Coronavirus prestiti: come sospenderli o richiederne di nuovi

Coronavirus prestiti: cosa prevedono i nuovi decreti per privati ed aziende

L’esplosione della pandemia da Covid-19 che ha colpito a ciel sereno l’Italia a partire dal 21 febbraio 2020 ha comportato la necessità di fronteggiare non solo un’emergenza sanitaria senza precedenti nella storia delle nostra Repubblica Italiana, ma anche una non meno grave emergenza economica, figlia delle necessarie restrizioni sociali imposte dal governo con l’obiettivo di rallentare il più possibile la diffusione del virus.

Mentre negli ospedali migliaia di italiani lottano tra la vita e la morte, negozi, fabbriche e attività impossibilitati ad attuare lo smart working sono costretti a chiudere fino a data da destinarsi, senza più poter contare sugli introiti abituali. Tanti i posti di lavoro perduti, tante le famiglie improvvisamente senza un reddito su cui contare. Di fronte a questa catastrofica situazione, il governo ha cercato di sostenere le categorie più colpite attraverso una serie di decreti ad hoc: il Cura Italia del 17/03/2020 e il Decreto Liquidità del 08/04/2020, che prevedono moratorie e garanzie a favore dei privati o delle aziende che possano dimostrare di essere state coinvolte dalla crisi dovuta al Covid 19.

Nel seguente articolo cercherò di fornire agli interessati una panoramica circa le possibili agevolazioni di cui si può attualmente usufruire, sia dal punto di vista dei privati consumatori che da quello delle aziende o dei lavoratori autonomi.

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Privati consumatori

disegno di un consumatore preoccupato

Quanti italiani possono affermare di non avere in corso nemmeno un prestito? Pochi, perchè negli ultimi anni il ricorso al credito al consumo è aumentato notevolmente anche per sovvenzionare l’acquisto di beni non proprio di prima necessità come smartphone, arredamento o vacanze. Anche il più responsabile dei consumatori potrebbe però oggi, a causa della crisi economico-sanitaria scatenata dal Covid 19, trovarsi in serie difficoltà a restituire il dovuto alle banche o finanziarie con cui ha in passato acceso un finanziamento o un mutuo per l’acquisto della prima casa.

Il Decreto Cura Italia prevede a favore dei privati agevolazioni relative al rimborso dei mutui accesi in passato per l’acquisto dell’immobile di residenza: in virtù del “Fondo Solidarietà per i mutui prima casa” (Fondo CONSAP), potranno richiedere la sospensione dei pagamenti da 6 fino ad un massimo di 18 mesi, in proporzione ai giorni di lavoro sospeso o con orario ridotto. Tale agevolazione è infatti estesa anche ai lavoratori dipendenti che hanno visto sospendere o ridurre di almeno il 20% il proprio orario lavorativo per almeno 30 giorni ed ai lavoratori autonomi o ai liberi professionisti che abbiano subìto, in seguito al coronavirus, un dimostrabile decremento degli introiti, rispetto all’ultimo trimestre del 2019, superiore al 33%.
Il Decreto prevede inoltre un’ulteriore agevolazione: il Fondo Consap provvederà al pagamento del 50% degli interessi compensativi di sospensione maturati sul debito residuo.
Attenzione però: nella maggior parte dei casi per usufruire di tali agevolazione è richiesto dagli istituti di credito coinvolti che il mutuatario sia un soggetto performing, ovvero senza sofferenze o inadempienze prima dell’emergenza di Covid-19. Per maggiori info su requisiti e modalità di presentazione della domanda di sospensione del mutuo presso il proprio ente creditore, si consiglia di consultare il sito ufficiale del MEF .

Nel Decreto però nulla si dice a riguardo del pur diffusissimo credito al consumo. Chi dovesse avere difficoltà a sostenere le rate dei comuni prestiti (personali o finalizzati) dovrà quindi necessariamente contattare l’ente creditore e cercare un compromesso. Non essendoci linee guida imposte dall’alto, le varie banche e finanziarie si stanno comportando diversamente le une dalle altre, ma per lo più vige il principio di valutare caso per caso. Alcune finanziarie stanno venendo incontro ai loro clienti facendo pagare in questi mesi di emergenza solo la quota interessi delle rate, altre consigliano di usufruire delle eventuali opzioni di flessibilità previste nel contratto (Salta Rata o Cambia Rata), altre ancora potrebbero decidere di sospendere il rimborso per due o tre mesi. In tutti i casi occorre però fare attenzione ad eventuali costi accessori collegati alle agevolazioni concesse. Nel prossimo Decreto Aprile dovrebbe comunque essere colmato l’attuale vuoto legislativo a riguardo alle difficoltà di rimborso del credito al consumo ai tempi del Coronavirus.

