data di rilevazione: 08/11/2022; Fonte: sito ufficiale Fiditalia)

Contatti Utili

Oltre al numero del Servizio Clienti (02.43.01.88.00) bisogna annotare per sicurezza anche il Numero Verde da utilizzare per bloccare la carta (se viene sottratta o persa) e cioè l’800.82.2056 se si è in Italia (attivo 24 ore su 24, 365 giorni all’anno) o il +39.02.45.40.37.68 se si chiama dall’estero.

Il numero del Servizio Clienti è utile anche per conoscere il plafond residuo, ma queste informazioni, così come la lista dei movimenti, possono essere reperite in modo autonomo online andando nella sezione personale My Fiditalia (per avere le credenziali basta registrarsi).

Conclusioni

Carta Bianca di Fiditalia presenta i pregi e i difetti tipici delle carte di credito revolving. L’aspetto dell’azzeramento delle commissioni e costi può essere allettante ma bisogna comunque farne un uso attento. Le recensioni invece, proprio per il servizio di assistenza Fiditalia, gettano qualche ombra sul rapporto con la finanziaria, come emerge per esempio su Trustpilot dove la finanziaria ottiene meno di 2 stelle, con circa l’81% di clienti insoddisfatti (una sola stella).

schermata trustpilot su fiditalia

(Data di rilevazione: 08/11/2022; Fonte: sito ufficiale Trustpilot)

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Cream prestiti: quanto costano e come funzionano?

Conviene chiedere un piccolo prestito con Cream di Banca Progetto? Vantaggi e svantaggi

Banca Progetto ha lanciato il programma Cream che tra le altre cose prevede l’erogazione di prestiti. Si tratta di una realtà giovanissima considerato che il lancio risale a metà estate del 2022. Per coniugare velocità e semplicità, Cream Prestiti si affida all’omonima app per una gestione completa e facilitata.

logo cream di banca progetto

Indice

Come funziona?

Il primo passo da fare è scaricare l’apposita applicazione e installarla sul proprio device (compatibilità con i sistemi Android e iOs). Una volta create le credenziali per l’accesso attuale e quelli futuri, si potrà fare login e dal menu principale entrare nella sezione prestiti, che propone, almeno fino ad oggi, una sola possibile soluzione, ovvero un prestito che rientra nel credito al consumo (quindi personale) di piccolo importo: tra i 300 euro e i 3000 euro.

Sempre in questa sezione è possibile fare le simulazioni cambiando gli importi e quindi le durate del piano di ammortamento per poi decidere eventualmente di procedere. Se si decide di fare la richiesta vera e propria si inizierà una procedura che è interamente online e guidata ad ogni passo grazie alla firma digitale.

Per ottenere la somma che è stata richiesta si dovranno attendere le risposte di valutazione che impiegano pochissimo tempo. Veloce anche l’erogazione con la somma richiesta, in caso di esito positivo, accreditata entro 48 ore sul conto indicato.

Ma attenzione! Alla pari di tutti gli altri finanziamenti non è detto che la richiesta verrà sempre soddisfatta. Il prestito potrà anche essere rifiutato in base ad un punteggio (credit score) assegnato al richiedente. Tale valutazione avviene in modo snello grazie soprattutto allo screening che viene fatto sui conti correnti collegati al nominativo del richiedente stesso.

Solo prestiti?

L’aspetto dello screening sui conti correnti ci permette di introdurre anche la restante proposta di Cream e cioè il servizio di gestione dei conti che è a tutto tondo. Infatti Cream app nasce proprio come strumento per gestire tutti i conti posseduti o meglio di quelli che si vorranno collegare con il servizio stesso. La procedura anche in questo caso è guidata e si usufruisce di sistemi di sicurezza con standard PSD/2. Ma in che modo avviene la gestione?

Evidenziamo subito come questa sia di tipo prevalentemente informativo. Nel particolare tramite Cream è possibile:

  • consultare l’elenco delle transazioni;
  • analizzare una classificazione delle spese all’interno di categorie (per aiutare a capire le voci di spesa che pesano di più e gestire meglio il proprio budget);
  • vedere i movimenti;
  • consultare il saldo di tutti i conti.

