Cessione del quinto dipendenti privati – Come fare?

Cessione del quinto dipendenti privati di grandi e piccole aziende: normative e caratteristiche principali

La cessione del quinto dipendenti privati è molto probabilmente la soluzione più comoda, sicura e conveniente per ottenere un finanziamento quando ci si trova nella necessità di avere della liquidità da spendere per spese non preventivate o per portare a termine un progetto.

Come è risaputo questo tipo di prestito è concesso a tutti i dipendenti a tempo indeterminato del settore pubblico, ma la normativa relativa, le leggi 311/2005 e 80/2005 che hanno integrato il DPR 180/1950, prevede che ne possano usufruire anche i dipendenti di piccole aziende non statali, qualsiasi sia la forma giuridica con cui sono costituite – Sas, Snc, Srl o Spa – purché questa abbia almeno 16 dipendenti (qui è bene sottolineare che le finanziarie e le banche sono libere di decidere di escludere alcune aziende o categorie, in base a proprie valutazioni di convenienza e sicurezza).

Approfondimento: Preventivi prestiti gratuiti per dipendenti Spa.
Va evidenziato tuttavia che in alcuni casi il finanziamento viene concesso anche quando nell’azienda ci sono meno di 15 dipendenti, se la stessa viene riconosciuta finanziariamente idonea dalla compagnia assicurativa preposta a garantire la cessione del quinto dipendenti.

Cessione del quinto: vantaggi e garanzie

E’ un tipo di prestito che possiede caratteristiche diverse rispetto a quelle degli altri prodotti finanziari più comuni, in quanto l’impegno sottoscritto prevede l’assunzione di responsabilità anche da parte del datore di lavoro, il quale si impegna a cedere, eliminando di fatto la discrezionalità del sottoscrittore di corrispondere o meno il dovuto mensile, una parte dello stipendio, fino ad un massimo del 20%, del suo dipendente per un determinato numero di anni.

La busta paga stessa diventa quindi la garanzia necessaria e sufficiente per poter ottenere il prestito e ciò spiega perché la cessione del quinto viene concessa anche ai cattivi pagatori, protestati ed ai pignorati (con le dovute riserve).

Le garanzie

Inoltre nel caso di un dipendente privato anche il TFR, Trattamento di Fine Rapporto, accantonato negli anni viene considerato una garanzia; questo viene infatti “congelato”, e non può dunque essere richiesto dal titolare per tutta la durata della prestito, e prelevato dall’istituto erogante nel caso in cui il cliente si ritrovasse senza lavoro.

La presenza di garanzie così sicure consente alle banche e alle finanziarie di proporre prodotti convenienti, con tassi fissi concorrenziali ed iter burocratici molto snelli. Finanziarie come Findomestic e Compass, ad esempio, hanno messo sul mercato ottime soluzioni in tale direzioni e sono ad oggi leader nella cessione del quinto dipendenti privati.

Il coefficiente assicurativo: cos’è e quando diventa un ostacolo

Tutte le cessioni, sia per dipendenti pubblici che privati, sono garantite da una copertura assicurativa relativa al saldo del dovuto all’ente erogante nel caso di perdita di lavoro del debitore.

Le compagnie assicurative hanno dunque istituito il coefficiente assicurativo, un criterio di giudizio che ha l’obiettivo di valutare la solidità finanziaria del posto di lavoro del richiedente.

Numerosi sono i parametri presi in considerazione, alcuni relativi all’azienda, altri relativi al dipendente, che permettono di stabilire la sicurezza dell’operazione.
Appare chiaro come, nel caso di piccole aziende non molto solide, come ad esempio tale parametro pari a zero, la cessione non può essere concessa.

Il coefficiente assicurativo consente infine di stabilire la cifra massima erogabile che non può essere superiore al TFR accantonato moltiplicato appunto per il coefficiente. Per fare un esempio chiarificatore, se il TFR è pari a 10.000 € ed il coefficiente assicurativo è risultato essere di 2, il prestito concedibile non può superare i 20.000€.

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Cessione del quinto a protestati – E’ sempre possibile?

Prestiti migliori per protestati – I vantaggi della cessione del quinto

La cessione del quinto è la soluzione più economica per ottenere un finanziamento quando si è segnalati come cattivi pagatori o protestati nella Centrale Rischi Finanziari (Crif) , ovvero la banca dati che raccoglie le informazioni relative ai finanziamenti erogati e richiesti.

Come si diventa cattivo pagatore o protestato

Chiunque si può trovare nell’impossibilità di pagare le rate di un prestito a causa di problemi di liquidità che possono risultare anche temporanei; ciò comporta non solo disagi nell’immediato, ma anche grosse restrizioni quando ci si ritrova a richiedere un nuovo finanziamento, in quanto lo status di cattivo pagatore o protestato impedisce in molti casi l’accesso al credito .

Le banche e le finanziarie, prima di decidere se erogare un prestito personale o meno ad un cliente che ne fa richiesta, consultano proprio queste banche dati ed è molto difficile la concessione di un finanziamento se il richiedente risulta iscritto.

Ad onor del vero c’è qualche istituto di credito che concede prestiti per cattivi pagatori e protestati, ma solitamente non sono considerati dei prodotti finanziari economici. In questi casi risultano infatti molto vincolanti le garanzie accessorie richieste con le quali il concedente si tutela: più è compromessa la credibilità finanziaria del cliente più rigide e poco convenienti sono le condizioni imposte.

La soluzione: la Cessione del Quinto

A protestati e cattivi pagatori non è esclusa la possibilità di richiedere questo tipo di finanziamento, tant’è che le banche e le finanziarie neanche interrogano i vari SIC, Sistemi di Informazioni Creditizie, quando devono concedere una Cessione.

Al contrario di quanto avviene nei prestiti personali infatti, quando si richiede una cessione del quinto viene valutata soprattutto la solidità dell’azienda o ente a cui il lavoratore o pensionato fa riferimento: proprio per questo i dipendenti pubblici, privati spa e pensionati Inps rappresentano per le banche o finanziarie i profili migliori.

Diventa quindi elementi essenziali la busta paga o in alternativa dal cedolino della pensione per i pensionati (vedi anche Come richiedere un prestito per autonomi).

