Valutazione del merito creditizio: cos’è e come si calcola?

Valutazione del merito creditizio: come influisce sulla concessione di un prestito

Nel momento in cui un consumatore privato o un’azienda si rivolgono ad un istituto di credito per ottenere liquidità si apre la cosiddetta fase di istruttoria durante la quale la banca, prima di concedere o meno il finanziamento, si riserverà alcuni giorni per valutare la fattibilità dell’operazione, analizzando il cosiddetto merito creditizio del cliente (all’estero si parla di credit score). Infatti le banche non sono obbligate a concedere un finanziamento (prestito o mutuo che sia) a chiunque lo richieda, ma

l’erogazione di un prestito è sempre a discrezione dell’istituto di credito, che effettuerà la sua scelta in base alle sue politiche interne e, appunto, in seguito ad un’attenta valutazione del merito creditizio del potenziale debitore.

tabella istruttoria

Indice

Cos’è e perchè è obbligatorio valutarlo?

Il merito creditizio di un consumatore o di un’impresa rappresenta la capacità che il cliente ha di rimborsare al creditore l’importo richiesto.

L’obbligatorietà della valutazione dell’affidabilità del potenziale debitore da parte degli istituti di credito è stata stabilita nel 2010 dall’accordo di Basilea 3 per tre importanti motivazioni:

  1. tutela dell’intero sistema bancario; la concessione di prestiti “a perdere”, ovvero che risultano nel tempo non recuperabili, limita enormemente la liquidità a disposizione delle banche mettendo a lungo andare a rischio la possibilità di erogare prestiti a chi invece ha tutte le carte in regola per ottenerli e rimborsarli;
  2. tutela del cliente; da un lato si aiuta il consumatore ad evitare di andare incontro ad un sovraindebitamento, dall’altro si impedisce alle banche di ricorrere alla pratica scorretta di approfittare dei clienti “deboli” erogando mutui ipotecari con lo scopo di guadagnarci in seguito con la vendita dell’immobile all’asta grazie alla prevedibile insolvenza;
  3. tutela del mercato finanziario mondiale; essendo molto comune la pratica della “cartolarizzazione” (le banche, per vedere un più rapido rientro della liquidità, usano vendere i loro crediti ad investitori terzi trasferendo a quest’ultimi il rischio legato al finanziamento ceduto), attraverso l’obbligatorietà della valutazione del merito creditizio si evita che vengano immessi sul mercato internazionale prodotti apparentemente sicuri che invece finiscono per rivelarsi a rischio mettendo in difficoltà l’intero sistema.

Come si calcola il merito creditizio?

punti di domanda

I parametri presi in considerazione per effettuare una valida valutazione del merito creditizio di un soggetto variano a seconda che si stia parlando di un’azienda o di un privato consumatore.

Nel caso di un’azienda o di un’impresa gli aspetti da controllare e da mettere in relazione tra loro sono numerosi e complessi:

  • livello di indebitamento del richiedente;
  • rapporto tra indebitamento e flussi di reddito (in entrata e in uscita);
  • reddito e suo mantenimento in futuro (stabilità);
  • eventuale presenza di insoluti precedenti;
  • presenza di fonti finanziarie o patrimoniali aggiuntive;
  • finalità del finanziamento;
  • garanzie addizionali.

Nel caso di un consumatore privato, invece, gli elementi da analizzare sono meno numerosi e viene meno l’importanza data alla finalità del finanziamento, essendo legato al consumo e quindi comunque utile per l’economia. In tal caso, dunque, si prenderà in considerazione esclusivamente la capacità di rimborso (reddito e stabilità) e la presenza o meno di segnalazioni passate nelle banche dati.

In seguito all’analisi di tutti questi fattori, al potenziale cliente viene attribuito un punteggio di merito, espresso in lettere, in base ad una specifica graduatoria detta Rating. Più è alto il merito creditizio ottenuto, minore è il rischio dell’operazione finanziaria e quindi minore sarà il costo applicato al finanziamento. Viceversa, più basso è il merito creditizio del cliente, maggiore è il rischio dell’operazione e quindi maggiore sarà il costo del finanziamento, sempre se l’istituto di credito interpellato decida comunque a favore della fattibilità della pratica senza rigettarla.

immagini di timbro con tripla A

I punteggi comunemente usati per indicare il merito creditizio sono i seguenti:

  • AAA sicurezza elevata;
  • AA sicurezza;
  • A ampia solvibilità;
  • BBB solvibilità;
  • BB vulnerabilità;
  • B elevata vulnerabilità;
  • CCC rischio;
  • CC rischio elevato;
  • C rischio molto elevato.

Cosa si intende per capacità di rimborso?

E’ la disponibilità reddituale del potenziale debitore su cui il creditore può fare mensilmente affidamento per il rimborso delle rate del finanziamento.

Un reddito non è come un altro. Ad esempio gli istituti di credito valutano solitamente più solido un reddito che deriva da un contratto statale o dalla pensione rispetto a quello di un dipendente privato o di un lavoratore autonomo. Allo stesso modo ad un contratto di lavoro a tempo indeterminato viene attribuito un punteggio più alto rispetto ad uno a tempo determinato o di altra tipologia più flessibile.

Inoltre viene preso in esame anche la presenza di eventuali finanziamenti in corso che possono influire negativamente sul reddito effettivamente a disposizione.

Cosa sono le banche dati creditizie?

Ogni volta che una banca o una finanziaria erogano e concludono un finanziamento o incontrano problemi nel recupero del credito concesso, tali informazioni vengono segnalate ad archivi pubblici e privati detti SIC (Sistemi di Informazioni Creditizie), costantemente aggiornati.

Nel momento in cui un ente creditizio, in seguito ad una richiesta di finanziamento, apre la fase di istruttoria, tra le numerose verifiche che effettua c’è anche la consultazione di queste banche dati, in cui è possibile ottenere una certificazione della storia creditizia di chiunque in passato abbia già avuto accesso al credito. Potrà quindi farsi un’idea precisa dell’attuale esposizione debitoria del potenziale cliente e della puntualità o meno dei pagamenti mostrata nei precedenti rimborsi. Ciò permette quindi alle banche di esporsi anche con i nuovi clienti, di cui non ha una conoscenza diretta.

In Italia c’è sia un SIC pubblico (quello della Banca d’Italia) che diversi privati (Experian, Crif, Assilea e Consorzio Tutela Credito). Le informazioni in essi contenute sono strettamente riservate ed accessibili solo ai diretti interessati ed agli enti creditori a cui il cliente ha presentato formale domanda di finanziamento. Inoltre i dati custoditi nei SIC vengono conservati per un tot di tempo (max. 60 mesi), dopodichè saranno cancellati secondo le tempistiche previste dalla normativa vigente. Questo per far sì che chi in passato possa aver avuto problemi di insolvenza non venga marchiato a vita ma, in seguito a successivi comportamenti virtuosi, possa in futuro accedere al credito nuovamente con semplicità.

loghi sic privati italiani

Infine va ricordato che il consumatore ha il diritto:

  • di essere tempestivamente informato quando sta per essere segnalato in seguito ad un primo ritardo nel pagamento di una rata, così da poter saldare il dovuto rapidamente evitando la segnalazione;
  • di accedere gratuitamente ai dati che lo riguardano presenti nei SIC e di richiederne la cancellazione, se non già effettuata, di quelli per i quali sono decorsi i tempi di conservazione e la correzione di quelli eventualmente inesatti, al fine di potersi presentare al meglio delle sue possibilità all’istituto di credito presso cui intende chiedere un finanziamento.