Diverso è il discorso per quanti hanno invece in corso una cessione del quinto. Infatti, essendo una tipologia di prestito accompagnata per legge dalla copertura assicurativa, nei casi più gravi provvederà la polizza a restituire il debito, altrimenti in caso di riduzione del reddito percepito, le rate si adegueranno ad esso in quanto la mensilità dovuta non può per legge superare il quinto dello stipendio netto. Ma attenzione, le varie quote tagliate dalle rate non saranno condonate ma messe in coda a fine finanziamento con un conseguente allungamento della durata del rimborso.

(Approfondimento: Sovraindebitamento)

Imprese, professionisti e lavoratori autonomi

immagine di saracinesca chiusa per coronavirus

Il Decreto Cura Italia offre alle micro, piccole e medie imprese in difficoltà a causa dell’attuale emergenza sanitaria la possibilità di richiedere la sospensione fino al 30/09/2010 del pagamento di prestiti e mutui rivolgendosi direttamente presso l’istituto di credito interessato e presentando la documentazione richiesta.
Il Decreto Liquidità ha inoltre potenziato il Fondo di Garanzia per le PMI e i professionisti con partita IVA semplificandone l’accesso burocratico. Infatti, presentando l’apposito modulo compilato in ogni sua parte, sarà possibile accedere a prestiti fino ad un massimo del 25% dei ricavi e comunque fino ad un massimo di 25.000€, con istruttoria veloce, quindi in tempi brevissimi, godendo di una garanzia statale automatica pari al 100%. La copertura della garanzia statale si riduce al 80% per importi superiori. Sui giornali tale forma di prestito è stata pubblicizzata come “senza istruttoria” ma non è corretto, in quanto, ai fini dell’erogazione, è comunque necessario essere in possesso dei requisiti minimi richiesti dalla banca a cui ci si rivolge.

Anche le grandi imprese potranno usufruire di prestiti garantiti dallo Stato grazie all’intervento della SACE, società per azioni del gruppo italiano Cassa Depositi e Prestiti (CDP). Potranno accedervi tutte le aziende con sede in Italia che a fine dicembre 2019 non presentavano problemi economici e che invece possano dimostrare di aver ultimamente subito danni economici a causa dell’emergenza sanitaria in corso. Inoltre devono già avere utilizzato per intero la quota messa a disposizione dal Fondo Centrale di Garanzia. In questo caso l’istituto di credito sarà tenuto ad aprire una regolare fase di istruttoria. L’importo massimo richiedibile non deve superare il 25% del fatturato dichiarato relativamente al 2019 o, in mancanza di un bilancio, non può superare il doppio di quanto speso nel 2019 per i salari dei dipendenti. Quanto richiesto dovrà essere utilizzato secondo le limitazioni previste dal decreto e rimborsato in massimo 6 anni, con piani di preammortamento fino a 24 mesi. La garanzia statale coprirà dal 70% al 90% dell’importo in base al fatturato e al numero di dipendenti dell’azienda in questione.

Le modalità di richiesta di tali finanziamenti alle imprese sono ancora in via di definizione. Per maggiori dettagli e aggiornamenti si consiglia di visitare frequentemente il sito ufficiale del MEF e quello della propria banca di riferimento.

(Data rilevazione informazioni: 17/04/2020)

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Prestiti per infermieri: quali alternative?

