Prestiti in convenzione forze armate – Ecco a chi rivolgersi

Prestiti forze armate – Le migliori convenzioni di oggi

I prestiti in convenzione per le Forze Armate sono particolari soluzioni di finanziamento specificatamente pensate e studiate per tutti quei lavoratori che appartengono alle categorie in oggetto: Carabinieri e dipendenti dell’Esercito Italiano, dell’Aeronautica, della Marina, della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza e dei Vigili del Fuoco.

Caratteristiche, requisiti e garanzie

Solitamente i prestiti personali dedicati ai dipendenti delle Forze Armate sono particolarmente vantaggiosi perché permettono di avere tassi di interesse agevolati, decisamente inferiori a quelli di solito ottenibili per i finanziamenti standard.

Ciò è possibile perché vengono sottoscritte particolari convenzioni tra i Ministeri da cui dipendono le Forze Armate ed i Corpi Civili e l’Inpdap, l’Ente pensionistico di riferimento, o le finanziarie e le banche che sono disponibili ad applicare particolari condizioni a fronte di una solvibilità del cliente direttamente garantita dallo Stato.

Tutti i dipendenti delle Forze Armate possono avere facilmente accesso a tali prestiti semplicemente rivolgendosi all’Istituto di Credito convenzionato presentando:

  • le ultime due buste paga (vedi anche Prestiti personali senza busta paga);
  • un documento di identità in corso di validità;
  • il codice fiscale;
  • il documento attestante lo Stato di Servizio, da richiedere direttamente alla propria Caserma.

Cessione del Quinto

Il prestito personale in convenzione per le Forze Armate viene solitamente concesso con la modalità di Cessione del Quinto. Trattasi di un particolare tipo di finanziamento che prevede come modalità di pagamento l’automatica cessione di una parte dello stipendio, fino ad un massimo di ⅕ del totale, che viene trattenuta direttamente dal datore di lavoro, in questo caso i Ministeri da cui dipendono i vari corpi militari e civili a cui questi prestiti sono dedicati, il quale si impegna a corrispondere il dovuto alla banca o alla finanziaria beneficiarie (vedi anche Simulazione prestito).

Le norme, la Legge 180/50 e le relative integrazioni delle Leggi 311/2005 ed 80/2005, che regolano la Cessione del Quinto stabiliscono infatti che il datore di lavoro non possa sottrarsi all’obbligo di garantire le rate del proprio dipendente, il quale vanta in pratica un credito riconosciuto nei suoi confronti.

La Cessione del Quinto prevede tassi fissi per tutta la durata del contratto che non può superare i 120 mesi, ovvero i 10 anni. Da ciò consegue che la somma che può essere richiesta è determinata dal totale della retribuzione mensile del soggetto richiedente, in quanto i limiti sono imposti dalla percentuale massima applicabile su questo totale, appunto il 20%, e dalla durata del contratto.

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Prestiti dipendenti a tempo determinato senza garante

Prestiti per dipendenti pubblici e privati a tempo determinato

Il contratto di lavoro a tempo determinato, anche in seguito alle riforme ed alle liberalizzazioni operate con la Legge 92/2012, detta anche Legge Fornero e successive modifiche è ancora uno dei contratti di lavoro più richiesti ed utilizzati.

Siamo infatti di fronte ad una modalità contrattuale che facilita molto i datori di lavoro perché prevede una durata di lavoro prestabilita, per un massimo di 36 mesi, ma che nel contempo tutela il lavoratore, il quale ha diritto alle medesime tutele riservate ai lavoratori titolari di un contratto a tempo indeterminato.

In tale ambito si collocano i prestiti per dipendenti a tempo determinato, una particolare categoria di finanziamenti, solitamente erogati secondo le modalità che regolano la Cessione del Quinto od i prestiti Delega, che permettono anche ai lavoratori atipici di avere accesso ad un credito senza dover presentare particolari garanzie (vedi anche Prestiti senza garanzie da 5000 euro).

Caratteristiche principali

Possono avere accesso ai prestiti per dipendenti a tempo determinato anche senza garante, tutti quei lavoratori, statali e non, che sono in possesso di:

  • contratti atipici;
  • contratti di apprendistato;
  • contratti a progetto;
  • colf e badanti.

Abbiamo detto nel paragrafo precedente che i prestiti di questa categoria vengono concessi secondo la modalità di Cessione del Quinto; ricordiamo che si tratta di quei particolari finanziamenti per i quali il rimborso mensile dovuto viene versato al beneficiario direttamente dal datore di lavoro.

Con questa premessa appare ovvio come il prestito per i dipendenti a tempo determinato abbia il suo limite nella durata limitata del lavoro in oggetto, in quanto la durata del finanziamento non potrà essere superiore a quella dei mesi residui di lavoro concordati.