(Approfondimento: Cancellazione Crif)

Merito creditizio, Decreto Liquidità e Cura Italia

In seguito alle restrizioni nazionali e alle chiusure delle attività non essenziali che lo Stato ha dovuto imporre per arginare la diffusione del Coronavirus, l’economia Italiana è entrata in sofferenza. Lo Stato allora ha cercato di sostenere i settori più colpiti con i Decreti Cura Italia e Liquidità, intorno ai quali si è creata però un po’ di confusione. Erroneamente è infatti passata, anche attraverso i media, l’idea che tali decreti permettano di accedere al credito anche alle aziende con un merito creditizio inadeguato. Questo è sbagliato, infatti

anche nel caso in cui si usufruisca delle agevolazioni previste dallo Stato resta in vigore tutta la normativa vigente relativa all’obbligatorietà della valutazione del merito creditizio.

Ciò che è stato semplificato non è l’accesso al credito ma l’accesso alla garanzia pubblica sul credito (Fondo PMI).

(Approfondimento: Coronavirus Prestiti)

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Come pagare a rate online con Pagantis: guida pratica

Pagantis Italia: cos’è e come funziona

L’acquisto a rate nei negozi senza ricorrere ai classici finanziamenti oggi è possibile con servizi appositamente studiati, come ad esempio Pagantis. Con quest’ultimo si sottoscrive un contratto di credito al consumo associato ad una carta di pagamento di cui si è intestatari. Il servizio permette infatti di concludere il checkout del carrello dell’e commerce alla pari degli altri metodi di pagamento, però il pagamento del prezzo sarà suddiviso in varie rate.

La società che offre il servizio è nata in Spagna nel 2011 ed è regolamentata dalla Banca di Spagna. Gli utenti in Italia (dove la società ha una sede a Milano) possono contare in più sulla vigilanza della Banca d’Italia.

pagantis

Come funziona il credito?

Quando parliamo di ‘linea di credito’ associata ad una carta di pagamento viene subito da pensare ad una carta revolving che per un lungo periodo di tempo ha rappresentato l’unica alternativa ai classici finanziamenti per dilazionare i propri acquisti online. Nel caso di Pagantis invece non abbiamo un sistema di questo tipo e non si apre alcuna linea di credito revolving.

Alla pari di un classico prestito finalizzato si ‘finanzia’ l’acquisto dei prodotti che si desidera acquistare per l’importo del loro costo complessivo e, una volta finito di pagare l’ultima rata, se si vuole usare ancora il servizio si deve fare una nuova richiesta.

Tuttavia non è detto che si riesca nuovamente ad accedere a questo sistema di rimborso. Come riportato su alcuni forum e su Trustpilot a volte utenti che hanno regolarmente pagato non vedono accordata una nuova richiesta, ma non è possibile conoscere le motivazioni dei successivi rifiuti. Ciò nonostante al 10 ottobre 2020 il gradimento che emerge dalle varie recensioni è notevole:

valutazione su trustpilot del servizio pagantis rilevato il ottobre 2020

Come accedere al ‘credito’?

Non si può accedere a Pagantis in modo diretto, ma ci si deve rivolgere ad un e-commerce che lo abbia inserito tra le modalità di pagamento accettate. Se Pagantis dovesse accettare la richiesta allora provvederà a pagare il prezzo di acquisto e poi preleverà alle scadenze previste le rate dalla carta associata. Per quanto riguarda i requisiti è necessario:

  • essere maggiorenni;
    avere la residenza in uno dei Paesi accettati (l’Italia è presente nella lista);
  • essere titolari di una carta di pagamento Visa o Mastercard (può essere sia di credito che di debito);
  • effettuare l’acquisto su un e-commerce che, come detto, preveda questa modalità di pagamento tra le varie alternative.

Una volta che ci si è assicurati di possedere tali requisiti, nel momento di scegliere il sistema di pagamento sarà sufficiente selezionare Pagantis. A questo punto si deve scegliere il tipo di rateizzazione che può rientrare in uno dei seguenti casi:

  1. max 4 rate, che sono addebitate ogni 14 giorni. In questo caso si rimborsa il prezzo suddiviso per il numero delle rate senza l’applicazione di interessi. Per esempio su 60 euro di prezzo si pagano 4 rate da 15 euro l’una;
  2. da 3 a 12 rate, con addebito mensile. Con questa seconda opzione si pagano degli interessi (sono applicati quelli del foglio informativo di riferimento vigente).

Come appena evidenziato solo se si sceglie la prima opzione non ci sono interessi ma la durata massima della rateizzazione è di 2 mesi mentre nel secondo caso si parte da 3 mesi. In conclusione la differenza tra le due soluzioni è notevole anche in riferimento agli interessi che potrebbero essere applicati e all’importo della rata da sostenere.

Sul sito ufficiale è possibile fare delle simulazioni, selezionando differenti opzioni per trovare il rapporto tra la durata, l’importo della rata e il peso degli interessi migliore in base alle proprie necessità.

N.B. Si può decidere di rimborsare l’intero importo senza attendere che si arrivi all’ultima rata. Per fare il rimborso totale anticipato basta andare nell’area personale e scegliere questa come opzione di rimborso. In automatico sarà prelevato l’intero importo residuo dalla carta associata e non ci saranno più prelievi successivi.

(Fonte: sito ufficiale Pagantis – Data: 10 ottobre 2020)

Creazione dell’account

Anche se per accedere a Pagantis bisogna passare per un e-commerce, per arrivare alla richiesta bisogna procedere prima ad una registrazione che è funzionale alla creazione dell’account personale. In questa stessa fase si creano le credenziali di accesso che permettono di seguire il credito a mano a mano che viene rimborsato e procedere al rimborso totale se lo si volesse chiudere in anticipo.

La registrazione prevede l’inserimento dei dati obbligatori personali come nome, cognome e indirizzo a cui seguirà l’aggiunta dei dati di un documento di riconoscimento (come passaporto o carta di identità). Terminata la fase delle info personali si deve passare a quella di inserimento dei dati della carta che sarà usata per gli addebiti.

Attenzione! Un nominativo può essere associato solo ad una carta di pagamento!

In caso di esito positivo, con l’associazione della carta si apre la linea di credito per un importo pari al prezzo del carrello (che però non verrà prelevato in toto ma a rate secondo il metodo scelto). Di conseguenza il venditore, che riceverà subito la somma totale, invierà le merci acquistate.

acquisti online pagantis

In tutti i casi la linea di credito non potrà superare i 3 mila euro. Se tuttavia l’esito fosse negativo non si possono conoscere le motivazioni. In questo caso si tornerà alla pagina dell’e-commerce dove si potrà ancora scegliere tra i metodi di pagamento rimanenti a disposizione per chiudere l’acquisto in modo positivo.

Costi e commissioni

Per gli acquirenti oltre agli interessi, quando previsti, non ci sono altri costi applicati. Il venditore invece deve sostenere un costo fisso di 35 centesimi per transazione e per la rateizzazione una commissione che varia in funzione dell’importo ma che comunque non supera il 4,5%.

(Fonte: sito ufficiale Pagantis – Data: 10 ottobre 2020)

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Sospensione cessione del quinto: requisiti e funzionamento

Cessione del quinto: quando è possibile la sospensione?

Quando si firma un contratto per la richiesta della cessione del quinto dello stipendio o della pensione si è obbligati a sottoscrivere un’assicurazione per la copertura in caso di morte (sia dipendenti che pensionati) che perdita di impiego (solo per i dipendenti). Quindi la possibilità di sospensione della cessione del quinto, sulla carta, non è prevista dalla normativa ma ciò non toglie che si possano verificare delle situazioni eccezionali come è accaduto con il Covid 19.

L’emergenza Covid 19

Facciamo subito una doverosa premessa: il decreto Cura Italia ha stabilito solo la sospensione delle rate di mutuo per coloro che rientravano nei casi riportati nel decreto stesso (perdita di impiego o riduzione orario di lavoro), ritrovandosi nella difficoltà oggettiva di poter rimborsare questa tipologia specifica di finanziamento. In questo decreto il riferimento è stato fin da subito solo ai mutui, il che ha escluso l’accesso alla sospensione per ogni altra tipologia di finanziamento.