La rata che deve essere corrisposta, che non può superare il 20% del totale netto percepito, viene direttamente trattenuta dalla busta paga del lavoratore.

Il requisito fondamentale per aver accesso alla cessione del quinto diviene quindi la busta paga: in particolare tutti i lavoratori che hanno un contratto di lavoro a tempo indeterminato o pensionati sono considerati nella maggior parte dei casi “finanziabili”. In alcuni casi è prevista la possibilità anche per i lavoratori a tempo determinato di ottenere una cessione del quinto: in tal caso però la durata del finanziamento dovrà essere necessariamente vincolata alla scadenza del contratto di lavoro.

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Fido bancario Unicredit – Conviene Scoperto Facile?

Fido bancario di UniCredit -Quanto costa?

Il fido bancario UniCredit è molto probabilmente una delle migliori linee di credito tra quelle concesse attualmente dalle banche e rappresenta un’ottima soluzione per chi ha bisogno di ottenere della liquidità di cui disporre per gestire le spese di tutti i giorni.

Ricordiamo che il fido bancario è una particolare operazione di finanziamento che può essere considerata una valida alternativa al più specifico prestito personale; si tratta in pratica di uno sconfinamento autorizzato dalla banca stessa, la quale concede al cliente di prelevare, a sua discrezione, la somma concordata anche se il conto va in rosso. Ovviamente su questo importo la banca applica degli interessi solitamente calcolati trimestralmente che rappresentano il guadagno della banca.

Il fido bancario UniCredit dimostra di essere particolarmente intelligente e flessibile ed ha riscosso molto successo tra i titolari privati del conto corrente My Genius (esiste ovviamente anche un’ampia linea di fidi per aziende).

Vediamone insieme le caratteristiche principali, i requisiti per poterlo ottenere ed i costi da accollarsi.

Scoperto Facile: flessibilità e requisiti

Si chiama Scoperto Facile la concessione di un fido bancario per privati proposto, e recentemente rinnovato, da UniCredit e si presenta come un prodotto estremamente flessibile e all’avanguardia.

Scoperto Facile può essere gestito attraverso l’area clienti dedicata che si trova sul portale e non sono poche le operazioni eseguibili, prima fra tutte la facoltà di aumentare e diminuire il plafond di credito a seconda delle necessità che via via si presentano.

Ovviamente la concessione non è automatica, in quanto la banca si riserva di eseguire le dovute verifiche sulla capacità reddituale del cliente e di richiedere la canalizzazione dello stipendio, della pensione o di qualsiasi altra fonte di reddito per quei clienti che non sono affidati.

I massimali di Sconto Facile

Sono quattro i plafond a disposizione del cliente e tutti prevedono un unico tasso fisso di 8,90%, per un TAEG corrispondente di 11,41%, applicato trimestralmente solo alle somme effettivamente utilizzate.

Ogni scaglione prevede un canone mensile che corrisponde alla commissione per la messa a disposizione dei fondi, il cosiddetto DIF, spesa che non può superare lo 0,50% del capitale interessato su base trimestrale.

Vediamo insieme le quattro possibilità di Scoperto Facile, il fido bancario di UniCredit:

  • plafond da 1.500 € per un canone mensile di 2,50 €;
  • plafond da 3.000 € per un canone mensile di 5,00 €;
  • plafond da 6.000 € per un canone mensile di 10,00 €;
  • plafond da 12.000,00 per un canone mensile di 20,00 €.

Il passaggio da un massimale ad un altro non prevede il pagamento di commissioni a carico del cliente.

Prodotti Unicredit

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Prestiti dipendenti Spa – Quali agevolazioni?

Prestiti dipendenti spa: anche personali e online?

Ci sono dei prodotti creati appositamente come prestiti per dipendenti di Spa? Sicuramente la categoria dei dipendenti in generale è quella oggetto di una maggiore possibilità di scelta in materia di finanziamenti, essendo i soli che possono anche accedere alle cessioni del quinto. Se poi si tratta di dipendenti di grandi società e aziende, come nel caso delle Società per Azioni le alternative aumentano ulteriormente.

Cessioni del quinto e prestiti agevolati

La cessione del quinto è stata estesa ormai da oltre un decennio anche ai dipendenti del settore privato. Quindi se fino a poco tempo prima solo i dipendenti di Spa a partecipazione pubblica o statale potevano richiedere una cessione del quinto, oggi questa limitazione è stata definitivamente abbattuta.

Tuttavia anche per i prestiti personali, a volte anche per quelli online, se si tratta di dipendenti di Spa di una certa dimensione e importanza, si possono incontrare delle condizioni migliori rispetto a quelle che la stessa banca o finanziaria propone a chiunque. Queste differenze vanno valutate attentamente di caso in caso grazie alla richiesta di preventivi.

Tassi e tipi di agevolazioni

Perché i prestiti per dipendenti spa dovrebbero avere dei vantaggi e delle agevolazioni rispetto a quelli riservati a dipendenti di srl o altre società (al di là della cessione del quinto)?

La legge dei grandi numeri rende questa situazione piuttosto chiara: la possibilità per una banca o una finanziaria (soprattutto a livello di filiale o per una presenza fortemente regionale) di avere un certo numero di clienti quasi garantito può spingerla a limare qualche costo accessorio (ad esempio le spese di istruttoria o quelle di incasso) o qualche decimo di punto sugli interessi generalmente applicati.

Questo tipo di agevolazione passa attraverso accordi che vengono effettuati con i Cral o altre organizzazioni interne all’azienda stessa. Quindi per conoscerne l’esistenza, le eventuali condizioni e sapere con esattezza a chi rivolgersi basta andare a chiedere ai responsabili del Circolo Ricreativo Aziendale Lavoratori delle Spa o realtà simili. In alcuni casi è possibile trovare info anche sulle Intranet o tramite Newsletter create appositamente per i destinatari.

A quali condizioni?

Questo discorso può valere anche per la cessione del quinto. In entrambi i casi va però considerata:

  • la convenienza in senso stretto, chiedendo alcuni preventivi da mettere a confronto;
  • le condizioni che bisogna rispettare per poter ottenere l’agevolazione.

Riferendoci a quest’ultimo aspetto può capitare infatti che per ottenere condizioni di favore si venga costretti ad aprire un nuovo conto, sottoscrivere una polizza o altri prodotti che non sono particolarmente adatti alla propria situazione. In questi casi si deve valutare anche la convenienza in senso più ampio, ovvero l’opportunità o meno di procedere con un prodotto esterno, meno limitante o vincolante nelle proprie scelte.

