Il fenomeno delle carte di credito revolving (che consentono, cioè, di rimborsare a rate le spese effettuate) continua a crescere e sembra essere sempre più diffuso in Italia. Tra le carte revolving più utilizzate, quella scelta dal maggior numero di italiani è la carta Aura di Findomestic. Si tratta di una comoda carta di credito che la finanziaria del Gruppo PNB Paribas mette a disposizione di chi ha bisogno di piccole somme per acquisti quotidiani o frequenti. Ha un massimale di 2.500 euro e può essere rimborsata a piccole rate mensili con importo a scelta del titolare (purché non al di sotto del 4% del fido), oppure in un’unica soluzione nel mese successivo alla spesa. Vediamo come funziona nei particolari.
Nome Carta
Costo annuo
Fido
Modalità di rimborso
Contatti
Carta Aura
12,00 euro
1.500,00 euro
Addebito diretto in conto corrente, bollettini postali
Blocco carta dall’Italia: numero verde 800 254 762
Blocco dall’estero 0039 055 32 32 242
Cosa consente di fare e i costi richiesti
La carta Aura Findomestic consente di effettuare shopping non solo in negozi convenzionati con Pos, in Italia o all’estero, ma anche online su moltissimi siti web (scegliendo il circuito Visa o Mastercard). Consente inoltre di prelevare denaro contante presso tutti gli sportelli ATM, effettuare bonifici ed emettere assegni online, oltre che di attivare il servizio Sms alert, che avvisa il titolare su quando è stata utilizzata la carta.
I suoi costi (che sono già inclusi nel calcolo del Taeg), prevedono una quota annua di 12 euro, più 1,03 euro al mese per la tenuta del conto e l’imposta di bollo di 2 euro per l’estratto conto. Per quanto riguarda le operazioni, occorre sottolineare che mentre i bonifici online sono gratuiti, quelli allo sportello costano 4,62 euro, cifra che deve essere pagata in qualità di commissione anche per ogni prelievo Atm. Esiste anche una versione Gold che ha tra i vantaggi la possibilità di gestire le rate in modo flessibile e autonomo, direttamente dall’area clienti. Per entrambe le versioni è possibile fare la richiesta online dell’anticipo contanti
Rimborso con Rid o bollettini postali ed a quali interessi
Il rimborso della carta Aura Findomestic può avvenire a rate mensili o a saldo in un’unica soluzione nel mese successivo all’acquisto effettuato. Nel primo caso la rata può essere decisa dal richiedente della carta (che può anche scegliere di aumentare o diminuire l’importo nei mesi successivi).
Il rimborso a rate mensili comporta, inoltre, l’applicazione di tassi di interesse che la soluzione a saldo non prevede. Carta Aura Findomestic può essere rimborsata in due modalità: con bollettini postali o con addebito RID (Rapporto Interbancario Diretto). Se si sceglie il rimborso attraverso bollettini postali questi ultimi arriveranno a casa già precompilati, ed i tassi da pagare ammontano ad un Tan fisso al 20,16% e ad un Taeg al 24,07%.
Leggermente più bassi, invece, i tassi di interesse da pagare per chi sceglie la modalità RID (quando cioè il titolare di un conto corrente avverte la propria banca che ci saranno delle somme prelevate da parte di uno stesso creditore e la autorizza ad accettare l’addebito), che ammontano rispettivamente al 19,20% e al 22,92%.
Facendo un esempio pratico: se sono stati richiesti 2.500 euro con modalità di rimborso tramite bollettini ed è stato scelto un importo per la rata pari a circa 100 euro, le rate saranno 33 (29 da 100 euro, 3 da 112 euro ed una da 91 euro) con importo totale dovuto pari a 3.427 euro. Nel caso della scelta del RID, con stesso importo richiesto e stesso per la rata (100 euro), anche qui le rate saranno 33 (29 da 100 euro, 3 da 112 euro ed una da 38 euro), ma l’importo finale dovuto risulterà leggermente inferiore, cioè pari a 3.374 euro.
Carta revolving Mps con rimborso bollettini postale: opinioni M’honey
Al giorno d’oggi, all’aumentare delle esigenze dei consumatori, ogni banca o finanziaria mette a disposizione dei propri clienti strumenti in grado di soddisfare il bisogno di somme da utilizzare per acquisti o altre piccole necessità. Rientrano tra questi le carte di credito revolving che, nel caso di un gruppo come MPS (Monte dei Paschi di Siena) si esplicano nelle due tipologie di M’honey card Classic e Basic. Vediamo se si tratta di carte convenienti.
Nome Carta
Costo annuo
Fido
Modalità di rimborso
Contatti
M’honey Card
Versione Basic: 8,00 euro
Versione Classic: 15,00 euro
fino a 5.000,00 euro
Addebito diretto in conto corrente, bollettini postali
Numero verde Blocco della Carta in Italia: 800.822.056
Blocco della Carta dall’Estero +39 02.608.437.68
Caratteristiche e funzionalità
La M’honey card (con gioco di parole in inglese tra money, denaro ed honey, miele) è una carta revolving (con rimborso della somma richiesta, cioè, a rate) messa a disposizione dalla Consum.it S.p.A., finanziaria di MPS, per chi ha diverse esigenze di credito.
