Quanto costa realmente l’estinzione anticipata del prestito

Conviene estinguere anticipatamente un debito?

Negli ultimi anni ci sono state delle novità interessanti a vantaggio dei consumatori, che hanno rivisto la regolamentazione del settore dei finanziamenti con interventi volti anche ad aumentare la chiarezza nell’operazione di estinzione anticipata del prestito. Questo soprattutto nell’ottica del rimborso delle assicurazioni non godute connesse al prestito (come ad esempio nel caso della cessione del quinto).

Di che cosa si tratta?

L’estinzione anticipata di un prestito può risultare una soluzione molto utile in tutti i casi in cui colui che ha chiesto una determinata somma ad una banca o ad una finanziaria decide di saldare tutto il restante importo (solo in quota capitali, senza interessi) in anticipo, evitando, perciò, le rate future. Si tratta però di una operazione a costo zero o prevede delle penali? Scopriamolo insieme.

Quando farla?

Possono sempre accadere delle situazioni in cui il richiedente di un prestito personale o finalizzato disponga di nuova liquidità e della possibilità, quindi, di abbattere le rate e di saldare tutto il debito restante. Una possibilità che può permettere tanto di estinguere un mutuo che un finanziamento che a loro volta possono essere erogati indifferentemente dall’Inpdap (ed altri enti pubblici), da una banca oppure da una finanziaria (in quanto il soggetto erogante non incide sull’operazione di in sé).

Tale operazione è l’estinzione anticipata del prestito (garantita dall’art. 40 del Testo Unico Bancario) e può aversi anche quando chi usufruisce del prestito ne ha trovato nel frattempo un altro a tassi di interesse più vantaggiosi, per cui estingue quello vecchio proprio grazie alla somma ottenuta da quello nuovo.

In questo ambito bisogna però fare una distinzione a seconda che si tratti di un mutuo, di una cessione del quinto oppure di un normale prestito personale. Nel caso dei mutui si avrà infatti la sostituzione oppure la surroga, nel caso della cessione del quinto il “rinnovo” mentre l’estinzione vera e propria con accensione di un nuovo prestito si avrà nell’ipotesi di un prestito personale.

In quali casi può convenire?

Va da sé che i casi in cui l’estinzione anticipata di un prestito può essere una scelta conveniente, si verificano se mancano ancora diversi anni alla sua fine naturale. Questo perché si eviterebbe il pagamento degli interessi maturati in un periodo di tempo più lungo. Si deve sempre considerare la presenza dei costi accessori e di quelli assicurativi, ma in via generale a causa dell’ammortamento alla francese, maggiore è il capitale da restituire (quindi dall’inizio del prestito fino a poco più della sua metà rimborsata) e maggiore sarà il risparmio sul monte interessi da restituire.

In quest’ottica se si hanno due finanziamenti e si deve decidere qual è quello che conviene di più estinguere anticipatamente, a parità di tasso, si dovrebbe preferire quello con durata residua più lunga. Detto questo per fare un calcolo più preciso è possibile usare uno degli appositi tool on line. I calcolatori presenti sul web sono normalmente forniti da siti indipendenti, sono gratuiti e non richiedono nemmeno registrazioni.

La commissione sul capitale residuo

Qualche fastidio può invece provenire da una clausola che si trova in alcuni contratti di alcuni prestiti personali (c’è da dire che molti altri non la prevedono, quindi è bene leggere attentamente tutto ciò che firmiamo) che ricordano un po’ la penale da pagare nell’estinzione anticipata della cessione del quinto (vedi anche Estinzione anticipata cessione del quinto).

Anche qui, infatti, le banche si tutelano dal “danno” causato loro da chi salda in anticipo, poiché non consente agli istituti bancari di godere degli interessi maturati. Capita così che si debba pagare, in tali circostanze, una commissione sul capitale residuo.

Quest’ultima può ad esempio essere pari all’1% se l’importo che resta da rimborsare supera i 10.000 euro ed occorrono più di 12 mesi allo scadere del prestito. Se mancano invece meno di 12 mesi la commissione potrebbe attestarsi intorno al 0,50%, mentre se il debito residuo è inferiore a 10.000 euro potrebbe non essere prevista alcuna commissione.

Altre banche stabiliscono invece preventivamente che l’estinzione anticipata del prestito non sarà possibile prima che siano trascorsi 18 mesi dal momento in cui il prestito viene erogato.

Quindi riassumendo, se si ha intenzione di chiedere un prestito ad una finanziaria, come Agos, e Findomestic, o a una banca come Compass o Santander, oppure a una qualsiasi altra banca, oltre alla convenienza del tasso nell’immediato, bisogna anche considerare quanto si dovrà pagare se si ha già intenzione di estinguere il finanziamento in anticipo, magari in attesa dell’arrivo di una certa liquidità più o meno preventivata.

Altre eventuali spese

Abbiamo visto che chi desidera saldare in anticipo l’importo di un prestito alcune volte si trova a pagare una commissione sul capitale residuo.

A questa potrebbero sommarsi i conteggi di estinzione, che prevedono il pagamento di un ulteriore importo, da aggiungere, eventualmente, ai cosiddetti “dietimi giornalieri”, l’accumulo cioè degli interessi dovuti in un lasso di tempo che va dal pagamento dell’ultima rata fino al momento dell’estinzione anticipata del prestito.

Per maggiori informazioni e per conoscere tutti i dettagli su questa possibilità si consulti il Testo Unico Bancario, reperibile sul sito web della Banca d’Italia.

Il rimborso dell’assicurazione

Come accennato all’inizio dell’articolo nel maggio 2010 l’Isvap è intervenuta introducendo il diritto del mutuatario o finanziato di ottenere in caso di estinzione anticipata del prestito il rimborso dei premi assicurativi connessi già pagati ma non goduti. Nello stesso ‘intervento’ viene specificato che non deve essere obbligatoriamente la banca a ricordare al soggetto che fa l’estinzione anticipata che ci sono dei premi assicurativi non goduti ma è lo stesso finanziato a doversi interessare per la restituzione del premio.

Infatti, anche se per i contratti stipulati dopo le novità del 2010, ci deve essere l’indicazione non solo della possibilità di ottenere il rimborso dei premi non goduti ma anche di come questi importi vanno calcolati, può capitare che la banca non provveda in modo autonomo alla loro erogazione.

Ovviamente anche per i contratti stipulati prima del 2010, quando non c’era l’obbligo di fornire indicazioni sui calcoli e rimborsi dei premi assicurativi, non decade il diritto al rimborso stesso. La modalità di calcolo sarà fatta in modo proporzionale tra la durata residua del piano di ammortamento e il premio totale: se il piano di ammortamento è circa alla metà, allora il premio rimborsato sarà di circa la metà, ecc

Consigli pratici

Quando si procede all’estinzione anticipata bisogna chiedere alla propria banca o finanziaria se è necessario presentare un modulo specifico per richiedere la restituzione dei premi assicurativi non goduti ma già pagati (in caso di mancanza di apposita modulistica si può usare un fac simile facilmente reperibile anche online). Tale richiesta può anche non essere contestuale all’estinzione stessa l’importante è che non siano passati 10 anni che rappresentano il periodo di decadenza di questo diritto.

