Coronavirus prestiti: come sospenderli o richiederne di nuovi

Coronavirus prestiti: cosa prevedono i nuovi decreti per privati ed aziende

L’esplosione della pandemia da Covid-19 che ha colpito a ciel sereno l’Italia a partire dal 21 febbraio 2020 ha comportato la necessità di fronteggiare non solo un’emergenza sanitaria senza precedenti nella storia delle nostra Repubblica Italiana, ma anche una non meno grave emergenza economica, figlia delle necessarie restrizioni sociali imposte dal governo con l’obiettivo di rallentare il più possibile la diffusione del virus.

Mentre negli ospedali migliaia di italiani lottano tra la vita e la morte, negozi, fabbriche e attività impossibilitati ad attuare lo smart working sono costretti a chiudere fino a data da destinarsi, senza più poter contare sugli introiti abituali. Tanti i posti di lavoro perduti, tante le famiglie improvvisamente senza un reddito su cui contare. Di fronte a questa catastrofica situazione, il governo ha cercato di sostenere le categorie più colpite attraverso una serie di decreti ad hoc: il Cura Italia del 17/03/2020 e il Decreto Liquidità del 08/04/2020, che prevedono moratorie e garanzie a favore dei privati o delle aziende che possano dimostrare di essere state coinvolte dalla crisi dovuta al Covid 19.

Nel seguente articolo cercherò di fornire agli interessati una panoramica circa le possibili agevolazioni di cui si può attualmente usufruire, sia dal punto di vista dei privati consumatori che da quello delle aziende o dei lavoratori autonomi.

Indice

Privati consumatori

disegno di un consumatore preoccupato

Quanti italiani possono affermare di non avere in corso nemmeno un prestito? Pochi, perchè negli ultimi anni il ricorso al credito al consumo è aumentato notevolmente anche per sovvenzionare l’acquisto di beni non proprio di prima necessità come smartphone, arredamento o vacanze. Anche il più responsabile dei consumatori potrebbe però oggi, a causa della crisi economico-sanitaria scatenata dal Covid 19, trovarsi in serie difficoltà a restituire il dovuto alle banche o finanziarie con cui ha in passato acceso un finanziamento o un mutuo per l’acquisto della prima casa.

Il Decreto Cura Italia prevede a favore dei privati agevolazioni relative al rimborso dei mutui accesi in passato per l’acquisto dell’immobile di residenza: in virtù del “Fondo Solidarietà per i mutui prima casa” (Fondo CONSAP), potranno richiedere la sospensione dei pagamenti da 6 fino ad un massimo di 18 mesi, in proporzione ai giorni di lavoro sospeso o con orario ridotto. Tale agevolazione è infatti estesa anche ai lavoratori dipendenti che hanno visto sospendere o ridurre di almeno il 20% il proprio orario lavorativo per almeno 30 giorni ed ai lavoratori autonomi o ai liberi professionisti che abbiano subìto, in seguito al coronavirus, un dimostrabile decremento degli introiti, rispetto all’ultimo trimestre del 2019, superiore al 33%.
Il Decreto prevede inoltre un’ulteriore agevolazione: il Fondo Consap provvederà al pagamento del 50% degli interessi compensativi di sospensione maturati sul debito residuo.
Attenzione però: nella maggior parte dei casi per usufruire di tali agevolazione è richiesto dagli istituti di credito coinvolti che il mutuatario sia un soggetto performing, ovvero senza sofferenze o inadempienze prima dell’emergenza di Covid-19. Per maggiori info su requisiti e modalità di presentazione della domanda di sospensione del mutuo presso il proprio ente creditore, si consiglia di consultare il sito ufficiale del MEF .