In alcuni casi le agevolazioni si potranno avere non solo per i prestiti personali, ma anche con quelli finalizzati. A riguardo l’acquisto deve essere generalmente effettuato in specifici punti vendita, concessionari o catene di negozi convenzionati.

Semplicità di ottenimento?

In base a quanto detto fino ad ora l’essere o meno dipendenti di una grande società, come nel caso della Spa, può fare la differenza soprattutto se si va a richiedere una cessione del quinto. Per questo tipo di prestito in particolare sia la società finanziatrice o la banca che la compagnia di assicurazione devono infatti valutare la solidità del datore di lavoro. Quindi solitamente più è grande la società e più potrà essere favorevole la loro opinione.

In questi casi si può parlare quindi di prestiti per dipendenti di spa più “facili” da ottenere, inteso come un ottimo biglietto da visita perché tutto l’iter si chiuda nel miglior modo possibile. Ciò non significa che se non si lavora per una spa non si otterrà la cessione del quinto.

A prescindere dalla ragione sociale, generalmente sono valutate positivamente le aziende che hanno uno stato di salute buono e sono ‘dotate’ di almeno 15 dipendenti. Ovviamente le aziende grandi (generalmente si parla di almeno 50 dipendenti) hanno una maggiore forza negoziale nello spuntare delle condizioni riservate migliori. Da questo punto di vista il peso della negoziazione vale soprattutto nei confronti delle finanziarie: per fare degli esempi Directafin e Fingepa.

Conclusioni

Riassumendo quindi i prestiti per i dipendenti delle Spa offrono una gamma di scelta che difficilmente potrebbero avere dipendenti di società di minori dimensioni. Ciò però non significa che si avrà la certezza di trovare la soluzione migliore in senso assoluto. Infatti bisogna sempre optare per il prodotto che sa soddisfare meglio la propria esigenza, nel modo più flessibile o facilmente gestibile, con il livello più alto di probabilità che la somma di cui si ha bisogno venga concessa nei tempi necessari e accettabili.

Tutte queste risposte devono per forza passare attraverso una serie di valutazioni personali, che non dovrebbero trascurare anche una nuova realtà come quella del social lending.

Approfondimenti: Proposte di finanziamenti, Prestito con delegazione.

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Prestiti ai dipendenti ministeriali – Calcola rata gratis

Prestiti online dipendenti ministeriali con condizioni agevolate

Anche i dipendenti ministeriali, così come altri lavoratori dipendenti statali, pubblici e non, hanno diritto a dei prestiti finanziari o a cessioni del quinto dello stipendio a particolari condizioni, talvolta piuttosto vantaggiose. Vediamo in cosa consistono.

Quali agevolazioni?

Per prima cosa si deve considerare lo spettro delle agevolazioni che si possono ottenere, che solitamente garantiscono un tasso vantaggioso. Infatti il benefit può anche riguardare:

  • l’assenza di costi accessori (come imposta di bollo sulle comunicazioni e le spese di gestione pratica oppure di istruttoria);
  • la possibilità di ottenere somme più elevate rispetto a quelle che verrebbero rivolte a soggetti che non rientrano negli accordi, nelle convenzioni o soltanto alla stessa categoria privilegiata nel trattamento.

Per i dipendenti ministeriali stessi prestiti riservati ai dipendenti pubblici

I prestiti dedicati ai dipendenti ministeriali possono rientrare nella vasta gamma dei finanziamenti del pubblico impiego, ma possono contare anche dei prodotti ad hoc, frutto di convenzioni specifiche. Infatti dipendenti ministeriali, in quanto lavoratori alle dipendenze di uno dei Ministeri del Governo della Repubblica Italiana, fanno parte a tutti gli effetti della schiera dei lavoratori statali e pubblici. A loro si rivolgono ad esempio i prodotti erogati dall’ Inps (Istituto nazionale di Previdenza Sociale) con i prestiti ex Inpdap (a condizione di essere anche iscritti alla Gestione Unitaria, che ricordiamo è un tipo di adesione facoltativo e non obbligatorio, e pertanto va richiesto. Ci sono poi anche quelli frutto di convenzione specifiche con alcuni istituti bancari.

La cessione del quinto è una delle forme di finanziamento con tassi vantaggiosi, con possibilità di accesso anche a protestati e cattivi pagatori. In questa categoria vanno inseriti anche i prestiti pluriennali diretti o garantiti Inps ex Inpdap.

Come scegliere?

I prestiti ai dipendenti ministeriali possono essere anche valutati mediante un preventivo con gli strumenti messi a disposizione dall’Inps attraverso una simulazione basata sull’inserimento di semplici dati come data di nascita e stipendio netto (si vedano le info sul sito web www.inps.it) oppure rivolgendosi agli istituti bancari che offrono prodotti appositamente dedicati, specie se firmatari di una qualche convenzione dedicata.

Ricordiamo che le convenzioni hanno spesso carattere territoriale, quindi per conoscere l’esistenza di particolari agevolazioni bisogna fare la ricerca sul sito del CRAAL di riferimento od all’interno dell’intranet se presente.

Esempi di prestiti bancari per i dipendenti ministeriali

BNL

Il prestito messo a disposizione da Bnl, denominato Prestito BNL Dipendenti Pubblici, offre una soluzione di finanziamento appositamente dedicata a pensionati e dipendenti pubblici. Un prestito flessibile vista la possibilità di usare l’opzione Reload, per ottenere nuova liquidità o la Flexi per ritardare il pagamento di una o più rate.

A questa prima proposta si aggiunge la cessione del quinto che concede fino ad un massimo di 104 mila euro (in caso di delegazione di pagamento per le istituzioni convenzionate) con restituzione a rate fino a 120 mesi e nessun obbligo di aprire un conto corrente in Bnl.

(Fonte: sito ufficiale BNL – Data: 7 febbraio 2019)

Findomestic

Quanto appeno descritto non è riscontrabile in molti altri istituti di credito appartenenti allo stesso gruppo bancario, come nel caso della Findomestic. La banca toscana finanzia progetti di prestito anche online, con zero commissioni e imposta di bollo. Detto questo Findomestic non riserva condizioni particolari ai dipendenti ministeriali, a meno che non ci siano specifiche convenzioni interne (che vanno consultate tramite i supporti informativi interni).