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Prestiti Compass: come richiederli online in modo veloce e sicuro

Guida alla richiesta di un prestito personale Compass

Sono tanti i motivi per cui potresti voler richiedere un prestito con Compass: dal bagno che necessita un rinnovo, alla macchina che ha bisogno di manutenzione straordinaria, fino al desiderio di concedersi finalmente una meritata vacanza o quella tv 52 pollici che tanto ti piaceva in negozio. Scopriamo insieme cosa propone questo solido istituto finanziario (dal 2015 anche banca), che appartiene al Gruppo Mediobanca.

Indice articolo

Prestiti Personali

Per prestito personale si intende un finanziamento che permette di ottenere liquidità senza dover precisare le motivazioni della richiesta.

Compass mette a tua disposizione differenti tipologie di prestiti personali, così da poter venire incontro alle più svariate esigenze, ma i requisiti per richiedere un finanziamento (sia online che in filiale), i documenti da presentare e le modalità di rimborso sono uguali.

Possono accedere ad un prestito personale Compass tutti i residenti in Italia (inclusi gli stranieri), di età compresa tra i 18 e i 75 anni (età massima consentita alla chiusura del finanziamento). Al momento della richiesta dovrai fornire un documento d’identità valido, il codice fiscale o tessera sanitaria, e l’ultima busta paga, l’ultima dichiarazione dei redditi o l’ultimo cedolino della pensione a seconda che tu sia un lavoratore dipendente, autonomo o un pensionato. Nel caso in cui fossi un cittadino straniero, dovrai presentare anche il permesso di soggiorno.

L’importo, a richiesta approvata, ti sarà erogato direttamente in giornata con un assegno o bonifico. Per quanto riguarda il rimborso, potrai avvalerti di diverse modalità: con addebito automatico in conto corrente o con bollettino postale.

Premesso ciò, vediamo più nel dettaglio le singole proposte di prestiti personali Compass:

  • Il Prestito Ottimo è la forma di finanziamento base di Compass, che puoi adattare alle tue necessità combinando come meglio credi importo, ammontare delle rate e durata. Con questa tipologia di finanziamento l’importo massimo che potrai richiedere è di 30.000€.
  • Il Prestito Jump ti permette come quello Ottimo di richiedere fino a 30.000€ e di scegliere la combinazione di rata e durata che preferisci, ma in più ti dà la possibilità di saltare una rata all’anno, fino ad un massimo di 5 volte per tutta la durata del finanziamento, spostandone il pagamento alla fine. Si tratta di un’opzione che può tornarti utile in quel mese che hai dovuto affrontare delle spese impreviste.
  • Il Prestito Total Flex, invece, offre tutte le opzioni del Prestito Jump con in più la possibilità di ridurre l’importo della rata prolungando la durata del finanziamento se dovessi averne bisogno, senza incorrere in costi aggiuntivi. E’ la forma di prestito più flessibile proposta da Compass, con un importo massimo erogabile sempre di 30.000€.
  • Il Prestito Cifra Tonda ti permette di richiedere fino ad un massimo di 20.000€, con la possibilità di scegliere tu l’importo della rata, che sarà sempre uguale per tutta la durata del finanziamento, comprensiva di tutte le voci previste, e sempre tonda (ad esempio 80€, 100€, 120€…) così ti sarà più facile tenere sotto controllo i tuoi impegni mensili.

Rientra sempre tra i prestiti personali Consolido, ma presenta alcune differenze nei requisiti di richiesta. Si tratta infatti di un finanziamento che può essere richiesto da lavoratori dipendenti, autonomi o pensionati che abbiano già in corso precedenti finanziamenti con altri istituti, e che desiderano accorpare le varie rate dovute in un’unica rata. Compass ti offre fino a 30.000€ per estinguere i precedenti finanziamenti ed eventualmente ottenere nuova liquidità, per semplificarti la gestione delle rate tornando ad avere a che fare con un unico interlocutore.

Approfondimento: Prestiti facili.

Richiesta online

Puoi richiedere un prestito personale Compass anche on line (vedi anche Prestiti online immediati). Inizialmente viene messo a tua disposizione un simulatore di prestito che calcola la possibile durata minima e massima in base all’importo e alla rata scelta.

prima schermata richiesta preventivo compass

riepilogo tassi prestito compass

Se sei interessato a proseguire per ottenere ulteriori dettagli, cliccando su Prosegui appariranno schermate semplici e intuitive in cui inserire alcuni tuoi dati personali.

pagina inserimento dati personali per completare la richiesta

Proseguendo oltre, dovrai prendere visione del modulo SECCI e nelle schermate successive dovrai completare i tuoi dati personali inserendo anche il codice IBAN del tuo conto corrente su cui addebitare le rate del prestito. Dopo aver caricato i documenti necessari e riepilogato il tutto, potrai monitorare lo stato di lavorazione della tua richiesta attraverso il codice di richiesta che ti viene inviato sulla tua email. Il tutto risulta semplice e veloce.

Cessione del quinto

La cessione del quinto dello stipendio o pensione è una forma di finanziamento differente. Innanzitutto è rivolto ai dipendenti pubblici e privati (tra i 18 e i 63 anni) con contratto a tempo indeterminato ed ai pensionati di massimo 79 anni al momento della richiesta e massimo 85 a fine finanziamento, con pensione, al netto della rata, di almeno 507,42€. I lavoratori autonomi, quindi, non possono accedere a questa tipologia di finanziamento.

Se rientri nei requisiti richiesti, puoi richiedere fino a 75.000€ a tasso fisso agevolato da rimborsare in un lasso di tempo che va dai 24 ai 120 mesi e, per legge, la rata di rimborso mensile non potrà superare il 20% dello stipendio. Inoltre tale rata sarà direttamente trattenuta in busta paga dal datore di lavoro o nel cedolino della pensione dall’INPS. Sempre per legge tale finanziamento deve essere obbligatoriamente assicurato, e gli oneri della copertura assicurativa sono a carico di Compass.

Da tenere presente che per richiedere la cessione del quinto è necessario recarsi in filiale previo appuntamento che può essere fissato online oppure telefonicamente tramite numero verde 800774433. I documenti richiesti per la pratica sono:

  • carta d’identità;
  • codice fiscale,
  • ultima busta paga;
  • la Certificazione Unica (ex CUD);
  • il cedolino della pensione.

Carte di credito

Se ti capita spesso di aver bisogno di una piccola liquidità aggiuntiva, potrebbe tornarti utile una carta di credito. Anche in questo caso Compass potrebbe avere la soluzione giusta per te.

Gli unici requisiti richiesti sono che tu sia un cittadino italiano o straniero residente in Italia con età compresa tra i 18 e i 72 anni.
Compass offre ai suoi clienti, previa istruttoria, due differenti tipologie di carte di credito revolving con opzione a saldo:

  • Easy: è la carta di credito base, contactless e appartenente al circuito Visa, che ti offre, a canone zero, un plafond di 1.500€ subito utilizzabile. Ciò che spendi, comincerai a rimborsarlo dal 15 del mese successivo in comode rate il cui importo e il numero dipendono da quanto hai speso del plafond. L’imposta di bollo è a carico di Compass, e sugli anticipi di contanti (max. 300€ al giorno), presso gli sportelli ATM è prevista una commissione del 4%, presso le filiali Compass tale commissione scende all’1%.
  • Gold: è la carta più esclusiva, contactless e appartenente al circuito Mastercard, che, a fronte di un canone annuo di 40€, mette a tua disposizione un plafond di 3.000€. Puoi scegliere di mese in mese se rimborsare il debito a saldo o a rate, semplicemente effettuando una telefonata. E’ dovuta un’imposta di bollo di 2€ nel caso in cui sulla carta sia presente a fine anno un saldo superiore ai 77,47€. Le commissioni dovute per il prelievo di contanti sono le stesse della carta Easy.

