Il prestito con delega: requisiti, richiesta ed agevolazioni.
Il prestito con delega di pagamento, noto anche come “doppio quinto”, è una particolare forma di finanziamento non finalizzato, a tasso fisso e rata costante, che presenta molte analogie con la cessione del quinto ma, affiancato ad una cessione, permette di avere accesso a importi anche superiori.
Non è però una tipologia di credito aperta a tutti.
Può essere richiesta esclusivamente dai lavoratori dipendenti con busta paga (statali, pubblici e privati) ed in presenza di determinate condizioni. Sono esclusi dunque da tale forma di credito sia i lavoratori autonomi che i pensionati.
Come nella cessione del quinto, il rimborso avviene in un lasso di tempo che va dai 24 ai 120 mesi ed il tutto avviene a mezzo di trattenute dirette in busta paga il cui importo può arrivare ad interessare fino al 20% dello stipendio al netto delle ritenute di legge a titolo previdenziale e fiscale. Richiesto quindi in presenza o in concomitanza con una cessione del quinto, permette di impegnare fino al 40% dello stipendio (appunto per questo “doppio quinto”), cosicché la somma totale richiedibile può raggiungere anche il doppio di quella che si può ottenere con la sola cessione.
Facciamo un esempio.
Nel caso di uno stipendio mensile di 1.600€, con la cessione del quinto la rata massima sostenibile è di 320€, che per un totale massimo di 120 mesi permette di rimborsare fino ad un massimo di 38.400€ (interessi inclusi).
Rivolgendosi invece anche alla delega di pagamento, la rata mensile, come abbiamo visto, può impegnare in totale il 40% dello stipendio, in questo caso 640€. In tal modo sarà possibile rimborsare in 120 mesi fino a 76.800€, il doppio appunto rispetto alla sola cessione.
Un notevole vantaggio di tale forma di finanziamento, in comune con la cessione, è il fatto che si tratta di un prestito a firma singola, che non richiede cioè garanzie di terzi in quanto sono la busta paga stessa a fungere da garanzia. E’ quindi accessibile anche a quei dipendenti che in passato hanno avuto problemi di solvenza come protestati, pignorati o segnalati al Crif in qualità di cattivi pagatori.
Ad ulteriore tutela del credito, inoltre, il prestito con delega è accompagnato, come la cessione, da una copertura assicurativa obbligatoria su vita e impiego, cosicché, in caso di decesso o perdita del lavoro, l’ente creditore sarà comunque rimborsato senza doversi rivalere sugli eredi o sul patrimonio del neo disoccupato.
Attenzione però: nella delega di pagamento, a differenza che nella cessione del quinto, il datore di lavoro ha la possibilità di rifiutarsi di collaborare (rischio maggiormente presente nel caso di dipendenti privati).
Infatti, se nella cessione del quinto le parti effettivamente coinvolte nel contratto di finanziamento sono soltanto il richiedente e l’ente creditore (il datore di lavoro può solo prendere atto dell’avvenuto finanziamento e collaborare obbligatoriamente), nella delega di pagamento anche il datore di lavoro (il delegato appunto) ha voce in capitolo e, nel caso sia disposto ad accettare l’incarico, deve esplicitamente fornire un formale assenso scritto all’effettuare le trattenute e i versamenti mensilmente al posto del suo dipendente. Nel caso di un suo rifiuto, il finanziamento non potrà avere luogo.
Indice
Perchè richiedere un prestito con delega?
Il prestito con delega è sicuramente una soluzione interessante per i dipendenti in quanto permette di richiedere ed ottenere elevata liquidità. Può essere richiesto anche in presenza di una cessione del quinto in corso, ad esempio quando non si sono ancora raggiunti i requisiti per poterla rinnovare o se si necessita di somme elevate. Non si potrà, invece, richiedere un prestito con delega se titolari, oltre che di una cessione, anche di un piccolo prestito.
Quali sono i requisiti e le modalità per richiedere un prestito con delega?