Per andare incontro a chi aveva maturato la necessità di poter usufruire comunque della sospensione della cessione del quinto o di altre tipologie di prestiti (personali e di credito al consumo) è subentrata una moratoria nata da un accordo tra Abi e Assofin.

Questa moratoria è stata prorogata fino al 30 settembre ma con il perdurare dello stato di emergenza (10 ottobre 2020) si attendono novità sulla possibilità di altre proroghe. Tale moratoria ha previsto la possibilità di sospendere il pagamento delle rate (per tutto l’importo o per la sola quota capitale) per una durata massima di 6 mesi o per periodi inferiori da concordare con il richiedente.

Requisiti moratoria

I requisiti per poter accedere alla moratoria (anche per la sospensione della cessione del quinto) sono rivolti ai dipendenti, dato che i pensionati non rientrano nei seguenti casi di perdita di lavoro oppure riduzione dell’orario di lavoro con perdita di almeno una parte della retribuzione. Per la precisione, le condizioni da rispettare sono le seguenti:

  • cessazione del rapporto di lavoro subordinato, escludendo i casi di risoluzione del rapporto consensuale o volontario da parte del lavoratore, licenziamento per giusta causa, oppure nei casi in cui si può entrare nel pensionamento;
  • cessazione dei rapporti di lavoro “atipici” previsti nell’articolo 409, numero 3, del codice di procedura civile (valgono le stesse eccezioni previste per la cessazione del rapporto di lavoro subordinato);
  • sospensione o riduzione dell’orario di lavoro per un periodo pari ad almeno 30 giorni (Cassa Integrazione o altri ammortizzatori sociali).

prestiti

A queste condizioni se ne aggiunge un’altra, ovvero l’avere il prestito con una banca o una finanziaria che abbia aderito a questo accordo tra Assofin e Abi, la quale ha deciso di includere nella moratoria anche la cessione del quinto.

domande

Nel caso della sospensione della cessione del quinto è necessario che siano rispettati i seguenti step:

  • il lavoratore deve esprimere la volontà di richiedere la sospensione;
  • il datore di lavoro deve accettarla;
  • l’accettazione deve avvenire anche da parte della compagnia di assicurazione.

La richiesta va presentata alla propria finanziaria o banca usando l’apposita modulistica.

È possibile per i pensionati?

Il discorso per chi è pensionato è differente, proprio perché la pensione non va incontro alle incognite di chi è in attività lavorativa. Tuttavia è previsto un caso in cui si può ottenere la sospensione della cessione del quinto della pensione. Non si tratta di un aspetto legato alla pandemia in corso bensì alla legge sul sovraindebitamento.

Parliamo di una strada percorribile a seguito della decisione di un giudice del Tribunale di Udine che ha stabilito la sospensione di questo tipo di finanziamento gravante sulla pensione per permettere al pensionato di risanare il proprio debito. Tuttavia nonostante il precedente della suddetta sentenza, non è detto che la strada da percorrere sia semplice e chiara come nel caso delle moratorie.

Cosa accade con la cassa integrazione?

Cosa accade infine per i dipendenti che hanno i datori di lavoro che hanno usufruito della cassa integrazione per il Covid 19? In questi casi bisogna che il datore si metta in contatto con la banca o la finanziaria presso la quale il o i dipendenti hanno una cessione del quinto dello stipendio. Infatti è necessario che le quote che questi tratteneva a monte sullo stipendio netto vengano riconsiderate. Il tutto secondo quanto dispone da tempo l’art. 35 dpr 180/1950 quando si riferisce al caso in cui la “ la trattenuta non può eccedere il quinto dello stipendio ridotto”. In tal caso le ‘rate’ verranno rimodulate sulla base delle somme percepite in regime di CIG.

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Prestiti in giornata soldi liquidi: sono davvero possibili?

Prestiti in giornata soldi liquidi: consigli utili per non rischiare

Se si è alla ricerca di prestiti in giornata in soldi liquidi, molto probabilmente si ha un’emergenza oppure un’occasione da non perdere ma non si sa come arrivare alla soluzione più adatta. Prima di vedere quali sono le alternative che si possono valutare, si deve tener presente che ci sono delle regole importanti da non dimenticare e cioè:

  • non ci si deve far prendere dalla fretta, per evitare di cadere in truffe o situazioni di sovraindebitamento;
  • se si hanno i requisiti minimi necessari bisognerebbe agire in anticipo, aprendo un fido o richiedendo i finanziamenti con prevalutazione;
  • non immobilizzare mai tutti i risparmi e preferibilmente diversificarli perché il rischio che in caso di necessità non si possano smobilizzare per questioni di tempo o di convenienza può rappresentare un ostacolo.

È davvero possibile ottenere un prestito in giornata?

Le banche e le finanziarie prevedono dei tempi tecnici per l’erogazione di un finanziamento. Questi in alcuni casi sono indicati anche online ma nella maggior parte verranno comunicati al momento della richiesta. Ma attenzione: generalmente si riferiscono ai tempi massimi utilizzati per portare avanti una valutazione di una pratica ed arrivare alla delibera.

Osservando queste informazioni non sarà per nulla semplice reperire una proposta di prestiti liquidi in giornata, dato che si deve considerare anche il tempo necessario perché il bonifico di accredito della somma eventualmente accordata arrivi sul conto del destinatario. La tempistica della transazione è infatti determinata anche dall’orario in cui viene disposto il bonifico (a seconda che avvenga primo o dopo le ore 12) e dall’appartenenza o meno del conto corrente allo stesso gruppo bancario di quello di partenza.

Tuttavia questo non deve far pensare che non si potrà mai ottenere un prestito in giornata, anche se bisogna capire che cosa si intende con questa definizione e soprattutto ciò di cui abbiamo bisogno. Infatti proprio questi aspetti ci danno indicazione della strada ‘giusta’ che dobbiamo percorrere. Vediamo insieme due esempi ‘pratici’.

Ho bisogno di soldi da spendere subito

Ho una scadenza improrogabile, oppure un’occasione che possono sfruttare solo se pago oggi la somma necessaria.
Per questo tipo di situazione, non è sufficiente la garanzia di possedere la somma necessaria, ma occorre che sia effettivamente disponibile all’uso. Proprio per questo la strada classica di richiesta di un finanziamento a una banca o una finanziaria difficilmente sarà percorribile, in primis per i tempi tecnici richiesti da tutta la procedura, riassumibile nei seguenti steps:

  • richiesta;
  • presentazione della documentazione;
  • valutazione;
  • delibera;
  • accredito della somma (bonifico o in alcuni casi assegno, raramente soldi in contanti).

costi prestiti

Quindi in queste situazioni le soluzioni percorribili sono:

Avere un fido bancario che è stato chiesto in tempi non sospetti proprio per affrontare situazioni eccezionali.

Il limite può essere dato dall’importo a disposizione che potrebbe essere insufficiente per affrontare la necessità improvvisa. Non solo, con alcune banche per ottenere i soldi liquidi (soprattutto se si tratta di belle somme) è necessario procedere ad una prenotazione che in alcuni casi deve avvenire parecchie ore o addirittura qualche giorno prima. Poi si deve considerare anche il limite del tetto dei contanti per non far partire la segnalazione come operazione sospetta, un tetto che negli anni si è progressivamente ridotto e che è arrivato a soli 2mila euro (12 ottobre 2020).