Senza garante

Il lavoratore atipico dunque, nonostante la presenza di alcune indiscutibili limitazioni, la più importante delle quali è la durata limitata del finanziamento che implica la richiesta di un importo modesto, ha la possibilità di ricorrere abbastanza facilmente ai prestiti per dipendenti a tempo determinato senza garante. Non sarà quindi necessario ricorrere alla firma di una fidejussore che garantisca la solvibilità del richiedente, firma di solito richiesta nel caso di una capacità reddituale limitata del richiedente (vedi anche Come richiedere un prestito urgente).

Non tutti gli Istituti di Credito propongono prodotti finanziari per lavoratori atipici, ma ciò non toglie che ne esistano molti che offrono ottime condizioni. Fiditalia, ad esempio, presenta un’interessante gamma di prestiti personali con o senza Cessione del Quinto dedicati anche ai lavoratori dipendenti a tempo determinato.

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Mutui senza busta paga – Agevolazioni acquisto prima casa

Mutuo senza busta paga per giovani e autonomi: chi può ottenerlo?

La crisi economica che ha investito il mondo ha portato conseguenze importanti anche nel mondo del lavoro, in cui un posto fisso a tempo indeterminato ha lasciato ormai lo spazio ad altre forme di contratti lavorativi precari e senza garanzie.

I sogni e gli obiettivi dei consumatori però non cambiano anche se si devono ovviamente adeguare alle variazioni economiche cui tutti siamo sottoposti, ma è indubbio che comprare una casa resta in cima alla lista dei desideri di tutti: giovani coppie, famiglie appena formate o single.

È possibile accedere a un mutuo senza busta paga?

Mutui ipotecari e garanzie accessorie

Tra le soluzioni di più facile accesso che prevedono che il richiedente abbia altre forme di garanzia troviamo:

  • appoggiarsi ad un co-obbligato o con un garante economicamente solidi che si assumano la responsabilità del prestito in caso di inadempienza da parte dell’intestatario;
  • sottoscrivere un mutuo ipotecario che, attraverso l’accensione di un’ipoteca su un immobile di proprietà del richiedente, permette di ottenere quella liquidità necessaria per poter acquistare l’immobile oggetto di interesse. Si tratta quindi di un mutuo di liquidità ma con ipoteca anziché chirografario (vedi anche Prestiti liquidità).

Mutui per titolari di altri redditi e mutui agevolati

Sono molte oggi le forme contrattuali di lavoro diverse da quelle a tempo indeterminato e sono conseguentemente nati prodotti finanziari ad hoc per chi può dimostrare un reddito continuativo.
Esistono poi dei mutui agevolati che propongono tassi di interessi ridotti e sono rivolti a determinate categorie di persone che hanno contratti di lavoro atipico e desiderano acquistare la loro prima casa. Tali mutui sono coperti e garantiti da uno speciale Fondo di Garanzia per i mutui prima casa per avere accesso al quale sono necessari determinati requisiti:

  • che l’ammontare richiesto non superi i 250.000 €;
  • che l’abitazione oggetto d’acquisto non sia di lusso, ovvero non rientri nelle categorie catastali A1, A8, A9;
  • che almeno uno dei richiedenti abbia meno di 40 anni.

Trattandosi di un prodotto finanziario agevolato verrà data la precedenza alle giovani coppie o ai nuclei familiari monogenitoriali con figli minori, per tutelare le categorie più fragili. Sono molte le banche che hanno aderito al fondo ampliando l’offerta con prodotti personali grazie ai quali è possibile allargare ulteriormente il bacino di utenza, anche senza garante.
Primo fra tutti merita di essere menzionato il Mutuo Valore Italia Giovani di Unicredit grazie al quale è possibile finanziare fino al 100% del valore dell’immobile.

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Prestito condominiale – Ristrutturare un palazzo a zero spese

Con il prestito condominiale diventa più facile ristrutturare i condomini?

È stato annunciato all’inizio dell’estate e confermato da Il Sole 24 Ore e, benché ancora non siano chiare e definite le modalità di attuazione, rappresenta un’opportunità concreta di sostegno alle famiglie, soprattutto quelle più bisognose, che hanno la necessità di ristrutturare l’edificio in cui vivono.

Si tratta del prestito condominiale e di altri strumenti finanziari e di sgravi fiscali previsti nella prossima Legge di Stabilità, ancora in fase di approvazione; tali misure hanno l’obiettivo di sostenere la riqualificazione delle periferie e delle città e di agevolare i cittadini che non hanno la possibilità di accedere ai prestiti personali erogati dalla banca perché non posseggono le garanzie reddituali necessarie.