Potrai richiedere tali carte in Filiale, avendo cura di portare con te le fotocopie dei seguenti documenti:

  • documento d’identità valido;
  • tessera sanitaria;
  • busta paga o cedolino della pensione;
  • bolletta di un’utenza domestica.

Dopo l’approvazione di Compass, la carta Easy ti sarà consegnata direttamente in filiale già attiva. Per utilizzarla dovrai memorizzare il codice PIN che ti sarà inviato via SMS o con comunicazione cartacea per posta. La carta Gold invece ti sarà spedita a casa e, prima di poterla utilizzare col PIN, dovrai attivarla chiamando il numero verde 800216740.
Le carte di credito revolving funzionano un pò come un prestito in carta, sempre a tua disposizione, ma tieni però presente che il TAN e il TAEG applicati non sono proprio leggeri.

Prestiti finalizzati

Potrai affidarti a Compass anche nel momento in cui starai acquistando dei beni o servizi presso uno degli oltre 35.000 esercenti convenzionati. Non soltanto auto ed elettrodomestici, ma anche viaggi, cure mediche, arredamento e persino le spese necessarie per il tuo matrimonio da favola potranno risultare più accessibili accendendo il giusto finanziamento finalizzato.

Conclusioni e opinioni

Compass offre la sua esperienza nel settore a tutta quella clientela che, per differenti esigenze, necessita di un prestito. Che tu sia un dipendente pubblico o privato, un lavoratore autonomo o un pensionato, tra le tante proposte Compass potrebbe esserci anche quella tagliata su misura per te. Tra i vantaggi di Compass troviamo la trasparenza e semplicità nel richiedere un finanziamento, mentre tra gli svantaggi molti clienti si lamentano di more eccessivamente alte su brevi ritardi nei pagamenti e dell’insistenza del servizio recupero crediti (Data rilevazione: 20 Maggio 2019 – Fonte: sito Trustpilot).

Data rilevazione: 20 Maggio 2019 – Fonte: sito Compass

Approfondimenti

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Prestiti a fondo perduto: contributi a conto interessi o capitale

Finanziamenti a fondo perduto: guida alle agevolazioni 2015/16

Nel vasto universo dei prestiti a fondo perduto molto spesso può capitare di imbattersi in espressioni del tipo “contributo in conto interessi”, oppure “contributo in conto capitale”. Si tratta di categorie che fanno parte dei finanziamenti agevolati. Scopriamo allora qual è il significato di tali diciture e quanto esse sono legate a questo tipo di prestiti.

Sito A chi è rivolto?
Ministero dello Sviluppo economico www.sviluppoeconomico.gov.it Canale ufficiale italiano per la divulgazione sul web di informazioni relative alle agevolazioni statali. Il portale è suddiviso in tre aree tematiche: servizi per il cittadino, per le aziende e per i Media.
Smart&Start Italia www.smartstart.invitalia.it Finanziamenti agevolati per start-up innovative.
Fondi di Garanzia www.fondidigaranzia.it Incentivi ed agevolazioni per PMI.

Contributi in conto interessi o capitale: le differenze

Sappiamo che i prestiti a fondo perduto sono quei prestiti in cui l’ente erogatore ha interesse a considerare questi ultimi come incentivi per avvantaggiare imprese o soggetti lavoratori di un determinato settore: i prestiti vengono dunque trattati alla stregua di un vero e proprio investimento, dove non si prevede che il beneficiario restituisca il capitale o che l’eventuale restituzione sia soggetta ad interessi.

Ed è qui che stanno le differenze, che determinano la suddivisione in categorie come contributi in conto interessi o contributi in conto capitale. Un contributo in conto interessi è un’agevolazione finanziaria concessa da un ente in concerto con gli istituti finanziari per aiutare lo sviluppo di un progetto di un’impresa con un finanziamento a medio o a lungo termine. Tale agevolazione può prevedere un tasso di interessi molto basso, con erogazione in più fasi distinte. Si tratta, insomma, di una sorta di rimborso (ottenuto in anticipo) degli interessi maturati dal finanziamento da parte di una banca.

Un contributo in conto interessi non è mai uguale per tutti ma dipende dai bandi dei singoli enti erogatori e risulta pari all’ammontare complessivo di interessi calcolati con un tasso fissato periodicamente dalla Commissione Europea. Nel caso dei contributi concessi dal ministero dello Sviluppo Economico, ad esempio, il tasso ammonta al 2,75% su un piano convenzionale di ammortamento, cosicché un’impresa che ha richiesto un finanziamento di 60 mila euro otterrà un contributo in conto interessi pari a 4.630 euro circa (per info più dettagliate si veda il sito web www.sviluppoeconomico.gov.it).

Diverso è invece il contributo in conto capitale, che essendo in parte a fondo perduto, non prevede alcuna restituzione da parte dell’impresa o della persona richiedente, su tutti o alcuni investimenti. Questo significa che nei contributi in conto capitale, dopo aver visionato un business plan del candidato, l’ente erogatore può decidere di finanziare parte o tutti gli investimenti futuri dell’impresa, senza obbligo di restituzione, sulla base percentuale delle spese ammissibili. Le spese dovranno ovviamente essere tutte debitamente documentate attraverso fatture saldate dei fornitori”.

Chi può richiederli: tutti i destinatari

Non tutti possono richiedere dei prestiti a fondo perduto, né come contributi in conto interessi né in conto capitale, ma solo determinate tipologie di destinatari. Essi in generale consistono in:

  • Determinate categorie di persone (come giovani under 36, donne, disoccupati) che hanno in mente di avviare un’impresa;
  • Attività già avviate, ma che operano su territori economicamente o socialmente svantaggiati;
  • Attività dirette alla digitalizzazione, ammodernamento dei macchinari e spinta all’export;
  • Coloro che hanno intenzione di dare il via ad una start up (vedi anche Finanziamenti agevolati per Start up) o una microimpresa (di anche solo una persona);
  • Coloro che hanno intenzione di avviare microimpresa, una società o una pmi in un territorio svantaggiato o in una regione depressa economicamente;
  • Imprese (anche reti di aziende, consorzi ) che hanno bisogno di aiuti finanziari per continuare ad operare.

Tali destinatari dovranno poi possedere determinati requisiti che vengono di volta in volta esplicitati nei singoli bandi relativi a ciascun anno (come 2015, 2016, ecc) e di competenza dell’ente chiamato a decidere e approvare il relativo regolamento di assegnazione (come ad esempio l’Unione europea, lo Stato Italiano o le singole Regioni come Lazio, Sardegna, Sicilia, ecc), così come dovranno attenersi ad alcune indicazioni per poter usufruire dei prestiti a fondo perduto (vedi anche Microcredito).

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Prestiti cambializzati per protestati: come evitare tassi alti

Prestito con cambiali per protestati: 3 consigli per ridurre il tasso

Pur non essendo molto diffusi in Italia, i prestiti cambializzati possono risultare davvero utili in alcune specifiche circostanze, poiché consentono a chi non possiede determinati requisiti (come chi è senza busta paga , contratti a tempo determinato o atipico, reddito non dimostrabile, senza garanti) di poter usufruire di un credito in caso di spese o necessità impreviste.