Avere un prestito in pre valutazione

Le somme che possono essere accordate non sono mai molto elevate, ma si ha la possibilità di avere una riserva di denaro che non ‘costa nulla’ fino al suo utilizzo. Quando si userà la somma, si inizierà a rimborsare le rate nel numero previsto dal contratto. Il vantaggio è dato dal fatto che generalmente si ha il conto con la stessa banca che ha accordato il prestito e quindi la disponibilità dalla richiesta è quasi istantanea. Anche in questo caso si deve considerare il limite della somma che può essere prelevata in contanti. In questo ambito possiamo trovare sia soluzioni standard, che quelle più particolari come per esempio il Credit Boost di Hype.

Richiedere un prestito tra privati

Non parliamo di social lending, che prevede una tempistica di valutazione, ma della richiesta di denaro a parenti, amici o conoscenti. In questi casi è raccomandato stendere una scrittura privata anche se si firmano delle cambiali, sia per maggiore chiarezza e tutela e sia per non aver problemi con il fisco qualora dovesse fare degli accertamenti più approfonditi. Bisogna inoltre accertarsi che il tasso applicato non sia superiore alla soglia che determina il confine con il tasso di usura.

prestiti veloci

Ho bisogno di dimostrare di avere soldi per affrontare un impegno

In questo caso la situazione offre un margine più ampio, perché oltre alle strade indicate nel punto precedente si aggiunge la possibilità di poter fare la richiesta a quelle banche o finanziarie che garantiscono tempi di elaborazione della richiesta molto veloci. In questo caso è preferibile rivolgersi a società con le quali già si hanno rapporti di conoscenza reciproca dal punto di vista del credito, con la maturazione di un punteggio di affidabilità elevato.

Una volta ottenuta la risposta positiva al termine della fase di delibera, potrebbe essere sufficiente darne prova a chi deve ricevere il pagamento, per poi effettuare il pagamento il giorno seguente o in tempi brevi.

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Finanziamenti Leroy Merlin: prestito, Oney o Pagodil?

Finanziamenti Leroy Merlin: una valida alternativa agli altri metodi di pagamento?

Le grandi catene di negozi spesso offrono la possibilità di acquistare i prodotti anche con l’ausilio di un prestito. Ne sono un esempio i finanziamenti di Leroy Merlin che possono rappresentare una valida alternativa ai metodi di pagamento immediati, visto e considerato che parliamo di un negozio che permette di acquistare prodotti di pochi euro fino a quelli di qualche migliaio di euro.

logo leroy merlin

Indice articolo

Le alternative di finanziamento

Leroy Merlin permette di acquistare la maggior parte dei suoi prodotti anche online ma, se si è alla ricerca di un finanziamento per pagare il totale in più rate, allora ci si deve recare necessariamente in negozio poiché tra le metodologie accettate online sull’e commerce sono previste carte di pagamento e Paypal ma non sono menzionati i classici finanziamenti.

Oney

logo oney

Online, al momento del checkout, è però possibile scegliere la dilazione di pagamento Oney. Si potrà così ripartire l’importo dovuto in tre rate senza interessi (le commissioni sono a carico di Leroy Merlin): la prima rata al momento dell’acquisto, le successive nei due mesi a seguire. In tal modo sarà possibile acquistare online fino a 3000€ di merce a tasso zero, anche se, poiché il piano di ammortamento è obbligatoriamente di soli 3 mesi, per spese superiori ai 600€ le rate cominciano ad essere impegnative.

Recandosi in un negozio della catena, oltre al finanziamento classico si potrebbe avere anche la possibilità di rateizzare tramite PagoDIL. Vediamo quindi le differenze tra le due alternative proposte.

Il finanziamento classico

logo findomestic

Attualmente (3 agosto 2023) Leroy Merlin ha un accordo con Findomestic Banca Spa, anche se non si tratta di una novità. L’accordo è infatti soggetto a rinnovo e va avanti già da alcuni anni. Per chi volesse valutare i finanziamenti classici di Leroy Merlin, il primo passaggio è rappresentato dalla richiesta tramite uno dei consulenti che si trovano nell’apposita sezione del negozio.

Si dovrà portare la nota di acquisto rilasciata dai reparti interessati dall’acquisto oltre che i propri documenti che sono:

  • il Documento di identità;
  • il Codice fiscale oppure la Tessera sanitaria (in caso di carta di identità elettronica non serve presentare a parte il codice fiscale);
  • un Documento di reddito (busta paga, modello Unico o cedolino della pensione);
  • le Coordinate bancarie e l’IBAN per l’addebito delle rate.

La risposta arriva in tempi brevi e se l’esito è positivo si procederà immediatamente all’acquisto, altrimenti si deve trovare un’altra modalità di pagamento come i contanti, l’assegno o PagoDIL.

Per quanto riguarda i finanziamenti, questi prevedono l’applicazione di un tasso di interesse e le condizioni dipendono dal periodo in cui avviene la richiesta. Il tasso (soprattutto Taeg) varia a seconda dell’importo finanziato e del numero di rate scelto. In base a quanto specificato dal sito ufficiale Leroy Merlin (al 3 agosto 2023) si ha un tasso differente anche a seconda che si sia titolari di una carta fedeltà IdeaPiù Premium o Easy o al contrario non se ne abbia alcuna. Ricordiamo infatti che, al momento, solo alla versione Premium sono riservati tassi agevolati a cui è talvolta dedicato anche il tasso zero (come avvenuto nel 2019).

PagoDIL

logo pagodil

Come alternativa al finanziamento classico troviamo PagoDIL, che prevede la rateizzazione del prezzo a tasso zero, per un numero di rate che può variare nel corso del tempo a seconda delle convenzioni. Nel 2019 ad esempio è stato proposto un piano di restituzione massimo pari a 10 rate (per 500 euro si pagavano 10 rate da 50 euro). Attualmente, invece, dal sito ufficiale risulta disponibile solo una dilazione in tre rate.

Se si vuole usare PagoDIL, a differenza dei finanziamenti, la procedura è rapida e va fatta direttamente alla cassa. PagoDIL va richiesto prima di concludere il pagamento in quanto sarà la cassiera tramite Pos a fare partire l’iter per il quale servono:

  • bancomat o postamat (necessari per far collegare Cofidis al sistema e fare una valutazione del conto corrente dove verranno addebitate le rate);
  • cellulare (il numero di telefono viene inserito nella procedura per ricevere un codice Otp che andrà digitato durante l’iter di richiesta);
  • documento personale e codice fiscale.

Come si può notare non sono richiesti documenti di reddito, è quindi una soluzione adatta anche a chi è senza busta paga, ma è importante dare come riferimento un conto corrente che non sia in rosso e che preferibilmente abbia una giacenza che Cofidis potrà valutare come soddisfacente.

Al termine della procedura dal Pos si ottiene una ricevuta che se indica il rifiuto del prestito deve essere conservata a titolo di tutela di addebiti ingiustificati, ma che non vale come pagamento (quindi si dovrà pagare in modo diverso). Se invece la dilazione di pagamento è accettata allora si firma la ricevuta (in alcuni casi, a seconda del Pos la firma può essere digitale altrimenti si firma la ricevuta cartacea) e dalla prima scadenza successiva utile avverrà l’addebito automatico delle rate in c/c.

N.B. È necessario avere un bancomat che sia considerato compatibile con il sistema di richiesta di PagoDIL (quelli di ultima generazione in genere sono compatibili).

(Fonte: sito ufficiale Cofidis – Data: 3 agosto 2023)

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Easy Shopping Nexi: come funziona e quanto costa?

Easy Shopping Nexi: scopri come rateizzare i tuoi acquisti

Se sei titolare di una carta di credito a saldo Nexi nelle versioni Classic, Prestige o Excellence continua a leggere il seguente articolo: ti parlerò del servizio Easy Shopping, già incluso nella tua credit card, grazie al quale potrai scegliere in totale autonomia di rateizzare uno o più acquisti effettuati con la carta.

Indice

Di cosa si tratta?

