Cessione del quinto dello stipendio: guida pratica
L’Inps, come noto, ha stipulato una serie di convenzioni per offrire condizioni “tutelate” ai pensionati che cercano una cessione del quinto. Per quanto riguarda i lavoratori dipendenti non è invece avvenuto alcun intervento diretto o indiretto, a meno che non si sia un dipendente pubblico gestione Inpdap e che si abbia aderito al fondo per la Gestione Unitaria delle Prestazioni Creditizie e Sociali.
Tra l’altro per i dipendenti del settore pubblico in servizio non ci sono stati grandi cambiamenti rispetto alla ‘classica’ cessione del quinto dello stipendio, della quale sono stati i soli possibili fruitori fino al 2005. Solo da quest’anno, infatti, anche i dipendenti privati hanno ottenuto la possibilità di poter richiedere una cessione del quinto con garanzia dello stipendio, a condizione che vengano rispettate una serie di condizioni.
E’ quindi molto importante avere una sorta di vademecum che permetta di conoscere le informazioni fondamentali sulla cessione del quinto dello stipendio, al fine di sfruttarne pienamente le possibilità.
1- Che tipo di finanziamento è e come funziona?
La cessione del quinto dello stipendio rientra comunque nei prestiti personali. Infatti quando si richiede non bisogna dare nessuna giustificazione o motivazione dell’uso della liquidità che si sta domandando. Si tratta inoltre di un prestito a tasso fisso, nel senso che per tutta la durata del piano di ammortamento il tasso rimane sempre lo stesso, indicato nel contratto.
La rata che viene pagata sarà al massimo pari al quinto dello stipendio al netto delle trattenute, e il pagamento avviene a monte. Il datore di lavoro trattiene infatti l’importo della rata che versa poi alla finanziaria o banca che ha concesso la cessione. Si può chiedere la cessione anche se si è protestati o cattivi pagatori e se si hanno dei finanziamenti già in corso.
2- Chi può richiederla?
La richiesta può quindi essere fatta dai dipendenti pubblici statali e parastatali, ed anche dai privati. Tra le due categorie, ovvero quella pubblica e quella privata, ci sono delle differenze sostanziali che partono dai requisiti.
Per i dipendenti pubblici generalmente è infatti richiesta ‘semplicemente’ un’anzianità minima di servizio e, nel caso di contratti a tempo determinato, una durata residua superiore a quella del piano di rimborso. Invece per i dipendenti privati sono richiesti di norma:
- un tfr a garanzia del prestito;
- l’appartenenza ad un’azienda con almeno 15 dipendenti (possono essere previste delle eccezioni che vanno valutate caso per caso) e con un bilancio in attivo (società commissariate o in stato di liquidazione generalmente sono escluse);
- l’appartenenza a un’azienda facente parte di determinati settori.
In quest’ultimo caso le società cooperative e appartenenti al terzo settore possono essere escluse anche se non da tutti gli istituti di credito che offrono la cessione del quinto ai dipendenti.
In tale situazione è possibile rivolgersi ad alcune realtà finanziarie più piccole presenti sul territorio ma attenzione normalmente si dovrà sottostare a condizioni meno convenienti in funzione del rischio ‘maggiorato’ che l’istituto di credito si assume.
Approfondimento: Cessione del quinto dipendenti pubblici.
3 – A chi rivolgersi?
In linea teorica tutte le banche e le società finanziarie (a partire da quelle più grandi come Unicredit ed Intesa Sanpaolo) possono concedere la cessione del quinto presso le proprie sedi o agenzie, tramite offerta di prestito online oppure grazie ad intermediari ed agenti in attività finanziaria abilitati. Qualsiasi sia la modalità di contatto, il richiedente ha il diritto di chiedere un preventivo gratuito e senza impegno e di ricevere una copia del documento che riporta le “Informazioni europee di base sul credito ai consumatori” con tutte le caratteristiche ed i costi.
(Esempio IEBCC Agos)
4- Polizza obbligatoria
L’assicurazione legata alla cessione del quinto è obbligatoria per legge. Nel caso di una cessione del quinto dello stipendio deve coprire sia il rischio caso morte che quello della perdita dell’impiego (per i pensionati invece c’è solo la copertura per il rischio caso morte).
Il costo della polizza di norma è a carico del richiedente la cessione, anche se in alcuni casi può essere la banca o la finanziaria che decide di farsene carico. Per questo bisogna tenere debitamente conto anche del costo collegato alla componente assicurativa per poter valutare la convenienza reale di una cessione del quinto.
5- Rinnovo ed estinzione anticipata
L’estinzione anticipata non prevede particolari limiti (se non il pagamento della penale di estinzione che è pari all’1% tranne nel caso di mancanza di meno di 12 rate al termine del rimborso dove la penale si riduce a 0,5%).
Per quanto riguarda invece la richiesta di rinnovo vanno rispettate delle particolari condizioni. In particolare deve essere rimborsato almeno il 40% delle rate a meno che si abbia in corso una cessione del quinto al massimo di 60 rate e si voglia passare a quella decennale. In questo caso il rinnovo è possibile senza altri limiti.
Attenzione: quando il finanziamento si estingue in via anticipata il finanziato ha diritto alla restituzione degli interessi e costi collegati come quelli assicurativi, così come le eventuali commissioni bancarie pagate, che sono calcolati in funzione della parte di “finanziamento” non goduta.
6- E’ possibile utilizzare il diritto di recesso?
Il diritto di recesso è sempre previsto, sia in caso di offerta a distanza che firma del contratto in filiale. E’ però necessario esercitare questo diritto entro 14 giorni dalla data in cui è stato firmato il contratto. Se in questo tempo il finanziamento è stato erogato allora bisogna restituire tutto il capitale con l’aggiunta degli interessi maturati e l’imposta sostitutiva. Se un contratto dovesse presentare delle criticità o mancare di trasparenza, ci si può rivolgere all’arbitro bancario finanziario.