Anticipo Tfs, banche convenzionate e non: cosa cambia?
Il tempo dilatato per entrare in possesso del Tfs (in pratica il tfr dei dipendenti statali o pubblici) ha spinto il legislatore a intervenire con un decreto legge per dare la possibilità agli aventi diritto di ricevere la somma in via anticipata senza pagare un tasso di interesse eccessivo.
Un intervento che non è stato ancora trasformato in una legge vera e propria ma che grazie alla recente proroga dell’accordo quadro è ancora valido (Gazzetta Ufficiale 1 agosto 2022), estendendo la possibilità di usare il meccanismo dell’anticipo per altri 24 mesi, anche per i lavoratori che usano la quota 100 e 102. Stesso discorso per i dipendenti pubblici in servizio ma che optano per la pensione anticipata. Tuttavia rimangono delle limitazioni, che andiamo a vedere di seguito.
Indice
- Come funziona?
- I limiti e le differenze tra le ‘banche’
- Che cosa serve per la richiesta?
- Esempi
- Conclusioni
Come si capisce dal nome si tratta di un’operazione con la quale chi ha maturato un certo Tfs può chiederne il versamento anticipato. Anticipato rispetto a cosa? Rispetto ai lunghi tempi previsti per il pagamento da parte dello Stato (fino a 24 mesi in media, nel caso della quota 100 anche fino a 6 anni).
Nel particolare ci si deve rivolgere ad una banca che propone l’anticipo Tfs tra i propri prodotti ed accettare di pagare il tasso che viene richiesto sulla somma totale. C’è anche da considerare l’importo massimo (o percentuale massima) che la banca è disposta ad anticipare sul totale.
La possibilità da parte di un Istituto di credito di offrire l’anticipo del Tfs è libera così come la possibilità di aderire all’apposita convenzione introdotta sempre dal decreto suddetto. Le banche che scelgono di aderire a questa agevolazione si obbligano ad applicare un tasso fisso ridotto rispetto alla media del mercato.
I limiti e le differenze tra le ‘banche’
Il primo limite per poter usufruire delle agevolazioni previste dal legislatore in base all’accordo con l’ABI è quello dell’importo che potrà essere ottenuto, ovvero un anticipo di Tfs fino a 45 mila euro che può essere superato nel caso dell’anticipo ‘ordinario’(ovvero fuori convenzione). Invece per quanto riguarda l’agevolazione ‘vera e propria’ questa è data dal tasso di interesse applicato che cambia a seconda della banca alla quale ci si rivolge, ovvero a seconda che ci si rivolga a banche convenzionate o non convenzionate.
Infatti solo con le banche convenzionate si ha la certezza dell’applicazione di un tasso di interesse ‘calmierato’ che è stato fissato con l’accordo quadro Abi allo 0,4%. Le banche che non sono convenzionate invece applicano tassi liberamente, con punte anche del 4%.
Per conoscere l’elenco delle banche convenzionate è possibile visitare l’apposita pagina ufficiale. Qui verranno indicati anche i principali contatti. Per sicurezza è comunque preferibile riferirsi in primis alla propria banca di fiducia chiedendo se offre l’anticipo Tfs agevolato, ordinario od entrambi.
Che cosa serve per la richiesta?
Il primo documento essenziale è il calcolo del reale Tfs maturato eseguito dall’Inps. Come altri documenti necessari anche solo per chiedere il preventivo troviamo:
- il documento di identità;
- la tessera sanitaria o il codice fiscale;
- un Iban dove farsi accreditare la somma eventualmente anticipata;
- ultimo cedolino pensione – se pensionato; ultima busta paga – se pensionato ma si ha ricevuto ancora l’accredito della pensione.
N.B. I documenti richiesti possono differire leggermente a seconda del tipo di politica di credito e procedurale adottata dalla banca stessa alla quale ci si rivolge.
Questa banca è nell’elenco di quelle convenzionate e propone entrambe le soluzioni:
- anticipo Tfs ordinario (per importi superiori a 45 mila euro con applicazione del tasso deciso autonomamente dallo stesso istituto di credito lombardo);
- anticipo Tfs agevolato nel rispetto della normativa.
Non è necessario possedere un conto corrente Unicredit per procedere alla richiesta, che va fatta in filiale previo appuntamento. Non sono previste spese e commissioni se non l’imposta di bollo.
(Fonte: Unicredit – Data: 26 ottobre 2022)
Nella pagina della banca troviamo il tasso attualmente applicato (4,10% come Taeg massimo) ma nessun riferimento al Tfs agevolato. Percentuale massima fino al 95%. Sul sito è presente un banner per richiedere un preventivo che riporta però ad un form di ricontatto per interfacciarsi con un consulente.
(Fonte: Bnl – Data: 26 ottobre 2022)
In questo caso troviamo entrambe le possibilità: anticipo agevolato e ordinario per andare incontro alle esigenze anche di chi vuole superare la soglia dei 45 mila euro (più precisamente al momento viene indicato come tetto massimo la cifra di 75 mila euro).
(Fonte: Banca Sella – Data: 26 ottobre 2022)
L’anticipo Tfs fa parte della linea XME. Si tratta di un prodotto accessibile anche ai non clienti di banca Intesa che permette di ottenere un anticipo fino al 100% del Trattamento di Fine Servizio maturato.
(Fonte: Banca Intesa Sanpaolo – Data: 26 ottobre 2022)
Non è invece possibile rivolgersi a Poste Italiane visto che al momento non offre questa tipologia di prodotto.
(Fonte: sito Poste Italiane – Data: 26 ottobre 2022)
In molti casi il sito ufficiale non da informazioni chiare come nel caso di Banca BPM che non evidenzia una pagina dedicata a questo finanziamento. E’ quindi essenziale rivolgersi direttamente ad una filiale anche per ottenere un preventivo e conoscere l’eventuale partecipazione alla convenzione.
Si tratta comunque di esempi che non vogliono avere carattere esaustivo.
Generalmente ci si concentra sempre sull’aspetto della convenienza. Tuttavia nel caso dell’anticipo del tfs bisogna considerare molti più fattori, molti dei quali legati al tempo necessario per entrare in possesso delle somme. Un calcolo che dipende ovviamente dalla situazione economica personale.