Easy Shopping è un’interessante funzione offerta da Nexi ai titolari delle sue carte di credito a saldo collocate da banche aderenti al servizio (ad esempio Mediolanum, Banco BPM, Ubi o Unicredit). Per essere più precisi le carte in questione sono quelle appartenenti alle versioni Classic, Prestige ed Excellence. Tale funzione ti permette di selezionare una o più spese effettuate nel mese con la tua carta e di rateizzarne il rimborso, che altrimenti avverrebbe in un’unica soluzione e senza interessi il 15 del mese successivo.

Ti offre quindi la possibilità di rendere ad opzione revolving una carta di credito che nasce a saldo.

Quanto costa?

Ovviamente tale comoda opportunità prevede un costo, che però Nexi ha reso semplice e trasparente. Alla rateizzazione, infatti, non si applica alcun tasso di interesse (TAN 0%) ma solo una commissione fissa proporzionata all’importo rateizzato (min. 250€, max 2.400€) ed al numero di rate scelto per il rimborso (da 3 a 24). Tale commissione sarà sempre ben evidenziata prima di attivare la rateizzazione e il suo importo sarà equamente ripartito tra le varie rate da rimborsare (TAEG min. 3,66%, max. 14,10%).

Sul sito ufficiale Nexi è presente un simulatore di facile utilizzo, che ho testato personalmente. Nel mio esempio ho scelto di finanziare una spesa di 1.000€ in 9 rate e il sistema mi ha calcolato un rimborso mensile di 115,11€, già comprensivo dei 4€ di quota commissione fissa (tot. commissione: 36€).

schermata simulatore nexi

(Data rilevazione: 21/07/2020; Fonte: sito ufficiale Nexi)

Come funziona?

Innanzitutto è opportuno precisare che possono essere rateizzate tutte le voci della Lista Movimenti della carta,

esclusi i prelievi, gli anticipi di contanti ed eventuali spese legate al gioco d’azzardo e alle scommesse.

Non occorre attivare il servizio in quanto già presente ed utilizzabile sulle tipologie di carte prima indicate. La rateizzazione di un acquisto può essere avviata entro l’ultimo giorno del mese sia dalla tua Area Personale sul sito ufficiale Nexi che direttamente dall’app Nexi precedentemente scaricata sul tuo smartphone. Se ti è più comodo potrai farne richiesta anche contattando il call center al numero a pagamento 02.345444.

Procedendo in autonomia sul sito o da app dovrai seguire 4 semplici step:

  1. apri la tua “Lista movimenti” dove troverai l’elenco delle transazioni eseguite di recente (quelle che possono essere rateizzate saranno evidenziate con un apposito simbolo);
  2. seleziona la spesa che desideri rimborsare poco per volta;
  3. scegli, tra le opzioni riportate in base all’importo e al plafond residuo della carta, il numero di rate in cui vuoi frazionare il rimborso;
  4. schermata funzione easy shopping

  5. visualizza le condizioni economiche e conferma il tutto.
  6. Nei limiti del plafond residuo della tua carta potrai avere anche più rateizzazioni in corso, ognuna delle quali seguirà il suo piano di rimborso in modo indipendente.

    I rimborsi mensili andranno a ricostituire il plafond a tua disposizione.

    Attenzione alla puntualità nei rimborsi: in caso di inadempienze Nexi si riserva il diritto di annullare la rateizzazione richiedendo il rimborso immediato del debito residuo in un’unica soluzione.

    (Approfondimento: Prestito rotativo)

    Opinioni

    Easy Shopping risulta essere una funzione interessante, che offre ai titolari delle carte di credito a saldo Nexi che lo includono libertà di scelta, flessibilità nei rimborsi, riservatezza nell’utilizzo e commissioni chiare e trasparenti. Il costo del servizio è contenuto o comunque in linea con le carte concorrenti.

    (Approfondimento: Pagoflex)

    Approfondisci

Bonus Biciclette: come funziona e chi può ottenerlo

Bonus Biciclette: guida alla richiesta e all’utilizzo

Tra le tante misure previste dal Governo per contrastare la diffusione del Coronavirus sul nostro territorio c’è il Bonus Mobilità, noto anche come Bonus Biciclette. Se sei interessato ad usufruirne anche tu, continua a leggere il seguente articolo: ti fornirò tutte le info utili e le ultime novità.

Indice

Di cosa si tratta?

disegno di bicicletta sull'erba

Il Bonus Mobilità è un contributo economico statale previsto dal Decreto Rilancio del 19 maggio 2020 (convertito in legge il 17 luglio 2020) da utilizzarsi per l’acquisto di mezzi di trasporto individuali alternativi alle auto. Nasce dalla collaborazione tra il Ministero dei Trasporti e quello dell’Ambiente con lo scopo di incentivare l’uso di biciclette, monopattini elettrici e servizi di bike sharing per scongiurare, durante le Fasi 2 e 3 di ripresa dopo il lockdown, il sovraffollamento sui mezzi pubblici e il congestionamento dei centri urbani, favorendo al contempo l’energia pulita.

Tale sussidio può essere utilizzato, indipendentemente dalla fascia di reddito a cui si appartiene, dai maggiorenni residenti:

  • nei capoluoghi di Regione e di Provincia (anche con meno di 50.000 abitanti);
  • nei Comuni con più di 50.000 abitanti;
  • nei Comuni (anche sotto i 50.000 abitanti) delle 14 Città Metropolitane (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma Capitale, Torino, Venezia).

Per verificare se il proprio Comune rientra nella soglia di abitanti minima per poter accedere al Bonus occorre fare riferimento ai dati Istat del 1 Gennaio 2019.

Importo e prodotti per i quali è utilizzabile

disegno di biciclette e veicoli elettrici

Il Bonus Mobilità può essere utilizzato per acquistare:

  • biciclette nuove e usate, anche con pedalata assistita (max 0,25 kW, 25 Km/h);
  • handbike nuove e usate;
  • veicoli elettrici individuali nuovi o usati come monopattini, hoverboard e segway;
  • abbonamenti a servizi di mobilità condivisa come bike o monopattino sharing.

Sono invece esclusi gli acquisti di accessori o pezzi di ricambio.

L’importo del buono è pari al 60% del prezzo di vendita del prodotto in questione e comunque non può mai superare i 500€.

Come funziona?

disegno di computer, moduli e punti interrogativi

Si tratta di un buono retroattivo a partire dal 4 Maggio 2020. Possono quindi richiedere (una sola volta) il rimborso del 60% del prezzo d’acquisto tutti coloro che rientrano nei suddetti requisiti e che hanno acquistano un mezzo di trasporto individuale (tra quelli indicati), dal 4 Maggio al 31 Dicembre 2020. Farà fede lo scontrino fiscale, che deve essere parlante, ovvero deve riportare la natura dei beni acquistati e il codice fiscale del compratore, proprio come quelli della farmacia per intenderci. Su questo punto c’è stato un lungo dibattito tra il Ministero dell’Ambiente, che riteneva necessaria la fattura, e il Ministero dei Trasporti che preferiva il semplice scontrino. Con l’approvazione dello scontrino parlante si è raggiunto un punto d’incontro, utile anche a scongiurare che i 210 milioni stanziati finiscano anche nelle mani di eventuali furbetti che abbiano acquistato solo accessori o pezzi di ricambio.

In realtà il programma prevede la creazione di un’applicazione online che sarà scaricabile dal portale del Ministero dell’Ambiente ed alla quale si potrà accedere tramite SPID. Tale applicazione dovrebbe essere attivata tra fine Luglio e metà Agosto. Quindi l’utilizzo del Buono Mobilità seguirà due fasi.