Vedi anche Prestito per ristrutturazione.

Le proposte

Va sottolineato che stiamo parlando di qualcosa che non è ancora stato trasformato in vera e propria legge ed è doveroso, dunque, usare il condizionale.
La proposta principale, comunque, sembrerebbe essere la conferma dell’Ecobonus per la riqualificazione energetica, fino ad oggi ad appannaggio esclusivo dei privati, a cui potranno accedere anche i condomìni.

La percentuale da portare in detrazione, inoltre, sembrerebbe aumentare rispetto all’attuale 50-65%, fino ad un massimo del 75%, in funzione del livello di miglioramento energetico che si apporta con i lavori eseguiti.

Come funziona?

Tra le misure più interessanti introdotte dalla Manovra Finanziaria, però, due sono quelle che rappresentano una vera novità: l’istituzione di un fondo ad hoc per garantire il credito necessario e la cessione a terzi dei crediti maturati con l’Ecobonus.

Vediamo di capire meglio.

Per quanto riguarda la prima si tratta di un Fondo di circa 4-5 miliardi di Euro istituito presso la Cassa Depositi e Prestiti a cui i condomìni interessati possono fare richiesta per vedersi finanziato fino al 90% dell’importo necessario per eseguire i lavori, lasciando solo il 10% a carico dei condòmini interessati.

La cessione del credito fiscale a tutti i soggetti terzi potenzialmente beneficiari, comprese le aziende per la fornitura energetica, agevola invece la restituzione della somma versata che viene prevista in due fasi: la prima attraverso l’Ecobonus dello Stato che andrà direttamente al Fondo e la seconda con piccole rate in bolletta addebitate direttamente ai singoli condòmini, esattamente come si fa per il canone RAI.

L’introduzione di questa modalità permette di facilitare quei cittadini che si trovano a non avere la sufficiente disponibilità finanziaria o non possono usufruire del bonus fiscale in quanto sono dei lavoratori incapienti, ovvero con un reddito inferiore agli 8.145,00 € e non sono tenuti al pagamento dell’IRPEF, l’imposta sulla quale viene applicato lo “sconto” a cui l’Ecobonus dà diritto (vedi anche Incentivi statali per rottomazione auto).

Queste misure non vanno a toccare soluzioni finanziarie dedicate ai condomìni già presenti sul mercato che vengono con successo utilizzate proprio perché fanno leva sull’aspetto agevolativo fiscale, come ad esempio quelle proposte da Ubi Banca (si consiglia di visitare il sito della banca per constatare se il finanziamento è ancora disponibile).

Obiettivo: riqualificazione periferie

La proposta ed il conseguente progetto attualmente in fase di approvazione è stata avanzata dal Ministro delle Infrastrutture Delrio con l’obiettivo principale di riqualificare le periferie e, più in generale, il contesto urbanistico più degradato.

Le forme di intervento edilizio previste mirano a ricostituire le facciate degli edifici attraverso la realizzazione di una sorta di intercapedine prefabbricata all’interno della quale far passare gli impianti necessari per poter dotare le case di impianti fotovoltaici e pannelli solari; in questo modo sarà possibile raggiungere un doppio risultato: una ristrutturazione estetica del palazzo ed un miglioramento funzionale, in un’ottica ambientale e di risparmio energetico.

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Finanziamento auto rifiutato – Scopri le cause del rifiuto

Finanziamento auto rifiutato – Scopri le alternative

Ne possediamo tutti una ed è la nostra fedele compagna tutti i giorni perché ci accompagna ovunque: sto parlando dell’automobile ad oggi considerata indispensabile da chiunque. Eppure la spesa da affrontare quando se ne acquista una non è mai indifferente anche se ci rivolgiamo al mercato dell’usato. Per questo spesso si richiede un prestito finalizzato per l’acquisto dell’autovettura, anche perché sul mercato ci sono molti prodotti finanziari studiati per questo specifico obiettivo.

Può capitare che il finanziamento auto venga rifiutato. Perché succede? Esiste qualche alternativa? Cosa fare?

Cerchiamo di dare risposta a queste domande.

Cause che portano ad un finanziamento auto rifiutato

Possono essere molteplici le cause che inducono una finanziaria a rifiutare un prestito finalizzato per l’acquisto dell’auto; tra questi evidenziamo:

  • situazione di indebitamento complessivo gravosa che non permette al richiedente di accendere un altro prestiti;
  • esistono nelle banche dati altre richieste di finanziamento rifiutate o in attesa di risposta;
  • vi sono segnalazioni come cattivo pagatore nelle banche dati a carico del richiedente;
  • lo storico creditizio è nullo, ovvero chi sta richiedendo il finanziamento auto non ha mai contratto altri prestiti e non si è costruito quindi nessuna “reputazione” creditizia;
  • l’importo richiesto è troppo alto rispetto al reddito percepito; in questo caso l’eventuale firma di un garante potrebbe sbloccare la situazione favorevolmente.