Un discorso a parte merita anche in questo caso la cessione del quinto visto che sul sito ufficiale si legge della presenza di speciali agevolazioni destinate ai dipendenti Mef ed accessibili tramite il sistema NoiPA.

(Fonte: sito ufficiale Findomestic – Data: 7 febbraio 2019)

Intesa Sanpaolo

Altra banca da tenere d’occhio per quanto riguarda i prestiti ai dipendenti pubblici e ministeriali è Intesa Sanpaolo, che propone un finanziamento fino a 80 mila euro da rimborsare in un periodo di tempo che va dai 24 ai 120 mesi, con tassi di interesse agevolati e nessuna spesa di istruttoria.

(Fonte: sito ufficiale Banca Intesa Sanpaolo – Data: 7 febbraio 2019)

UniCredit

Focalizzandoci sulla cessione del quinto, possiamo considerare infine l’offerta di UniCredit. Al 7 febbraio 2019 parliamo di 72 mila euro per i dipendenti pubblici contro 47 mila euro riservati al massimo per i dipendenti privati. La durata è compresa tra i 2 ed i 10 anni. L’età del richiedente che non può superare i 75 anni alla fine del piano di ammortamento.

(Fonte: sito ufficiale Unicredit – Data: 7 febbraio 2019)

Poste Italiane

Concludiamo con un’ultima cessione del quinto offerta in questo caso da Poste Italiane ed accessibile da tutti i dipendenti statali compresi quelli del Ministero della Difesa (Forze Armate e Carabinieri). Questo finanziamento può avere una durata compresa tra i 3 ed i 10 anni e permette di arrivare fino a 150 mila euro di ‘montante’ in caso di delegazione di pagamento. Quest’ultima è tra le altre cose accessibile esclusivamente proprio ai dipendenti statali ed a quelli del Ministero della Difesa.

(Fonte: sito ufficiale Poste Italiane – Data: 7 febbraio 2019)

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Cessione del quinto dipendenti pubblici – Come funziona?

Cessione del quinto dipendenti pubblici: domande e risposte

I dipendenti pubblici e statali in cerca di liquidità, a differenza di altre categorie di lavoratori, possono accedere al credito anche tramite la cosiddetta cessione del quinto dello stipendio. Se hai bisogno di informazioni a riguardo, continua a leggere il seguente articolo: cercherò di chiarire tutti i tuoi dubbi su caratteristiche, requisiti e modalità di richiesta di questa particolare forma di finanziamento, oltre a suggerirti anche eventuali alternative.

Indice

Cos’è la cessione del quinto dello stipendio?

frazione un quinto

Si tratta di una forma di prestito personale creata e regolamentata dallo Stato italiano nel 1950 (DPR 180/1950) al fine di agevolare l’accesso al credito dei dipendenti pubblici. Dal 2005 la cessione del quinto è stata estesa anche ai dipendenti privati ed ai pensionati grazie a due risoluzioni del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Come un comune prestito personale, la cessione del quinto dello stipendio rientra nella categoria del credito al consumo ed ha una durata massima di 120 mesi, ma presenta alcune caratteristiche stabilite dalla normativa che lo differenziano notevolmente dai classici prestiti:

  • l’importo della rata, per legge, non può superare il 20% dello stipendio netto;
  • il rimborso avviene a mezzo trattenute in busta paga da parte dell’Ente di appartenenza che provvederà personalmente a versare il dovuto, mensilmente, all’istituto creditore;
  • per legge la cessione del quinto dello stipendio deve essere accompagnata da una copertura assicurativa vita e impiego, che provveda alla restituzione del debito nel caso di morte del beneficiario o perdita del lavoro;
  • l’importo a cui si può avere accesso non è fisso, ma dipende dall’entità del proprio stipendio, dal Tfr maturato e maturando e dall’anzianità di servizio;
  • non è richiesto alcun garante, in quanto la garanzia è rappresentata dal vincolo posto sul Tfr per tutta la durata del finanziamento e dal coinvolgimento nel rimborso dell’Ente di appartenenza;
  • ai fini della valutazione di fattibilità non viene preso in considerazione il merito creditizio del richiedente, ma soltanto busta paga e Tfr.

In virtù di quanto sopra elencato,

la cessione del quinto presenta il notevole vantaggio di poter essere accessibile anche a quei dipendenti pubblici che in passato possono aver avuto problemi di solvenza con relativa segnalazione al Crif.

In qualità di cattivi pagatori, questi dipendenti pubblici, pur in possesso di busta paga e lavoro stabile, potrebbero incontrare difficoltà nell’accesso al credito tradizionale, cosa che invece non si presenta ricorrendo alla cessione del quinto dello stipendio.

(Approfondimento: Polizza CPI)

Chi può richiederla?

immagini dipendenti pubblici

La cessione del quinto dello stipendio può essere richiesta da tutti i dipendenti pubblici e statali che dispongano di un contratto di lavoro a tempo indeterminato e che abbiano un’anzianità di servizio di almeno 4 anni, validi ai fini del trattamento di quiescenza.
L’accesso è consentito anche ai dipendenti con contratto di lavoro a tempo indeterminato, fermo restante l’anzianità di 4 anni, a patto che il contratto in atto abbia una durata di almeno 3 anni e il finanziamento richiesto si concluda entro la fine del contratto lavorativo stesso.

Per quanto riguarda l’età massima per richiedere la cessione, questa è rappresentata dall’età pensionabile:

la cessione del quinto può essere richiesta anche in prossimità della pensione ma il rimborso deve completarsi prima della messa in quiescenza.

A chi rivolgersi?

immagine di istituto di credito

I dipendenti pubblici e statali possono richiedere la cessione del quinto dello stipendio recandosi presso banche e finanziarie che hanno in catalogo tale forma di finanziamento. Poichè frequentemente Enti Pubblici e Istituti di credito stipulano convenzioni a vantaggio dei dipendenti pubblici, è sempre opportuno informarsi presso la propria amministrazione di quelle eventualmente in atto, in quanto

le banche convenzionate potrebbero offrire agevolazioni nei tassi applicati, nelle spese accessorie o semplificazioni nell’iter burocratico.