  • Fase 1 (dal 4 maggio 2020 all’attivazione dell’app online): in tale periodo l’acquirente effettuerà l’acquisto della bicicletta (o similare) a prezzo pieno presso un qualsiasi rivenditore, anche online, richiedendo lo scontrino parlante. Il rimborso del 60% andrà successivamente richiesto dal consumatore sulla piattaforma apposita, quando quest’ultima sarà attivata;
  • Fase 2 (a partire dall’attivazione dell’apposita applicazione online): l’interessato farà richiesta online del Buono Mobilità, che sarà prodotto sotto forma di voucher elettronico e che avrà una validità di 30 giorni. Al momento dell’acquisto presso gli esercenti fisici o online aderenti all’iniziativa si mostrerà in cassa tale voucher ottenendo lo sconto immediato sul prezzo di vendita (se ne pagherà dunque solo il 40%). Sarà poi il venditore a provvedere in un secondo momento alla richiesta del rimborso del rimanente 60% secondo le modalità previste dal regolamento.

Possibili problematiche

disegno di omino pensieroso e punto interrogativo

Il Bonus Mobilità è stato accolto dagli interessati con grande entusiasmo. Da Maggio infatti in Italia si registra un vero e proprio boom degli acquisti nel settore coinvolto, con rivenditori (anche nazionali come Decathlon o Cisalfa) che segnalano il sold out e difficoltà della produzione a star dietro all’improvvisa crescita della domanda. Ovviamente ciò fa sorgere un dubbio: le risorse stanziate dal Governo saranno sufficienti a soddisfare tutte le richieste di rimborso che prenderanno d’assalto l’applicazione web non appena sarà attivata? Per scongiurare il pericolo click day è stato deciso che avranno la precedenza i rimborsi di acquisti già effettuati rispetto alla produzione di nuovi voucher elettronici, ma non è improbabile che i fondi possano esaurirsi in fretta, non riuscendo a soddisfare per intero la notevole domanda, creando inevitabilmente malcontento.

Inoltre sarà da chiarire il problema relativo allo scontrino fiscale. Fino a pochi giorni fa non c’era una linea chiara a riguardo, quindi in molti hanno effettuato l’acquisto ottenendo una fattura oppure uno scontrino standard. Ci si chiede: questi utenti dovranno rinunciare al rimborso? Oppure saranno accettati anche tali strumenti, almeno per gli acquisti avvenuti prima dell’indicazione ufficiale dello scontrino parlante?

Infine, se una volta rimborsati tutti gli acquisti già effettuati rimarrà una disponibilità di fondi residua per ulteriori voucher, quale sarà l’adesione al programma da parte dei venditori dal momento in cui dovranno provvedere loro alla richiesta di rimborso?

Staremo a vedere.

(Data rilevazione: 20/07/2020; Fonte: sito ufficiale Ministero dell’Ambiente)

(Approfondimento: Bonus Vacanze)

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Bonus Vacanze: dove richiederlo e come funziona

Bonus Vacanze: guida alla richiesta

Se anche tu hai sentito parlare del famigerato Bonus Vacanze e vuoi saperne di più sui requisiti per ottenerlo e su come richiederlo, continua a leggere il seguente articolo: ti fornirò tutte le info che cerchi.

Indice

Cos’è?

copertina opuscolo ufficiale bonus vacanze

L’emergenza sanitaria che ha recentemente colpito l’Italia ha costretto lo Stato ad imporre un lungo lockdown alla nostra nazione, al fine di arginare il più possibile la diffusione del Covid-19. Effettivamente le misure restrittive hanno funzionato dal punto di vista sanitario, ma hanno comportato grandi sacrifici per gli italiani, soprattutto economici. Per questo il Governo, nel Decreto Rilancio del 19 maggio 2020, ha previsto tutta una serie di misure a sostegno delle attività produttive e delle famiglie maggiormente colpite dal lungo periodo di forzata inattività. Tra questi provvedimenti rientra il cosiddetto Bonus Vacanze, ideato con il duplice scopo di aiutare a ripartire da un lato le famiglie, incentivandole a viaggiare in un periodo in cui le disponibilità economiche scarseggiano, dall’altro le attività turistiche italiane, uno dei settori maggiormente colpiti dalle conseguenze del Coronavirus e che stenta a riprendersi anche a causa della drastica riduzione dell’abituale turismo straniero.

A chi è rivolto?

immagine isee

Possono accedere a tale bonus economico le famiglie che dispongono di un ISEE (ordinario o corrente) inferiore a 40.000€.

Per chi non lo sapesse, l’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) viene calcolato dall’INPS ed è lo strumento attraverso il quale viene valutata la situazione economica del tuo nucleo familiare al fine di vedere se rientra o meno nei requisiti minimi richiesti per ottenere eventuali agevolazioni o sostegni economici erogati dallo Stato. L’ISEE ordinario riporta la fotografia economica del tuo nucleo familiare relativa alla dichiarazione dei redditi di due anni indietro ed è valida fino al 31 Dicembre dell’anno in cui se ne è fatta richiesta. Se nel frattempo sono però intervenuti cambiamenti nella composizione del tuo nucleo familiare o sensibili riduzioni del reddito percepito è necessario aggiornare tale ISEE richiedendo quello corrente, che ha una validità di 6 mesi.

Per ottenere l’ISEE è necessario compilare la DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica, da quest’anno disponibile anche in versione precompilata). Tale compilazione puoi eseguirla sia autonomamente sul sito dell’INPS che con l’ausilio gratuito di un CAF.

In cosa consiste?

scritta bonus

Le famiglie che rientrano in un ISEE inferiore ai 40.000€ hanno diritto ad un buono economico il cui ammontare varia in base alla composizione del nucleo familiare:

  • 1 componente 150€;
  • 2 componenti 300€;
  • da 3 componenti in su 500€.

Nello specifico

l’80% del buono ottenuto sarà scontato dal conto al momento del pagamento della struttura presso cui si sarà fruita la vacanza, mentre il restante 20% potrà essere portato in detrazione nella dichiarazione dei redditi 2021.

Facciamo un esempio:

Hai soggiornato con tua moglie ed i due tuoi figli presso una struttura aderente per un totale di 1.000€. Presentando un Bonus Vacanze di 500€ pagherai all’albergatore 600€, in quanto l’80% del buono (ovvero 400€) ti sarà detratto subito dal conto. Per i restanti 100€ a cui hai diritto, dovrai richiederne la detrazione sull’imposta dovuta nella dichiarazione dei redditi dell’anno prossimo.

Come lo richiedo?

Il Bonus Vacanze può essere richiesto ed utilizzato dal 1 Luglio al 31 Dicembre 2020.

La richiesta deve necessariamente avvenire online attraverso IO,

l’app dei Servizi Pubblici fornita gratuitamente da PagoPa Spa e disponibile per device con sistema operativo sia Android (4.4 e superiori) che iOS (13 e superiori).

Attenzione: per poter accedere all’app IO è indispensabile disporre di uno dei seguenti strumenti attraverso il quale autenticarsi:

  • SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) composto da nome utente e password e necessario per accedere ai servizi online della Pubblica Amministrazione;
  • CIE 3.0 (la carta d’identità elettronica in plastica con la banda ottica sul retro), col relativo codice PIN di 8 cifre.

Per chi ancora non lo avesse richiesto, lo SPID si ottiene online registrandosi presso uno degli Identity provider che trovi sul sito ufficiale www.spid.gov.it e seguendo la procedura guidata.

Una volta che ti sarai autenticato, dovrai selezionare nell’app IO la sezione “Pagamenti”, scegliere “Aggiungi Bonus/Sconto” e selezionare “Bonus Vacanze”. Non dovrai allegare alcun documento in quanto l’app riceverà automaticamente dall’INPS il tuo ISEE, comunicherà con l’Agenzia delle Entrate e in pochi minuti riceverai l’esito della tua domanda. In caso positivo, il Bonus spettante sarà immediatamente attivo e fruibile sull’app stessa, sotto forma di un codice univoco e un QR.

Come lo utilizzo?

