Resto al Sud – Le novità 2024

Resto al Sud: quali agevolazioni offre?

Le novità per Resto al Sud, ovvero l’incentivo stanziato dal governo ma gestito da Invitalia, per il 2019 non sono trascurabili, considerato l’ampliamento della platea che ne può fare richiesta.

Nel particolare, che cosa è cambiato con Resto al Sud, a chi si rivolge nel 2019 il bando di adesione e quali sono le agevolazioni? All’interno dell’articolo andiamo a rispondere a questi tre interrogativi fondamentali.

Le novità nel bando 2019

Innanzitutto chiariamo che le caratteristiche e lo scopo di Resto al Sud non sono cambiate. Parliamo sempre di agevolazioni finalizzate alla creazione di nuove attività imprenditoriali nelle zone italiane che sono economicamente più in difficoltà, ovvero quelle del mezzogiorno e precisamente:

  • Sardegna,
  • Abruzzo,
  • Molise,
  • Basilicata,
  • Campania,
  • Calabria,
  • Puglia,
  • Sicilia.

Detto questo il bando ha introdotto un’importante novità su alcuni requisiti che devono possedere i richiedenti, soprattutto per quanto riguarda l’età anagrafica. Resto al Sud, infatti, fino a fine 2018 si rivolgeva solo alla fascia di età compresa tra 18 anni compiuti e 36 anni non compiuti, mentre a partire da Gennaio 2019 si è passati alla fascia di età che va da 18 anni compiuti a 46 anni non compiuti. Inoltre possono aderire al bando e alla richiesta anche i liberi professionisti.

Requisiti obbligatori

Riassumiamo in sintesi quali devono essere i requisiti ‘base’ che si devono avere per poter fare la domanda:

  • età anagrafica compresa tra 18 e 46 anni;
  • progetto di avvio dell’attività in una delle regioni previste nel bando (la domanda può essere fatta anche da chi è residente all’estero);
  • per i liberi professionisti non aver avuto una partita Iva per attività analoga a quella per la quale si richiedono gli incentivi nei 12 mesi precedenti alla domanda di accesso, e mantenimento della sede operativa nelle regioni comprese in Resto al sud;
  • per tutti i richiedenti e per tutta la durata del finanziamento non ci dovrà essere un contratto di lavoro dipendente.

In cosa consiste l’agevolazione?

In pratica ci sono due agevolazioni che sono concesse contemporaneamente e che permettono di finanziare al 100% le spese da sostenere per avviare la propria attività imprenditoriale. Queste due agevolazioni sono un contributo a fondo perduto e un finanziamento a tasso zero.

Il contributo a fondo perduto copre il 35% della spesa totale e viene erogato tramite Invitalia, e non deve essere restituito. Il finanziamento a tasso zero invece viene erogato tramite banche aderenti a un’apposita convenzione con invitalia e quindi con resto al Sud, e va restituito a rate nell’arco di 8 anni totali. Per conoscere le banche aderenti si può consultare l’elenco aggiornato presente sul sito ufficiale Invitalia, che riporta in quali regioni operano i vari istituti di credito e lo spread applicato (oltre che il referente ed i contatti telefonici).

Tra l’altro il finanziamento è garantito da un fondo garanzia delle Pmi e gli interessi sono coperti da un contributo in conto interessi. Per questo il beneficiario dell’agevolazione restituirà solo la quota capitale prevista dal piano di ammortamento.

Le due agevolazioni partono automaticamente e in parallelo se la domanda di partecipazione a Resto al Sud viene valutata positivamente da Invitalia e si ottiene quindi l’accesso alle agevolazioni stesse.

Limite importi

In base al nuovo bando di Resto al Sud come limiti massimi erogabili troviamo:

  • massimo 50 mila euro per ogni socio/richiedente,
  • massimo totale di 200 mila euro (indipendentemente dal numero di soci anche superiore a 4).

Le domande, corredate da tutta la documentazione relativa al progetto imprenditoriale, vanno inviate a Invitalia attraverso la piattaforma dedicata, accessibile dal sito ufficiale Invitalia.it.

Come si presenta la domanda?

Per prima cosa è consigliato controllare sull’apposita pagina di Invitalia riservata a Resto al Sud di essere in possesso di tutti i requisiti necessari, considerata anche la possibilità di adesione:

Entro 60 giorni dall’approvazione della domanda (che diventano 120 se si è residenti all’estero) si può anche costituire un team di persone che porterà avanti il progetto. Si dovrà avere anche un indirizzo Pec valido che servirà per le comunicazioni con Invitalia.

Una volta fatti tutti i controlli preliminari bisogna andare nella sezione dei moduli per scaricare i modelli necessari per fare la domanda. Questa poi va inviata tramite l’apposita piattaforma telematica, previa registrazione.

Caratteristiche della domanda

La domanda, come detto è presentabile solo in modalità telematica, e sarà composta dal progetto imprenditoriale e dalla documentazione che sarà chiesto di caricare e allegare (la procedura è guidata e può essere consultata anche scaricando l’apposita guida). Non è prevista una scadenza per la presentazione delle domande.

Di contro queste saranno valutate in funzione dell’ordine cronologico di arrivo. Il progetto sarà giudicato per accuratezza e fattibilità. In quest’ottica anche per compilazione della domanda si può richiedere assistenza gratuita a centri accreditati con Invitalia.

Se ci sono fondi sufficienti e tutte le condizioni e requisiti necessari sono presenti, Invitalia darà parere positivo (dal sito ufficiale si legge che una prima risposta viene fornita nell’arco di 60 giorni). Ricordiamo infine che nell’iter è generalmente previsto anche un colloquio personale che potrà essere svolto a distanza anche tramite Skype.