Per effettuare una scelta ponderata e consapevole, si consiglia di richiedere un preventivo di cessione del quinto presso diversi istituti di credito, convenzionati e non, così da poterli confrontare per individuare l’offerta più consona alle proprie esigenze oltre che la più conveniente per le proprie tasche (affinchè il confronto sia efficace è necessario che i preventivi siano di pari importo e durata)

Tra gli istituti di credito a cui potersi rivolgere si annoverano tra gli altri Unicredit, Findomestic, IBL Banca o Pitagora SpA.

Quanto costa la cessione del quinto dello stipendio?

simbolo dell'euro

Se guardassimo esclusivamente al TAN applicato alle cessioni rivolte ai dipendenti pubblici penseremmo di aver trovato una tra le soluzioni più convenienti in circolazione. Effettivamente, poichè il dipendente pubblico viene considerato dagli istituti di credito come un cliente a basso rischio, i tassi applicati sono competitivi e, come detto prima, spesso agevolati in virtù di convenzioni in atto. Ma non è tutto oro quel che luccica. Tale forma di finanziamento presenta, infatti, dei costi accessori da non sottovalutare, come ad esempio il premio della copertura assicurativa obbligatoria o eventuali commissioni di intermediazione. Per questo è più significativo il TAEG, in quanto include nel suo calcolo anche quasi tutti i costi accessori. Al momento quindi di valutare i vari preventivi raccolti

è il TAEG che va comparato, non solo il TAN.

A tutela del consumatore la Banca d’Italia emette ogni trimestre un bollettino dove riporta i TEGM (tasso effettivo globale medio) applicati in media dalle banche nel trimestre precedente ed i tassi soglia oltre i quali si parla di usura. Inoltre, tale bollettino riporta anche i costi applicati in media dalle banche per le spese di mediazione. Ad esempio, per il primo trimestre del 2020 il TEGM relativo alle cessioni del quinto fino a 15.000€ è 11,45% mentre al di sopra dei 15.000€ è 7,99%. Confrontando tali dati con i tassi riportati nei vari preventivi richiesti si potrà valutare l’effettiva convenienza o meno dei tassi proposti dalle banche interpellate.

Quale documentazione è richiesta?

immagine di documento e punto interrogativo

Per ottenere un preventivo personalizzato e per procedere successivamente alla richiesta del finanziamento occorrerà presentare i seguenti documenti:

  • carta d’identità;
  • tessera sanitaria o codice fiscale;
  • ultime due buste paga;
  • Certificazione Unica (ex-CUD);
  • certificato di stipendio rilasciato dal datore di lavoro, necessario per calcolare la quota cedibile.

Se si necessita di ulteriore liquidità?

immagine di denaro

Come detto, data la durata massima di 120 mesi, l’importo massimo a cui un dipendente pubblico può accedere richiedendo la cessione del quinto dello stipendio è strettamente legata all’entità del proprio stipendio e, quindi, della quota cedibile impegnabile. Ad esempio, un dipendente con un’entrata netta mensile di 2.000€ potrà impegnare max.400€ per max. 120 mesi, arrivando ad un montante (credito+interessi) di massimo 48.000€. Se tale cifra non fosse sufficiente, il dipendente pubblico può arrivare a duplicare tale importo richiedendo anche il prestito con delega di pagamento (detto anche doppio quinto) impegnando mensilmente un ulteriore 20% dello stipendio. Nell’esempio precedente, dunque, cedendo un totale di 800€ al mese per 120 mensilità, si potrebbe raddoppiare il montante e quindi il credito accessibile, arrivando a 96.000€.

Se si avesse già una cessione dello stipendio in corso, si potrebbe invece pensare ad un rinnovo della stessa: prolungandone la durata obbligatoriamente a 120 mesi si potrebbe richiedere una nuova cessione con la quale estinguere la presente (recuperando gli oneri non goduti) ed ottenere nuova liquidità. Ciò è possibile, però, dopo aver già rimborsato almeno i due quinti delle rate previste dalla cessione in corso. Ad esempio, si potrà chiedere il rinnovo di una cessione di 60 mesi soltanto dopo aver pagato le prime 24 mensilità. E’ opportuno, inoltre, valutare con attenzione il TAEG della vecchia e della nuova cessione, cercando magari di spuntare tassi più convenienti.

Quali sono le tempistiche?

immagine di un cronografo con un punto interrogativo

Dal momento in cui il cliente fornisce all’istituto di credito tutta la documentazione richiesta, bisognerà mettere in conto i tempi tecnici necessari alla banca per dialogare con l’Ente pubblico che stipendia il richiedente. Infatti, una volta che la banca ha valutato le carte ed ha giudicato fattibile l’erogazione del finanziamento, viene inviato all’Ente/datore di lavoro un documento in cui si richiedere di esprimere il consenso alla collaborazione nel trattenere la rata e nel versarla all’istituto creditore. In realtà, nel caso della cessione del quinto dello stipendio si tratta di una pura formalità, in quanto il datore di lavoro è obbligato a collaborare, mentre nel caso di prestito con delega tale benestare diventa indispensabile, pena l’impossibilità di procedere all’erogazione. Il tutto, comunque, dovrebbe portare via

pochi giorni in più rispetto ad un comune prestito personale.

Quali alternative?

punti di domanda

I dipendenti pubblici e statali con contratto di lavoro a tempo indeterminato, anzianità di 4 anni utili alla pensione ed iscritti alla Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali (Fondo Credito) con almeno 4 anni di contributi versati alla stessa, potranno, in alternativa alla classica cessione del quinto dello stipendio, richiedere all’Inps (ex Inpdap) un prestito pluriennale diretto, usufruendo del TAN agevolato fisso pari a 3,5%. Tali prestiti possono avere durata quinquennale o decennale e presentano le stesse modalità di rimborso tipiche della cessione. L’unica differenza, oltre il tasso agevolato, è la necessità di rientrare nelle casistiche di spesa previste dal Regolamento.