Questo vale anche per coloro che sono stati protestati oppure risultano cattivi pagatori, soggetti che difficilmente avrebbero accesso, altrimenti, ad altre forme di credito. I prestiti cambializzati a protestati e, in generale, agli “atipici” (come lavoratori autonomi, lavoratori a progetto etc.) si saldano attraverso le cambiali e possono essere effettuati, oltre che da privati, anche da banche o finanziarie (vedi anche Prestito d’onore). Occorre però stare attenti ad evitare il rischio di incorrere in tassi troppo alti. Ecco qualche consiglio su come fare.

Non accettare qualsiasi condizione, ma scegliere con accortezza

Una situazione di emergenza o il bisogno improvviso di liquidità potrebbero condurre il richiedente ad accettare qualsiasi condizione relativa ai tassi di interesse da parte delle banche. I prestiti cambializzati a protestati, infatti, non presentano un tasso di interesse simile per ogni emittente, ma ogni banca può deciderne uno proprio.
Sarebbe bene, quindi, prima di richiedere un prestito, informarsi accuratamente (anche nel caso di proposte online, soprattutto se molto interessanti nelle condizioni, per evitare brutte sorprese) ed in seguito scegliere la banca o finanziaria con il tasso di interesse più vantaggioso.

Motivare il prestito

Una delle caratteristiche dei prestiti cambializzati è quella di non essere finalizzati, cioè di non necessitare di motivazione da parte del richiedente. Se da un lato ciò si rivela positivo dal punto di vista della privacy, soprattutto nei prestiti cambializzati a protestati e cattivi pagatori, dall’altro comporta il pagamento di un tasso di interesse più alto. In parole povere è come se la banca sottintendesse un compromesso: “Io non ti chiedo il motivo del prestito ma tu in cambio mi paghi un tasso più alto”.

Se il prestito viene motivato, il tasso di interesse invece scende talvolta anche considerevolmente. Se, ad esempio, si ha bisogno di acquistare un’automobile con cambiali, occorre specificare in un contratto proposto dal concessionario il bene o l’oggetto dell’acquisto (“automobile”) insieme con la sua finalità specifica (ad esempio: “utilizzo personale”). Fatto ciò bisogna firmare il modulo e rilasciare numero di carta di identità e codice fiscale (anche in questo caso non occorrono altri requisiti). Visto che la procedura è molto semplice, è preferibile, dunque, pensarci.

Se si ha a disposizione un garante, meglio presentarlo

Per ottenere da una banca un prestito cambializzato non è necessario presentare un garante ma può bastare anche la sola firma del richiedente (firma singola). Purché si sappia che in questo modo i tassi di interesse sul credito concesso lievitano.

Per riportarli a livelli almeno ordinari sarebbe opportuno presentare, allora, una persona assimilabile alla figura del garante. Se quest’ultimo detiene poi una situazione economica ben solida ancora meglio: la banca potrà stare al sicuro ed il tasso di interesse per il prestito verrà rivisto al ribasso.

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Prestiti INPS per dipendenti pubblici: novità 2024

Prestiti erogati dall’Inps ai dipendenti pubblici: confronto tassi

Anche per il 2020 l’INPS (Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale) mette a disposizione di tutti i dipendenti pubblici e statali in possesso dei requisiti prestiti a tassi agevolati, con liquidità proveniente direttamente dal Fondo Credito INPS o da alcuni istituti bancari in virtù di apposite convenzioni. I prestiti Inps possono essere di due tipi: Piccoli prestiti o Prestiti pluriennali. Scopriamo insieme caratteristiche e costi partendo innanzitutto dai requisiti di cui occorre essere in possesso per potervi accedere.

Indice

prestiti dipendenti inps

Requisiti

Per richiedere un prestito Inps i dipendenti pubblici o i pensionati dovranno soddisfare determinati requisiti che variano seconda della tipologia di credito di cui si vuole usufruire. Per il Piccolo Prestito i dipendenti pubblici e i pensionati devono essere iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali con regolare versamento dei contributi.

Per i Prestiti Pluriennali l’iscrizione alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali deve risalire ad almeno 4 anni prima della richiesta. Inoltre occorre essere in possesso di un contratto di lavoro a tempo indeterminato, valido ai fini pensionistici, e con un’anzianità di servizio di almeno 4 anni. Per chi dovesse invece disporre di un contratto a tempo determinato, quest’ultimo non deve avere durata inferiore ai tre anni ed il lavoratore dovrà mettere a disposizione il proprio TFR come garanzia di obbligazione. Inoltre il prestito concesso dovrà concludersi prima della scadenza del contratto lavorativo.

I dipendenti pubblici in servizio potranno presentare la domanda presso la propria amministrazione di appartenenza attraverso apposita modulistica disponibile in tutti gli uffici Inps. I dipendenti del MEF dovranno invece utilizzare la via telematica del portale NOIPA. I pensionati a loro volta devono compilare ed inoltrare la richiesta sempre online, ma dalla propria area privata del portale Inps.

Caratteristiche principali

Ciò che accomuna tra loro le varie tipologie dei prestiti Inps è il fatto che tutti presentano caratteristiche tipiche della cessione del quinto dello stipendio:

  • tasso fisso e rate mensili di importo non superiore al 20% dello stipendio netto;
  • rimborso a mezzo di trattenute in busta paga effettuate direttamente dall’amministrazione di appartenenza;
    copertura assicurativa;
  • ai fini della concessione non viene preso in considerazione il merito creditizio del richiedente e non occorrono garanti.

Rispetto ad un prestito personale, le tempistiche dei prestiti Inps tra presentazione della domanda ed erogazione del credito sono più lunghe per motivi burocratici e l’erogazione è inoltre subordinata alla disponibilità economica stabilita annualmente dal bilancio Inps per il Fondo Credito.

(Approfondimento: Prestiti per protestati e cattivi pagatori )

tassi interesse prestito

Piccolo prestito

Si tratta di un finanziamento di importo contenuto e a breve termine, utile ad esempio per alleggerire la gestione delle spese familiari degli aventi diritto. Un prestito annuale di questo tipo corrisponde all’erogazione di una mensilità media netta dello stipendio, da restituire in dodici mesi. Uno biennale corrisponde invece all’erogazione di due mensilità di stipendio da restituire in ventiquattro mesi e così via, fino al Piccolo Prestito quadriennale in 48 mesi (durata massima prevista). Occorre però sottolineare che se il dipendente pubblico o il pensionato non presenta altre trattenute sullo stipendio/pensione può richiedere anche il doppio della somma dello stipendio (in tal caso un prestito annuale ammonterebbe a due mensilità, biennale a quattro mensilità, triennale a sei). Il tasso di interesse applicato è agevolato ed è pari al 4,25% annuo. Per le spese amministrative è inoltre prevista un’aliquota dello 0,50% a cui si aggiunge il premio da versare al Fondo Rischi, il cui importo varia in base all’età del richiedente e alla durata del finanziamento, come riportato nelle apposite tabelle del Regolamento.

prestiti in banca

Prestiti Pluriennali

Si tratta di prestiti più corposi e si dividono in Diretti e Garantiti. I primi sono erogati direttamente dal Fondo Credito Inps, mentre i secondi sono erogati da banche convenzionate con l’Inps ma l’ente previdenziale li garantisce nel caso di morte del richiedente, perdita del lavoro o riduzione dello stipendio.