Sia la M’honey Basic che la Classic possono arrivare ad un fido di 5.000,00 (previsto per utilizzi estesi. Sono entrambe carte molto utili, con possibilità per il titolare di gestire l’importo della rata (che si riferisce alle spese del mese precedente da pagare entro il 5 di ogni mese tramite RID o bollettini postali), di effettuare acquisti nei negozi fisici o virtuali del circuito Mastercard, di prelevare contanti agli sportelli ATM Bancomat (con servizio di sms alert), fare rifornimento di carburante (senza commissioni) e richiedere l’attivazione di una nuoca carta in condivisione per un familiare.
In più consentono la possibilità di affiancare ai servizi di default dei pacchetti assicurativi: Carta Sicura M’honey (contro furto, rapina, scippo, etc.) e Carta Protetta M’honey (contro eventi più gravi come rischio vita, perdita dell’impiego, invalidità, etc.) ad un costo aggiuntivo.
Costi e vantaggi
Per quanto riguarda i costi, bisogna dire che c’è una quota annua da pagare, che ammonta ad 8 euro per la M’honey Basic e a 15 euro per la Classic. A questi vanno aggiunte, tra le altre voci di spesa, le commissioni su ogni addebito RID (vedi anche Carte revolving senza conto corrente), pari a circa 0,19 euro su un conto corrente MPS o 0,30 euro per conti correnti di altre banche; 0,82 euro di commissione se invece si sceglie l’addebito con bollettini postali; 4.00 euro per prelievi agli sportelli ATM.
Un fattore positivo è senz’altro costituito dalla possibilità per il cliente di usufruire di un numero di rate molto alto, fino a 72, mentre per ciò che concerne gli interessi essi si attestano su TAN fisso a 17,76% per la M’honey card Classic e su TAN fisso a 14,52 per la M’honey card Basic (vedi anche Carta revolving senza busta paga). Per un elenco di tutte le spese ed eventuali variazioni sui tassi di interesse è possibile comunque usare i contatti del servizio clienti MPS online o recarsi in una delle filiali.
Tra le varie carte di credito revolving (che cioè presentano modalità di rimborso a rate) messe a disposizione da banche e finanziarie, anche l’istituto bancario Unicredit S.p.A. ne propone alcune. Tra queste troviamo la carta Kataweb Unicredit, creata in collaborazione con il circuito Kataweb (gruppo L’Espresso) che possiede determinate caratteristiche in termini di spese e tassi di interesse. Andiamo ad analizzarli.
Nome Carta
Costo annuo
Fido
Modalità di rimborso
Contatti
Kataweb
0,00 euro
2.000,00 euro
Addebito diretto in conto corrente
Già clienti: 199 108 080 dall’Italia e +39 02 33453901 dall’estero
Non clienti: numero verde Unicredit specifico 800 531 789
Nessuna spesa per bolli ed estratti conto, sconti del 10% su edicole digitali
Posizionata sul circuito Mastercard, carta Kataweb di Unicredit possiede un massimale di 2.000 euro, utile per effettuare acquisti in negozi con pos in Italia e all’estero, negozi online, prelevare contanti agli sportelli ATM, pagare pedaggi autostradali, e fare rifornimento di carburante.
Non prevede alcun costo di gestione, proponendo apertura, chiusura e quota annuale gratuita, nessuna commissione per i rifornimenti di carburante, nessuna spesa aggiuntiva sull’invio di estratti conto né in termini di imposte di bollo.
A carico del titolare della carta ci saranno esclusivamente le commissioni sui prelievi in denaro contante, pari a circa il 4% dell’importo prelevato (per un minimo di 2.50 euro) ed i tassi di interesse. I titolari Kataweb potranno inoltre usufruire di uno sconto del 10% su tutti gli acquisti effettuati su edicole digitali del Gruppo Editoriale l’Espresso.
Come rimborsare le rate e con quali tassi
Le rate possono essere rimborsate mensilmente a partire da una cifra minima di 50 euro. La cifra di rimborso potrà però essere scelta dal titolare della carta e variata nel corso del tempo, comunicandolo al servizio clienti Unicredit.
Ogni volta che si effettua una spesa, al plafond verrà sottratta una certa somma, che si rimpinguerà via via nei mesi successivi, tramite i rimborsi.
Al pagamento dei rimborsi mensili Unicredit applica determinati tassi di interesse pari a: TAN massimo del 17,50% e TAEG massimo del 18,97%. Facendo un esempio pratico: a fronte di un acquisto pari a circa 1.500 euro, con rata mensile di 50 euro, il totale degli interessi ammonterebbe a 487,10 euro, con un importo totale dovuto che si aggira intorno ai 1.987 euro.
Come richiedere la carta e opinioni
La carta Kataweb di Unicredit può essere richiesta anche online da tutti coloro che sono maggiorenni, possiedono un conto corrente, sono residenti in Italia ed hanno un indirizzo mail. Come? Inserendo nella pagina dedicata del sito web di Unicredit, oltre ai dati personali, lavorativi e di residenza, anche reddito e numero di codice fiscale, carta di identità ed Iban.
Una volta inviata la richiesta online la banca si riserverà qualche giorno per approvarla, dopodiché il richiedente riceverà a casa il contratto da firmare ed il numero di documenti da allegare. A questo punto il plico va rispedito ad Unicredit, che provvederà ad inviare al domicilio del richiedente la carta, insieme con una lettera di accompagnamento in cui è descritta la procedura di attivazione. Una carta che tutto sommato riesce a offrire tutto ciò che si può chiedere ad un mezzo di pagamento nato per i pagamenti rateali, a un costo più che accettabile.
Carta con rimborso rateale Findomestic: conviene Carta Nova?
