Prestiti protestati senza cessione del quinto: 3 consigli

3 Alternative al prestito con cessione del quinto per protestati

Fino a poco tempo fa l’iscrizione del proprio nome all’interno della liste nere dei soggetti protestati era sinonimo di totale preclusione ad ogni tipo di nuovo credito economico. La rigidità delle banche, fortunatamente, si sta muovendo verso territori più flessibili, sintomo che anche per questo tipo di clientela esista la possibilità di avanzare richieste di prestito.

La forma principale di finanziamento per protestati è la cessione del quinto: in molti casi, però, i richiedenti del prestito sono poco avvezzi a far conoscere la personale situazione economica al proprio datore di lavoro, e prediligono optare per altre tipologie di erogazione di nuova liquidità. In altre situazioni, invece, i criteri di accesso al credito, come il periodo di anzianità lavorativa, non sono soddisfatti e quindi la cessione del quinto dello stipendio non può essere attuata.

Com’è possibile, allora, per questo tipo di soggetti ottenere un prestito senza la cessione del quinto? Grazie a 3 pratici consigli tutto può essere risolto nel modo migliore.

  1. Scegliere il prestito cambializzato

    E’ una delle forme più semplici di prestito personale per protestati. I soggetti richiedenti, infatti, tramite la sottoscrizione di cambiali a garanzia, possono rimborsare, sia nel breve che nel lungo periodo, il debito residuo accordato dall’istituto. Il prestito cambializzato, inoltre, rappresenta una soluzione ideale anche per chi non possiede una busta paga. L’ammortamento del rimborso del debito avviene sempre a tasso fisso, con effetti cartacei a importo costante.

  2. Ottenere un prestito delega

    Se il rapporto con il datore di lavoro è positivo, un soggetto protestato può ottenere un prestito delega, a titolo di anticipo del proprio stipendio, per un importo che può arrivare fino al 40% della retribuzione mensile. A differenza della cessione del quinto, che non può in alcun modo superare il 20%, con il prestito delega le somme richieste possono essere notevolmente maggiori. Per questo motivo, tale forma di finanziamento è ideale per chi ha necessità di ottenere ingenti somme con breve preavviso.

  3. Presentare un garante economicamente solido

    C’è ancora un modo per i soggetti protestati per ottenere un prestito senza dover ricorrere alla cessione del quinto dello stipendio. La soluzione si chiama garante: infatti gli istituti bancari e le finanziarie sono fortemente motivate nell’erogare un prestito a chi presenta solide posizioni economiche a garanzia del debito. Un fattore, quindi, quello del garante che rappresenta la soluzione più vicina alle caratteristiche di chi ha poca dimestichezza con le cambiali ed al tempo stesso, non vuole coinvolgere il proprio datore di lavoro nelle questioni economiche private.

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Prestiti a protestati: come ottenere soldi dalla banca subito

Come richiedere un prestito per protestati: guida pratica

In Italia non ci sono leggi che precludono la possibilità di poter richiedere prestiti se si è protestati, anche in caso di autonomi, che in più hanno lo svantaggio di essere senza busta paga. Invece il fatto di accedere all’iter di richiesta con garante o senza garante può fare una grande differenza sulla fattibilità e procedibilità della domanda di finanziamento. Inoltre c’è una grande differenza anche a seconda che si rientri tra i cattivi pagatori che i protestati, specialmente quando ci si avvicina ad alcune tipologie di finanziamento ben specifiche.

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Black list e registro protesti: conseguenze e limitazioni

Come già detto essere inserito nella black list dei cattivi pagatori o dei soggetti protestati non è, di per sé, un vincolo per poter richiedere ed ottenere un prestito (vedi anche Protesto della cambiale). Nella realtà però quando si rientra nelle categorie dei cattivi pagatori o dei protestati automaticamente si viene giudicati come non affidabili, e quindi ottenere “credito” e fiducia è un’impresa molto più complicata.

Esistono, però alcune tipologie di finanziamento studiate ad hoc per le necessità di questo tipo di clienti o che risultino quanto meno accessibili.

A causa dell’inasprirsi della crisi degli anni scorsi, molte famiglie e lavoratori autonomi non sono state in grado di risarcire il debito, ma non per questo con un nuovo prestito si dovrà obbligatoriamente ripetere la medesima situazione.

Diversamente rispetto a qualche anno fa, quando gli istituti di credito non vedevano assolutamente di buon occhio le richieste di prestito da parte dei protestati, con le dovute garanzie i cattivi pagatori oggi possono avere libero accesso al credito.

La cessione del quinto dello stipendio

Nonostante un precedente protesto, non ancora decaduto o sanato, i lavoratori dipendenti a tempo indeterminato presso le aziende del settore privato o pubblico, possono richiedere un prestito tramite la cessione del quinto dello stipendio.

Unico vincolo, aver maturato un’anzianità biennale, se si parla di privato, o semestrale, in caso di assunzione nel pubblico (condizioni comunque variabili a seconda delle scelte interne delle anche o delle finanziarie). L’ottenimento del prestito sarà facilitato in quanto la trattenuta della rata avverrà direttamente dallo stipendio, che il cliente riceverà decurtato del 20%. In questo modo il garante diventa, indirettamente, il datore di lavoro che verserà materialmente la rata all’istituto di credito o alla finanziaria che ha erogato il prestito.

Si possono avere forme del tipo con garanzia da Tfr oppure no Tfr, e sono previste anche le possibilità di richiesta del rinnovo se ricorrono determinate ipotesi. Chi ha bisogno di aumentare l’importo concedibile potrà vedere di ottenere una “cessione del doppio quinto”.

Quindi anche se tecnicamente il lavoratore dipendente richiederà un prestito senza garanzie, di fatto rientra tra quelli con garanzie più che solide (stipendio e datore di lavoro), ma comunque senza garante (per la somma erogata si valuta solo lo stipendio). L’unico limite è dato dal canale di accesso dal momento che si tratta di un tipo di prestito difficilmente offerto online. Comunque si può sempre provvedere a una richiesta almeno di preventivo on line e poi decidere come procedere successivamente. Anche se la concessione della cessione del quinto non prende in considerazione la valutazione del merito creditizio, può essere rifiutata per altre ragioni differenti, quindi in caso di necessità va sempre prevista anche una soluzione alternativa di ripiego.

Delega e prestito cambializzato, le soluzioni alternative

Un’altra soluzione per ottenere in modo immediato il prestito è scegliere la formula definita delega (vedi anche Preventivo prestito con delega), molto simile alla cessione del quinto, ma diversificata per alcune importanti caratteristiche: si tratta di una richiesta che può essere rifiutata anche in funzione di una valutazione del merito; presuppone la preesistenza della cessione del quinto dello stipendio, del cui 20% va aggiungere anche il suo 20% massimo, portando la percentuale impegnata del reddito mensile ad un massimo del 40%. La legge comunque impone che la soglia massima oltre la quale non si può andare, se esistono trattenute di altro tipo (come anche pignoramenti, alimenti, ecc) è del 50%. Quindi la somma del 40% può risultare in parte ridotta ad una percentuale inferiore.

Esiste, inoltre, un’ulteriore forma di finanziamento ideale per i soggetti protestati, il prestito cambializzato. In questo caso il rimborso del debito avviene tramite effetti cambiari depositati presso l’istituto al momento dell’erogazione della somma.

Per i lavoratori autonomi, invece, che sono ovviamente senza busta paga, c’è la possibilità di accedere al prestito per protestati tramite doppia firma di un garante che si accolla la responsabilità del pagamento in caso di insolvenza del richiedente.

In tutte le diverse forme di prestito per cattivi pagatori e protestati, la soglia massima che può essere richiesta è 50 mila euro, per un tempo massimo di restituzione che non può superare i 10 anni. Nella maggior parte dei casi il tasso di interesse previsto per questo tipo di ammortamenti è fisso, anche se nel mercato è possibile trovare qualche piano variabile, soprattutto per piccoli importi.

Approfondimenti: Prestiti cambializzati tra privati.

