Come ottenere finanziamenti europei a fondo perduto o agevolati?
Donne e giovani rientrano nelle “categorie” che sono sempre state al centro delle preoccupazioni dell’Unione Europea, con conseguenti fondi stanziati per favorire l’occupazione delle une e degli altri. Cerchiamo di capire, però, come orientarsi tra queste possibilità e come fare per ricevere finanziamenti, con focus al 2016.
Cosa sono i fondi europei e come si suddividono
La prima cosa da sapere è che i fondi europei rappresentano degli aiuti economici messi a disposizione dalla Comunità Europea e suddivisi per aree tematiche (salute, lavoro, agricoltura, etc.). Essi vengono suddivisi in due macrocategorie: fondi diretti e fondi indiretti.
I primi (programmi intracomunitari e programmi di cooperazione esterna) sono quelli erogati direttamente dalla Comunità Europea, mentre i fondi indiretti vengono prima stanziati ai Paesi membri attraverso i Pon ed i Por (Piani operativi nazionali e Piani operativi regionali) e poi saranno le singole Regioni, attraverso dei bandi appositi, ad erogare i finanziamenti a chi li richiede.
I fondi indiretti vengono chiamati anche “fondi strutturali”, di cui i principali sono: il FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale), l’FSE (Fondo Sociale Europeo), il FEAMP (Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca) ed il FEASR (Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale). Gli aiuti ai giovani e alle donne, anche a fondo perduto, fanno parte dei fondi strutturali ed appartengono al Fesr (Vedi anche Finanziamento a fondo perduto). Vediamo in dettaglio di cosa si tratta.
Imprenditoria femminile: parte del finanziamento è a fondo perduto
In Italia le facilitazioni per le donne che decidono di intraprendere un percorso imprenditoriale vengono tutelate e garantite dalla Legge 215/92. I fondi europei destinati alle imprenditrici passano dunque anche per le regole di tale legge, che prevede che una parte del prestito per avviare una nuova attività (o dare vigore ad un’impresa già avviata) vada a fondo perduto, cioè senza alcun obbligo di restituzione, mentre l’altra parte potrà essere restituita in 10 anni con tasso dello 0,5%.
Beneficiarie di questo incentivo sono le aziende che operano nel settore dell’agricoltura, del commercio, dell’industria (esclusi i campi della siderurgia e dell’edilizia) e dei servizi (anche turismo) con un titolare donna o cooperative che abbiano almeno il 60% di soci di sesso femminile (o con 2/3 delle quote possedute da donne).
Ancora: il numero delle dipendenti non deve essere inferiore a 50 ed il fatturato non superiore ai 70 milioni di euro. Di solito l’erogazione del contributo viene versata per un primo 30% dopo la realizzazione della stessa percentuale dell’investimento, ed il saldo al compimento dell’investimento, non oltre i due anni dalla concessione.
Per giovani e donne 50 milioni a tasso zero
Interessante anche lo stanziamento di 50 milioni di euro proveniente dai fondi europei e veicolato da Invitalia in qualità di partner delle direzioni del ministero dello Sviluppo Economico.
In particolare il programma dal nome Nuove imprese a tasso zero finanzia progetti che hanno preventivato spese fino ad 1,5 milioni di euro. Destinatari sono donne senza limite di età e giovani fino ai 35 anni che hanno costituito un’impresa da non più di un anno nei settori dell’industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, servizi, commercio e turismo.
Il finanziamento offerto sarà agevolato, in regime de minimis e coprirà le spese fino al 75% del totale fino ad 8 anni. Per saperne di più si può contattare il contact center di Invitalia o del ministero dello Sviluppo Economico. In alternativa si possono richiedere informazioni presso gli uffici della propria Regione, per tutti i bandi regionali.