Le carte di credito “revolving” costituiscono uno strumento molto comodo, concesso dalle banche o dalle finanziarie, per ottenere liquidità sempre disponibile in tutti i momenti in cui si effettuano spese, transazioni o pagamenti con bonifici.
Si chiamano revolving perché prevedono un piano di rimborso a rate della spesa effettuata mediante carta. Tra le diverse carte di credito revolving presenti sul mercato, Findomestic, la finanziaria legata al gruppo BNP Paribas, mette a disposizione Carta Nova: scopriamo di cosa si tratta e quanto costa in questo caso la funzione revolving.
Fino a 1500 euro mensili da rimborsare in due modalità
Carta Nova Findomestic (disponibile in numerose versioni, come ad esempio la Euronics, la Media world, o Banca Etruria) viene erogata per rendere più comodi acquisti (vedi anche Prestiti onlime immediati) ed altre operazioni finanziarie: si tratta infatti di una carta di credito che può essere utilizzata per pagare in tutti i negozi convenzionati che possiedono un pos, oltre che per prelevare contante agli sportelli Bancomat e in modalità banking online per effettuare bonifici. Queste operazioni risultano totalmente gratuite per il titolare della carta.
Collegata al conto corrente di chi la richiede (vedi anche Carta rateale senza conto corrente), Carta Nova Findomestic mette a disposizione fino a 1500 euro al mese e prevede due opzioni di rimborso: pagamento a saldo a fine mese (in cui viene rimborsato in un’unica soluzione ciò che è stato speso) senza interessi, ed a rate mensili con importo a scelta del richiedente, ma a fronte del pagamento di tassi di interesse. Ogni volta che viene utilizzata una certa somma, questa viene scalata dal totale disponibile, mentre al momento del rimborso il plafond torna di nuovo utilizzabile.
I tassi di interesse e le spese sulla funzione revolving
Le operazioni effettuate per transazioni ai pos, prelievi agli sportelli ATM ed home banking sono completamente gratuite. Se si sceglie di rimborsare la somma prestata con rate mensili (usufruendo quindi della funzione revolving), bisogna pagare tassi di interesse come TAN fisso e TAEG, che nello specifico ammontano rispettivamente al 15,36% e 21,28%.
A questi vanno aggiunti i 2 euro di imposta di bollo per ogni estratto conto e le spese mensili per la tenuta dello stesso, pari a circa 3,99 euro nei mesi in cui si hanno rimborsi in corso. Per fare un esempio, se si chiedono in prestito 1500 euro in plafond e si sceglie di rimborsare la somma con la modalità di rate mensili, poniamo di 60 euro più una di 28,41 euro, il piano di ammortamento prevederà 34 rate, con un importo finale di circa 2.068 euro. Consigliata, perciò, per brevi periodi e solo quando se ne ha effettiva necessità.
Cambiali tra privati: 5 consigli da seguire prima di firmare un prestito
Quando si ha bisogno di un prestito, piccolo o grande che sia, la prima cosa a cui si pensa è quella di chiederlo ad una banca o ad una finanziaria. Molto spesso, però, non si detengono tutti i requisiti richiesti da un istituto finanziario per assolvere al pagamento delle rate.
Tali requisiti possono riguardare, ad esempio, ciò che si possiede (un contratto a tempo indeterminato, buste paga dimostrabili, reddito accertato, presentazione di un garante, etc.) od i comportamenti pregressi con altri prestiti. In quest’ultimo caso, in particolare, se si risulta protestati o iscritti dal Crif nei registri dei cattivi pagatori, non si otterrà un prestito da una banca così agevolmente (tranne alcune eccezioni).
Che fare allora? La soluzione potrebbe essere quella dei prestiti cambializzati tra privati, che vedono come protagonisti, sia dalla parte del creditore che del debitore, due privati. Ciò che però differenzia tali prestiti da un semplice prestito personale è che essi vengono a poco a poco estinti per il tramite delle cambiali. Se siete interessati a questo tipo di prestito ecco cinque consigli per non sbagliare.
Rivolgersi ad una persona assolutamente fidata
Sia chiaro, non si tratta qui di dettare delle regole assolute, ma in generale il primo consiglio che si può dare a chi si accinge a chiedere un prestito cambializzato ad un privato è quello di rivolgersi ad una persona fidata, con cui si è legati da un sincero rapporto di stima, amicizia o di parentela. Questo farà sì che non sopraggiungano sorprese, soprattutto in fatto di riscossione. È chiaro infatti che dal momento che la cambiale è un titolo di credito esecutivo, essa mette al sicuro il creditore, che potrà comunque riscuotere il suo debito, ma meno il debitore, che potrà anche vedersi pignorati i suoi beni.
Se si cerca il prestatore online, valutare bene i rischi
Come per tutti gli aspetti della vita che ci circondano, anche i prestiti cambializzati tra privati possono essere trovati sul web. Esistono infatti appositi blog che raccolgono le richieste di chi ha bisogno di un prestito e le mettono in contatto con le offerte dei prestatori. Se si sceglie di seguire questa possibilità si badi a valutare attentamente ogni rischio e a far sì di trovarsi di fronte ad un prestatore serio. Poi c’è da considerare la distanza, per l’aspetto della riscossione: se si vive a Roma che senso ha accettare un rapporto con un prestatore o debitore che vive a Palermo, o Milano?
Attenzione alla richiesta
Quando si richiede un prestito cambializzato tra privati è vero che non vi sono limiti di cifre, ma è anche vero che poi ciò che non potrà essere restituito sarà pignorato dal creditore. È dunque opportuno riservare tale metodo di credito a situazioni di effettiva necessità.