Prestito tra privati

Se il settore bancario e finanziario può dimostrarsi e presentarsi particolarmente ostile e poco clemente nei giudizi, rimane comunque la possibilità di richiedere un prestito tra privati.

E’ consigliata la redazione di un contratto scritto (anche se tra parenti), e se è prevista l’applicazione degli interessi passivi in aggiunta al capitale da rimborsare, vanno fatte le registrazioni all’Agenzia delle Entrate e assolti i pagamenti delle imposte dovute.

Tuttavia se si applicano interessi che sono al di sotto del tasso di usura e non ci sono garanzie richieste dal finanziatore “sproporzionate” o pregiudizievoli per il richiedente, si tratta di prestiti che sono legali e che possono essere usati, rispettando criteri di trasparenza e chiarezza, senza particolari timori.

I prestiti tra privati possono essere fatti anche tramite l’uso delle cambiali. Il funzionamento e le condizioni da rispettare, oltre a quelle indicate sul contratto, prevedono anche il rispetto della compilazione delle informazioni obbligatorie, si deve stabilire prima se saranno con o senza possibilità di girata, e soprattutto bisogna fare attenzione al pagamento del bollo dovuto. Tra l’altro il suo calcolo è diventato molto semplice da quando è subentrata la forma del pagamento “virtuale” dell’imposta per lo più sostituita dalle classiche marche da bollo usate in precedenza.

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Prestiti personali online: 4 regole per evitare le truffe

Finanziamenti online sicuri: attenzione alle truffe sul web!

La proliferazione dei prestiti personali online è un fenomeno che, di anno in anno, sta aumentando a dismisura il numero degli utenti attivi. Le sempre crescenti necessità finanziarie che premono sulle famiglie, infatti, obbligano molti cittadini a dover ottenere una maggiore liquidità attraverso i prestiti personali (vedi anche Come richiedere una Carta revolving senza reddito dimostrabile): la facilità procedurale che contraddistingue l’operatività via web rappresenta un ottimo aiuto per ottenimento del finanziamento all’insegna della massima tranquillità e comodità dei consumatori (vedi anche Preventivo prestito).

Un mercato che monopolizza tanto interesse, però, è sempre molto appetibile anche per i truffatori che vogliono lucrare ed arricchirsi alle spalle dei cittadini. Questo, purtroppo, succede anche nel segmento dei prestiti on line (vedi anche Miglior prestito da 10000 euro), dove sempre più spesso si registrano casi di frode ai danni dei richiedenti.

Per dormire sonni tranquilli e garantirsi massima sicurezza dal punto di vista della sicurezza e dell’affidabilità delle transazioni è sufficiente seguire 4 semplici consigli. Scopriamo insieme quali sono.

  1. Diffidare da offerte fuori mercato
    Gli operatori in malafede cercano di attirare un maggior numero possibile di clienti tramite offerte ultra vantaggiose, spesso troppo, rispetto agli standard di mercato. Fare una comparazione dei tariffari per trovare la soluzione più conveniente è più che corretto ed è una delle attività fondamentali per risparmiare qualche centinaio di euro su spese e commissioni per chi decide di richiedere un prestito online. E’ altrettanto importante però conoscere bene il mercato per non farsi raggirare da proposte super allettanti, create ad hoc solo per attirare l’attenzione dei consumatori.
  2. Valutare la correttezza dell’italiano
    I siti che propongono prestiti online devono essere valutati attentamente dai richiedenti. Sono da scartare categoricamente le offerte web proposte in un italiano scorretto, magari tradotte attraverso software automatici. Una società sicura ed affidabile, infatti, non andrebbe mai sul mercato con un portale poco curato.
  3. Evitare le proposte private su Facebook
    Negli ultimi mesi le offerte private su Facebook stanno aumentando: da cifre minime ad importi altissimi, oltre 700 mila euro, in nessun caso gli operatori che gestiscono le attività esclusivamente attraverso una pagina social devono ottenere la fiducia dei clienti. Facebook e più in generale i social network, fungono da ottimo strumento di marketing, e non da tavolo di trattativa. Non cadete nella trappola.
  4. Mai inviare somme di denaro prima dell’erogazione del prestito
    Il fine ultimo dei raggiri è quello di guadagnare denaro da chi, invece, proprio perché richiede un prestito, ne avrebbe un assoluto bisogno (vedi anche Ho bisogno di soldi urgentemente). La truffa avviene in questo modo: le pseudo finanziarie subordinano l’attivazione del prestito all’invio di una somma da parte del cliente; una volta effettuato il pagamento l’offerente sparisce nel nulla. Mai, quindi, inviare denaro prima che il prestito non sia stato effettivamente erogato.

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Prestiti personali: 4 consigli per trovare il meno caro

Come richiedere un finanziamento personale: guida pratica

La richiesta dei prestiti personali ha il grande vantaggio di non prevedere la presentazione di documenti o giustificativi legati alla spesa. Infatti sono il sistema più usato. Per far fronte ad un periodo poco fortunato sotto il profilo economico e dormire sonni tranquilli. Infatti sono ricercati soprattutto in caso di imprevisti per i quali l’esborso monetario non può essere in alcun modo posticipato, come per i guasti agli elettrodomestici o all’autovettura. . In tutti questi casi, o semplicemente quando si vuole un serbatoio di nuova liquidità i prestiti personali rappresentano rappresenta una delle soluzioni più efficaci ed efficienti per ottenere la liquidità necessaria e superare le difficoltà (vedi anche Prestito online senza busta paga).

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Con o senza conto corrente?

Le banche possono decidere di consentire l’accesso ad alcuni tipi di prestito solamente ai propri clienti, che siano titolari di un conto corrente. Questa scelta diventa obbligatoria ad esempio per prodotti come Credit Express Easy di Unicredit, poiché il funzionamento che mette a disposizione il finanziamento in modo istantanea. presuppone una pre-verifica antecedente alla richiesta stessa. Ciò non toglie che la maggioranza dei prestiti personali CreditExpress è senza conto corrente, e parliamo sempre di prodotti concessi da Unicredit. Quindi non c’è una regola generale: alcune banche concedono prestiti personali tranquillamente anche a chi non è correntista, altri solo ai propri clienti, ed altri fanno un discorso misto.

Cerchi un prestito? Scegli il più conveniente in base all’importo

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Come trovare e chiedere il miglior prestito personale per te?

Perché la scelta sia ottimizzata al massimo, però è bene conoscere il mercato dei prestiti, informandosi su quali siano le opzioni migliori sia sul fronte dei costi di accensione, che degli oneri da sostenere durante l’ammortamento.

In alcuni casi si avranno tassi promozionali, in altri l’azzeramento dei costi di istruttoria, ma soprattutto si devono considerare le spese di incasso delle rid. Spesso le banche per scoraggiare il rimborso poco “certo” e assolutamente fuori controllo di un proprio prestito, perché il pagamento è “esterno”, può applicare delle spese di incasso rid molto elevate, nell’ordine di 5 o 6 euro. Specialmente di fronte a prestiti personali di importo ridotto (come un tipico piccolo prestito), l’incidenza del costo fisso dell’incasso della rata rende di fatto il tipo di finanziamento poco conveniente dal punto di vista economico. A volte questo problema si risolve aprendo il conto corrente se questo è a zero spese, o comunque con un costo almeno pari alla metà della somma totale delle spese di incasso che si dovrebbero pagare in un anno.

Consigli pratici su come scegliere il finanziamento più conveniente

Seguendo 4 semplici consigli sarà possibile trovare il meno caro e quindi la soluzione l’ideale per soddisfare anche le necessità più complesse.