Per poter accedere ai Prestiti Pluriennali Diretti, oltre ad essere in possesso dei requisiti prima esposti, è necessario dimostrare il sorgere di uno stato di necessità documentabile che rientra in quelli annoverati nel suddetto Regolamento (ad esempio traslochi, lavori di manutenzione per la casa di proprietà, acquisto di un’auto, malattia). Possono avere durata quinquennale o decennale ed è prevista l’applicazione di un tasso di interesse al 3,50% più l’aliquota per spese amministrative dello 0,50% e il premio da versare al Fondo Rischi. La domanda deve essere presentata presso la propria amministrazione di competenza (o online nel caso in cui il richiedente sia un pensionato) entro e non oltre un anno dall’evento che ha determinato lo stato di necessità e occorre allegare preventivi di spesa e/o fatture oltre ad un certificato medico recente.

I Prestiti Pluriennali Garantiti, anche in questo caso quinquennali o decennali, hanno il vantaggio di poter essere richiesti anche nel caso in cui non si rientra nelle motivazioni contemplate dal Regolamento ma presentano un tasso di interesse, seppur agevolato, più alto rispetto a quello offerto dall’Inps e che varia a seconda della convenzione stipulata tra l’istituto di credito e l’ente previdenziale. Anche in questo caso la domanda va presentata presso la propria amministrazione di competenza che la inoltrerà all’istituto convenzionato.

Quest’ultimo provvederà a compilare il contratto che sarà poi esaminato dall’Inps prima di concedere la garanzia.

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Noleggio auto a lungo termine per privati e aziende: conviene?

Alternative all’acquisto dell’auto: il noleggio auto a lungo termine

Fino a poco tempo fa il noleggio auto a lungo termine rappresentava una soluzione presa in considerazione esclusivamente da liberi professionisti con partita IVA o dalle imprese con flotte aziendali. Si tratta infatti di un contratto particolarmente vantaggioso per queste categorie di utenti in quanto, oltre alla praticità gestionale ed assicurativa, permette di usufruire di tutta una serie di agevolazioni fiscali.

Negli ultimi tempi, però, si è registrato un trend in aumento per il noleggio a lungo termine da parte dei privati, anche in mancanza di agevolazioni fiscali, soprattutto nelle grandi città, come Roma e Milano. Perché? Quando tale tipologia di noleggio può convenire ad un privato rispetto al normale acquisto? Scopriamolo insieme

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Cos’è?

Il noleggio auto a lungo termine prevede l’acquisto da parte della società di noleggio dell’auto scelta dal cliente. La proprietà è interamente della società, che stipula col cliente un contratto di noleggio della vettura per una durata che comunemente va dai 16 ai 48 mesi.

In altre parole è come se si trattasse di un abbonamento ad un servizio. A fronte di un anticipo a fondo perduto (non sempre richiesto) e di un canone mensile fisso, il cliente potrà utilizzare a suo piacimento l’auto, senza dover provvedere a nulla se non al carburante e ad eventuali multe. Infatti nel canone mensile sono inclusi:

  • tutte le spese burocratiche legate all’acquisto;
  • assicurazione e gestione dei sinistri;
  • bollo;
  • manutenzione ordinaria e straordinaria;
  • soccorso stradale.

Con questa formula il cliente si libera completamente di tutte le incombenze legate alla proprietà dell’auto, in quanto interamente seguite e gestite dalla società di noleggio. Inoltre non dovrà trovarsi mai nella condizione di affrontare spese impreviste, in quanto la manutenzione ordinaria e straordinaria è già compresa nel canone, mantenendo così costante e sotto controllo l’esborso mensile relativo all’auto.

Gli unici obblighi del conducente sono:

  • riconsegnare l’auto a fine contratto in condizioni pari a quelle di consegna, pena l’addebito delle riparazioni necessarie;
  • aver percorso un numero di chilometri il più vicino possibile a quelli indicati alla stipula del noleggio. L’esubero sarà addebitato secondo le condizioni economiche presenti nel contratto.

Tra le società di car sharing che praticano il noleggio a lungo termine sono particolarmente note e diffuse Arval, Leasys, LeasePlan ed Alphabet, solo per citarne alcune.

Vantaggi per liberi professionisti e aziende

Questa tipologia di contratto risulta particolarmente vantaggiosa rispetto all’acquisto tradizionale soprattutto per chi possiede la partita IVA o per chi gestisce flotte aziendali.

Infatti se ne traggono vantaggi sia economici che operativi:

  • economici: non è necessario immobilizzare capitali per l’acquisto del veicolo e grazie al canone fisso onnicomprensivo si può ben preventivare, senza spese impreviste e brutte sorprese, l’incidere dell’auto sul bilancio aziendale. In più è possibile usufruire di agevolazioni fiscali sui canoni versati e sull’IVA, che contribuiscono a rendere il noleggio più conveniente. Inoltre non si dovranno affrontare i fastidi legati allo svalutazione dell’auto e alla rivendita dell’usato, in quanto a fine contratto l’auto torna senza alcun impegno nelle mani dell’agenzia.
  • operativi: l’azienda si libera di qualunque incombenza legata all’auto, provvede a tutto l’agenzia di noleggio, con un notevole risparmio di tempo ed energie.

Attenzione però a quantificare con precisione il chilometraggio annuale previsto, perchè una valutazione sbagliata può ridurre notevolmente la convenienza del noleggio.

Il canone mensile, infatti, dipende anche dal chilometraggio indicato: più si prevede di usare la macchina, più sale il canone. Percorrere meno chilometri significa aver speso inutilmente, percorrerne di più comporterà un addebito extra sulla differenza al momento della restituzione.

Noleggio auto a lungo termine per privati: quando conviene?

Ad esclusione delle detrazioni fiscali, tutti i vantaggi elencati per le aziende valgono anche per una clientela privata. Con il noleggio a lungo termine ci si libera degli obblighi e degli impegni legati alla proprietà di un veicolo e la rata mensile “all inclusive” rappresenta sicuramente una comodità. Ma ne vale la pena anche da un punto di vista economico? La risposta è :“dipende”, da tanti fattori.

Il noleggio a lungo termine risulta essere maggiormente conveniente per chi percorre molti chilometri all’anno, in quanto tale fattore incide molto sulla svalutazione dell’auto al momento di un’eventuale vendita. Inoltre è indicato a quegli automobilisti che amano cambiare spesso l’auto, vendendo per acquistare nuovamente, perchè col noleggio solitamente si perde meno che con la compravendita.

Se invece appartieni a quella categoria di guidatori che utilizza la macchina solo per brevi spostamenti e che preferisce cambiarla solo quando diventa necessario, allora l’acquisto tradizionale rimane la scelta più azzeccata.

Facciamo dei conti per quantificare quanto può costare il noleggio di una citycar nuova per 36 mesi e quando il noleggio conviene. Le condizioni economiche del noleggio fanno riferimento a quanto riportato sul sito Arval.