Prestiti per infermieri: guida alla scelta

Sono tante le motivazioni che possono spingerci a richiedere un prestito, ma indipendentemente da quali esse siano è sempre opportuno essere a conoscenza delle possibili alternative a disposizione per poter individuare più facilmente la soluzione che meglio soddisfa le nostre esigenze e le nostre tasche. In particolare ciò torna utile a quelle categorie di consumatori che, in virtù del proprio contratto lavorativo, possono accedere a forme agevolate di finanziamenti, come ad esempio gli infermieri. Le agevolazioni più interessanti riguardano sicuramente i prestiti per infermieri appartenenti alla pubblica sanità, ma anche gli infermieri della sanità privata possono in alcuni casi usufruire di condizioni favorevoli. Nel seguente articolo fornirò a questa specifica categoria di consumatori tutte le informazioni utili per orientarsi al meglio tra le varie offerte e trovare il finanziamento più indicato.

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Prestiti INPS

disegno di infermiere con scritta inps

Gli infermieri appartenenti alla sanità statale (dipendenti dell’ASL e di Aziende Ospedaliere e Universitarie o di Case di Cura pubbliche) possono in primo luogo valutare le diverse tipologie di prestiti offerti dall’INPS (ex INPDAP).

Si tratta di finanziamenti accessibili ai dipendenti pubblici e statali che siano in possesso di un contratto di lavoro a tempo indeterminato, con un’anzianità lavorativa di 4 anni validi al fine della pensione e che siano iscritti alla Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali (Fondo Credito) con almeno 4 anni di regolare pagamento della quota dovuta.

In caso di contratto a tempo determinato con durata almeno triennale, è possibile usufruire dei prestiti INPS soltanto se il piano di rimborso si completa entro la fine del contratto stesso.

Tutti i prestiti INPS presentano alcune caratteristiche tipiche della cessione del quinto dello stipendio e cioè:

  • il rimborso avviene a mezzo di trattenute in busta paga effettuate direttamente dall’Ente pubblico da cui si dipende;
  • l’importo fisso delle rate non può superare il 20% del proprio stipendio al netto di ritenute fiscali e previdenziali.

Se la somma di cui si necessita è contenuta, ci si può orientare sul Piccolo Prestito, che permette di richiedere un importo pari al massimo a 8 mensilità nette del proprio stipendio, da restituire entro un massimo di 4 anni. Tale tipologia di prestito ha il vantaggio di non necessitare di alcun giustificativo di spesa e l’erogazione non è vincolata all’utilizzo della somma per comprovate e specifiche motivazioni.

Economicamente parlando, il Piccolo Prestito gode di un TAN agevolato del 4,25%. Tra le spese accessorie sono previste un’aliquota dello 0,5% per la copertura delle spese amministrative e una quota da versare al Fondo Rischi il cui importo dipende dall’età del richiedente, come indicato dalle apposite tabelle presenti nel Regolamento.

Se la somma di cui si necessita è più elevata, è possibile orientarsi invece sui Prestiti Pluriennali Diretti (cosiddetti in quanto erogati direttamente dall’INPS), che possono avere durata quinquennale o decennale. In tal caso però il credito sarà concesso soltanto per alcune comprovate motivazioni specificate all’interno del Regolamento. Quindi si potrà usufruire del TAN agevolato al 3,5% soltanto nel caso in cui si possa dimostrare di rientrare nelle casistiche stabilite, che riguardano ad esempio problemi di salute dell’iscritto o di un membro del suo nucleo familiare, nascita di un figlio, morte di un familiare, acquisto dell’auto, manutenzione ordinaria e straordinaria o acquisto dell’abitazione principale.

Sia l’erogazione dei Piccoli Prestiti che dei Prestiti Pluriennali sono soggette alla disponibilità stanziata annualmente dall’INPS al relativo Fondo Credito ed è possibile effettuare delle simulazioni di calcolo utilizzando l’apposito tool presente sul sito ufficiale.

E’ possibile anche rivolgersi agli Istituti di credito in convenzione con l’INPS per richiedere un Prestito Pluriennale Garantito, cioè garantito dal Fondo Credito INPS ma erogato dall’istituto convenzionato. Anche in questo caso gli infermieri potranno usufruire di un tasso agevolato, ma questo varierà da banca a banca e sarà più alto rispetto a quello offerto dal prestito diretto, pur restando comunque più favorevole rispetto a quello di mercato. Sempre necessario ai fini dell’erogazione produrre tutta la documentazione richiesta relativa allo stato di necessità.