  1. Verificare il Tasso Annuo Nominale
    Si deve fare grande attenzione soprattutto se si tratta di un’offerta promozionale per capire quali sono le condizioni obbligatorie da rispettare per poterne beneficiare (tempi, modalità, ecc). Comunque in generale la prima regola da seguire per ottenere il finanziamento più vantaggioso è valutare il TAN. Il Tasso Annuo Nominale, infatti è l’indicatore dell’interesse al quale rimborsare il finanziamento: più basso è il TAN, quindi ed inferiore sarà l’importo delle rate mensili e, di conseguenza, l’ammontare complessivo da restituire all’istituto di credito (sia che si tratti di un istituto di credito come Bnl o una Finanziaria come Agos, oppure di uno dei prestiti personali online offerti da Findomestic, WeBank, ecc). Scegliere basandosi solo sul TAN, però, non è sufficiente per ottenere la migliore offerta disponibile sul mercato.
  2. Considerare le spese aggiuntive
    Molto spesso gli istituti di credito condiscono i contratti dei prestiti personali con spese accessorie, non legate direttamente al rimborso del capitale. Tra le più utilizzate vi sono le spese di istruttoria, di incasso rata e di chiusura rapporto che gonfiano l’importo totale da sostenere. E’ importante, quindi, valutare con attenzione anche il TAEG, che riassume il valore percentuale il TAN e l’ammontare delle spese aggiuntive. Un’altra voce da tenere sotto controllo è quella del tasso di mora in caso di ritardato o mancato pagamento. Si tratta di una ‘informazione molto utile per arrivare a determinare se il prestito usa e applica tassi che rimangono all’interno oppure che superano la soglia dell’usura.
  3. Assicurazione, quanto mi costi?
    Non parliamo certo del caso della cessione del quinto che pur rientrando nei prestiti personali prevede anche la stipula obbligatoria di un’assicurazione cpi. Molti istituti di credito, per tutelarsi maggiormente dal rischio di insolvenza dei clienti, per le altre tipologie di prestito personale dove la copertura assicurativa rimane facoltativa, tendono a vincolare l’erogazione dei prestiti alla sottoscrizione di una polizza assicurativa. E’ importante, quindi, valutare i costi della pratica, ma anche i benefici di un’eventuale assicurazione accessoria: nonostante, infatti, la spesa complessiva cresca, la polizza è anche un paracadute importante per restituire le rate con la massima tranquillità in caso si verifichino eventi avversi come infortuni o perdita del lavoro. Ovviamente ci si deve accertare che il tipo di copertura proposta sia fruibile vista la situazione dello stipulante (tipo di attività svolta, modalità di rimborso, ecc).
  4. Con un garante un tasso inferiore è più probabile
    La presenza di un garante che si accolla, attraverso una fideiussione, il mancato pagamento delle rate è un fattore sempre positivo per le finanziarie che erogano un prestito personale. La probabilità di riavere, senza intoppi, tutti i soldi secondo le modalità e i tempi stabiliti, infatti, sarà maggiore: questa leva contrattuale può giocare un ruolo fondamentale nella trattativa delle condizioni dal contratto, che potrebbero limarsi verso il basso, per un concreto risparmio per il cliente.

Conclusioni

Tutti questi consigli però saranno realmente utili solo se ci si rende conto e si conoscano bene i diritti che un consumatore ha. Quindi oltre ad essere bene informati, bisogna soprattutto conoscere le caratteristiche fondamentali che deve avere un preventivo sia sul prestito che sulla componente assicurativa.

Tutto questo dando per scontato che si sia consapevoli dell’importanza di richiedere almeno due o tre preventivi da confrontare, e ricordando che una banca può subordinare la concessione di un prestito alla stipula di un’assicurazione ma non può imporre una scelta particolare, lasciando libertà totale di scelta al richiedente. Compresi diritti e doveri, sicuramente trovare il prodotto migliore per se stessi non sarà più complicato.

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Cessione del quinto Inpdap: come calcolare la quota cedibile

Cessione del quinto INPDAP: tutto ciò che c’è da sapere

Ad onor del vero oggigiorno l’INPDAP (Istituto Nazionale Previdenza per i Dipendenti Pubblici) non esiste più, in quanto nel 2011 il “Decreto Salva Italia” del governo Monti, al fine di ridurre la spesa pubblica, ha soppresso l’ente facendone confluire servizi di previdenza e prestazioni creditizie e sociali nell’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale). Dunque

tutte le prestazioni creditizie in passato offerte dall’INPDAP in realtà esistono ancora, ma adesso prendono il nome di INPS (ex- INPDAP).

Ciò è valido anche per la cessione del quinto della pensione.

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Caratteristiche principali

frazione un quinto

Tutti i pensionati pubblici o privati possono accedere al credito attraverso la cosiddetta cessione del quinto della pensione, facendone richiesta presso gli istituti bancari o le finanziarie che la prevedono nel loro catalogo. Pur rientrando nella categoria dei prestiti personali, la cessione presenta caratteristiche a sé stanti, grazie alle quali risulta accessibile anche ai cattivi pagatori segnalati in passato al Crif. Queste le caratteristiche principali:

  • il finanziamento è a tasso fisso;
  • la durata massima del finanziamento è di 10 anni (120 mesi);
  • l’importo della rata mensile non può superare il 20% della pensione percepita, al netto di ritenute fiscali e previdenziali;
  • le rate mensili, tutte uguali tra loro, vengono direttamente trattenute in busta paga dall’INPS, che provvede in prima persona a versarle all’ente creditore;
  • per legge è obbligatorio affiancare alla cessione una copertura assicurativa che provveda al rimborso del debito residuo in caso di premorienza del debitore;
  • non sono richieste garanzie aggiuntive all’infuori della pensione e non viene preso in considerazione il merito creditizio.

Importo massimo e quota cedibile

disegno di denaro e di un grafico a torta

L’importo massimo a cui si può accedere dipende dall’entità della pensione netta percepita e quindi dalla quota cedibile e dalla durata che si sceglie. Per quantificare la somma erogabile è dunque indispensabile individuare con precisione la propria quota cedibile, ricordando che non tutte le pensioni percepite concorrono a tale calcolo. Infatti risultano non cedibili:

  • i trattamenti di invalidità civile;
  • l’accompagnamento per inabilità;
  • gli assegni al nucleo familiare;
  • gli assegni di sostegno al reddito;
  • le pensioni e gli assegni sociali.

Nel calcolo della quota cedibile va anche considerato che per legge a ciascun pensionato deve sempre essere garantita la pensione minima, il cui importo ogni anno è stabilito da una legge dell’AGO (Assicurazione Generale Obbligatoria). Per il 2020 l’importo della pensione minima è stato fissato a 515,07€. Il che vuol dire che, sottraendo dalla pensione netta il 20% previsto da un eventuale rimborso di cessione, se si scende sotto tale soglia la quota cedibile dovrà essere ridotta al fine di garantire la pensione minima che permetta al pensionato di vivere in maniera dignitosa.

E’ l’INPS l’ente deputato ad effettuare tale calcolo e ne fornisce comunicazione su richiesta del pensionato.

Quindi, nel caso in cui un pensionato presenti ad esempio una pensione netta di 690€, la sua quota cedibile sarà pari a 138€ (importo rimanente 552€, quindi pensione minima garantita). Considerando che la massima durata consentita è di 120 mesi, l’importo massimo rimborsabile (comprensivo di interessi e premio assicurativo) è di 16.560€. Con l’aumentare della quota cedibile, mantenendo costante la durata, aumenterà anche l’importo massimo rimborsabile e viceversa.

Costi e convenzioni

disegno di monete e punto interrogativo

Per quantificare i costi di una cessione del quinto INPS e scegliere al meglio quella al momento più vantaggiosa in base alle proprie esigenze è opportuno recarsi presso diversi istituti bancari e finanziarie richiedendo preventivi personalizzati, in modo tale da poter poi, a parità di durata, confrontare tra loro i TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale) offerti: è quest’ultimo infatti, ancor più del TAN, il valore che meglio rappresenta il costo totale dell’operazione, spese accessorie incluse.

Ogni istituto offrirà condizioni economiche differenti a seconda delle proprie politiche interne, ma rivolgendosi presso le banche o finanziarie che hanno stipulato specifiche convenzioni con l’INPS per l’anno in corso è probabile riuscire a spuntare tassi agevolati più convenienti.

Per conoscere le convenzioni in atto è opportuno consultare l’apposito elenco, costantemente aggiornato, presente sul portale INPS.

