Con il prestito condominiale diventa più facile ristrutturare i condomini?
È stato annunciato all’inizio dell’estate e confermato da Il Sole 24 Ore e, benché ancora non siano chiare e definite le modalità di attuazione, rappresenta un’opportunità concreta di sostegno alle famiglie, soprattutto quelle più bisognose, che hanno la necessità di ristrutturare l’edificio in cui vivono.
Si tratta del prestito condominiale e di altri strumenti finanziari e di sgravi fiscali previsti nella prossima Legge di Stabilità, ancora in fase di approvazione; tali misure hanno l’obiettivo di sostenere la riqualificazione delle periferie e delle città e di agevolare i cittadini che non hanno la possibilità di accedere ai prestiti personali erogati dalla banca perché non posseggono le garanzie reddituali necessarie.
Vedi anche Prestito per ristrutturazione.
Le proposte
Va sottolineato che stiamo parlando di qualcosa che non è ancora stato trasformato in vera e propria legge ed è doveroso, dunque, usare il condizionale.
La proposta principale, comunque, sembrerebbe essere la conferma dell’Ecobonus per la riqualificazione energetica, fino ad oggi ad appannaggio esclusivo dei privati, a cui potranno accedere anche i condomìni.
La percentuale da portare in detrazione, inoltre, sembrerebbe aumentare rispetto all’attuale 50-65%, fino ad un massimo del 75%, in funzione del livello di miglioramento energetico che si apporta con i lavori eseguiti.
Come funziona?
Tra le misure più interessanti introdotte dalla Manovra Finanziaria, però, due sono quelle che rappresentano una vera novità: l’istituzione di un fondo ad hoc per garantire il credito necessario e la cessione a terzi dei crediti maturati con l’Ecobonus.
Vediamo di capire meglio.
Per quanto riguarda la prima si tratta di un Fondo di circa 4-5 miliardi di Euro istituito presso la Cassa Depositi e Prestiti a cui i condomìni interessati possono fare richiesta per vedersi finanziato fino al 90% dell’importo necessario per eseguire i lavori, lasciando solo il 10% a carico dei condòmini interessati.
La cessione del credito fiscale a tutti i soggetti terzi potenzialmente beneficiari, comprese le aziende per la fornitura energetica, agevola invece la restituzione della somma versata che viene prevista in due fasi: la prima attraverso l’Ecobonus dello Stato che andrà direttamente al Fondo e la seconda con piccole rate in bolletta addebitate direttamente ai singoli condòmini, esattamente come si fa per il canone RAI.
L’introduzione di questa modalità permette di facilitare quei cittadini che si trovano a non avere la sufficiente disponibilità finanziaria o non possono usufruire del bonus fiscale in quanto sono dei lavoratori incapienti, ovvero con un reddito inferiore agli 8.145,00 € e non sono tenuti al pagamento dell’IRPEF, l’imposta sulla quale viene applicato lo “sconto” a cui l’Ecobonus dà diritto (vedi anche Incentivi statali per rottomazione auto).
Queste misure non vanno a toccare soluzioni finanziarie dedicate ai condomìni già presenti sul mercato che vengono con successo utilizzate proprio perché fanno leva sull’aspetto agevolativo fiscale, come ad esempio quelle proposte da Ubi Banca (si consiglia di visitare il sito della banca per constatare se il finanziamento è ancora disponibile).
Obiettivo: riqualificazione periferie
La proposta ed il conseguente progetto attualmente in fase di approvazione è stata avanzata dal Ministro delle Infrastrutture Delrio con l’obiettivo principale di riqualificare le periferie e, più in generale, il contesto urbanistico più degradato.
Le forme di intervento edilizio previste mirano a ricostituire le facciate degli edifici attraverso la realizzazione di una sorta di intercapedine prefabbricata all’interno della quale far passare gli impianti necessari per poter dotare le case di impianti fotovoltaici e pannelli solari; in questo modo sarà possibile raggiungere un doppio risultato: una ristrutturazione estetica del palazzo ed un miglioramento funzionale, in un’ottica ambientale e di risparmio energetico.