Nel Decreto però nulla si dice a riguardo del pur diffusissimo credito al consumo. Chi dovesse avere difficoltà a sostenere le rate dei comuni prestiti (personali o finalizzati) dovrà quindi necessariamente contattare l’ente creditore e cercare un compromesso. Non essendoci linee guida imposte dall’alto, le varie banche e finanziarie si stanno comportando diversamente le une dalle altre, ma per lo più vige il principio di valutare caso per caso. Alcune finanziarie stanno venendo incontro ai loro clienti facendo pagare in questi mesi di emergenza solo la quota interessi delle rate, altre consigliano di usufruire delle eventuali opzioni di flessibilità previste nel contratto (Salta Rata o Cambia Rata), altre ancora potrebbero decidere di sospendere il rimborso per due o tre mesi. In tutti i casi occorre però fare attenzione ad eventuali costi accessori collegati alle agevolazioni concesse. Nel prossimo Decreto Aprile dovrebbe comunque essere colmato l’attuale vuoto legislativo a riguardo alle difficoltà di rimborso del credito al consumo ai tempi del Coronavirus.

Diverso è il discorso per quanti hanno invece in corso una cessione del quinto. Infatti, essendo una tipologia di prestito accompagnata per legge dalla copertura assicurativa, nei casi più gravi provvederà la polizza a restituire il debito, altrimenti in caso di riduzione del reddito percepito, le rate si adegueranno ad esso in quanto la mensilità dovuta non può per legge superare il quinto dello stipendio netto. Ma attenzione, le varie quote tagliate dalle rate non saranno condonate ma messe in coda a fine finanziamento con un conseguente allungamento della durata del rimborso.

(Approfondimento: Sovraindebitamento)

Imprese, professionisti e lavoratori autonomi

immagine di saracinesca chiusa per coronavirus

Il Decreto Cura Italia offre alle micro, piccole e medie imprese in difficoltà a causa dell’attuale emergenza sanitaria la possibilità di richiedere la sospensione fino al 30/09/2010 del pagamento di prestiti e mutui rivolgendosi direttamente presso l’istituto di credito interessato e presentando la documentazione richiesta.
Il Decreto Liquidità ha inoltre potenziato il Fondo di Garanzia per le PMI e i professionisti con partita IVA semplificandone l’accesso burocratico. Infatti, presentando l’apposito modulo compilato in ogni sua parte, sarà possibile accedere a prestiti fino ad un massimo del 25% dei ricavi e comunque fino ad un massimo di 25.000€, con istruttoria veloce, quindi in tempi brevissimi, godendo di una garanzia statale automatica pari al 100%. La copertura della garanzia statale si riduce al 80% per importi superiori. Sui giornali tale forma di prestito è stata pubblicizzata come “senza istruttoria” ma non è corretto, in quanto, ai fini dell’erogazione, è comunque necessario essere in possesso dei requisiti minimi richiesti dalla banca a cui ci si rivolge.

Anche le grandi imprese potranno usufruire di prestiti garantiti dallo Stato grazie all’intervento della SACE, società per azioni del gruppo italiano Cassa Depositi e Prestiti (CDP). Potranno accedervi tutte le aziende con sede in Italia che a fine dicembre 2019 non presentavano problemi economici e che invece possano dimostrare di aver ultimamente subito danni economici a causa dell’emergenza sanitaria in corso. Inoltre devono già avere utilizzato per intero la quota messa a disposizione dal Fondo Centrale di Garanzia. In questo caso l’istituto di credito sarà tenuto ad aprire una regolare fase di istruttoria. L’importo massimo richiedibile non deve superare il 25% del fatturato dichiarato relativamente al 2019 o, in mancanza di un bilancio, non può superare il doppio di quanto speso nel 2019 per i salari dei dipendenti. Quanto richiesto dovrà essere utilizzato secondo le limitazioni previste dal decreto e rimborsato in massimo 6 anni, con piani di preammortamento fino a 24 mesi. La garanzia statale coprirà dal 70% al 90% dell’importo in base al fatturato e al numero di dipendenti dell’azienda in questione.

Le modalità di richiesta di tali finanziamenti alle imprese sono ancora in via di definizione. Per maggiori dettagli e aggiornamenti si consiglia di visitare frequentemente il sito ufficiale del MEF e quello della propria banca di riferimento.

(Data rilevazione informazioni: 17/04/2020)