Anche se i tassi applicati variano da istituto ad istituto, anche in base all’entità dell’importo richiesto ed all’età del richiedente, dovranno comunque essere in linea con i tassi medi calcolati e diffusi ogni trimestre dal Ministero dell’Economia. Sullo stesso dispaccio ministeriale è possibile individuare in apposite tabelle anche i tassi soglia oltre i quali si cade nell’usura (valori stabiliti per il 2°trimestre 2020).
Comunque durante la fase di istruttoria saranno effettuati dall’INPS controlli sui tassi applicati, sul rispetto della quota cedibile e sulla correttezza legale del contratto al fine di tutelare il pensionato da eventuali truffe e raggiri.

Modalità di richiesta

disegno di modulo e punto interrogativo

Dopo aver valutato con attenzione i vari preventivi ed effettuato la sua scelta, il pensionato dovrà recarsi presso la banca in questione fornendo i seguenti documenti, in realtà già presentati al momento della richiesta di un preventivo personalizzato:

  • documento d’identità valido;
  • codice fiscale o tessera sanitaria;
  • cedolino della pensione;
  • comunicazione di cedibilità (da richiedere personalmente presso una sede INPS).

Nel caso in cui ci si rivolga ad un istituto convenzionato, la comunicazione di cedibilità potrà essere reperita direttamente dal consulente bancario per via telematica e l’intera procedura sarà più snella proprio in virtù della convenzione in atto. Dopo alcuni giorni, se il finanziamento non trova ostacoli, l’ente erogante riceverà dall’INPS l’ok a procedere e accrediterà l’importo pattuito sul c/c sul quale il pensionato riceve abitualmente la pensione.

Estinzione anticipata, rinnovo, delega di pagamento

Il pensionato ha in qualunque momento la possibilità di estinguere anticipatamente il debito contratto con la cessione del quinto INPS, versando all’ente creditore una penale:

  • pari allo 0,5% dell’importo rimborsato anticipatamente se la vita residua della cessione è inferiore ad un anno;
  • pari all’1% del rimborso anticipato se la durata residua è superiore ad un anno.

Il pensionato avrà altresì diritto al rimborso degli interessi non maturati e delle quote commissioni e assicurativa non godute. Se si dovessero riscontrare irregolarità in tali rimborsi, si potrà esporre reclamo alla banca coinvolta tramita raccomandata con ricevuta di ritorno e, se non se ne viene a capo, si potrà presentare ricorso all’ABF (Arbitro Bancario Finanziario).

Può capitare al contrario di aver bisogno di ulteriore liquidità mentre si ha già in atto una cessione del quinto. In tal caso è possibile procedere ad un rinnovo della cessione, ovvero un’operazione bancaria che consiste nell’accensione di una nuova cessione con la quale andare ad estinguere la vecchia ottenendo ulteriore liquidità. Affinchè tale operazione sia conveniente occorre però che il Taeg della nuova cessione sia più vantaggioso della precedente.

Per poter richiedere il rinnovo della cessione in atto è necessario averne rimborsato almeno i ⅖, ovvero ad esempio nel caso di una cessione con durata di 60 mesi occorre aver rimborsato almeno le prime 24 rate. E’ possibile rinnovare una cessione prima di tale soglia temporale solo nel caso in cui se ne accenda una nuova di 120 mesi.

Infine ai pensionati, sempre al fine di tutelare la pensione minima, non è consentito accedere ad importi maggiori accostando alla cessione anche un prestito con delega di pagamento.

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Cessione del quinto INPS: scopri le banche in convenzione

Cessione del quinto INPS: cos’è e come richiederlo

logo inps

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Cos’è la cessione del quinto INPS?

rappresentazione grafica della quinta parte della pensione

I pensionati INPS possono accedere ad una particolare forma di finanziamento che gode di condizioni e tassi di interesse agevolati: la cessione del quinto della pensione.

Si tratta di un finanziamento che non richiede alcuna motivazione e che si differenzia dal classico prestito personale sotto diversi aspetti:

  • la rata mensile non può superare per legge il quinto della pensione al netto di ritenute fiscali e previdenziali (nel prestito personale invece non c’è alcun limite prefissato e l’importo viene stabilito in base alle esigenze del richiedente);
  • durata massima 120 mesi;
  • il rimborso avviene mensilmente attraverso comoda trattenuta nel cedolino della pensione, mentre nel prestito personale le rate sono molte volte addebitate sul conto corrente del beneficiario;
  • non occorre garante con la cessione del quinto (la garanzia è proprio la pensione), mentre può essere richiesto per un prestito personale;
  • a differenza del prestito personale, è una forma di finanziamento accessibile anche a coloro che in passato sono stati segnalati agli organi competenti come cattivi pagatori. Rientra quindi in quella serie di attività sviluppate per favorire l’inclusione finanziaria di quei soggetti che altrimenti avrebbero difficoltà ad accedere al credito;
  • per legge è obbligatoria una polizza assicurativa, in modo tale che, in caso di morte anticipata rispetto alla scadenza del finanziamento, il debito viene risarcito dall’assicurazione e non ricade sugli eredi. Nel prestito personale la polizza è invece il più delle volte facoltativa.

Proprio in virtù di tali caratteristiche, la cessione del quinto è considerata dagli istituti di credito come una forma di finanziamento a basso rischio, in quanto è l’INPS stessa a trattenere dal cedolino della pensione l’importo della rata mensile ed a versarlo all’istituto creditore. Tale certezza di rimborso futuro invoglia quindi le banche a stipulare convenzioni con l’istituto di previdenza offrendo tassi di interesse solitamente più bassi rispetto a quelli di mercato.

(Approfondimento: Polizza CPI)

Quali pensioni accedono alla cessione del quinto?

Attenzione: non tutte le pensioni sono cedibili, cioè non tutte possono cumularsi tra loro per il calcolo della rata massima sostenibile.

Ad esempio sono esclusi:

  • gli assegni familiari;
  • gli assegni per l’assistenza a pensionati disabili;
  • invalidità civili;
  • pensioni e assegni sociali;
  • assegni di sostegno al reddito.

Come si calcola la quota cedibile?

punti di domanda

Come ho accennato prima, per legge la rata di tale finanziamento non può superare il quinto della pensione percepita, al netto di trattenute fiscali e previdenziali, e ciò che resta della pensione al netto della rata non può essere inferiore alla pensione minima di anno in anno stabilita dall’AGO (Assicurazione Generale Obbligatoria). Ad esempio nel 2019 tale limite è fissato a 513,01€. Se sottraendo dalla pensione il quinto cedibile si scende al di sotto di tale soglia, la rata dovrà essere ridotta in modo da rimanere nei limiti della pensione minima.
Facciamo un paio di esempi per meglio capire come funziona.

Caso 1

pensione lorda 1.000€
pensione al netto di trattenute 880€
quinto della pensione 176€
quanto rimarrebbe della pensione 704€
pensione minima 513.01€
eccedenza 0€
quota cedibile 176€

Nel caso sopra riportato in tabella la pensione esempio di 1.000€, al netto di trattenute fiscali, previdenziali e del quinto dello stipendio, risulta comunque superiore alla pensione minima di 513,01€, quindi può tranquillamente esserne ceduta per intero la quinta parte.

Caso 2

pensione lorda 700€
pensione al netto di trattenute 620€
quinto della pensione 124€
quanto rimarrebbe della pensione 496€
pensione minima 513.01€
eccedenza -17,01€
quota cedibile 106,99€

In questo secondo caso, invece, sottraendo dalla pensione netta il quinto dello stipendio, ciò che rimane è al di sotto dei 513,01€. Non si potrà quindi impegnare per intero il quinto della pensione, ma solo una parte.

Poichè dunque la rata sostenibile varia da pensionato a pensionato, l’importo massimo richiedibile non è uguale per tutti, ma è strettamente legato all’entità della propria pensione e alla durata massima di 120 mesi. Quindi, tornando agli esempi sopra analizzati, nel caso 1 l’importo massimo che potrà essere restituito (comprensivo di interessi e polizza assicurativa) è di 21.120€, nel secondo si arriva invece ad un massimo di 12.120€.