  • Per noleggiare una Nissan Micra IG 71 Acenta con un chilometraggio indicativo di 10.000 Km/anno è necessario versare un anticipo di 2.500€ e 36 rate da 238€ mensili, per un totale di 11.068€. Teniamo presente che in tale cifra è compresa l’assicurazione e il bollo per un totale di circa 4.000€.
  • simulazione leasing nissan sito arval

  • Acquistare un’identica Micra nuova costa da 15.250€ (prezzo di listino su Quattroruote). Se la si dovesse tenere per 10 anni, senza intenzione di rivenderla sul mercato dell’usato, spalmando il suo costo nel tempo ogni anno varrebbe 1.525€. Per tre anni sarebbero 4.575€ a cui aggiungere i 4.000€ circa di assicurazione e bollo. Totale: 6.100€. Rispetto agli 11.068€ del noleggio economicamente risulta più conveniente: non avremo goduto dei vantaggi del noleggio e magari avremo dovuto affrontare un esborso maggiore nei primi tre anni nel caso di un eventuale finanziamento, ma una volta estinto, nei sette anni successivi dovrei mettere in conto una spesa di circa 100€ al mese per bollo e assicurazione. E’ anche vero però che potrebbero cominciare ad essere necessarie sempre più manutenzioni straordinarie…
  • Nel caso in cui, invece, si volesse cambiare auto dopo tre anni vendendo l’usato, dopo tre anni la Micra, secondo una simulazione fatta su Autoscout24, con un pari chilometraggio di quella noleggiata, varrebbe in media 8.700€.

aimulazione svalutazione auto nissan micra da sito autoscout 24

Sarebbe costata quindi nei tre anni di utilizzo 6.550€ (svalutazione) +4.000€ di assicurazione e bollo. Totale 10.550€. Siamo lì lì con il noleggio, che a questo punto è preferibile per le innegabili comodità che offre.

Insidie nascoste

A livello pubblicitario il noleggio a lungo termine viene presentato come la formula più semplice per guidare un’auto, ed a prima vista sembra proprio così. Ma affinchè ciò sia vero bisogna prestare molta attenzione ad alcuni aspetti del contratto che si andrà a firmare, perchè potrebbe prevedere dei costi aggiuntivi o delle spese non coperte che potrebbero risultare anche piuttosto salati.

Innanzitutto bisognerà controllare attentamente che tipologia di coperture assicurative sono comprese nel canone: ad esempio se sono previste franchigie da versare in caso di sinistro con responsabilità ed a chi spetta la riparazione dell’auto in questi casi; se oltre alla Rc Auto è compresa anche la Kasko e quant’è la fee risarcitoria se prevista e così via…

Inoltre sarà opportuno prendere visione di quanto verrà addebitato in più nel caso in cui si eccedesse rispetto al chilometraggio preventivato o se al contrario è previsto un rimborso nel caso in cui si percorressero meno chilometri del previsto. Anche la notifica di una eventuale multa ricevuta ha un costo…Quindi, occhi aperti.

Opinioni

Sicuramente il noleggio a lungo termine risulta in determinati casi una validissima alternativa all’acquisto tradizionale e la sua convenienza, a mio parere, diventerà schiacciante col diffondersi anche del noleggio dell’usato, che offrirà contratti senza anticipo e canoni mensili ridotti (a partire ad esempio da 100€).

Approfondimenti: Microcredito, Leasing auto.

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Preventivo prestito – Come calcolare la rata online

Preventivo prestito – Guida alle richieste online

Iniziamo subito dicendo che la richiesta di un preventivo prestito gratuito e non impegnativo è un diritto di chiunque sia interessato a chiedere o anche solo valutare un finanziamento. Si tratta di un diritto che vale tanto nel caso di un prestito personale che di uno finalizzato. Parliamo di un documento che consente all’interessato di avere un’idea chiara e precisa del costo complessivo del finanziamento, dovendo riportare tutte le informazioni economiche necessarie, tra cui:

  • tasso di interesse sia come Tan che come Taeg;
  • totale di interessi da rimborsare a termine del piano di rimborso;
  • spese accessorie (di istruttoria o gestione pratica, incasso rid, tasso di estinzione anticipata, interessi di mora, ecc).

E’ affidabile?

Il preventivo di un prestito ha una durata, che deve essere specificata sul documento. Proprio per questo se il prestito viene richiesto e concesso entro i termini previsti dalla scadenza nel documento, deve avere le condizioni riportate in modo fedele nel preventivo stesso. E’ però necessario che il preventivo sia ufficiale e che riporti tutti i dati necessari. Per evitare che subentrino delle zone di ombra, da qualche tempo è intervenuta la Ue con una direttiva che ha introdotto il modulo SECCI. Questo rappresenta un documento standard che deve essere usato dalla banche e dalle finanziarie per fornire i dati obbligatori in una forma semplice e trasparente per il cliente.

Tale standardizzazione permette anche che differenti preventivi siano confrontabili tra loro così da scegliere la soluzione più adatta alle proprie necessità (Attenzione: non è sempre detto che la situazione migliore per la propria situazione sia anche quella economicamente più bassa). Tra i dati obbligatori ci devono essere anche:

  • il giorno nel quale avviene il calcolo del preventivo;
  • la data entro la quale le condizioni si mantengono inalterate;
  • firma o codice di identificazione dell’operatore che rilascia il preventivo stesso.

Se poi si tratta di un prestito con condizioni agevolate legate a specifiche condizioni o requisiti, oppure a tassi promozionali, devono essere riportate tutte le indicazioni sia sul tasso migliorativo o promozionale, che sulle condizioni che sarebbero applicate in assenza di tale agevolazione.Quindi oggi, facendo attenzione a ricevere un preventivo di prestito con la forma e il contenuto previsto per legge, si ottiene un documento affidabile e che fornisce le indicazioni giuste e chiare.

Online o tradizionale?

Lo sviluppo e la diffusione dei prestiti sul web, spesso disponibili anche nelle modalità al 100% online, tramite l’uso della firma digitale, ha portato allo sviluppo dei preventivi online. Tuttavia un preventivo di un prestito e un calcolo o simulazione non devono essere confusi tra di loro, cosa che può accadere quando si utilizzano dei simulatori o tool di calcolo rata online. Per comprendere quanto appena detto prendiamo ad esempio il tool di Agos, la finanziaria italo/francese che si è nel corso del tempo specializzata soprattutto nell’erogazione dei prestiti online:

Nel nostro esempio (Fonte: sito ufficiale Agos – Data: 7 gennaio 2019) abbiamo scelto di fare una ricerca su 10 mila euro di prestito personale. Come si può vedere dalla schermata successiva siamo di fronte a una pagina di simulazione.

Per ottenere il preventivo è necessario procedere alla scelta della durata per rimborsare il prestito, dalla quale dipenderanno anche i tassi Tan e Taeg applicati. Supponiamo di scegliere come durata le 60 rate. Fatto questo per poter stampare, visionare oppure scaricare il preventivo dobbiamo cliccare il pulsante rosso con scritto Visualizza e stampa SECCI.

Attenzione! Non è necessario passare per questo punto. Si può infatti procedere immediatamente alla richiesta del prestito, cliccando sul pulsante in basso a destra Richiedi Subito. Detto questo è logicamente sempre consigliato dare un’occhiata e salvare il preventivo. Nel caso del nostro esempio, il preventivo risulta con questa forma:

Questo criterio meramente esemplificativo vale comunque per qualsiasi tipo di richiesta online. Quando si tratta invece di un preventivo di prestito tradizionale, si deve esplicitamente richiedere di voler ottenere un preventivo in funzione dell’importo e della durata desiderata.

Anche nel caso di un preventivo ‘tradizionale’ fatto in filiale od attraverso un consulente non è necessario firmare nulla (è invece sempre necessaria la firma o codice di identificazione dell’operatore che rilascia il preventivo stesso). Unica eccezione la firma della privacy nel caso di un preventivo ‘nominativo’ da parte di un istituto di credito di cui non si è già clienti. Per sicurezza anche questo documento dovrà essere letto con attenzione prima di firmare.