Esistono alternative quando un finanziamento auto viene respinto?

Quando viene rifiutato il prestito richiesto per acquistare l’auto a causa di qualche segnalazione nei vari SIC, Sistemi Informatici Creditizi, non ci sono molte alternative, se non quella di richiedere un prestito con cessione del quinto o con delega (vedi anche Come funziona il prestito delega). Per questa tipologia di finanziamento infatti è assolutamente irrilevante essere iscritti nei registri dei cattivi pagatori perché la garanzia di cui la finanziaria ha bisogno è determinata dalla busta paga o dalla pensione.

Ricordiamo che i prestiti con cessione del quinto e con delega sono quei finanziamenti che vengono concessi ai lavoratori e ai pensionati, a fronte, appunto, dell’impegno di riservare una parte dello stipendio/pensione mensile, fino ad un massimo del 20%, per la rata del finanziamento in oggetto. La quota concordata viene trattenuta direttamente dal datore di lavoro o dall’ente preposto a versare la pensione i quali hanno l’obbligo di versarla direttamente alla società finanziaria creditrice.

Si evince dunque che l’importo massimo richiedibile è strettamente connesso all’entrata economica mensile disponibile che garantisce il finanziamento, in quanto la percentuale del 20% che può essere richiesta determina la rata massima.

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Prestito 80000 euro – Le alternative al mutuo

E’ possibile richiedere un prestito da 80000 euro?

Richiedere una cifra ingente come 80.000 euro non è cosa comune, soprattutto se restiamo nell’ambito della categoria dei prestiti personali, strumento finanziario solitamente utilizzato per importi più piccoli. Recentemente sono state introdotte però delle modifiche che alzano a 75.000 euro i massimali consentiti per il credito al consumo, prima fissati a 30.000€ sia per i prestiti finalizzati all’acquisto di un bene o di un servizio attraverso dei rivenditori che per i più generici prestiti personali non finalizzati.

(Vedi anche i Prestiti del Banco di Napoli)

Inoltre, oggi alcuni istituti di credito permettono anche superare tali limiti di importo, così come la durata massima del contratto di 120 mesi in alcuni casi è stata portata ad un massimo di 180 mesi, per dare tempo di ammortizzare le cifre ingenti di cui stiamo parlando.

Tecnicamente, dunque, quando si parla di un prestito di 80.000 euro stiamo parlando non di un mutuo, che prevede un’ipoteca, ma di un vero e proprio finanziamento personale non finalizzato o finalizzato (come nel caso di un prestito per ristrutturazioni o per l’installazione di pannelli fotovoltaici, ecc). Articolo correlato: Differenza fra mutuo e prestito

Indice

Requisiti

disegno di uomo felice con banconote in mano

Ciò detto, va anche aggiunto che non è per niente semplice vedersi concedere un prestito 80.000 euro in tempi brevi perché si tratta senza dubbio di una somma importante.
I due requisiti fondamentali infatti per poterlo ottenere sono una perfetta integrità creditizia ed un reddito significativo che possa coprire la rata che sarà obbligatoriamente alta.

I controlli presso le varie centrali di rischio saranno dunque accurati ed approfonditi e non saranno perdonate eventuali macchie nella carriera creditizia del richiedente; anche il reddito dovrà essere non solo dimostrabile e comprovato da opportuna certificazione (busta paga, pensione o dichiarazione dei redditi in caso di lavoratore autonomo) ma anche tale da poter garantire all’istituto erogante il rientro del dovuto per tutta la durata del finanziamento.
Spesso, inoltre, anche in presenza dei due requisiti di cui sopra, vengono chieste altre garanzie: un’assicurazione sulla vita dell’intestatario che copra il capitale prestato è pressoché d’obbligo e, a volte, anche un’ipoteca su un immobile di proprietà, caratteristica quest’ultima che rende in alcuni casi un prestito 80.000 euro molto simile ad un mutuo.

Come richiedere il prestito

disegno di tre punti interrogativi

Le modalità ed i canali per la richiesta di questo tipo di prestito sono gli stessi che vengono utilizzati per la richiesta degli altri finanziamenti, ovvero:

  • l’inoltro online della richiesta di preventivo sui siti delle Web Bank, quelle che operano su internet, le quali solitamente propongono tassi più agevolati e, più in generale, condizioni di contratto più concorrenziali;
  • la richiesta recandosi personalmente nella propria banca di fiducia per poter sfruttare l’eventuale conoscenza pregressa che magari ha permesso di creare un rapporto di stima tra cliente ed istituto di credito, elemento che potrebbe rivelarsi utile vista la difficoltà che l’erogazione del prestito 80.000 euro comporta.