Puntualità nei pagamenti
Questi finanziamenti spesso vengono erogati in denaro contante, consegnato direttamente dal creditore al debitore anche a domicilio (vedi Prestiti cambializzati a domicilio). Quest’ultimo si impegna, proprio attraverso le cambiali, a saldare il debito entro una determinata data. Una volta saldato il debito al debitore viene restituita la cambiale, che a quel punto avrà valore di ricevuta. È importante essere puntuali nei pagamenti: il protesto, infatti, parte dopo l’attestazione da pubblico ufficiale, notaio o ufficiale giudiziario e diviene subito esecutivo.
Formalizzare il prestito
Se si è dalla parte di chi presta denaro con il metodo delle cambiali, infine, è opportuno che il prestito venga suggellato da una scrittura privata. In questo modo il prestatore si impegna formalmente a concedere la somma di denaro ed il debitore a pagare tutte le cambiali.
Prestiti erogati dall’Inps ai dipendenti pubblici: confronto tassi
Anche per il 2020 l’INPS (Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale) mette a disposizione di tutti i dipendenti pubblici e statali in possesso dei requisiti prestiti a tassi agevolati, con liquidità proveniente direttamente dal Fondo Credito INPS o da alcuni istituti bancari in virtù di apposite convenzioni. I prestiti Inps possono essere di due tipi: Piccoli prestiti o Prestiti pluriennali. Scopriamo insieme caratteristiche e costi partendo innanzitutto dai requisiti di cui occorre essere in possesso per potervi accedere.
Per richiedere un prestito Inps i dipendenti pubblici o i pensionati dovranno soddisfare determinati requisiti che variano seconda della tipologia di credito di cui si vuole usufruire. Per il Piccolo Prestito i dipendenti pubblici e i pensionati devono essere iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali con regolare versamento dei contributi.
Per i Prestiti Pluriennali l’iscrizione alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali deve risalire ad almeno 4 anni prima della richiesta. Inoltre occorre essere in possesso di un contratto di lavoro a tempo indeterminato, valido ai fini pensionistici, e con un’anzianità di servizio di almeno 4 anni. Per chi dovesse invece disporre di un contratto a tempo determinato, quest’ultimo non deve avere durata inferiore ai tre anni ed il lavoratore dovrà mettere a disposizione il proprio TFR come garanzia di obbligazione. Inoltre il prestito concesso dovrà concludersi prima della scadenza del contratto lavorativo.
I dipendenti pubblici in servizio potranno presentare la domanda presso la propria amministrazione di appartenenza attraverso apposita modulistica disponibile in tutti gli uffici Inps. I dipendenti del MEF dovranno invece utilizzare la via telematica del portale NOIPA. I pensionati a loro volta devono compilare ed inoltrare la richiesta sempre online, ma dalla propria area privata del portale Inps.
Ciò che accomuna tra loro le varie tipologie dei prestiti Inps è il fatto che tutti presentano caratteristiche tipiche della cessione del quinto dello stipendio:
tasso fisso e rate mensili di importo non superiore al 20% dello stipendio netto;
rimborso a mezzo di trattenute in busta paga effettuate direttamente dall’amministrazione di appartenenza;
copertura assicurativa;
ai fini della concessione non viene preso in considerazione il merito creditizio del richiedente e non occorrono garanti.
Rispetto ad un prestito personale, le tempistiche dei prestiti Inps tra presentazione della domanda ed erogazione del credito sono più lunghe per motivi burocratici e l’erogazione è inoltre subordinata alla disponibilità economica stabilita annualmente dal bilancio Inps per il Fondo Credito.
Si tratta di un finanziamento di importo contenuto e a breve termine, utile ad esempio per alleggerire la gestione delle spese familiari degli aventi diritto. Un prestito annuale di questo tipo corrisponde all’erogazione di una mensilità media netta dello stipendio, da restituire in dodici mesi. Uno biennale corrisponde invece all’erogazione di due mensilità di stipendio da restituire in ventiquattro mesi e così via, fino al Piccolo Prestito quadriennale in 48 mesi (durata massima prevista). Occorre però sottolineare che se il dipendente pubblico o il pensionato non presenta altre trattenute sullo stipendio/pensione può richiedere anche il doppio della somma dello stipendio (in tal caso un prestito annuale ammonterebbe a due mensilità, biennale a quattro mensilità, triennale a sei). Il tasso di interesse applicato è agevolato ed è pari al 4,25% annuo. Per le spese amministrative è inoltre prevista un’aliquota dello 0,50% a cui si aggiunge il premio da versare al Fondo Rischi, il cui importo varia in base all’età del richiedente e alla durata del finanziamento, come riportato nelle apposite tabelle del Regolamento.
Si tratta di prestiti più corposi e si dividono in Diretti e Garantiti. I primi sono erogati direttamente dal Fondo Credito Inps, mentre i secondi sono erogati da banche convenzionate con l’Inps ma l’ente previdenziale li garantisce nel caso di morte del richiedente, perdita del lavoro o riduzione dello stipendio.
Per poter accedere ai Prestiti Pluriennali Diretti, oltre ad essere in possesso dei requisiti prima esposti, è necessario dimostrare il sorgere di uno stato di necessità documentabile che rientra in quelli annoverati nel suddetto Regolamento (ad esempio traslochi, lavori di manutenzione per la casa di proprietà, acquisto di un’auto, malattia). Possono avere durata quinquennale o decennale ed è prevista l’applicazione di un tasso di interesse al 3,50% più l’aliquota per spese amministrative dello 0,50% e il premio da versare al Fondo Rischi. La domanda deve essere presentata presso la propria amministrazione di competenza (o online nel caso in cui il richiedente sia un pensionato) entro e non oltre un anno dall’evento che ha determinato lo stato di necessità e occorre allegare preventivi di spesa e/o fatture oltre ad un certificato medico recente.