Qual è il tasso di interesse applicato?

segno di percentuale sotto lente d'ingrandimento

Ogni istituto di credito che stipula una convenzione con l’INPS offre al pensionato convenzionato un tasso di interesse solitamente più vantaggioso rispetto a quello che la stessa banca applica ad altre categorie di clienti. Tale tasso agevolato, però, cambia da banca in banca.

E’ opportuno quindi fare qualche preventivo di cessione del quinto in più per individuare chi offre le condizioni migliori.

Comunque ogni trimestre sul portale INPS viene pubblicata una tabella in cui si riporta il valore dei tassi massimi da applicarsi nel suddetto periodo sulle cessioni del quinto. Tali valori si basano sul decreto del medesimo trimestre pubblicato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze in cui sono riportati i tassi effettivi globali medi (TEGM) praticati dalle banche e finanziarie nel periodo di riferimento.

Ci sono limiti d’età?

Per quanto riguarda i limiti di età, questi variano da banca a banca, ma per lo più il limite massimo si aggira intorno ai 79 anni alla richiesta e max 85 alla scadenza del finanziamento.

Come richiedere la cessione del quinto?

immagine di documento e punto interrogativo

Richiedere la cessione del quinto della pensione presso banche e finanziarie convenzionate INPS non solo assicura al pensionato condizioni economiche più vantaggiose rispetto a quelle di mercato, ma accelera anche i tempi di erogazione, in quanto l’iter di istruttoria e gestione pratica è semplificata in virtù della convenzione in atto.

Ad esempio, normalmente il pensionato dovrebbe preventivamente recarsi presso una sede INPS per fare richiesta della comunicazione di cedibilità della pensione, un documento che attesta quanta parte della pensione può essere ceduta in funzione della cessione del quinto.

Negli istituti convenzionati tale documentazione sarà scaricata direttamente online dall’operatore che seguirà la pratica, così come anche la notifica e l’acquisizione del benestare da parte dell’INPS avverranno per via telematica. Gli unici documenti che il pensionato dovrà fornire sono:

  • documento d’identità valido;
  • codice fiscale o tessera sanitaria;
  • cedolino della pensione.

E se il richiedente in passato ha avuto problemi di solvibilità o pignoramenti, ciò non comporta un ostacolo, in quanto per tale tipologia di finanziamento non si effettua la valutazione creditizia tipica dei prestiti personali, ma vengono presi in considerazione esclusivamente i requisiti legati all’età del richiedente e all’importo della pensione INPS percepita.

Se il pensionato necessitasse di ulteriore liquidità, potrà richiedere un rinnovo della cessione dopo aver regolarmente rimborsato almeno i ⅖ della durata della cessione (ad esempio, per un finanziamento di 120 mesi si potrà richiedere un rinnovo dopo almeno 48 rate pagate).

Rinnovare la cessione, in pratica, consiste nell’accendere un secondo prestito (durata obbligatoria di 120 mesi) ottenendo nuova liquidità che in parte andrà ad estinguere la precedente cessione, con il recupero degli interessi e del premio assicurativo non goduti.

Al momento di valutare se l’operazione può convenire o meno è sempre importante confrontare il TAEG della cessione in corso e di quella che si otterrebbe con il rinnovo.

Quali sono le banche convenzionate?

Sono numerosi gli istituti di credito convenzionati con l’INPS. Per citarne alcuni: Agos Ducato, Compass, Intesa SanPaolo, Unicredit.
Per l’elenco completo e aggiornato rimando alla pagina ufficiale.

loghi banche in convenzione

Ci sono alternative?

La cessione del quinto della pensione è una delle forme di finanziamento più diffusa con la quale il pensionato può aver accesso a nuova liquidità. Non è però l’unica soluzione a sua disposizione. Infatti, se il pensionato in questione risulta iscritto alla Gestione Unitaria delle Prestazioni Creditizie e Sociali può fare richiesta di un prestito pluriennale inpdapdiretto, erogato direttamente dall’INPS attraverso il Fondo Credito alimentato ogni anno dalle aliquote contributive versate da tutti gli iscritti (dipendenti pubblici e pensionati).

Si tratta di finanziamenti che presentano tutte le caratteristiche tipiche della cessione del quinto (rata che non può superare il 20% della pensione netta, rimborso attraverso trattenuta nel cedolino della pensione, assicurazione sulla vita obbligatoria) ma che possono avere durata quinquennale o decennale e che possono essere richiesti esclusivamente per motivazioni strettamente regolamentate e opportunamente documentate.

Per tutte le informazioni a riguardo rimando al Regolamento Ufficiale

Tale soluzione potrebbe risultare vantaggiosa, in quanto i tassi applicati (TAN 3,50%) sono bassi, ma richiedono tempi lunghi perchè vanno stilate graduatorie tra tutti i richiedenti e gli importi sono erogati in base alla liquidità di cui dispone il Fondo Credito di anno in anno. Quindi è una soluzione vantaggiosa e praticabile solo nel caso in cui il pensionato in questiona possa effettivamente attendere le tempistiche più lunghe, se cioè non debba affrontare urgenze impellenti.

E per i dipendenti pubblici?

dipendenti pubblici

I prestiti diretti pluriennali INPS di cui ho parlato prima possono essere richiesti anche dai dipendenti pubblici e statali (dipendenti delle Poste compresi) con un’anzianità di servizio di almeno 4 anni ed altrettanti anni di contributi versati alla Gestione Unitaria delle Prestazioni Creditizie e Sociali. Sono richiedibili, inoltre, anche dagli iscritti d’ufficio alla Gestione Assistenza Magistrale.

Valgono gli stessi criteri, le stesse modalità e le medesime limitazioni previste per i pensionati. Entrambe le tipologie di prestiti diretti possono essere rinnovate:

  • dopo 2 anni i quinquennali;
  • dopo 4 anni i decennali.

Gli istituti di credito, inoltre, offrono anche ai dipendenti pubblici e statali o ai dipendenti privati la possibilità di accedere alla cessione del quinto dello stipendio. In tal caso non è l’INPS a garantire per il richiedente, ma l’amministrazione pubblica o il datore di lavoro da cui si è stipendiati, che provvederà a trattenere la quota dovuta e a versarla presso la banca creditrice.

Anche in questo caso la durata massima è di 120 mesi e la rata non può superare il 20% dello stipendio. Sempre obbligatoria la copertura assicurativa, che nel caso dei dipendenti deve riguardare non solo la vita, come per i pensionati, ma anche l’impiego. I tassi non sono competitivi come quelli offerti dall’INPS, ma c’è il vantaggio di non dover rientrare in casistiche motivazionali di alcun tipo per accedere al prestito: non sono richieste giustificazioni al fine di ottenere la cessione.

I documenti da presentare alla banca sono:

  • documento d’identità valido;
  • codice fiscale;
  • documento che attesti lo stato di servizio e lo stipendio;
  • ultima busta paga o Modello CUD.

Ovviamente è preferibile possedere un contratto di lavoro a tempo indeterminato, ma è possibile ottenere la cessione del quinto dello stipendio anche se il contratto è a tempo determinato. In questo caso il finanziamento dovrà terminare prima della scadenza del contratto lavorativo.

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Carta revolving senza busta paga| Come averla online subito

Come ottenere una carta di credito revolving senza busta paga

Ottenere una carta revolving senza busta paga non è così difficile come si potrebbe immaginare. Lo strumento finanziario di ultima generazione, offerto da numerosi istituti bancarie finanziari, che garantisce il rimborso delle somme spese in modo rateale, infatti, può essere richiesto, qualora non si disponga di un reddito da lavoro dipendente, rientrando all’interno di alcune caratteristiche imposte dagli enti erogatori del servizio.

Ciascuno di essi presenta parametri specifici che vengono applicati per fornire le carte revolving senza busta paga: tuttavia è possibile sintetizzare ciò che è necessario avere per ottenere una carta di credito con funzione revolving in 3 macro condizioni.

Aver raggiunto, innanzitutto, la maggiore età; essere, quindi, residente in Italia, ed infine, molto importante per chi non è in possesso di una busta paga, dimostrare, anche senza un documento lavorativo, una situazione reddituale solida.