Come abbiamo detto precedentemente, il primo requisito indispensabile è rappresentato dalla busta paga: occorre quindi innanzitutto essere lavoratori dipendenti. Le cose però cambiano a seconda che si sia dipendenti statali / pubblici o privati. Vediamo in che modo.
-Dipendenti statali e pubblici
Tale categoria di dipendenti (lavoratori ministeriali stipendiati dal MEF, lavoratori della pubblica amministrazione iscritti alla piattaforma online NoiPa, dipendenti delle Forze Armate), avendo per datore di lavoro lo Stato, è considerata dagli enti creditori come categoria a basso rischio. Inoltre spesso questa categoria di lavoratori usufruisce di convenzioni speciali stipulate tra le banche e gli Enti di appartenenza. Occorre dunque informarsi preventivamente su quali siano le banche o finanziarie convenzionate per sapere dove rivolgersi. In virtù di tali convenzioni, inoltre, il dipendente pubblico e statale beneficia di tassi agevolati e riduzione di oneri amministrativi e fiscali.
Altro requisito da possedere è che il contratto di lavoro sia a tempo indeterminato. E’ possibile fare richiesta di prestito con delega anche in presenza di un contratto a tempo determinato, ma ciò implica che il finanziamento non può in alcun modo avere una durata superiore a quella del contratto di lavoro. Si potrà quindi inevitabilmente avere accesso ad un credito minore.
Una volta individuato l’istituto di credito in convenzione, occorre presentare all’atto della domanda i seguenti documenti:
- documento d’identità;
- codice fiscale;
- ultime due buste paga;
- autorizzazione alla delega dell’ufficio ordinatore dello stipendio.
Una volta presentata l’intera documentazione richiesta, si avvia la fase di istruttoria che di solito si conclude nell’arco di una decina di giorni con l’erogazione della somma pattuita per mezzo di assegno vidimato oppure tramite bonifico bancario in c/c. Rivolgendosi a finanziarie convenzionate che forniscono il servizio online, i tempi potrebbero essere anche più brevi.
Può essere utile sapere che per i dipendenti pubblici e statali, in alcuni casi eccezionali, è possibile andare oltre il 40% di trattenuta in busta paga, raggiungendo anche il 50%, ma ciò è a discrezione dell’Ente che stipendia il dipendente e saranno prese in considerazione le motivazioni per cui è stata richiesta l’ulteriore liquidità (non sarà ad esempio accolta la richiesta nel caso in cui si necessiti di denaro per l’acquisto di beni di lusso, superflui o beni di largo consumo).
Sempre nel caso dei dipendenti pubblici e statali, la presenza della copertura assicurativa vita e impiego non è necessariamente obbligatoria: infatti, se la convenzione in atto lo contempla, banca e dipendente possono produrre entrambi una dichiarazione scritta in cui dimostrano di essere consapevoli dei rischi del finanziamento legati a morte o perdita di impiego ed il finanziamento può avere seguito anche in assenza della polizza.
– Dipendenti privati
Maggiori restrizioni sono previste per questa categoria di dipendenti, in quanto viene a mancare la rassicurante garanzia rappresentata dallo Stato. Infatti non tutti i dipendenti privati possono accedere al prestito con delega, ma soltanto chi rientra nei seguenti requisiti:
- essere dipendenti di un’azienda appartenente ad una delle seguenti ragioni sociali: SpA, Srl, Coop;
- essere dipendenti di un’azienda con almeno 15 unità;
- possedere un contratto di lavoro a tempo indeterminato;
- avere un’anzianità di lavoro tale da possedere un TFR accantonato sufficiente a garantire il credito e/o star versando fondi per una pensione integrativa.
Oltre a richiedere requisiti più restrittivi, generalmente le finanziarie o le banche tendono ad erogare ai dipendenti privati cifre più contenute rispetto a quelle messe a disposizione dei dipendenti pubblici, anche a causa delle diverse entità degli stipendi percepiti. E la polizza assicurativa è sempre obbligatoria proprio perchè stiamo parlando di un lavoro che anche in presenza di un contratto a tempo indeterminato non può comunque definirsi fisso.