I Prestiti Pluriennali Garantiti, anche in questo caso quinquennali o decennali, hanno il vantaggio di poter essere richiesti anche nel caso in cui non si rientra nelle motivazioni contemplate dal Regolamento ma presentano un tasso di interesse, seppur agevolato, più alto rispetto a quello offerto dall’Inps e che varia a seconda della convenzione stipulata tra l’istituto di credito e l’ente previdenziale. Anche in questo caso la domanda va presentata presso la propria amministrazione di competenza che la inoltrerà all’istituto convenzionato.
Quest’ultimo provvederà a compilare il contratto che sarà poi esaminato dall’Inps prima di concedere la garanzia.
Banca Mediolanum, la banca “costruita intorno alle persone” nata nel 2000 e che si occupava principalmente di investimenti, negli ultimi anni ha dedicato particolare attenzione ad alcune categorie di prodotto, tra cui i prestiti. Ecco le 3 modalità di finanziamenti che la banca offre attualmente
Mediolanum Riparti Italia
Tale prodotto è stato ideato per la ristrutturazione di un immobile ad esclusivo uso residenziale e per poter inoltrare la relativa richiesta di finanziamento è indispensabile che il richiedente sia titolare di un conto corrente presso la banca Mediolanum da almeno 6 mesi, nonchè aver sottoscritto un contratto per la gestione patrimoniale di prodotti del risparmio gestito o titoli in deposito a custodia presso la stessa Banca Mediolanum, per un importo pari o superiore ai 5.000 euro.
Il tasso d’interesse in questo caso è variabile e viene calcolato sulla base dell’andamento dei tassi di mercato (spread + Euribor a 3 mesi). Sono previsti finanziamenti per importi che vanno da un minimo di 4.000 euro ad un massimo di 100.000 e per una durata che va da 12 a 120 mesi. Molto contenute risultano le spese di istruttoria della relativa pratica e nel caso di concessione del prestito è prevista la possibilità di sottoscrivere una polizza assicurativa a protezione del credito (vedi anche Tasso usura).
Si tratta di una tipologia di sovvenzione da utilizzare per iniziative imprenditoriali da realizzare in prima persona o nell’ambito della sfera familiare; in tale contesto viene messa a disposizione una somma fino a 250.ooo euro la cui erogazione é prevista in tempi abbastanza brevi.
Anche in questo caso, la condizione necessaria per inoltrare la richiesta di Mediolanum Maxi Credit è quella di essere intestatario di conto corrente presso una qualsiasi filiale di Banca Mediolanum, nonché di aver sottoscritto prodotti finanziari di investimento presso il Gruppo Mediolanum da porre come garanzia per il prestito ricevuto.
Il tasso d’interesse variabile è legalo all’andamento dell’ Euribor a 3 mesi su 360 giorni. Il rientro del prestito è previsto mediante addebito mensile su conto corrente, mentre la durata va da un minimo di 12 a un massimo di 84 mesi. Infine, vi è la possibilità di assicurare il proprio debito a fronte di imprevisti di qualsiasi natura mediante l’abbinamento a Mediolanum MaxiCredit di una Polizza Protezione Prestito.
Mediolanum Credit
Trattasi di finanziamenti a tasso fisso, distribuiti da Banca Mediolanum ma erogati da Santander Consumer Bank; tali prestiti consentono di poter disporre nell’immediato di un determinato capitale da restituire in rate di importo costante ove è ricompresa anche la quota degli interessi maturati.
Condizione necessaria per inoltrare la relativa richiesta è quella di essere correntista presso Banca Mediolanum. Le rate è previsto che vengano addebitate ogni mese (automaticamente) sul conto corrente. Vi è la possibilità di richiedere una somma che va da 1.500 euro fino a 50.000 euro, con tempi di restituzione che vanno da un minimo di 12 fino a un massimo di 120 mesi. Le spese di istruttoria sono ridotte al minimo. E’ inoltre possibile affrontare il rientro del debito con maggiore tranquillità abbinando a Mediolanum Credit la polizza Creditor Protection Insurance.
Conclusioni
L’ampliamento dell’offerta dei finanziamenti alla clientela retail è stato un passo necessario, dettato dalle esigenze emergenti dei privati, e in generale le opinioni sono positive per quanto riguarda le condizioni, mentre rimangono perplessità sull’iter da seguire per ottenere un preventivo, dovendo passare attraverso la figura del consulente mediolanum.
Carta revolving di Poste Italiane: opinioni Bancoposta Più
Nella società moderna, grazie alla globalizzazione che ci porta ad essere molto più mobili sia per ragioni personali che per questioni lavorative, è importante possedere carte di credito e/o carte di debito con circuiti internazionali. Poste italiane negli ultimi anni sta facendo enormi passi in questa direzione.
A partire dalla fortunatissima Carta PostePay, realizzata ormai in diversi circuiti e molto apprezzata soprattutto da chi fa acquisti online, per arrivare alle carte di credito associate al conto corrente stesso.