Le banche e le società finanziarie, quindi, non impongono la presentazione delle ultime mensilità o del CUD, ma accettano una qualsiasi dimostrazione di floridità patrimoniale, anche immobilizzata. Alcune banche come Unicredit e Mediobanca, tramite Compass, ad esempio non creano problemi a coloro che hanno pac attivi od investimenti in generale presso di loro. Per altre banche basta che al momento della richiesta della carta di credito sul conto ci sia una certa liquidità.

Ottenere subito online una carta revolving

Generalmente chi richiede questo tipo di servizio ha la necessità di dover sostenere spese improvvise o di fronteggiare un momento di difficoltà economica, tramite un anticipo di credito da rimborsare in comode rate (vedi anche Prestiti personali senza busta paga).

Gli istituti, nella stragrande maggioranza dei casi, propongono carte revolving con plafond che oscillano tra i 2.000 ed i 5.000 euro, da poter utilizzare subito. I portali che garantiscono l’attivazione immediata della carta sono numerosi: basta compilare il form con i dati anagrafici, inviare online le copie relative ai documenti d’identità e in pochissimo tempo l’emissione della carta diventerà realtà. Ma non è tutto: infatti, per ottenere in modo ancora più rapido la carta revolving è necessario fornire un numero IBAN di conto corrente, utile alle società di erogazione per inviare i RID mensili di pagamento con il quale rimborsare le rate.

Nelle situazioni più complicate dal punto di vista economico, le finanziarie premono per avere anche l’avvallo di un garante, che sia responsabile in caso di mancato rimborso da parte del richiedente.

Come si può utilizzare una carta revolving

Una volta inoltrata richiesta all’istituto competente, la carta revolving viene recapitata all’indirizzo di domicilio indicato in fare di invio della domanda. Il plafond disponibile può essere speso anche in un’unica soluzione: a questo punto sarà necessario attendere il pagamento delle rate per poter avere a disposizione ancora una parte di liquidità da spendere. Infatti la carta revolving, ogni mese, si ricarica della quota capitale versata, al netto degli interessi.

L’emissione della carta di credito è soggetta alla valutazione da parte della Banca del merito di credito del Cliente.

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Prestiti veloci: 4 motivi per scegliere i finanziamenti online

Finanziamenti veloci online: guida alla richiesta dei prestiti a distanza

I prestiti veloci stanno spuntando con un maggiore dinamismo nelle sezioni che le banche e gli istituti di credito in generale riservano ai “finanziamenti”. Infatti in un periodo di difficoltà economica come quello che sta attraversando il nostro Paese, unito alla crisi del lavoro ed alla crescita del tasso di disoccupazione, sapere di poter fare affidamento su un prestito veloce può essere di grande aiuto per sostenere, nel breve periodo, le spese e le incombenti scadenze che, sempre di più, mettono a dura prova la capacità finanziaria delle famiglie.

Sono davvero facili da ottenere anche senza garanzie?

Gli istituti di credito e le società di erogazione finanziaria spesso però impongono rigidi vincoli ai richiedenti (vedi anche Carte revolving senza reddito dimostrabile), costretti a far fronte a numerosi garanzie per ottenere i fondi, con il risultato che le lungaggini burocratiche rendono annoso tutto il processo. Attraverso l’utilizzo della rete tutte queste problematiche possono essere agilmente superate, grazie ai numerosi prestiti online che rappresentano una soluzione pratica e veloce per chi ha la necessità di ottenere una maggiore liquidità in poco tempo.

Questa mancanza di un legame privilegiato tra la territorialità e le possibili vie di accesso (che avvantaggerebbe chi vive in grandi città come Roma, Milano, Napoli, ecc), costituisce un benefit che può essere ulteriormente aumentato dalla concreta e fattiva possibilità di poter ottenere prestiti veloci con ottime condizioni economiche. Un plus di cui possono avere un beneficio anche i protestati e i soggetti che incontrano maggiori difficoltà nell’ottenere un finanziamento.

Vantaggi delle richieste online

Sono 4 i principali vantaggi che fanno preferire la scelta di un prestito online rispetto alle tradizionali richieste in filiale.

  1. Comodità nella richiesta
    Rimanendo dietro alla tastiera del proprio pc a lavoro oppure a casa, si possono richiedere vari preventivi in una manciata di secondi. Questi possono essere confrontati in modo molto semplice tra di loro, aumentando le possibilità di trovare non solo dei prestiti veloci (quindi in tempi molto ridotti), ma anche con tassi più bassi della media. Si deve tener ben presente che effettuare una richiesta di prestito online rappresenta il modo più comodo e pratico per ottenere un finanziamento in modo veloce, ma ciò non significa che si possa procedere senza garanzie: all’atto pratico si dovrà dare prova del possesso di un reddito idoneo a coprire il pagamento delle rate mensili, che potrà essere personale oppure offerto tramite un garante o un coobbligato. Ciò che rimane fondamentale è che a casa, seduti in poltrona, comodamente davanti al proprio pc, in pochi click le procedure sono evase: nessuna coda e tempo perso per recarsi in filiale, ma solo qualche minuto per compilare i canonici form anagrafici ed il gioco è fatto. La forma più usata è quella dei piccoli prestiti, ma si possono ottenere in tempi rapidi anche somme più cospicue. Inoltre si tratta di una soluzione adatta a tutti, dipendenti o autonomi.
  2. Maggiore possibilità di confronto tra le offerte
    Facendo richiesta di preventivo per un prestito direttamente online è possibile reperire, in tempo reale, tutte le informazioni necessarie per valutare la bontà delle offerta. In questo modo confrontare le diverse proposte, e trovare quella più conveniente e adatta alle proprie esigenze (vedi anche Prestiti per protestati e cattivi pagatori), sarà davvero semplice. In più non si hanno dei limiti per la richiesta di preventivo: 5, 10, oppure 30, si tratta di occasioni che crescono nel loro numero per individuare il prodotto più adatto all’urgenza o comunque alla necessità che si deve affrontare. Per questa ragione è sempre consigliato fare più preventivi e non fermarsi all’inizio quando ci sembra di aver già trovato la risposta che stiamo cercando. Questa ricerca sarà molto utile anche per poter attivare subito delle alternative nel caso in cui la finanziaria o la banca scelta di fatto non si dovesse dimostrare molto flessibile o ben disposta a concedere la somma che si sta richiedendo;
  3. Risparmio nei costi accessori legati alle filiali
    Optare per i prestiti online vuol dire risparmiare denaro. Le offerte disponibili negli istituti (vedi ad esempio Prestiti Unicredit), infatti, sono correlate da un set di costi che sulla rete non esistono. Le procedure di attivazione di una pratica, ad esempio, hanno sempre spese accessorie da sostenere. Online, invece, i servizi sono gratuiti e senza impegno, almeno nella maggioranza dei casi.
  4. Velocità nell’ottenimento del prestito
    Una volta individuato il prestito con il TAEG migliore, ovvero l’indicatore del costo reale del finanziamento, e completata la procedura online, l’istituto prescelto riceverà in real time i dati ed inizierà ad effettuare la valutazione dei parametri. Entro 24/48 ore il richiedente otterrà l’esito della sua richiesta di prestito online. In caso di risultato positivo, nel giro di qualche ora, le somme richieste saranno già sul conto corrente.

Se si sfrutta lo strumento della prevalutazione (inizialmente utilizzata da Unicredit con il voucher per i mutui e poi felicemente replicata con il prestito immediato Creditexpress Easy) si può addirittura ottenere la somma di cui si ha bisogno istantaneamente. Il tutto a un prezzo più che ragionevole, che va a smentire la teoria secondo la quale la comodità si deve pagare a caro prezzo. In particolare il precursore di questo tipo di finanziamento, proprio il Creditexpress Easy, prevede l’applicazione di un tasso fisso del 6.9% e una somma concedibile ‘ragionevole’, che può arrivare fino a 5 mila euro.

Importo e durata

I prestiti veloci possono essere di vario importo, ma difficilmente si potranno richiedere somme eccedenti i 30 mila euro in tempi brevi. La durata è condizionata dalla somma che si sta chiedendo, ma anche in questo caso si arriva a 48 o, massimo, 60 rate. Per velocizzare le procedure di valutazione può essere utile passare attraverso le funzioni presenti all’interno dell’internet banking del proprio conto corrente, specialmente se è online (esempi molto validi si hanno con Webank e Widiba).