Queste informazioni abbracciano un intervallo temporale pari ai 90 giorni precedenti e successivi.

Quanto costa?

Si deve fare una distinzione tra Cream e Cream Prestiti. L’app e la parte di servizi gestionali non prevedono l’applicazione di costi o commissioni. Invece il prestito proposto non è a tasso zero, indipendentemente dalla durata scelta del piano di ammortamento (che va da 6 a 18 mesi).

disegno di mano che tiene in alto un cellulare con l'app di cream prestiti

Anzi la differenza della durata impatta sul tasso applicato che sarà comunque compreso tra 8% e 8,5% di Taeg (quello maggiore è sulle durate più brevi). Tra altri costi c’è da considerare l’imposta di bollo dovuta per legge (fino a fine 2022 sarà comunque a carico di Banca Progetto), mentre non ci sono spese di incasso rata e nemmeno spese di istruttoria.

Per quanto riguarda le comunicazioni dipende dalla volontà del finanziato: se si lasciano online (proposta automatica) non si hanno costi, se si desidera il cartaceo bisogna accettare di sborsare 10 euro.

È possibile l’estinzione anticipata?

Facendo apposita richiesta si potrà estinguere in via anticipata il finanziamento, ma ricordiamo che essendo un ammortamento alla francese non conviene procedere verso la scadenza del prestito. Bisogna anche considerare i tempi di 10 giorni per cui bisogna decidere con ampio anticipo rispetto alla data di scadenza delle rate.

Conclusioni e recensioni

Cream prestiti non è un finanziamento tra i più economici sotto il punto di vista dei tassi applicati, ma in fondo si propone di essere un’alternativa veloce e pratica all’interno della categoria del piccolo prestito. Allo stato attuale, proprio a causa della ‘giovane esperienza che vanta’ non è possibile avere opinioni attendibili e nemmeno basarsi su recensioni rodate sulla base di un certo numero di esperienze.

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Come funziona l’anticipo Tfs: 4 alternative a confronto

Anticipo Tfs, banche convenzionate e non: cosa cambia?

Il tempo dilatato per entrare in possesso del Tfs (in pratica il tfr dei dipendenti statali o pubblici) ha spinto il legislatore a intervenire con un decreto legge per dare la possibilità agli aventi diritto di ricevere la somma in via anticipata senza pagare un tasso di interesse eccessivo.

Un intervento che non è stato ancora trasformato in una legge vera e propria ma che grazie alla recente proroga dell’accordo quadro è ancora valido (Gazzetta Ufficiale 1 agosto 2022), estendendo la possibilità di usare il meccanismo dell’anticipo per altri 24 mesi, anche per i lavoratori che usano la quota 100 e 102. Stesso discorso per i dipendenti pubblici in servizio ma che optano per la pensione anticipata. Tuttavia rimangono delle limitazioni, che andiamo a vedere di seguito.

Indice

Come funziona?

Come si capisce dal nome si tratta di un’operazione con la quale chi ha maturato un certo Tfs può chiederne il versamento anticipato. Anticipato rispetto a cosa? Rispetto ai lunghi tempi previsti per il pagamento da parte dello Stato (fino a 24 mesi in media, nel caso della quota 100 anche fino a 6 anni).

Nel particolare ci si deve rivolgere ad una banca che propone l’anticipo Tfs tra i propri prodotti ed accettare di pagare il tasso che viene richiesto sulla somma totale. C’è anche da considerare l’importo massimo (o percentuale massima) che la banca è disposta ad anticipare sul totale.

cartellino con scritta tfs

La possibilità da parte di un Istituto di credito di offrire l’anticipo del Tfs è libera così come la possibilità di aderire all’apposita convenzione introdotta sempre dal decreto suddetto. Le banche che scelgono di aderire a questa agevolazione si obbligano ad applicare un tasso fisso ridotto rispetto alla media del mercato.