Nome Carta
Costo annuo
Fido
Modalità di rimborso
Scadenza mensile pagamento rata
Numeri Utili
BancoPosta Più
24,00 euro
2.600 o 3.600 euro
Addebito diretto in conto corrente
Giorno 12 di ogni mese
Blocco carta per furto o smarrimento: Numero verde Italia 800.822.056.
Informazioni e servizio clienti: Italia 800.00.33.22 – Estero +39.02.8244.33.33
Requisiti
Per i possessori di un conto corrente Bancoposta Più e Click è possibile richiedere questa carta di credito.
Per ottenerla è sufficiente recarsi presso lo sportello informativo e farne richiesta o direttamente online. Al momento della presentazione della domanda tenete a portata di mano la tessera sanitaria, un documento d’identità, cedolino pensione o busta paga degli ultimi 2 mesi e permesso di soggiorno in caso di cittadino non appartenente all’Unione Europea (in particolare con riferimento alla UE a 27 Stati). La domanda sarà valutata dall’ emittente (Compass) dal cui esito dipenderà una possibilità di fido più o meno ampia, compresa tra 2600 e 3600 euro (vedi anche Carte revolving senza reddito dimostrabile).
In questo modo è possibile gestire in modo diverso le varie spese nell’arco del mese che verranno poi stornate direttamente dal vostro conto nel mese successivo.La carta può essere usata o.
Opzione rateale applicabile per gli acquisti
Molto comoda per alcuni versi è l’opzione rateale. Per poterne usufruire l’importo minimo di spesa è fissato alla cifra di 180 euro.
La richiesta di rateizzazione può essere inoltrata fino a due giorni prima dall’emissione dell’estratto conto e relativa trattenuta dal conto della cifra spesa (per la carta Bancoposta Più è il giorno 12 del mese successivo). Si hanno a disposizione diverse soluzioni in merito al numero delle rate. Infine, può essere bloccata la rateizzazione in qualsiasi momento semplicemente chiamando il numero verde apposito: 800.00.33.22 e vi verrà detratta dal conto corrente la cifra dovuta residua.
Servizi inclusi: assicurazione e gestione online
Tra le altre caratteristiche della Carta Bancoposta Più c’è sicuramente l’assicurazione.
Con carta Bancoposta Più, infatti, sarete tutelati in caso di furto del contante prelevato dagli sportelli ATM nelle 12 ore successive al prelievo stesso.
L’assicurazione tutela anche in caso di anomalie nei prodotti acquistati. Sia nel caso in cui il bene acquistato presenti danneggiamenti, sia che il prodotto ricevuto sia dissimile da quello acquistato (può capitare con gli acquisti online). La copertura arriva fino al 60esimo giorno dall’acquisto della merce.
Infine, potete gestire, verificare e consultare movimenti e servizi direttamente online nell’area riservata previa registrazione.
Costi di gestione della Carta Bancoposta Più
Quanto costa avere una carta di credito di questo tipo? Le condizioni generali prevedono un canone annuo pari a 24 euro. Poi c’è l’imposta di bollo pari a 2 euro ed 1 euro per l’invio dell’ estratto conto cartaceo (gratuito in caso di invio online).
Per ciò che concerne i costi relativi alla rateizzazione degli acquisti riscontriamo un TAN pari allo 0,00%, mentre un TAEG del 18,82%, in linea con le migliori carte revolving offerte sul mercato italiano come Carta Attiva di Agos o Carta Flexia di Unicredit.
Cambiare automobile nel 2022: guida agli incentivi per acquisto e rottamazione auto
Gli incentivi per l’acquisto o la rottamazione auto sono un’agevolazione che si conferma di anno in anno, anche se dobbiamo distinguere tra le varie tipologie di incentivo e le diverse modalità per accedervi.
La prima tipologia è quella che riguarda gli incentivi che troviamo presso i concessionari. Sono presenti soprattutto quando si arriva a fine anno, un periodo in cui normalmente le vendite fisiologicamente si riducono. Proprio per questo spesso le case automobilistiche tendono ad incentivare maggiormente l’acquisto di una vettura nuova.
In molti aspettano il nuovo anno per immatricolare una vettura per questioni di svalutazione della stessa ma spesso le offerte sono così vantaggiose che anticipare l’acquisto diventa un obbligo. L’accortezza è di acquistare alla fine dell’anno ma aspettare Gennaio per l’immatricolazione (vedi anche Vantaggi Leasing auto).
Tuttavia, a farla da padrone negli ultimi anni sono stati soprattutto gli incentivi acquisto e rottamazione auto promossi dallo Stato (a volte accompagnati anche da contributi regionali) sui quali ci focalizzeremo in questo articolo.
Noti anche come Ecobonus, gli incentivi auto statali hanno come obiettivo lo svecchiamento del parco auto nazionale (anche oltre le euro 5), puntando ad un turnover con auto più ecologiche (come le ibride, le elettriche e le plug-in).
Per questi incentivi, che riguardano solo l’acquisto di auto nuove (le auto usate restano al palo…), le modalità di accesso nel corso degli anni sono state più o meno le stesse. Ciò che cambia nel tempo è l’importo accessibile, sia come fondo complessivamente stanziato che come disponibilità residua per ogni anno. Infatti, solitamente gli incentivi auto statali vengono stanziati tramite la definizione di un plafond destinato ad un apposito fondo, che definisce sia i requisiti delle auto, sia gli eventuali requisiti dei proprietari di auto (orientato soprattutto sull’Isee). Tale plafond viene approvato con cadenza triennale (dopo il triennio 2019-2021 è stato recentemente approvato il triennio dal 2022 in poi) anche se in molti casi possono essere inseriti dei correttivi in corso d’opera, come ad esempio nuovi stanziamenti, una riorganizzazione dello stanziamento tra auto endotermiche e più ecologiche e così via.