Nel caso dei dipendenti privati non occorre che la banca o la finanziaria abbiano precedentemente stipulato convenzioni con l’azienda di appartenenza: di volta in volta l’istituto di credito e la compagnia assicuratrice valuteranno l’affidabilità dell’azienda in questione e decideranno se il finanziamento può essere concesso al dipendente o meno. Può anche capitare che un dipendente non finanziabile per una banca possa invece esserlo per un’altra.
Si può rinnovare un prestito con delega?
Come la cessione del quinto, anche il prestito con delega può essere rinnovato, ottenendo nuova liquidità e prolungando nel tempo il rimborso. Bisogna però rispettare delle tempistiche ben precise:
- se il prestito con delega in corso ha una durata pari o inferiore ai 60 mesi, è possibile rinnovarlo in qualunque momento portandolo a 120 mesi;
- nel caso di un prestito con delega in corso superiore ai 60 mesi, per poter richiedere il rinnovo è necessario aver pagato regolarmente almeno il 40% delle rate dovute.
Facciamo un esempio.
Immaginiamo di avere in corso un prestito con delega di 48 mesi. In questo caso, essendo un finanziamento di durata inferiore ai 5 anni, potrò fare richiesta di rinnovo in qualunque momento. L’importante è che la nuova durata del finanziamento rinnovato sia pari e non inferiore ai 120 mesi.
Nel caso in cui il mio prestito con delega in corso avesse invece una durata, ad esempio, di 84 mesi, quindi superiore ai 5 anni, potrò fare richiesta di rinnovo solo dopo aver pagato le prime 34 rate, cioè dopo aver restituito almeno il 40% dell’importo erogato.
Il rinnovo non è però automatico. La richiesta può essere rifiutata per varie motivazioni:
- rifiuto dell’azienda ad assumersi la delega di pagamento;
- il richiedente è prossimo all’età pensionabile, quindi non può più usufruire di tale forma di finanziamento in quanto i pensionati ne sono esclusi;
- nel corso del finanziamento sono subentrati pignoramenti nei confronti del richiedente, tali da ridurne la possibilità di avere ulteriori trattenute in busta paga;
- l’azienda non rientra più nei canoni necessari per poter essere considerata assumibile da parte della compagnia assicuratrice.
Quanto costa il prestito con delega?
A causa dell’obbligatorietà della copertura assicurativa, tale forma di finanziamento ha il suo costo. In più sono previsti oneri amministrativi da parte del richiedente nei confronti sia della banca o finanziaria che gestisce la pratica, sia nei confronti dell’ente o azienda che si assume la delega dei pagamenti. Tali costi si riducono nel caso di prestito con delega rivolto ai dipendenti pubblici/statali in quanto la stipula di convenzioni dedicata permette di spuntare tassi più bassi e di vedersi annullate o quanto meno ridotte le spese accessorie.
Perchè i pensionati no?
Ci si potrebbe chiedere: perchè i pensionati INPS non possano accedere a tale forma di finanziamento? In fin dei conti dispongono del cedolino della pensione e dell’ente previdenziale come ottimo garante. La risposta è da cercarsi nel fatto che
lo Stato tutela i pensionati impedendo che possano sovraindebitarsi.
Ogni anno l’AGO (Assicurazione Generale Obbligatoria) stabilisce, in base al costo della vita e all’inflazione, l’importo minimo al di sotto del quale una pensione non deve mai scendere. Ad esempio tale valore nel 2020 è pari a 515,07€. Permettere una trattenuta sul cedolino della pensione del 40% non sarebbe sostenibile. Ecco perchè per i pensionati è possibile accedere solo alla cessione del quinto e spesso la quota effettivamente cedibile risulta minore del 20%. In caso di maggiori necessità, potranno affidarsi ad un prestito personale o ad un prestito vitalizio ipotecario.
Approfondimenti
Per ulteriori informazioni si rimanda alla normativa del Codice Civile (articoli 1269 e 1723) che regola i prestiti con delega e alle successive circolari del Ministero del Tesoro inerenti all’argomento.
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