Si tratta infatti di prestiti concessi soltanto per specifiche motivazioni riguardanti il richiedente e il suo nucleo familiare, come spese mediche, acquisto auto o casa principale, matrimonio dei figli, nascite, funerali…

Entro un anno dall’evento che ne ha causato lo stato di necessità, la domanda dovrà essere presentata alla propria amministrazione di competenza che provvederà ad inviarla all’Inps per via telematica. Alla domanda si dovranno allegare anche i seguenti documenti:

  • certificazione dello stato di bisogno;
  • fatture e/o preventivi di spesa;
  • certificato medico di sana e robusta costituzione o che (nel caso di motivazione medica) che attesti lo stato attuale dei fatti.

I prestiti pluriennali diretti Inps, economicamente parlando, sono spesso più vantaggiosi rispetto alla classica cessione del quinto, ma sono da mettere in conto le limitazioni causali per cui se ne può avere diritto e le tempistiche più lunghe previste per l’erogazione, oltre al fatto che quest’ultima è di anno in anno condizionata alla disponibilità o meno di fondi sufficienti nel Fondo Credito a cui l’Inps attinge per erogare le sue prestazioni creditizie.

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Prestiti INPS per dipendenti privati – Bonus e TFR in busta paga

Prestiti in convenzione INPS per privati – Solo per dipendenti pubblici e pensionati?

Forse non tutti sanno che esiste una tipologia di finanziamenti particolarmente vantaggiosi dedicati ai dipendenti; si tratta dei prestiti INPS per dipendenti pubblici erogati direttamente dall’INPS, Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, e dall’INPDAP, Istituto Nazionale di Previdenza per i Dipendenti dell’Amministrazione Pubblica.

Ad essere precisi bisogna chiarire che l’INPDAP, originariamente preposto ad erogare il trattamento pensionistico per i dipendenti della Pubblica Amministrazione ed a concedere prestazioni di carattere sociale e creditizio, è stato formalmente cancellato con il Decreto Salva Italia del Governo Monti e le sue funzioni sono state trasferite ad una specifica sezione dell’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale. Da gennaio del 2012 dunque è l’INPS che gestisce il sistema pensionistico italiano e si occupa di erogare prestiti a tassi e a condizioni agevolate.

Prestiti INPS per dipendenti pubblici: requisiti

Chiunque sia in possesso di un contratto di lavoro a tempo indeterminato può dunque richiedere i prestiti Inps per dipendenti pubblici. Si tratta di finanziamenti pluriennali e vengono concessi direttamente dall’Istituto Previdenziale che li può erogare tramite lo speciale Fondo Credito, direttamente finanziato dagli stessi iscritti.

La documentazione necessaria da presentare per ottenere e molto essenziale:

  • codice fiscale;
  • copia dell’ultima busta paga;
  • ultimo modello CUD;
  • documento d’identità o permesso di soggiorno (in caso di cittadino straniero).

Questi prestiti hanno solitamente una durata pluriennale, da un minimo di 5 ad un massimo di 10 anni, e sono proposti con tassi fissi fortemente agevolati, in modo da ottenere un netto risparmio complessivo sull’intera operazione.

I dipendenti pubblici a tempo determinato hanno comunque la possibilità di richiedere finanziamenti agevolati Inps: la durata del prestito però non dovrà essere superiore a quella prevista dal contratto di lavoro (vedi anche Finanziamenti agevolati per giovani).

Prestiti INPS per dipendenti privati: esistono davvero?

Diversa è invece la situazione per i dipendenti del settore privato, i quali non hanno accesso ai prestiti erogati tramite il Fondo Credito di cui su e hanno meno possibilità di usufruire delle agevolazioni INPS.

Nonostante questo anche i dipendenti privati possono usufruire di alcune opportunità da non sottovalutare (vedi anche Cessione del quinto dello stipendio Agos).

Una delle più utilizzate soluzioni per ottenere liquidità da un dipendente è l’anticipazione del TFR, Trattamento di Fine Rapporto, ovvero quella quota accantonata annualmente dal datore di lavoro che viene corrisposta al lavoratore nel momento in cui termina il rapporto di collaborazione.

Anche in questo caso l’INPS mette a disposizione uno speciale Fondo di Garanzia che si sostituisce al datore di lavoro nel caso in cui quest’ultimo non conceda il TFR al lavoratore che ne fa richiesta.

Va ovviamente sottolineato che non si tratta di un vero e proprio finanziamento, poiché gli importi di cui stiamo parlando appartengono già al richiedente e non devono dunque essere restituiti.

Bonus dipendenti privati

Di notevole interesse sono anche quelle specifiche prestazioni erogate dall’INPS a sostegno dei redditi più fragili e dedicate anche ai dipendenti del settore privato. Si tratta di prestazioni temporanee, limitate nel tempo e erogabili solo a determinate condizioni che rappresentano però un valido aiuto per quelle famiglie che si trovano più in difficoltà.

Ricordiamo, a titolo di esempio, il cosiddetto “Bonus Bebè”, introdotto nel 2013 e confermato anche per il 2017, che prevede un assegno annuale, per una durata complessiva di tre anni, per ogni figlio nato o adottato nel 2017, e segnaliamo il Voucher Baby Sitting – Asili Nido ed il Bonus Mamme Domani 2017, entrambi dedicati a sostenere i nuclei familiari o le mamme che affrontano l’arrivo di un nuovo nato in casa.

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Ristrutturazione debito – Come ridurre la rata del prestito

Ristrutturazione debito: il prestito che mette in ordine i conti

Fino a qualche anno fa era abbastanza semplice avere accesso al credito messo a disposizione da banche e società finanziarie anche perché erano numerosi gli strumenti per riuscire ad ottenere un prestito personale (vedi anche Ho bisogno di soldi). Venivano sottoscritti finanziamenti senza che vi fosse una reale consapevolezza di quanto ci si stesse esponendo economicamente e ciò ha comportato che molte famiglie si siano trovate in difficoltà, in una situazione di sovraindebitamento difficile da gestire. Problemi analoghi si sono verificati anche sul versante aziendale con una conseguente forte crisi, che spesso ha aggravato anche la situazione con Equitalia (vedi anche Saldo e stralcio).

Anche se di piccola entità, infatti, quando le rate sono numerose può essere difficile riuscire far fronte a tutte ogni mese per un consumatore, senza contare che l’eventuale mancato pagamento di qualcuna di esse porta ad un incremento della cifra da dover restituire tra more e penali.