La cadenza triennale spiega perché al momento dell’acquisto può capitare di sentirci dire dal concessionario che gli incentivi di rottamazione auto sono finiti. In tal caso o si attende una riapertura futura oppure ci si accontenta degli sconti del concessionario scelto.
In generale ci sono delle fasce di ecobonus tanto più vantaggiose quanto maggiore è il livello ecologico (= minori emissioni) della vettura che si intende acquistare . In particolare, per l’acquisto di automobili fino a 50 g/km di emissioni si può ottenere il contributo più elevato che diminuisce per emissioni fino a 95 g/km.
Per le auto con emissioni più basse (come nel caso di elettriche e ibride) possono essere previsti bonus (di importo minore) anche senza rottamazione.
Per il triennio 2022-2024 gli incentivi rottamazione auto (accessibili solo con acquisto di autovetture nuove di fabbrica o in leasing) sono stati organizzati nel seguente modo:
Livello di emissione
Tipologia auto
Incentivo con rottamazione
Incentivo senza rottamazione
0-20 g/km
auto elettriche
5000 €
3000 €
21-60 g/km
auto ibride plug-in
4000 €
2000 €
61-135 g/km
auto full/mild hybrid, benzina, diesel, metano e gpl
2000 €
0€
N.B. Gli incentivi rottamazione auto si possono cumulare con quelli regionali e con gli sconti applicati direttamente dai concessionari. Per questa ragione, quando si chiede un preventivo è bene far riportare in modo separato e dettagliato ogni voce relativa ai vari sconti.
Come detto in apertura, oltre agli Ecobonus ci sono, poi, i vari sconti offerti dalle case automobilistiche. tenendo però presente che per molti modelli in promozione le offerte sono basate sull’apertura di un finanziamento (vedi anche Prestiti online immediati).
Al 14 settembre 2022 ne è un esempio la Fiat con la proposta riferita alla Nuova Tipo sia Ibrida che a motorizzazione tradizionale od ancora la Peugeut che lega i propri ecobonus alla sottoscrizione del finanziamento ‘I Move Avantage Elettrici’.
Le possibili alternative tra sconti e offerte dirette con l’aggiunta di incentivi di rottamazione auto sono talmente ampie che bisogna informarsi personalmente presso i concessionari, richiedendo preventivi personalizzati.
Alternative all’acquisto dell’auto: il noleggio auto a lungo termine
Fino a poco tempo fa il noleggio auto a lungo termine rappresentava una soluzione presa in considerazione esclusivamente da liberi professionisti con partita IVA o dalle imprese con flotte aziendali. Si tratta infatti di un contratto particolarmente vantaggioso per queste categorie di utenti in quanto, oltre alla praticità gestionale ed assicurativa, permette di usufruire di tutta una serie di agevolazioni fiscali.
Negli ultimi tempi, però, si è registrato un trend in aumento per il noleggio a lungo termine da parte dei privati, anche in mancanza di agevolazioni fiscali, soprattutto nelle grandi città, come Roma e Milano. Perché? Quando tale tipologia di noleggio può convenire ad un privato rispetto al normale acquisto? Scopriamolo insieme
Il noleggio auto a lungo termine prevede l’acquisto da parte della società di noleggio dell’auto scelta dal cliente. La proprietà è interamente della società, che stipula col cliente un contratto di noleggio della vettura per una durata che comunemente va dai 16 ai 48 mesi.
In altre parole è come se si trattasse di un abbonamento ad un servizio. A fronte di un anticipo a fondo perduto (non sempre richiesto) e di un canone mensile fisso, il cliente potrà utilizzare a suo piacimento l’auto, senza dover provvedere a nulla se non al carburante e ad eventuali multe. Infatti nel canone mensile sono inclusi:
tutte le spese burocratiche legate all’acquisto;
assicurazione e gestione dei sinistri;
bollo;
manutenzione ordinaria e straordinaria;
soccorso stradale.
Con questa formula il cliente si libera completamente di tutte le incombenze legate alla proprietà dell’auto, in quanto interamente seguite e gestite dalla società di noleggio. Inoltre non dovrà trovarsi mai nella condizione di affrontare spese impreviste, in quanto la manutenzione ordinaria e straordinaria è già compresa nel canone, mantenendo così costante e sotto controllo l’esborso mensile relativo all’auto.
Gli unici obblighi del conducente sono:
riconsegnare l’auto a fine contratto in condizioni pari a quelle di consegna, pena l’addebito delle riparazioni necessarie;
aver percorso un numero di chilometri il più vicino possibile a quelli indicati alla stipula del noleggio. L’esubero sarà addebitato secondo le condizioni economiche presenti nel contratto.
Tra le società di car sharing che praticano il noleggio a lungo termine sono particolarmente note e diffuse Arval, Leasys, LeasePlan ed Alphabet, solo per citarne alcune.
Vantaggi per liberi professionisti e aziende
Questa tipologia di contratto risulta particolarmente vantaggiosa rispetto all’acquisto tradizionale soprattutto per chi possiede la partita IVA o per chi gestisce flotte aziendali.