Una volta ottenuto, il Bonus Vacanze può essere utilizzato per le vacanze in Italia di un qualsiasi membro della famiglia. Ad esempio può essere utilizzato sia nel caso di una vacanza per l’intero nucleo familiare (genitori e figli), sia per una vacanza fruita solo da uno dei figli. Al momento del pagamento (che deve avvenire in un’unica soluzione in loco o presso un’agenzia viaggi, mai attraverso l’intermediazione di piattaforme online) il beneficiario deve presentare:

  • il codice QR, per permettere all’albergatore di verificare la validità del Bonus;
  • il codice fiscale di chi presenterà la dichiarazione dei redditi 2021 richiedendo la detrazione del 20% residuo. Tale codice fiscale dovrà essere obbligatoriamente riportato sulla fattura/scontrino.

immagine codice qr e codice fiscale

Il pagamento può avvenire con qualsiasi strumento (contanti, carta di credito, di debito, prepagata, bonifico) accettato dalla struttura prescelta.

Attenzione: il Bonus va speso tutto in una volta.

Se la vacanza per la quale lo si desidera utilizzare ha un importo inferiore all’ammontare del buono le percentuali di utilizzo saranno ricalcolate sul prezzo effettivo e la parte residua del bonus non utilizzata andrà irrimediabilmente perduta.

Quali sono le strutture aderenti?

Le strutture ricettive italiane (hotel, campeggi, agriturismi o bed & breakfast) non sono obbligate a partecipare all’iniziativa promossa dal Governo. La loro adesione al progetto è infatti discrezionale e non esiste un elenco ufficiale di quelle che attualmente hanno deciso di accettare il Bonus Vacanze.

E’ quindi opportuno informarsi previamente al momento della scelta onde evitare brutte sorprese.

Federalberghi, per semplificare la fruizione del Bonus Vacanze, ha attuato un sondaggio tra i suoi soci e ha creato una pagina web ( www.italyhotels.it) sulla quale è possibile individuare tra le oltre 28.000 strutture a lei associate quelle aderenti.

Ausili regionali

Alcune Regioni hanno varato sussidi ed iniziative addizionali, cumulabili col Bonus Vacanze, per incentivare ulteriormente il turismo sul proprio territorio.

Ad esempio il Piemonte ha attivato l’iniziativa “La nostra ospitalità è singolare” con la quale il turista che prenota tre notti presso le strutture aderenti ne paga all’albergatore solo una, mentre le altre sono offerte dalla Regione.

In Calabria invece è stata approvata l’iniziativa “Stai in Calabria” che prevede, tramite procedura a sportello, l’erogazione di voucher (spendibili in strutture ricettive calabresi) fino ad un massimo di 320€ per nucleo familiare in caso di ISEE inferiore ai 20.000€.

(Data di rilevazione: 15/07/2020); Fonte: sito ufficiale Agenzia delle Entrate).

(Approfondimento: Bonus Biciclette, Reddito di cittadinanza)

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Prestito rotativo: non solo carte revolving

Prestito rotativo: scopri tutto quel che c’è da sapere

Se ti è capitato di sentir parlare di prestito rotativo ma non ti è chiaro di cosa si tratti continua a leggere il seguente articolo: ti fornirò tutte le informazioni che cerchi a riguardo.

Indice

Cos’è e come funziona?

disegno di monete e punto interrogativo

Per prestito (o credito) rotativo si intende una particolare linea di credito concessa da una banca o da una finanziaria ad un suo cliente in seguito ad una tradizionale valutazione creditizia. Ciò che lo differenzia da un comune finanziamento è il fatto che:

  • il rimborso rateale mensile avrà inizio solo nel momento in cui il cliente deciderà di utilizzare, in parte o in toto, il credito concesso e gli interessi saranno applicati solo sulla parte effettivamente utilizzata;
  • la quota capitale di ogni rata rimborsata andrà a ricostituire il plafond concesso in partenza (ecco perché è detto “rotativo”), così che il beneficiario di tale forma di prestito potrà attingere nuovamente alla medesima linea di credito senza dover effettuare una nuova richiesta di prestito e senza quindi dover sottostare ad un’ulteriore fase di istruttoria da parte della banca in questione;
  • non è possibile stabilire in anticipo la durata del rimborso perchè la flessibilità di utilizzo comporta la frequente aggiunta di nuovi acquisti rateizzati e quindi il continuo prolungarsi del piano di rimborso, spesso costituito da rate fisse di minimo importo;
  • il plafond concesso è a discrezione della banca che lo stabilirà dopo un’accurata indagine reddituale e creditizia.

Si tratta quindi di un prodotto finanziario che presenta molte analogie con l’apertura di credito in conto corrente (o fido bancario), con la differenza che il prestito rotativo non è necessariamente erogato dall’istituto di credito presso cui si è titolari del conto e non è obbligatoriamente un prodotto ad esso collegato. Inoltre nel prestito rotativo c’è l’obbligo dei rimborsi mensili che invece non troviamo nel fido, in cui invece i tempi di rimborso sono a discrezione dell’affidato.

Al momento della richiesta è opportuno valutare con attenzione le condizioni economiche applicate in quanto la comodità di avere sempre a disposizione un credito a cui attingere senza alcun preavviso ha inevitabilmente il suo costo.

Attenzione quindi non solo al TAN indicato sul foglio informativo ma soprattutto al TAEG, il valore che indica non solo il tasso di interesse applicato alle somme utilizzate ma anche l’incidenza di tutti i costi accessori (spese di incasso rata, imposta di bollo, gestione pratica) che possono rendere il credito rotativo anche piuttosto salato.

Carte revolving

immagine di carta revolving

La forma più tipica di credito rotativo è rappresentata dalle cosiddette carte di credito revolving, ovvero quelle carte di credito che non solo ti anticipano (nei limiti del plafond concesso) il denaro necessario per effettuare i tuoi acquisti nell’arco del mese in corso ma che ti offrono anche la possibilità di rateizzarne il rimborso con l’applicazione degli interessi pattuiti nel contratto.

Le rate mensilmente versate andranno a ricostituire il saldo a disposizione presente sulla carta.

Tali carte di credito possono essere richieste presso qualsiasi banca o finanziaria che le presenti in catalogo (eventualmente anche per i non correntisti), oppure online presso il sito ufficiale dell’istituto emittente (come ad esempio avviene con Carta Blu e Carta Explora American Express). La concessione può essere più semplice e veloce se si effettua la domanda presso una banca di cui si è già clienti in quanto l’istituto in questione sarà già in possesso di informazioni sia sullo storico reddituale che sulla puntualità nei rimborsi del richiedente.

In ogni caso, comunque, è necessario allegare alla domanda i seguenti documenti:

  • copia fronte/retro di un documento d’identità valido;
  • copia del codice fiscale o della tessera sanitaria;
  • documento attestante il reddito percepito (busta paga per i lavoratori dipendenti, dichiarazione dei redditi per i lavoratori autonomi, cedolino della pensione per i pensionati).

Ogni istituto di credito, se lo ritenesse necessario, potrà poi richiedere ulteriori documentazioni, ad esempio per verificare la residenza del richiedente.

Nella stragrande maggioranza dei casi l’addebito delle rate mensili avverrà sul conto corrente del richiedente, quindi la titolarità di un conto bancario o postale è spesso un requisito imprescindibile, anche se non mancano le eccezioni, ovvero carte revolving i cui rimborsi possono essere effettuati attraverso il pagamento di semplici bollettini postali (come ad esempio Carta Aura Findomestic).

Spesso le carte di credito revolving, oltre agli interessi, prevedono un canone mensile o annuo il cui importo sale con l’aumentare del plafond concesso e con la presenza di eventuali servizi accessori esclusivi a cui danno accesso. Anche in questo caso, però, non mancano le eccezioni come ad esempio AgosPay Zero e Carta Easy Compass, entrambe senza canone.