In tutti i casi può esserci qualche semplificazione se la somma richiesta non è elevata, ma questo aspetto può essere valutato solo se si ha bisogno di aggiustare una pratica che può incontrare qualche difficoltà, mentre non va preso in considerazione in fase di ricerca, perché potrebbe spingere a fare una scelta non corretta sulla somma più idonea da richiedere.

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Prestiti personali senza busta paga: le 3 cose da evitare !

E’ possibile ricevere un finanziamento senza busta paga?

Ottenere dei prestiti senza busta paga è una mera utopia se si sta cercando di ottenere una cessione del quinto dello stipendio o un prestito con delega. Invece negli altri casi ci sono delle vie percorribili, che ovviamente hanno percentuali di successo differenti a seconda che si vogliano ottenere i finanziamenti senza busta paga con garante, oppure senza garante o garanzie.

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I finanziamenti per disoccupati e per casalinghe senza garanzie: è possibile?

Perdere il lavoro è senza dubbio una delle paure più grandi per tutti gli italiani, sempre più attanagliati da spese ed incombenze economiche. Fino a qualche anno fa, inoltre, gli istituti bancari e finanziari erano totalmente contrari ad erogare prestiti personali senza busta paga: con lo status di disoccupazione, quindi, l’accesso al credito era completamente precluso.

Negli ultimi tempi, però la situazione è cambiata e si stanno aprendo le porte del mondo dei prestiti personali anche ai soggetti che non possono dimostrare un reddito da lavoro attraverso le ultime buste paga percepite. Ad esempio una delle categorie che spesso incontra grandi difficoltà è quella delle casalinghe, svolgendo un genere di “lavoro” tipicamente non retribuito.

Quali comportamenti si dovrebbero evitare?

Per incrementare le probabilità di ottenere un prestito è bene evitare comportamenti errati e modalità di presentazione della domanda non conformi o poco affidabili, che rischierebbero di far chiudere in un nulla di fatto la richiesta (vedi anche Condizioni del Prestito della Speranza).

E’ importante, per questo motivo, conoscere bene quelle che sono le esigenze degli istituti finanziari, comportandosi di conseguenza.

Una condizione che può fare grande differenza nella richiesta di un prestito senza busta paga, è quella legata al merito creditizio. Spesso chi è senza un reddito certificato, non ha nemmeno una carta di credito. In questo modo nel sistema non esiste alcuna valutazione di merito creditizio. Se si ha un conto cointestato, sarebbe buona prassi richiedere una carta di credito aggiuntiva a favore ad esempio della moglie casalinga: in questo modo si darà prova di affidabilità, il che costituirà un punto di grande forza specialmente se si va a chiedere un prestito senza avere la possibilità di fornire delle garanzie particolarmente solide.

Gli errori e i comportamenti da evitare assolutamente

Scopriamo insieme quali sono le 3 cose da evitare per aumentare le possibilità ottenere un prestito personale senza busta paga, ed eventualmente senza garante, valide tanto per i Prestiti personali on line che per quelli da richiedere tramite uno sportello od un’agenzia.

  1. Mai presentare una richiesta di prestito senza garante
    Se non si ha alcun reddito dimostrabile la richiesta verrà bocciata immediatamente (rimanendo ‘nel sistema’ per 30 giorni). Quindi chiedere un nuovo prestito sempre senza busta paga ma con le opportune modifiche, come l’inserimento di un garante o coobbligato, diventerà una vera e propria impresa votata soprattutto all’insuccesso. Non avere una busta paga da presentare e più in generale un reddito documentabile (anche di origine patrimoniale) è considerata per le banche una totale mancanza di sicurezza sulla possibilità di rimborso del debito complessivo. Per questa ragione è fondamentale trovare una persona di fiducia come garante del prestito richiesto, e che si faccia quindi carico della responsabilità di pagare le rate al posto del beneficiario in caso di mancato assolvimento dei doveri mensili. Meglio evitare di presentare una domanda senza una busta paga e senza un garante: il risultato sarà solo una perdita di tempo prezioso. Ovviamente questo discorso vale solamente nel caso in cui non si abbia alcun reddito di natura differente da quello da lavoro dipendente, o che questo sia del tutto inadeguato e insufficiente.
  2. Attenzione all’ipoteca sulla casa
    Per erogare un prestito personale, in caso di assenza della busta paga, gli istituti di credito cercheranno fonti di sicurezza in eventuali immobili di proprietà dei richiedenti. L’ipoteca sulla casa, però, può essere uno strumento a doppio taglio: se da un lato spalancherà le porte al prestito richiesto, dall’altro rappresenta un elemento ad altissimo rischio. E’ importante, quindi, non commettere l’errore di fare una valutazione limitandosi al breve periodo: l’impossibilità di pagare le rate del prestito con continuità, infatti, metterebbe a repentaglio il bene più prezioso che un cittadino possiede, la propria dimora. Se si ha proprio bisogno di ottenere un finanziamento, e si è senza busta paga e senza garanzie come accade spesso per le casalinghe, allora è meglio prendere in considerazione il prestito su pegno. Si potrà perdere il bene dato in garanzia, ma non si rischia di non ritrovarsi un tetto sopra la testa.
  3. Mai essere maleducati ed indisponenti: la cordialità paga!
    Come nella vita, così nella richiesta di un prestito la cortesia e la cordialità possono giocare un ruolo importante, ancor di più in assenza di una busta paga, per instaurare un rapporto fiduciario con la controparte, ottenendo così qualche punto percentuale in più di possibilità di ricevere il credito. L’erogazione di un prestito, infatti, non è altro che una decisione presa da un team di persone che valutano la pratica: oltre ai criteri oggettivi (vedi anche Crif), non bisogna mai dimenticare la componente umana. Sorriso, disponibilità e allegria: una mix che può sempre essere utile. Un comportamento corretto potrebbe ad esempio permettere di accedere a un prestito cambializzato, che ricordiamo, ha carattere molto “eventuale” e non va mai dato per scontato.

Con garante o coobbligato?

Le politiche di credito adottate dalle banche (Compass, Unicredit, Findomestic, ecc il principio vale per tutti) potrebbero anche non considerare sufficiente l’inserimento di un garante in una richiesta di prestiti senza busta paga. Può succedere ad esempio quando l’importo richiesto è considerato elevato dalla banca (diventa più facile ottenere un piccolo prestito), oppure quando la durata scelta è particolarmente lunga. In questi casi bisogna arrendersi?

La risposta fortunatamente è no. Anzi rimangono almeno due possibilità:

  1. quella di chiedere alla banca una lettera liberatoria, così da poter fare la richiesta del prestito con un’altra banca o finanziaria che ha parametri meno rigidi;
  2. cambiare la posizione occupata dalla persona disposta a fare da garante ‘promuovendolo’ a coobbligato.

In questo modo il fatto che il richiedente principale sia senza busta paga è una pura formalità poiché, mentre nel caso di obbligato principale e garante la banca dovrà prima cercare di ottenere il pagamento da chi non ha un reddito aggredibile, e poi solo successivamente al garante, nell’altro caso avrà la possibilità di chiedere il pagamento direttamente a quest’ultimo. La conseguenza di questa scelta sarebbe sia sul piano della semplificazione che sul tempo necessario da utilizzare per ottenere il pagamento.

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Cosa sono le carte revolving?

Quali sono le migliori carte revolving per te? Esempi tassi e costi aggiornati

immagine carta revolving

Le carte revolving sono a tutti gli effetti carte di credito (che ti permettono cioè di effettuare acquisti senza immediato esborso di denaro) ma la loro peculiarità sta nel fatto che consentono il rimborso delle somme anticipate in comode rate mensili anzichè in un’unica soluzione il mese successivo, come invece avviene con la classica carta di credito
a saldo.