I limiti e le differenze tra le ‘banche’

Il primo limite per poter usufruire delle agevolazioni previste dal legislatore in base all’accordo con l’ABI è quello dell’importo che potrà essere ottenuto, ovvero un anticipo di Tfs fino a 45 mila euro che può essere superato nel caso dell’anticipo ‘ordinario’(ovvero fuori convenzione). Invece per quanto riguarda l’agevolazione ‘vera e propria’ questa è data dal tasso di interesse applicato che cambia a seconda della banca alla quale ci si rivolge, ovvero a seconda che ci si rivolga a banche convenzionate o non convenzionate.

Infatti solo con le banche convenzionate si ha la certezza dell’applicazione di un tasso di interesse ‘calmierato’ che è stato fissato con l’accordo quadro Abi allo 0,4%. Le banche che non sono convenzionate invece applicano tassi liberamente, con punte anche del 4%.

Per conoscere l’elenco delle banche convenzionate è possibile visitare l’apposita pagina ufficiale. Qui verranno indicati anche i principali contatti. Per sicurezza è comunque preferibile riferirsi in primis alla propria banca di fiducia chiedendo se offre l’anticipo Tfs agevolato, ordinario od entrambi.

Che cosa serve per la richiesta?

Il primo documento essenziale è il calcolo del reale Tfs maturato eseguito dall’Inps. Come altri documenti necessari anche solo per chiedere il preventivo troviamo:

  • il documento di identità;
  • la tessera sanitaria o il codice fiscale;
  • un Iban dove farsi accreditare la somma eventualmente anticipata;
  • ultimo cedolino pensione – se pensionato; ultima busta paga – se pensionato ma si ha ricevuto ancora l’accredito della pensione.

N.B. I documenti richiesti possono differire leggermente a seconda del tipo di politica di credito e procedurale adottata dalla banca stessa alla quale ci si rivolge.

anziani che contano soldi spicci

Esempi

Unicredit

Questa banca è nell’elenco di quelle convenzionate e propone entrambe le soluzioni:

  • anticipo Tfs ordinario (per importi superiori a 45 mila euro con applicazione del tasso deciso autonomamente dallo stesso istituto di credito lombardo);
  • anticipo Tfs agevolato nel rispetto della normativa.

Non è necessario possedere un conto corrente Unicredit per procedere alla richiesta, che va fatta in filiale previo appuntamento. Non sono previste spese e commissioni se non l’imposta di bollo.

(Fonte: Unicredit – Data: 26 ottobre 2022)

BNL

Nella pagina della banca troviamo il tasso attualmente applicato (4,10% come Taeg massimo) ma nessun riferimento al Tfs agevolato. Percentuale massima fino al 95%. Sul sito è presente un banner per richiedere un preventivo che riporta però ad un form di ricontatto per interfacciarsi con un consulente.

(Fonte: Bnl – Data: 26 ottobre 2022)

Banca Sella

In questo caso troviamo entrambe le possibilità: anticipo agevolato e ordinario per andare incontro alle esigenze anche di chi vuole superare la soglia dei 45 mila euro (più precisamente al momento viene indicato come tetto massimo la cifra di 75 mila euro).

(Fonte: Banca Sella – Data: 26 ottobre 2022)

Intesa Sanpaolo

L’anticipo Tfs fa parte della linea XME. Si tratta di un prodotto accessibile anche ai non clienti di banca Intesa che permette di ottenere un anticipo fino al 100% del Trattamento di Fine Servizio maturato.

(Fonte: Banca Intesa Sanpaolo – Data: 26 ottobre 2022)

Non è invece possibile rivolgersi a Poste Italiane visto che al momento non offre questa tipologia di prodotto.

(Fonte: sito Poste Italiane – Data: 26 ottobre 2022)

In molti casi il sito ufficiale non da informazioni chiare come nel caso di Banca BPM che non evidenzia una pagina dedicata a questo finanziamento. E’ quindi essenziale rivolgersi direttamente ad una filiale anche per ottenere un preventivo e conoscere l’eventuale partecipazione alla convenzione.

Si tratta comunque di esempi che non vogliono avere carattere esaustivo.

Conclusioni

Generalmente ci si concentra sempre sull’aspetto della convenienza. Tuttavia nel caso dell’anticipo del tfs bisogna considerare molti più fattori, molti dei quali legati al tempo necessario per entrare in possesso delle somme. Un calcolo che dipende ovviamente dalla situazione economica personale.

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