Esempi

Da tenere presente, comunque, che 80.000 euro non è una cifra offerta da tutti gli Istituti di credito: ad esempio Findomestic si ferma a 60.000 euro, Compass a 30.000 euro, Poste Italiane si spinge a 60.000 euro ma solo con il prestito finalizzato all’acquisto di un’auto (ibrida o elettrica) o alla ristrutturazione casa, così come anche MPS.

BNL, invece, col suo prestito personale In Novo permette di richiedere fino a 100.000 euro da restituire in massimo 10 anni. Il sito, però, non offre la possibilità di effettuare una simulazione online del prestito. Per condizioni e preventivi occorre necessariamente rivolgersi in filiale

Con Intesa Sanpaolo e il suo PerTe Prestito Exclusive chi dovesse disporre di titoli mobiliari o strumenti finanziari potrà offrirli come garanzia per richiedere fino a 300.000 euro (senza giustificativo di spesa). Rimborso anche in 15 anni.

Anche UniCredit offre la possibilità di richiedere un prestito da 80.000 euro (fino a 100.000 euro) con il suo CreditExpress Dynamic ma solo per alcune finalità. Per maggiori informazioni occorre rivolgersi in filiale. Piano di ammortamento: massimo 120 mesi.

Infine, per ottenere ingenti somme è sempre possibile fare ricorso alla cessione del quinto (o ai Prestiti Pluriennali Inpdap, per chi può accedervi), anche se, considerando che in questa particolare forma di finanziamento la rata mensile non può superare il 20% della pensione/stipendio netti, nel caso di un prestito da 80.000 euro occorrerebbe disporre di uno stipendio/pensione di almeno 4.000 euro mensili.

(Fonte: siti ufficiali Findomestic, Compass, Poste Italiane, Mps, BNL, Intesa Sanpaolo, UniCredit; Data rilevazione: 30/05/2023)

Guida Importo Prestiti

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Ristrutturazione debito – Come ridurre la rata del prestito

Ristrutturazione debito: il prestito che mette in ordine i conti

Fino a qualche anno fa era abbastanza semplice avere accesso al credito messo a disposizione da banche e società finanziarie anche perché erano numerosi gli strumenti per riuscire ad ottenere un prestito personale (vedi anche Ho bisogno di soldi). Venivano sottoscritti finanziamenti senza che vi fosse una reale consapevolezza di quanto ci si stesse esponendo economicamente e ciò ha comportato che molte famiglie si siano trovate in difficoltà, in una situazione di sovraindebitamento difficile da gestire. Problemi analoghi si sono verificati anche sul versante aziendale con una conseguente forte crisi, che spesso ha aggravato anche la situazione con Equitalia (vedi anche Saldo e stralcio).

Anche se di piccola entità, infatti, quando le rate sono numerose può essere difficile riuscire far fronte a tutte ogni mese per un consumatore, senza contare che l’eventuale mancato pagamento di qualcuna di esse porta ad un incremento della cifra da dover restituire tra more e penali.

Tutto ciò può essere risolto ricorrendo ad un prestito e/o mutuo per Ristrutturazione del Debito in modo da poter riorganizzare l’ammontare dovuto a banche e finanziarie per riuscire a gestirlo e restituirlo.

Cos’è?

La Ristrutturazione del Debito o Consolidamento del Debito è un particolare finanziamento che viene richiesto con l’obiettivo di estinguere tutte le posizioni debitorie in essere ed accorpare tutti le rate esistenti in un’unica rata mensile, di minor entità rispetto alla somma di quelle precedenti.

Ciò è possibile perché si allunga la durata del contratto e si riesce a spalmare quindi il dovuto nel tempo permettendo al debitore di sostenere la spesa ed evitandogli di diventare insolvente.

Prodotti finanziari

Anche se il Consolidamento del Debito è un prodotto specificatamente studiato per consentire di far fronte a finanziamenti che ci sono sfuggiti di mano, ciò non significa che venga concesso con facilità. Gli istituti erogati, infatti, effettuano i soliti controlli che vengono regolarmente fatti per verificare la reputazione creditizia del richiedente e se quest’ultima risulta un po’ compromessa non è facile ottenere il prestito (vedi anche Come uscire dai debiti).