Attenzione: il fatto che una carta revolving non abbia il canone, non la rende automaticamente più conveniente di una che invece lo prevede. Occorre sempre confrontare i TAEG per valutare correttamente al momento della scelta.

Altre forme di prestito rotativo

Ultimamente il prestito rotativo sta diventando accessibile alla clientela retail anche attraverso forme alternative alle carte revolving, ovvero come servizio accessibile ai titolari di determinate carte prepagate con iban oppure ai correntisti di alcune banche.

Il funzionamento di base è sempre lo stesso, ciò che varia di volta in volta sono i requisiti richiesti, le modalità da seguire per ottenerlo e, ovviamente, le condizioni economiche applicate.

Facciamo qualche esempio.

Minicredito Compass Pay

disegno di caraffa che versa gocce di euro

I titolari della Conto&Carta CompassPay, la carta prepagata ricaricabile con Iban emessa da Compass, possono richiedere in filiale il Minicredito, ovvero una linea di credito rotativo collegata alla carta. Il plafond concesso è di 1.500€ ed è utilizzabile sia per effettuare acquisti e pagamenti sia, previa richiesta, per trasferirlo in parte o totalmente sul saldo della carta-conto. Il credito di volta in volta utilizzato sarà rimborsato tramite rate fisse mensili di 50€ o 100€, la cui quota capitale andrà a ricostituire il plafond originale. La messa a disposizione del servizio ha un costo annuale di 20€ e prevede un TAN 16% e un TAEG max. di 23,30%.

(Data di rilevazione: 03/07/2020; Fonte: sito ufficiale Compass)

Credit boost Hype

schermata credit boost

I titolari delle carte prepagate con iban Hype Plus e Hype Premium in possesso dei requisiti minimi potranno richiedere Credit Boost direttamente dall’omonima app. Si tratta di una linea di credito rotativo di 2.000€ a cui attingere all’occorrenza trasferendo sul saldo della propria carta il contante indicato e rimborsando quanto prelevato in un numero di rate a scelta da 3 a 12. E’ previsto un costo una tantum di 5 € all’attivazione del servizio mentre ad ogni utilizzo saranno previamente evidenziati TAN e TAEG applicati.

(Data di rilevazione: 03/07/2020; Fonte: sito ufficiale Hype)

My Instant Credit Widiba

In questo caso si tratta di una linea di credito rotativo concessa da Widiba by Findomestic ai suoi correntisti in possesso di determinati requisiti. My Instant Credit si richiede velocemente online, offre un plafond di 1.500€ e permette di avere fino ad 5 rateizzazioni in corso. Per il rimborso è possibile scegliere tra 3, 6, 9 o 12 rate (TAN 10,68%, TAEG 11,22%).

(Data di rilevazione: 03/07/2020; Fonte: sito ufficiale Widiba)

Ricariconto UbiBanca

Anche i correntisti Ubi possono richiedere dall’app o dall’internet banking il credito revolving Ricariconto, che offre un plafond di 5.000€. Si potrà così selezionare dalla propria lista movimenti, anche accorpandole insieme, le spese che si desidera rateizzare (importo minimo 250€). Non son sono previsti canone, costi di attivazione né interessi, solo una commissione fissa variabile in base all’importo selezionato e alla durata della rateizzazione che può andare da 3 a 25 mesi (TAN 0%, TAEG max. 15,71%).

(Data di rilevazione: 03/07/2020; Fonte: sito ufficiale Ubi Banca)

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Minicredito Compass: cos’è e quanto costa?

Minicredito Compass: una linea di credito sempre a tua disposizione

Ultimamente banche e finanziarie offrono sempre più spesso nei loro cataloghi forme di piccoli prestiti pre-valutati, per i quali si effettua in anticipo la fase di istruttoria in modo tale da poter attingere alla somma concordata rapidamente quando eventualmente se ne dovesse avere bisogno. Si tratta di prodotti solitamente rivolti ai titolari di un conto corrente o di una carta prepagata evoluta, le cosiddette carte-conto. Anche Compass si è unita al coro offrendo ai possessori di Conto&Carta CompassPay la possibilità di richiedere il Minicredito. Se sei curioso di saperne di più continua a leggere il seguente articolo: ti fornirò tutti le info e i dettagli utili su questa forma di prestito rapido.

logo compass
Indice

Di cosa si tratta?

disegno di caraffa che versa gocce di euro

Potremmo definire il Minicredito offerto da Compass ai titolari della Conto&Carta CompassPay come un piccolo prestito di 1.500€ pre-accordato e messo in stand-by, pronto ad essere istantaneamente utilizzato al momento del bisogno, liquidandolo in toto o solo in parte sul tuo conto CompassPay, senza ulteriori trafile burocratiche. Il rimborso delle somme utilizzate, compresi gli interessi, avverrà mensilmente in piccole rate da 50€ o 100€ addebitate sempre sulla tua CompassPay.

La durata del rimborso, così come l’importo della rata, non sono fissi ma dipendono da quanta parte del fido è stata utilizzata.

Si tratta inoltre di una linea di credito rotativa, ovvero man mano che si rimborsa il debito attraverso la quota capitale delle rate mensili, si va a ricostituire il plafond originario che può quindi essere nuovamente utilizzato.

Per chi ancora non la conoscesse, ricordiamo che Conto&Carta CompassPay è una carta prepagata ricaricabile evoluta che, grazie alla presenza di un Iban bancario, offre al suo possessore le principali funzionalità di un conto corrente come l’accredito dello stipendio, la domiciliazioni delle utenze, bonifici in entrata ed uscita, pagamenti di vario genere, acquisti e prelievi, avvalendosi della sicurezza e affidabilità del circuito internazionale VPay by Visa.

immagine carta conto&carta compasspay

Quanto costa?

immagine di punto interrogativo fatto di banconote

Poter usufruire di questa comoda e immediata riserva di denaro ovviamente ha un suo costo. Innanzitutto occorre mettere in conto il canone mensile di 3€ della carta CompassPay (azzerabile in caso di accredito dello stipendio/pensione, SDD passivo o ricarica nel mese tramite Sisal pari almeno a 500€). A ciò vanno poi aggiunti i costi legati al Minicredito in questione, ovvero:

  • canone annuale di 20€ per la messa a disposizione del fido;
  • TAN 16% e TAEG max. 23,30% (calcolati su 1500€);
  • 16€ di imposta di bollo.

(Data di rilevazione: 25/05/2020; Fonte: sito ufficiale Compass).

Come lo richiedo?

Il Minicredito è un servizio che va richiesto necessariamente in filiale. E’ dunque consigliato fissare previamente un appuntamento con un consulente Compass contattando il Numero Verde 800.77.44.33. Alla richiesta seguirà una fase di istruttoria durante la quale sarà valutato il merito creditizio e il reddito del richiedente e, nel caso di esito positivo, il fido pattuito sarà rapidamente disponibile. Sul sito ufficiale non sono riportati i requisiti minimi di cui occorre essere in possesso né tanto meno se si tratta di un prodotto accessibile anche a chi non dispone di una busta paga.

Opinioni

Poter disporre di una linea di credito pronta all’occorrenza è sicuramente utile, soprattutto in caso di spese urgenti e impreviste. Non sempre però si tratta anche di una soluzione conveniente. Ad esempio, nel caso del Minicredito Compass il TAN e soprattutto il TAEG risultano un po’ alti, anche rispetto ad altre proposte simili presenti sul mercato. Inoltre è da tenere in conto la presenza della commissione di 20€ all’anno per la sola messa a disposizione del fido, dovuta anche nel caso in cui si dovesse scegliere di non utilizzare poi effettivamente il credito di cui abbiamo fatto previamente richiesta.

(Approfondimenti: Hype Credit Boost, My Instant Credit)

Approfondimenti

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