Ovviamente la comodità di rateizzare il rimborso comporta dei costi: la carta revolving infatti, a differenza di quella a saldo, applica degli interessi sulle somme anticipate.
Il credito (detto plafond o fido) messo a tua disposizione dall’ente emittente non è illimitato e la sua entità solitamente è direttamente proporzionale alle garanzie reddituali fornite ed al canone mensile/annuo previsto.

Le carte hanno in molti casi un plafond che parte dai 1.500€ fino ad arrivare anche oltre i 5.000€.

Possono appartenere a diversi circuiti di pagamento internazionali come Mastercard, Visa o Amex, che garantiscono un’ampia accettazione in tutto il mondo e oggigiorno sono quasi tutte munite di tecnologia contactless.

loghi mastercard, visa, amex

Indice

Come funzionano?

Le carte di credito revolving ti permettono di:

  • effettuare pagamenti presso i negozi fisici e online senza immediato esborso di denaro, dilazionando il rimborso pagando gli interessi previsti dalla carta;
  • prelevare anticipi di contanti (nei limiti previsti dal contratto) presso gli ATM appartenenti al circuito di pagamento indicato sulla carta, pagando una commissione solitamente in percentuale sull’importo anticipato;
  • in alcuni casi è possibile versare (in toto o solo in parte) la disponibilità della carta in contanti sul proprio conto corrente.

Al momento dell’utilizzo, per importi superiori ai 25€ sarà necessario confermare l’operazione firmando la ricevuta. Per tale motivo può essere utilizzata unicamente dal titolare, pena la revoca immediata della carta. In alcuni casi al posto della firma può essere richiesto il PIN.

Per gli acquisti online, invece, occorrerà inserire il proprio nome e cognome, il numero della carta e il CCV di tre cifre stampato sul retro.

Il PIN è invece indispensabile per effettuare i prelievi presso gli sportelli ATM.

Man mano che si effettuano acquisti o prelievi con la carta, diminuisce il credito a disposizione, ma, mese per mese, la parte capitale delle rate rimborsate andrà a ricostituire il plafond originale.

L’importo della rata mensile solitamente dipende dal saldo dovuto a fine mese e viene calcolata automaticamente (ogni carta prevede un suo importo minimo consentito), ma alcune carte revolving offrono al titolare la possibilità di scegliere l’importo preferito modificando il piano di rimborso.

Molto spesso le carte revolving offrono anche l’opzione a saldo, cioè il titolare potrà decidere di mese in mese se rateizzare gli importi dovuti pagando gli interessi o rimborsarli in un’unica soluzione e senza interessi il mese successivo (carte di credito opzionali).

Altro vantaggio della carta di credito, sia essa revolving o a saldo, è rappresentato dal fatto di essere accettata senza problemi (a differenza ad esempio di una prepagata) per il noleggio di un’auto, la prenotazione di voli e alberghi o al check in in aeroporto.

Quanto costano?

Per quantificare i costi di una carta revolving bisogna prendere in considerazione diversi fattori:

  • costi di emissione e sostituzione: non sempre previsti, in alcuni casi possono essere anche piuttosto salati;
  • canone mensile/annuo: per le carte revolving con piccolo plafond, i costi sono piuttosto contenuti, alle volte con il primo e/o il secondo anno in promozione. Con l’aumentare del plafond, il canone annuo sale notevolmente, anche perchè spesso vengono offerti servizi accessori come concierge, polizze assicurative, assistenza preferenziale, scontistiche dedicate, che giustificano i costi maggiori;
  • TAN e TAEG: sono i parametri che ti permettono di quantificare il costo del denaro anticipato. Solitamente si tratta di tassi più alti rispetto ad un tradizionale prestito personale. Occorre quindi valutare attentamente questo aspetto prima della scelta;
  • spese accessorie: rientrano in questa categoria tutta una serie di voci come spese incasso rata, commissioni e interessi di mora in caso di insolvenza, imposta di bollo, estratti conto e comunicazioni cartacee, notifiche push, commissioni sui prelievi presso gli ATM.

Quali sono i requisiti per ottenerle?

La carta di credito, revolving o a saldo, non è per tutti. Infatti gli istituti emittenti si riservano la possibilità di rifiutare la concessione ai clienti che non rientrano nei requisiti da loro richiesti. Tali requisiti, di natura reddituale, possono variare da una banca all’altra, ma di solito si richiede un reddito dimostrabile e continuativo, con accrediti mensili sul c/c d’appoggio non inferiori agli 800/1.000€. Ovviamente essere stati in passato segnalati come cattivi pagatori potrebbe precludere l’accesso a tale comodo strumento di pagamento.

Approfondimenti: Carte di credito senza reddito dimostrabile.

Cosa valutare al momento della scelta?

Quando si decide di richiedere una carta di credito non è facile orientarsi tra le svariate offerte presenti sul mercato. Ecco allora qualche dritta per individuare il prodotto più adatto alle tue tasche ed alle tue esigenze.

  1. Valuta se ti serve una carta di credito revolving pura (se intendi cioè utilizzarla esclusivamente perchè vuoi rateizzare le spese) o se può farti comodo poter eventualmente utilizzare anche l’opzione a saldo, magari valutando di mese in mese le tue disponibilità, per evitarti gli interessi quando possibile.
  2. Non tutte le carte di credito sono rivolte anche a una nuova clientela. Soprattutto le banche preferiscono offrire le proprie carte di credito, revolving o a saldo che siano, solo ai propri correntisti.
  3. Valuta il TAN e il TAEG, anche se spesso si tratta di valori indicativi in quanto il TAEG può variare anche di ¾ punti percentuali con l’aumentare della durata del rimborso. Se non pensi di farne un assiduo utilizzo, prediligi le carte senza canone annuo, così non dovrai pagare nulla quando non la utilizzi.

Qualche esempio?

Per mettere in pratica quanto detto finora, riporto 4 esempi di carte revolving con i relativi costi principali:

  • Flexia Classic: è la carta di credito a saldo con opzione revolving emessa da Unicredit, a scelta tra i circuiti Mastercard e Visa. Prevede un costo di emissione di 10€, un canone annuo di 42€ ed ha un plafond che parte da 1.000€ fino ad arrivare a 5.000€ (a discrezione della banca). TAN 13,90% TAEG 14,82%. Rata minima 50€.
  • Carta Opta: è la carta di credito a saldo con opzione revolving emessa da Sella Personal Credit per il circuito Visa. Non ha costi di emissione, è gratuita i primi 2 anni e in seguito prevede un canone annuo di 15€. Ti offre un plafond a partire da 1.5000€ con TAN 17,52% e TAEG 21,20%. Rata minima 65€.
  • db Comfort: è la carta di credito revolving Visa offerta da Deutsche Bank, completamente gratuita e con plafond a partire da 2.000€. TAN 11,40% TAEG 13,47%, rata minima 50€.
  • Blu American Express: carta di credito ad opzione revolving appartenente al circuito Amex. Non prevede costi di emissione, è gratuita il 1° anno, successivamente costa 36€ all’anno. Offre un plafond che parte da 1.500€ fino ad arrivare ai 5.000€ (a discrezione della banca). TAN 14% TAEG max. 23,85%, rata minima 40€.

immagini carte di credito flexia, opta, db comfort, blu american express

Data rilevazione 11/11/2021 – Fonti: Sito ufficiale Unicredit, Sella Credit, Carta Opta, Deutsche Bank, American Express.

Offrono carte di credito revolving anche le finanziarie, come Agos, Compass o Findomestic.

Quali insidie nasconde la carta revolving?

Già le carte di credito a saldo possono essere “pericolose”, in quanto ti offrono la possibilità di effettuare acquisti (troppo spesso non strettamente necessari) che altrimenti non potresti permetterti in quel dato momento, posticipando al mese successivo (e quindi al prossimo stipendio) il “dolore” dell’esborso monetario.
Con le carte revolving l’esborso non solo è posticipato rispetto all’acquisto del bene, ma è anche alleggerito perchè spalmato nel tempo.
Bisogna fare, quindi, un uso consapevole e responsabile di questo strumento di pagamento, perchè il rischio di sovraindebitarsi, soprattutto con l’aumentare del plafond, è dietro l’angolo. Parola d’ordine, dunque: attenzione.

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