Vediamo ora insieme quali sono i prodotti finanziari a cui si può ricorrere per portare avanti un’operazione di Ristrutturazione del Debito:

  • il prestito personale nella forma del “trasloco” finanziamento, che è però anche quello concesso con maggior difficoltà in quanto è il più rischioso per la banca, poiché privo di garanzie sicure; permette di ottenere somme non molto elevate, mentre per le durate siamo anche fino agli 8/10 anni. Si tratta di una soluzione che permette di migliorare le condizioni del contratto di prestito già esistente, quindi con l’ottenimento di una rata più sostenibile (come ad esempio con il Trasloca Avvera di Credem);
  • mutuo per consolidamento, di tipo ipotecario e, quindi, più sicuro per la banca; le somme richiedibili possono essere anche ingenti poiché l’immobile fa da garanzia e prevede tassi più bassi e condizioni più favorevoli rispetto al semplice prestito personale;
  • la cessione del quinto, il prestito dedicato ai dipendenti a tempo indeterminato (con qualche restrizione anche a tempo determinato) ed ai pensionati in cui l’importo della rata del finanziamento viene trattenuto direttamente dalla busta paga o dalla pensione che valgono come garanzia; sono i finanziamenti più facili da ottenere, vengono concessi anche ai cattivi pagatori e propongono solitamente tassi convenienti.

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Prestito liquidità per privati – Quali garanzie?

Prestito di liquidità o mutuo con ipoteca?

Il prestito liquidità offre molti vantaggi in quanto la somma che viene erogata non è finalizzata all’acquisto di un bene o di un servizio e può essere spesa per qualsiasi esigenza personale. Rientra nella categoria dei prestiti personali e solitamente viene concesso per importi abbastanza contenuti, caratteristica che ne velocizza notevolmente l’iter procedurale.

Per questo motivo sono i finanziamenti che meglio si prestano a soddisfare esigenze improvvise, quali spese impreviste, riparazioni onerose o qualche acquisto per rinnovare la casa, a cui non si può far fronte. Il prestito liquidità si rivela perfetto anche quando si vuole riorganizzare la propria posizione debitoria perché magari si hanno più finanziamenti di piccola entità e di breve durata: ottenendo un unico prestito regolato da un contratto che dura di più si possono saldare i precedenti debiti, avere un’unica rata mensile e magari restare con un po’ di liquidità da spendere per altri obiettivi.

Come funziona

Per poter ottenere un prestito liquidità occorre presentarsi nella filiale della banca o nell’agenzia della finanziaria (ad esempio Findomestic, Unicredit, Agos, Compass) portando con sé la documentazione che certifica la propria capacità reddituale per il tipo di importo che si intende richiedere. In alternativa è possibile anche inoltrare la richiesta su uno dei molti siti delle banche dirette, quelle che operano esclusivamente online, allegando la medesima documentazione (come Ing Direct nota soprattutto per Conto Corrente Arancio e il deposito Conto Arancio).
Una volta verificata la reputazione creditizia del richiedente, aver ottenuto il via libera dalle varie centrali rischi ed aver appurato che il reddito presentato è sufficiente per coprire l’importo richiesto in pochi giorni solitamente la somma viene erogata.

Nel caso in cui l’importo della rata venisse considerato troppo alto rispetto all’entità del reddito è sempre possibile integrare la garanzia presentando un garante che abbia requisiti reddituali sufficienti e si accolli la responsabilità nel caso di eventuali mancati pagamenti da parte dell’intestatario. Oppure in alternativa si può richiedere un mutuo di liquidità con ipoteca su un immobile di proprietà a fare da garanzia.

Prestito liquidità anche per protestati

Nel caso la propria storia creditizia non fosse immacolata è possibile comunque ottenere un prestito se si è lavoratori dipendenti o pensionati ricorrendo ad una Cessione del Quinto.
Ricordiamo che si tratta di una particolare tipologia di prestito personale non finalizzato che permette un accesso al credito molto veloce e sicuro. La garanzia dell’entrata fissa mensile dello stipendio o della pensione, nonché l’impegno che l’azienda del lavoratore o l’ente previdenziale del pensionato si assumono di trattenere direttamente l’importo della rata dovuta e versarlo all’istituto erogante, sono infatti sufficienti per non interrogare le centrali di rischio e non verificare lo storico creditizio del richiedente.

Altri articoli: Consolidamento debiti.

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Siamosoci – Crowdfunding per startup innovative

Siamosoci – La piattaforma per finanziare startup

Siamosoci è un marketplace che dà supporto a tutti i privati che vogliano avvicinarsi al mondo delle start up e degli asset non quotati. Nata nel 2011, Siamosoci srl conta già più di 15 mila utenti. Di questi 2000 fanno parte dei profili business angel, 3500 son i profili che hanno accreditato una start up. Insomma, in poche parole si tratta di una piattaforma dove le start up (Vedi anche i Finanziamenti start up) possono proporsi al pubblico e farsi conoscere, i privati scelgono i progetti che sembrano più interessanti e aderiscono alla loro promozione.