Approfondimento: Credito al consumo.

Copia del preventivo

Rilasciare copia del preventivo di prestito, anche se si fa la richiesta a una banca o finanziaria della quale si è già clienti, è allo stesso tempo un diritto del cliente e un dovere da parte della società finanziatrice (un principio che vale tanto per Compass, Poste o grandi banche come UniCredit, Bnl, ecc). Nonostante questo spesso è il cliente che deve farne esplicita richiesta, chiedendo anche una copia conforme per se stesso.

Attenzione: si tratta comunque di una situazione regolare. Quindi se si richiede un prestito, senza farsi rilasciare il preventivo o senza averlo quindi valutato con attenzione, non ci saranno poi i margini per agire nei confronti di una banca che ha erogato un finanziamento del quale poi non si è soddisfatti. In base a quanto detto è interesse del richiedente farsi fare più preventivi, visionarli e metterli a confronto prima di prendere una decisione.

L’unica situazione irregolare si ha quando chi deve rilasciare un preventivo richiede un compenso: i preventivi devono essere gratuiti e non impegnativi. Se vengono fatte proposte differenti allora bisogna evitare accuratamente di proseguire e rivolgersi a società serie e consolidate.

Approfondimento: Prestiti personali online.

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Leasing auto: nuovo trattamento fiscale 2018

Leasing auto 2018: le novità dalla Legge di Stabilità 2016/17

Usufruire dei vantaggi di un’auto sempre nuova pagando un semplice canone, oppure decidere di riscattare quest’ultima facendola diventare la propria auto: è quello che consente di fare il leasing, particolare forma di contratto molto utile ai possessori di partita Iva o lavoratori autonomi.

Il trattamento fiscale per il 2015 prevede, secondo che l’uso del veicolo sia strumentale o meno all’attività di impresa, la deducibilità per un certo periodo di ammortamento, oppure, secondo la Legge di Stabilità 2016, super ammortamenti per l’acquisto di alcuni macchinari. Vediamo nello specifico di cosa si tratta.

Cos’ è il leasing auto

Innanzitutto bisognerà chiarire cosa si intende per leasing auto. Si tratta di una forma contrattuale che vede protagoniste tre parti:

  • l’utilizzatore, che è colui che chiede di utilizzare un certo veicolo;
  • il fornitore, che corrisponde alla casa produttrice che vende l’auto ad un singolo utilizzatore o ad una società;
  • il concedente, che acquista il veicolo dal fornitore e può concederlo in leasing, appunto (in inglese to lease vuol dire proprio affittare o noleggiare) all’utilizzatore.

Esistono due tipi di leasing: operativo e finanziario. Il primo prevede che l’utilizzatore paghi un certo canone direttamente al produttore, e di solito in questi casi, essendo le cifre più alte e comprensive dei costi di assicurazioni e manutenzioni, si può parlare di una similitudine maggiore con il noleggio.

Nel caso del leasing finanziario, invece, la società intermediaria o concedente ha tutto l’interesse a vendere successivamente l’auto all’utilizzatore, per cui fisserà un prezzo per riscattarla, scalando le rate del canone già pagate.

Se si decide di acquistare un’auto in leasing è bene comunicare immediatamente all’azienda la propria partita Iva, in modo da mettere in chiaro la destinazione strumentale ai fini del trattamento fiscale. Nella scelta delle marche delle auto, al fine di garantirne il mantenimento di un certo livello di valore una volta diventate usate, normalmente si va su quelle che hanno una migliore valutazione, come Audi, Bmw e Mercedes, dotate tutte di potere di rappresentanza e di qualità.

Trattamento fiscale: strumentalità e periodo di ammortamento

Per quanto riguarda il fisco a partire dal 1 gennaio 2014 oltre all’abolizione dell’Imposta Provinciale di Trascrizione che l’utilizzatore doveva pagare per il riscatto dei veicoli in leasing, i beni mobili, compresi quindi gli autoveicoli, sono deducibili per la metà del periodo di ammortamento se si dimostra che essi sono strumentali all’attività d’impresa (vedi anche Prestito d’onore). In caso contrario la deducibilità dei canoni diventa quadriennale.

Da sottolineare, poi, che la percentuale di deducibilità viene calcolata all’interno di un limite massimo che, nel caso delle autovetture, si aggira intorno ai 18.075,99 euro.

Interessante infine la novità che viene introdotta dalla nuova Legge di Stabilità 2016 per l’acquisto di beni mobili, anche in leasing: possibile una maxi deduzione al 140% ma solo per acquisti effettuati tra ottobre 2015 ed il 31 dicembre 2016. Quest’ultima manovra va ad integrare lo stanziamento già impiegato lo scorso anno con la Nuova Legge Sabatini per incentivare l’acquisto di macchinari e beni strumentali anche in leasing, per cui la Legge di Stabilità aveva messo a plafond 12 milioni di euro circa, contro i 31, 6 milioni di quest’anno (vedi anche Finanziamenti per start up).

Approfondimenti:

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Finanziamenti Start up: le novità 2023

Finanziamenti agevolati per start-up innovative: quali alternative nel 2023?

Per start up innovativa, così come indicato dal Ministero delle Imprese, si intende un’impresa giovane, ad alto contenuto tecnologico e con forti potenzialità di crescita.

Rientrano nella categorie di start up innovative le società:

  • costituite da non più di 5 anni;
  • con sede produttiva o filiale in Italia;
  • con un fatturato annuo inferiore ai 5 milioni di euro;
  • che non distribuiscono utili e non lo hanno mai fatto;
  • che producono e commercializzano un prodotto o servizio ad alto valore tecnologico.

Inoltre devono possedere almeno uno dei seguenti 3 requisiti soggettivi:

  • investire in Ricerca & Sviluppo;
  • impiegare personale altamente qualificato (almeno 1/3 dottori di ricerca, dottorandi o ricercatori, oppure almeno 2/3 con laurea magistrale);
  • disporre di almeno un brevetto o essere titolare di un software registrato.

Poiché tali tipologie di società sono considerate strategiche per la crescita dell’economia italiana e per la riduzione della disoccupazione, ogni anno il governo prevede una serie di agevolazioni in loro favore, per accedere alle quali le start up devono risultare iscritte per via telematica alla sezione speciale del Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio della propria provincia.

Le alternative 2023

Smart&Start Italia

L’incentivo Smart&Start Italia rappresenta un’ottima opportunità per sostenere la creazione e lo sviluppo delle startup innovative. Si tratta di un finanziamento agevolato a tasso zero (gestito da Invitalia in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico) che finanzia progetti da 100.000 euro in su, fino ad un massimo di 1,5 milioni di euro. La copertura finanziaria, senza richiesta di garanzie, può arrivare fino all’80% delle spese ammissibili o fino al 90% nel caso di startup interamente composte da donne e/o giovani sotto i 35 anni, o se uno dei soci possiede un titolo di dottore di ricerca italiano (o equivalente), lavora all’estero ma desidera rientrare in Italia.

Particolare attenzione è rivolta alle startup con sede in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, che possono beneficiare di un contributo a fondo perduto pari al 30% del prestito, consentendo loro di restituire solo il 70% dell’importo ricevuto. La restituzione del finanziamento avviene in un periodo di 10 anni a partire dal 12° mese successivo all’ultima quota di finanziamento ricevuto.