Tutto ciò può essere risolto ricorrendo ad un prestito e/o mutuo per Ristrutturazione del Debito in modo da poter riorganizzare l’ammontare dovuto a banche e finanziarie per riuscire a gestirlo e restituirlo.

Cos’è?

La Ristrutturazione del Debito o Consolidamento del Debito è un particolare finanziamento che viene richiesto con l’obiettivo di estinguere tutte le posizioni debitorie in essere ed accorpare tutti le rate esistenti in un’unica rata mensile, di minor entità rispetto alla somma di quelle precedenti.

Ciò è possibile perché si allunga la durata del contratto e si riesce a spalmare quindi il dovuto nel tempo permettendo al debitore di sostenere la spesa ed evitandogli di diventare insolvente.

Prodotti finanziari

Anche se il Consolidamento del Debito è un prodotto specificatamente studiato per consentire di far fronte a finanziamenti che ci sono sfuggiti di mano, ciò non significa che venga concesso con facilità. Gli istituti erogati, infatti, effettuano i soliti controlli che vengono regolarmente fatti per verificare la reputazione creditizia del richiedente e se quest’ultima risulta un po’ compromessa non è facile ottenere il prestito (vedi anche Come uscire dai debiti).

Vediamo ora insieme quali sono i prodotti finanziari a cui si può ricorrere per portare avanti un’operazione di Ristrutturazione del Debito:

  • il prestito personale nella forma del “trasloco” finanziamento, che è però anche quello concesso con maggior difficoltà in quanto è il più rischioso per la banca, poiché privo di garanzie sicure; permette di ottenere somme non molto elevate, mentre per le durate siamo anche fino agli 8/10 anni. Si tratta di una soluzione che permette di migliorare le condizioni del contratto di prestito già esistente, quindi con l’ottenimento di una rata più sostenibile (come ad esempio con il Trasloca Avvera di Credem);
  • mutuo per consolidamento, di tipo ipotecario e, quindi, più sicuro per la banca; le somme richiedibili possono essere anche ingenti poiché l’immobile fa da garanzia e prevede tassi più bassi e condizioni più favorevoli rispetto al semplice prestito personale;
  • la cessione del quinto, il prestito dedicato ai dipendenti a tempo indeterminato (con qualche restrizione anche a tempo determinato) ed ai pensionati in cui l’importo della rata del finanziamento viene trattenuto direttamente dalla busta paga o dalla pensione che valgono come garanzia; sono i finanziamenti più facili da ottenere, vengono concessi anche ai cattivi pagatori e propongono solitamente tassi convenienti.

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Prestiti a pensionati – Quanto si può chiedere?

Prestiti a pensionati anche over 85 – Le alternative

I prestiti a pensionati sono, come suggerisce la definizione stessa, finanziamenti concessi a tutti quelli che percepiscono una regolare pensione, che sia erogata dall’INPS o da altre casse previdenziali. Se fino ad un po’ di tempo fa un pensionato incontrava qualche difficoltà a vedersi concedere un finanziamento in quanto il limite di età, una volta fissato rigidamente a 75 anni, impediva di fatto che lo stesso potesse restituire “per tempo” il dovuto, oggi le cose sono cambiate. Ad esempio Unicredit e Poste Italiane hanno portato il limite di età fino a 85 anni. Ma se si è già oltre 85 anni c’è Bnl che ha il limite più elevato, fissato a 90 anni.

Non sono poche, infatti, le proposte presenti sul mercato del credito al consumo per questa categoria e molto spesso sono prodotti finanziari più concorrenziali e vantaggiosi dei prestiti personali standard. Esistono, ad esempio, particolari agevolazioni per i pensionati INPS ed ex-INPDAP, ovvero agli ex dipendenti statali e della pubblica amministrazione, i quali possono accedere a tassi particolarmente agevolati ed a condizioni particolari.

Vediamo insieme le varie tipologie di prestiti ai pensionati ed eventuali facilitazioni (vedi anche Come funziona il prestito pensionistico).

Prestiti personali pensionati

I pensionati possono aver accesso ai classici prestiti personali esattamente come i cittadini che stanno ancora svolgendo un’attività lavorativa. Si potrebbe dire, anzi, che i pensionati sono potenzialmente più facilitati di altre categorie perché essere possessori di pensione rende certa e dimostrabile l’entrata mensile su cui viene accordato il finanziamento.

Gli unici limiti contro i quali si possono scontare sono appunto quelli anagrafici; se si considera che questi finanziamenti possono durare anche fino a 10 anni, diventava difficile poter aver accesso a questo credito in tutta la sua potenzialità.

Ora le cose stanno cambiando e i limiti si sono alzati e variano, a seconda dei vari istituti di credito, tra 75 e 90 anni. Per il resto i prestiti personali a pensionati non differiscono da quelli standard: se il richiedente non è segnalato come cattivo pagatore ed ha una pensione mensile sufficiente a garantire la rata può avere accesso tranquillamente a questi finanziamenti, anche se è preferibile che sottoscriva un’assicurazione sulla vita quando non è prevista obbligatoriamente.

Cessione del quinto sulla pensione

Una formula considerata particolarmente vantaggiosa per i prestiti a pensionati è quella della Cessione del Quinto sulla pensione. Si tratta di una particolare tipologia di finanziamento non finalizzato, che permette all’ente pensionistico di riferimento di trattenere direttamente l’importo della rata e versarla alla finanziaria o alla banca che ha concesso il credito.

Questo prestito è particolarmente facile da ottenere perché l’impegno che si assume l’ente nei confronti del creditore vale come garanzia reale e permette di far ottenere la somma anche a quei pensionati che non hanno un passato creditizio molto lineare e magari sono segnalati nei vari SIC.

Tuttavia rimane indubbio il fatto che chi è pensionato ha una condizione economica “fragile” anche quando beneficia di una pensione molto elevata. Agli ‘occhi’ di un istituto di credito si tratta ad esempio di una persona che si trova esposta a un rischio più elevato legato alla necessità di sostenere delle spese per lo stato di salute. Non solo, terminato il ciclo lavorativo, in caso di necessità è alquanto problematico rientrare per aumentare le entrate.
Per questa ragione il legislatore quando ha introdotto la possibilità di poter accedere alla cessione del quinto sulla pensione, ha anche stabilito che non tutte le pensioni possono essere utilizzate per la trattenuta del quinto degli emolumenti mensili. Ma soprattutto ha stabilito che non tutta la pensione può essere usata per il calcolo del quinto, poiché al richiedente deve essere garantita almeno la possibilità di una sussistenza minima per poter vivere.