Infatti se ne traggono vantaggi sia economici che operativi:
economici: non è necessario immobilizzare capitali per l’acquisto del veicolo e grazie al canone fisso onnicomprensivo si può ben preventivare, senza spese impreviste e brutte sorprese, l’incidere dell’auto sul bilancio aziendale. In più è possibile usufruire di agevolazioni fiscali sui canoni versati e sull’IVA, che contribuiscono a rendere il noleggio più conveniente. Inoltre non si dovranno affrontare i fastidi legati allo svalutazione dell’auto e alla rivendita dell’usato, in quanto a fine contratto l’auto torna senza alcun impegno nelle mani dell’agenzia.
operativi: l’azienda si libera di qualunque incombenza legata all’auto, provvede a tutto l’agenzia di noleggio, con un notevole risparmio di tempo ed energie.
Attenzione però a quantificare con precisione il chilometraggio annuale previsto, perchè una valutazione sbagliata può ridurre notevolmente la convenienza del noleggio.
Il canone mensile, infatti, dipende anche dal chilometraggio indicato: più si prevede di usare la macchina, più sale il canone. Percorrere meno chilometri significa aver speso inutilmente, percorrerne di più comporterà un addebito extra sulla differenza al momento della restituzione.
Noleggio auto a lungo termine per privati: quando conviene?
Ad esclusione delle detrazioni fiscali, tutti i vantaggi elencati per le aziende valgono anche per una clientela privata. Con il noleggio a lungo termine ci si libera degli obblighi e degli impegni legati alla proprietà di un veicolo e la rata mensile “all inclusive” rappresenta sicuramente una comodità. Ma ne vale la pena anche da un punto di vista economico? La risposta è :“dipende”, da tanti fattori.
Il noleggio a lungo termine risulta essere maggiormente conveniente per chi percorre molti chilometri all’anno, in quanto tale fattore incide molto sulla svalutazione dell’auto al momento di un’eventuale vendita. Inoltre è indicato a quegli automobilisti che amano cambiare spesso l’auto, vendendo per acquistare nuovamente, perchè col noleggio solitamente si perde meno che con la compravendita.
Se invece appartieni a quella categoria di guidatori che utilizza la macchina solo per brevi spostamenti e che preferisce cambiarla solo quando diventa necessario, allora l’acquisto tradizionale rimane la scelta più azzeccata.
Facciamo dei conti per quantificare quanto può costare il noleggio di una citycar nuova per 36 mesi e quando il noleggio conviene. Le condizioni economiche del noleggio fanno riferimento a quanto riportato sul sito Arval.
Per noleggiare una Nissan Micra IG 71 Acenta con un chilometraggio indicativo di 10.000 Km/anno è necessario versare un anticipo di 2.500€ e 36 rate da 238€ mensili, per un totale di 11.068€. Teniamo presente che in tale cifra è compresa l’assicurazione e il bollo per un totale di circa 4.000€.
Acquistare un’identica Micra nuova costa da 15.250€ (prezzo di listino su Quattroruote). Se la si dovesse tenere per 10 anni, senza intenzione di rivenderla sul mercato dell’usato, spalmando il suo costo nel tempo ogni anno varrebbe 1.525€. Per tre anni sarebbero 4.575€ a cui aggiungere i 4.000€ circa di assicurazione e bollo. Totale: 6.100€. Rispetto agli 11.068€ del noleggio economicamente risulta più conveniente: non avremo goduto dei vantaggi del noleggio e magari avremo dovuto affrontare un esborso maggiore nei primi tre anni nel caso di un eventuale finanziamento, ma una volta estinto, nei sette anni successivi dovrei mettere in conto una spesa di circa 100€ al mese per bollo e assicurazione. E’ anche vero però che potrebbero cominciare ad essere necessarie sempre più manutenzioni straordinarie…
Nel caso in cui, invece, si volesse cambiare auto dopo tre anni vendendo l’usato, dopo tre anni la Micra, secondo una simulazione fatta su Autoscout24, con un pari chilometraggio di quella noleggiata, varrebbe in media 8.700€.
Sarebbe costata quindi nei tre anni di utilizzo 6.550€ (svalutazione) +4.000€ di assicurazione e bollo. Totale 10.550€. Siamo lì lì con il noleggio, che a questo punto è preferibile per le innegabili comodità che offre.
Insidie nascoste
A livello pubblicitario il noleggio a lungo termine viene presentato come la formula più semplice per guidare un’auto, ed a prima vista sembra proprio così. Ma affinchè ciò sia vero bisogna prestare molta attenzione ad alcuni aspetti del contratto che si andrà a firmare, perchè potrebbe prevedere dei costi aggiuntivi o delle spese non coperte che potrebbero risultare anche piuttosto salati.
Innanzitutto bisognerà controllare attentamente che tipologia di coperture assicurative sono comprese nel canone: ad esempio se sono previste franchigie da versare in caso di sinistro con responsabilità ed a chi spetta la riparazione dell’auto in questi casi; se oltre alla Rc Auto è compresa anche la Kasko e quant’è la fee risarcitoria se prevista e così via…
Inoltre sarà opportuno prendere visione di quanto verrà addebitato in più nel caso in cui si eccedesse rispetto al chilometraggio preventivato o se al contrario è previsto un rimborso nel caso in cui si percorressero meno chilometri del previsto. Anche la notifica di una eventuale multa ricevuta ha un costo…Quindi, occhi aperti.
Opinioni
Sicuramente il noleggio a lungo termine risulta in determinati casi una validissima alternativa all’acquisto tradizionale e la sua convenienza, a mio parere, diventerà schiacciante col diffondersi anche del noleggio dell’usato, che offrirà contratti senza anticipo e canoni mensili ridotti (a partire ad esempio da 100€).