Per accedere al finanziamento le startup innovative devono presentare domanda esclusivamente online attraverso la piattaforma di Invitalia. Oltre al finanziamento, le startup innovative costituite da meno di 12 mesi possono beneficiare anche di un tutoraggio tecnico-gestionale.

Fondo di Garanzia per le PMI

Il Fondo di Garanzia per le Piccole e Medie Imprese ha lo scopo di supportare le PMI (start up innovative comprese) che incontrano difficoltà nell’accesso al credito bancario a causa di garanzie insufficienti. Questo strumento offre, infatti, la garanzia gratuita e diretta dello Stato Italiano facilitando la concessione dei finanziamenti necessari. È fondamentale notare che sulla parte garantita dal Fondo non possono essere richieste garanzie reali, assicurative o bancarie.

N.B. Il Fondo non interviene su tassi di interesse e condizioni di rimborso, aspetti lasciati in toto alla contrattazione tra le parti.

La garanzia offerta dal Fondo va richiesta in concomitanza con la presentazione della domanda di finanziamento presso una qualsiasi banca ( Unicredit, Deutsche Bank, BPER..). In alternativa, è possibile rivolgersi a un Confidi convenzionato che fornirà una garanzia iniziale per poi procedere alla richiesta della controgaranzia al Fondo.
Ad esempio, l’intervento del Fondo di Garanzia per le PMI può essere richiesto dalle start up innovative che presentano domanda per NeoImpresa di Intesa Sanpaolo, un finanziamento destinato sia alle neonate imprese che alle imprese giovani (età inferiore a 24 mesi). Nel caso di start up innovative, il finanziamento arriva a coprire fino all’80% del piano di investimento beneficiando anche di spese di istruttoria ridotte. Può essere a scelta tra tasso fisso o variabile e prevede un piano di rimborso massimo di 10 anni, comprensivo dell’eventuale periodo di preammortamento (max. 24 mesi).

CresciSI

Sempre Invitalia, attraverso la sua società Mediocredito Centrale S.p.A, eroga anche CresciSI, finanziamento a medio/lungo termine dedicato alle Startup innovative che ne fanno richiesta online sull’apposito portale https://easypmi.mcc.it/easypmi/
Il finanziamento va da un minimo di 30.000€ ad un massimo di 500.000€. E’ a tasso variabile, con una durata tra 18 e 72 mesi (compreso l’eventuale periodo di preammortamento) e prevede rate mensili o trimestrali.

Come condizione alla stipula, la start up deve disporre di mezzi propri pari almeno al 20% del piano finanziario o dell’importo del finanziamento. Inoltre, per concedere il finanziamento Banca Mediocredito Centrale deve ottenere anche l’attivazione del Fondo di Garanzia PMI sul finanziamento in questione.

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Microcredito: fondi di garanzia per le imprese

Finanziamenti agevolati per imprese: come accedere al microcredito

Con il prolungarsi del periodo di crisi economica e finanziaria, l’accesso al credito per le imprese e i professionisti è divenuto sempre più difficile.

A chi è rivolto? Durata Importo Sito di riferimento
Imprese e Professionisti con partita iva 7 anni 25.000 euro* Fondo di Garanzia – Sezione Microcredito

* In caso di erogazione frazionata il finanziamento può arrivare a 35.000 euro.

In particolar modo, quando si tratta d’imprese nascenti e il cui sviluppo è determinato da una capacità economica in divenire, l’accesso al credito diviene un elemento imprescindibile per il proseguimento delle attività imprenditoriali ma, laddove non si sia in possesso di garanzie da proporre agli istituti bancari in cambio dei finanziamenti richiesti (vedi anche Prestiti online immediati), ecco che decade qualsiasi possibilità di avviamento e sviluppo d’impresa: è la ragione primaria per cui molte piccole e medie imprese nazionali, hanno chiuso i battenti sul nascere.

Dopo un’attenta analisi avviata dal Ministero dello Sviluppo Economico (mise), relativamente il tema delle garanzie per il microcredito dedicato alle PMI, fra il 2014 e il 2015 si è pensato di integrare alla Legge di riferimento, la 662/96 che regola all’art. 2 comma 100 lettera a, l’accesso ai fondi di garanzia pubblici per le imprese, alcune semplificazioni, che troviamo all’interno del Testo Unico Bancario (TUB) e del Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze n.176 del 17/10/2014, oltre a un’ulteriore revisione realizzata nel Marzo 2015.

In questo modo, si vuole semplificare l’iter di domanda per accedere ai fondi destinati non tanto al finanziamento alle imprese, quanto al porsi di una garanzia – per le banche erogatrici dei finanziamenti – costituita da un fondo pubblico, generato per una parte da finanziamenti che provengono dal Ministero per lo Sviluppo Economico – per l’anno in corso si tratta di 30 mln di euro – e per la restante parte, da fondi versati in forma volontaria da cittadini, Enti, associazioni e società.

Le imprese che non posseggono alcun tipo di garanzia proponibile per accedere ai finanziamenti bancari (vedi anche Fido bancario), usufruiscono quindi di questo fondo, che si fa garante per le somme che vengono erogate dagli istituti bancari.

Ma quali sono i requisiti per essere ammessi al fondo di garanzia per il microcredito, confermati anche per il 2015? Vediamoli insieme.

Le imprese che presentato istanza, devono essere costituite da non più di 5 anni. Lo stesso vale per i liberi professionisti, la cui partita i.v.a. al momento della richiesta di usufruire del fondo di garanzia, non deve essere stata aperta da più di cinque anni.

Altro criterio è il numero di dipendenti: sia nel caso delle imprese come in quello dei professionisti, essi non devono superare le 5 unità. Numero che sale a 10, solo nel caso in cui i richiedenti siano società di persona, cooperative o s.r.l. semplificate.

Requisiti Patrimoniali

Per ciò che riguarda la situazione patrimoniale, i criteri sono i seguenti:

  • Attivo patrimoniale non superiore 300.000 euro
  • Ricavi lordi fino a 200.000 euro
  • Livello di indebitamento fino a 100.000 euro

In ultimo, solo per ciò che riguarda i professionisti, essi devono essere iscritti ai vari ordini professionali nazionali o, in mancanza di iscrizione all’ordine, è necessaria l’adesione alle associazioni professionali iscritte nello specifico elenco del Ministero per lo Sviluppo Economico.

Durata ed importi

Per ciò che riguarda la durata della garanzia, il limite è fissato in 7 anni e l’ammontare massimo è di 25.000 euro, salvo i casi in cui il finanziamento viene erogato attraverso il versamento rateale: in questo caso, l’ammontare massimo della garanzia, è fissato in 35.000 euro.

A chi chiedere l’ammissione al fondo di garanzia? Agli istituti bancari, agli intermediari finanziari o al confidi – consorzio di garanzia collettiva dei fidi – che espleteranno l’iter di richiesta per conto di imprese e professionisti in possesso delle caratteristiche sopra riportate.

Secondo i dati evinti da uno studio realizzato dal Ministero dello Sviluppo Economico, ad oggi oltre il 99% delle imprese e dei professionisti che hanno presentato domanda di accesso al fondo di garanzia per il microcredito , ha ottenuto accesso al credito pur non avendo alcun tipo di garanzia reale da proporre all’istituto bancario. Un successo, da non sottovalutare.

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