Pensioni non accettate con la cessione del quinto ai pensionati

Tutte le pensioni da lavoro, che nell’ottica precedente raggiungano una minima soglia di importi mensili, possono essere utilizzate (anche se provengono da contributi versati come ex lavoratori autonomi). Una volta che si è terminato il proprio ciclo lavorativo si viene sostanzialmente livellati nella condizione omnicomprensiva di “pensionato” e quindi scatta la possibilità di richiedere le cessioni della pensione.

Non possono essere invece accettate quelle che vengono erogate dallo stato come aiuto alla sussistenza, come ad esempio l’assegno sociale e le pensioni minime. Allo stesso modo non sono utilizzabili le pensioni di invalidità e di accompagnamento. Queste sono destinate esclusivamente al mantenimento di spese atte a garantire un buon trattamento assistenziale di chi ne è riconosciuto beneficiario.

La quota cedibile

Per conoscere l’importo sul quale si potrà calcolare la cessione del quinto della pensione bisogna semplicemente farsi calcolare la quota cedibile. Questa è di importo pari all’assegno sociale, e il suo calcolo deve essere fatto da una sede Inps, che deve rilasciare anche l’apposita certificazione che attesta l’importo che potrà essere utilizzato nel prestito contro cessione. Il calcolo è comunque abbastanza facile, dal momento che in linea generale l’importo della pensione che non può essere toccato deve essere almeno pari all’assegno sociale vigente per quell’anno.

Per semplicità supponiamo che questo importo sia pari a 500 euro, e che la pensione percepita sia di 1100 euro al mese. Il calcolo della cessione del quinto potrà essere fatto sui 600 euro che eccedono dalla pensione mensile una volta tolti 500 euro. Quindi, sempre in linea generale, la rata massima che si potrà pagare sarà di 120 euro mensili. Se invece si percepisce una pensione di 800 euro, allora la cessione andrebbe calcolata sui 300 euro che eccedono i 500 di quota non utilizzabile, per una rata massima mensile di 60 euro.

Conclusioni

Sia che si scelgano i prestiti per pensionati personali standard che quelli sotto forma di cessione del quinto, si deve sempre procedere con cautela partendo da una richiesta di preventivo. Infatti tramite questa prima fase conoscitiva c’è anche la possibilità di constatare se quella finanziaria o banca ha attiva una convenzione con l’Inps. Per questa ragione è chiamata ad applicare condizioni migliorative sul possibile contratto di finanziamento, esentando dal pagamento di spese accessorie, oppure con l’applicazione di tassi di interesse più bassi. Questo principio vale sia che ci si rivolga a una banca on line come Findomestic che alla più familiare offerta di Poste Italiane, che ricordiamo, non finanzia direttamente ma si appoggia a banche ‘esterne’ al gruppo per poter fornire i vari tipi di finanziamento.

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Limoney Crowdfunding – Le commissioni applicate dalla piattaforma

Limoney – E’ una piattaforma sicura di crowdfunding?

In principio c’era Kickstarter, poi le piattaforme di crowdfunding hanno preso piede anche in Italia, sebbene questa piattaforma statunitense sia rimasta nel cuore degli italiani che continuano a fare offerte interessanti con tanti bei soldi che vanno a finire all’estero.

Eppure non è che qui le piattaforme di crowdfunding manchino, ce ne sono per tutti i gusti, come Kendoo, Siamosoci o anche l’europea Ulule. Alcune piattaforme di crowdfunding poi sono un vero gioiellino del made in Italy come Limoney.

Come nasce un’idea

Limoney è nata in modo ufficiale il 7 novembre del 2013 e in questi pochi anni può già vantare un curriculum di tutto rispetto. Sono ben 174 i progetti presentati su questa piattaforma di cui ben 146 rifiutati: questo fa capire come sia efficace il meccanismo di selezione. I 15 progetti che sono stati finanziati hanno raccolto un totale di 68.200 euro.

La mission della piattaforma in principio era orientata nel promuovere quelle realtà meritevoli che si basavano su un obiettivo minimo, che quindi davano maggiore fiducia ai finanziatori e pertanto si utilizzava esclusivamente la formula all or nothing (si ritirano i soldi solo se si raggiunge l’obiettivo).

Nel corso del tempo però si è notato che molti progetti utilizzavano la piattaforma di crowdfunding per reperire solo una parte dei fondi e che contemporaneamente sfruttavano anche altri canali di finanziamento. In base a questa osservazione quindi Limoney ha pensato di finanziare progetti anche con la formula keep it all (consente di ritirare il denaro finanziato anche se non si raggiunge l’obiettivo).

Più nel dettaglio

Limoney è una piattaforma di crowdfunding di tipo reward-donation che ha integrato un marketplace di advisors (utenti che mettono a disposizione il proprio know how per aiutare chi presenta i progetti ad avere il maggior numero di sostenitori) oltre al team professionale di Limoney.

L’azienda è composta da 15 soci di età compresa tra i 22 e i 35 anni, tutti con conoscenze complementari e con la stessa passione per le buone idee soprattutto che nascono in Italia. Decisamente in controtendenza rispetto al periodo economico poco fiorente, i giovani imprenditori di Limoney vogliono aiutare gli imprenditori a realizzare i loro progetti.

Nel direttivo: Matteo Nicolosi, responsabile media & communication, Alessandro Pedote, Business Development Director, Lorenzo Zabban, Legal Director, Giuseppe de Martino Norante, CTO, e Federico Kluzer, President & CEO.

Condizioni economiche

Il servizio di accesso e di iscrizione a Limoney è completamente gratuito così come è gratuita la pubblicazione del progetto sul portale e la sua condivisione mediante gli strumenti messi a disposizione.

Se la soglia di finanziamento richiesta dall’inserzionista fosse raggiunta, Limoney tratterrà una commissione pari al 5% dell’importo finanziato. Ogni transazione effettuata da ciascun singolo sostenitore ha un costo di commissione pari al 2,5% + 0,20 € che viene trattenuta solo qualora il progetto raggiunga l’obiettivo.

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