I business angel sono infatti gli utenti avanzati della piattaforma e che potremmo anche definire semplicemente come intermediari, promotori, dei progetti proposti dalle start up. Anche questa è quindi una forma di crowdfunding, riservata prettamente alle start up.

Cosa bisogna fare

Le start up propongono un progetto che viene attentamente valutato dal team di Siamosoci. Se il progetto viene ritenuto valido viene proposto sulla piattaforma per ottenere appunto dei finanziamenti da parte dei privati. Si parte quindi da un buon progetto, si può anche consultare la facile guida su come muoversi per fare una buona presentazione, in modo da trovare visibilità presso i business angel.

La procedura quindi consiste nel creare un profilo e una presentazione che sia in grado di attirare l’attenzione della community di SiamoSoci. Di fatto questa non investe direttamente nei progetti delle start up ma crea un punto d’incontro con i finanziatori qualificati. Dopo aver creato il proprio account su Siamosoci si procede con il caricamento di una o più start up.

L’avvio della campagna ha un costo, un Retainer Fee, di 500 euro IVA esclusa che vengono corrisposti a Siamosoci a seguito della stipula di un contratto relativo ai servizi erogati dalla piattaforma.

L’equity crowdfunding

Un altro modo per trovare finanziamenti per la propria start up è quello di utilizzare l’equity crowdfunding ovvero un processo di collaborazione per la raccolta di fondi online. (Vedi anche prestiti a Fondo perduto) A differenza del normale crowdfunding si possono comprare quote o anche altri strumenti finanziari proposti dall’offerente e diventarne quindi soci a tutti gli effetti. Siamosoci ha sviluppato un’ulteriore piattaforma che si occupa della gestione di questo aspetto: Mamacrowd.

Ulteriori informazioni

Siamosoci è stata fondata da professionisti ed esperti del settore dell’imprenditoria e degli investimenti, ed è partecipata da Azimut Holding, oggi una delle più importanti realtà indipendenti italiane per quanto riguarda il settore del risparmio gestito e che negli ultimi anni ha raccolto diverse opinioni positive ed interessanti riscontri.

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Prestiti a pensionati – Quanto si può chiedere?

Prestiti a pensionati anche over 85 – Le alternative

I prestiti a pensionati sono, come suggerisce la definizione stessa, finanziamenti concessi a tutti quelli che percepiscono una regolare pensione, che sia erogata dall’INPS o da altre casse previdenziali. Se fino ad un po’ di tempo fa un pensionato incontrava qualche difficoltà a vedersi concedere un finanziamento in quanto il limite di età, una volta fissato rigidamente a 75 anni, impediva di fatto che lo stesso potesse restituire “per tempo” il dovuto, oggi le cose sono cambiate. Ad esempio Unicredit e Poste Italiane hanno portato il limite di età fino a 85 anni. Ma se si è già oltre 85 anni c’è Bnl che ha il limite più elevato, fissato a 90 anni.

Non sono poche, infatti, le proposte presenti sul mercato del credito al consumo per questa categoria e molto spesso sono prodotti finanziari più concorrenziali e vantaggiosi dei prestiti personali standard. Esistono, ad esempio, particolari agevolazioni per i pensionati INPS ed ex-INPDAP, ovvero agli ex dipendenti statali e della pubblica amministrazione, i quali possono accedere a tassi particolarmente agevolati ed a condizioni particolari.

Vediamo insieme le varie tipologie di prestiti ai pensionati ed eventuali facilitazioni (vedi anche Come funziona il prestito pensionistico).

Prestiti personali pensionati

I pensionati possono aver accesso ai classici prestiti personali esattamente come i cittadini che stanno ancora svolgendo un’attività lavorativa. Si potrebbe dire, anzi, che i pensionati sono potenzialmente più facilitati di altre categorie perché essere possessori di pensione rende certa e dimostrabile l’entrata mensile su cui viene accordato il finanziamento.

Gli unici limiti contro i quali si possono scontare sono appunto quelli anagrafici; se si considera che questi finanziamenti possono durare anche fino a 10 anni, diventava difficile poter aver accesso a questo credito in tutta la sua potenzialità.

Ora le cose stanno cambiando e i limiti si sono alzati e variano, a seconda dei vari istituti di credito, tra 75 e 90 anni. Per il resto i prestiti personali a pensionati non differiscono da quelli standard: se il richiedente non è segnalato come cattivo pagatore ed ha una pensione mensile sufficiente a garantire la rata può avere accesso tranquillamente a questi finanziamenti, anche se è preferibile che sottoscriva un’assicurazione sulla vita quando non è prevista obbligatoriamente.

Cessione del quinto sulla pensione

Una formula considerata particolarmente vantaggiosa per i prestiti a pensionati è quella della Cessione del Quinto sulla pensione. Si tratta di una particolare tipologia di finanziamento non finalizzato, che permette all’ente pensionistico di riferimento di trattenere direttamente l’importo della rata e versarla alla finanziaria o alla banca che ha concesso il credito.

Questo prestito è particolarmente facile da ottenere perché l’impegno che si assume l’ente nei confronti del creditore vale come garanzia reale e permette di far ottenere la somma anche a quei pensionati che non hanno un passato creditizio molto lineare e magari sono segnalati nei vari SIC.

Tuttavia rimane indubbio il fatto che chi è pensionato ha una condizione economica “fragile” anche quando beneficia di una pensione molto elevata. Agli ‘occhi’ di un istituto di credito si tratta ad esempio di una persona che si trova esposta a un rischio più elevato legato alla necessità di sostenere delle spese per lo stato di salute. Non solo, terminato il ciclo lavorativo, in caso di necessità è alquanto problematico rientrare per aumentare le entrate.
Per questa ragione il legislatore quando ha introdotto la possibilità di poter accedere alla cessione del quinto sulla pensione, ha anche stabilito che non tutte le pensioni possono essere utilizzate per la trattenuta del quinto degli emolumenti mensili. Ma soprattutto ha stabilito che non tutta la pensione può essere usata per il calcolo del quinto, poiché al richiedente deve essere garantita almeno la possibilità di una sussistenza minima per poter vivere.

Pensioni non accettate con la cessione del quinto ai pensionati

Tutte le pensioni da lavoro, che nell’ottica precedente raggiungano una minima soglia di importi mensili, possono essere utilizzate (anche se provengono da contributi versati come ex lavoratori autonomi). Una volta che si è terminato il proprio ciclo lavorativo si viene sostanzialmente livellati nella condizione omnicomprensiva di “pensionato” e quindi scatta la possibilità di richiedere le cessioni della pensione.

Non possono essere invece accettate quelle che vengono erogate dallo stato come aiuto alla sussistenza, come ad esempio l’assegno sociale e le pensioni minime. Allo stesso modo non sono utilizzabili le pensioni di invalidità e di accompagnamento. Queste sono destinate esclusivamente al mantenimento di spese atte a garantire un buon trattamento assistenziale di chi ne è riconosciuto beneficiario.

La quota cedibile

Per conoscere l’importo sul quale si potrà calcolare la cessione del quinto della pensione bisogna semplicemente farsi calcolare la quota cedibile. Questa è di importo pari all’assegno sociale, e il suo calcolo deve essere fatto da una sede Inps, che deve rilasciare anche l’apposita certificazione che attesta l’importo che potrà essere utilizzato nel prestito contro cessione. Il calcolo è comunque abbastanza facile, dal momento che in linea generale l’importo della pensione che non può essere toccato deve essere almeno pari all’assegno sociale vigente per quell’anno.

Per semplicità supponiamo che questo importo sia pari a 500 euro, e che la pensione percepita sia di 1100 euro al mese. Il calcolo della cessione del quinto potrà essere fatto sui 600 euro che eccedono dalla pensione mensile una volta tolti 500 euro. Quindi, sempre in linea generale, la rata massima che si potrà pagare sarà di 120 euro mensili. Se invece si percepisce una pensione di 800 euro, allora la cessione andrebbe calcolata sui 300 euro che eccedono i 500 di quota non utilizzabile, per una rata massima mensile di 60 euro.

Conclusioni

Sia che si scelgano i prestiti per pensionati personali standard che quelli sotto forma di cessione del quinto, si deve sempre procedere con cautela partendo da una richiesta di preventivo. Infatti tramite questa prima fase conoscitiva c’è anche la possibilità di constatare se quella finanziaria o banca ha attiva una convenzione con l’Inps. Per questa ragione è chiamata ad applicare condizioni migliorative sul possibile contratto di finanziamento, esentando dal pagamento di spese accessorie, oppure con l’applicazione di tassi di interesse più bassi. Questo principio vale sia che ci si rivolga a una banca on line come Findomestic che alla più familiare offerta di Poste Italiane, che ricordiamo, non finanzia direttamente ma si appoggia a banche ‘esterne’ al gruppo per poter fornire i vari tipi di finanziamento.

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