Cessione del quinto dello stipendio

disegno di infermiere con rappresentazione di un quinto

Altra strada percorribile è quella della richiesta di una cessione del quinto dello stipendio, che non richiede alcun giustificativo di spesa. Banche e finanziarie vedono gli infermieri come consumatori a basso rischio, per cui sono ben disposti a stringere convenzioni con gli Enti Sanitari Statali o Privati di appartenenza e ad offrire quindi ai loro dipendenti condizioni agevolate, che possono riguardare tassi concorrenziali, burocrazia semplificata o spese accessorie ridotte.

E’ opportuno, dunque, informarsi presso la propria amministrazione per conoscere le eventuali convenzioni in atto e rivolgersi alle banche coinvolte per richiedere un preventivo personalizzato.

La cessione del quinto è una forma di prestito personale che presenta delle spese accessorie notevoli, prima fra tutte la polizza assicurativa vita e impiego obbligatoria per legge, ma offre l’indiscusso vantaggio di essere accessibile anche a cattivi pagatori e pignorati, in quanto, ai fini della concessione del credito, non viene preso in considerazione il merito creditizio del richiedente ma soltanto la busta paga e il tipo di contratto lavorativo in essere. Inoltre, nel caso in cui l’importo necessario sia importante, è possibile raddoppiare la quota cedibile (arrivando ad impegnare il 40% della retribuzione mensile netta) chiedendo in aggiunta il prestito con delega, erogabile però solo a condizione che l’amministrazione di appartenenza conceda per iscritto il suo consenso.

(Approfondimento: Prestiti per protestati e cattivi pagatori)

Altre possibili alternative

disegno di infermiere con monete e banconote

Gli infermieri, sia statali che privati, possono accedere al credito anche tramite la richiesta di un tradizionale prestito personale. Non si godrà di tassi agevolati, ma tale forma di finanziamento presenta comunque costi accessori più bassi rispetto ad una cessione del quinto e tempi si istruttoria ed erogazione più rapidi anche rispetto ai prestiti INPS.

Affinché la richiesta vada a buon fine è però necessario disporre di un buon merito creditizio e di un contratto lavorativo possibilmente a tempo indeterminato. In mancanza di tali requisiti la concessione del credito potrebbe essere vincolata da parte della banca alla firma di un garante o di un fideiussore.

Nel caso in cui, invece, la liquidità occorra per l’acquisto di un bene (ad esempio l’auto nuova, una vacanza, un nuovo divano) potrebbe essere più conveniente richiedere un prestito finalizzato, spesso proposto direttamente dal venditore che funge da intermediario con le più note finanziarie nazionali (Findomestic, Agos, Compass). Tale forma di finanziamento permette di usufruire di tassi concorrenziali (alle volte addirittura TAN 0%), spese accessorie ridotte ed offre la comodità di poter essere richiesto in loco, al momento dell’acquisto, previa presentazione dell’opportuna documentazione.

Cosa valutare per scegliere al meglio

punti di domanda

Da quanto finora detto emerge che gli infermieri che necessitano di liquidità possono percorrere diverse strade.

Per poter scegliere al meglio quella più adatta alle proprie esigenze ed alle proprie tasche è sempre opportuno richiedere il maggior numero di preventivi possibile, sia online (quando l’istituto di credito lo permette) sia recandosi direttamente presso la banca convenzionata o comunque di proprio interesse.

Al momento della valutazione delle varie offerte occorre paragonare il TAEG, in quanto è questo il valore che indica il costo complessivo del finanziamento, spese accessorie comprese. Oltre alla convenienza, però, l’infermiere dovrà valutare anche altri fattori, che potrebbero influire sulla scelta ancor più del vantaggio economico.

Infatti, se ad esempio si deve rispondere ad una necessità di liquidità impellente, i finanziamenti INPS potrebbero non essere la soluzione giusta pur essendo sicuramente competitivi da un punto di vista economico, in quanto richiedono dei tempi burocratici e quindi di erogazione più lunghi rispetto a quelli di un prestito personale o finalizzato. Nel caso, invece, di passate segnalazioni al Crif per problemi di insolvenza, sarà opportuno indirizzarsi verso la cessione del quinto, pur essendo più costosa, poiché richiedibile anche da pignorati e cattivi pagatori.

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Prestiti Miur: quali alternative per il 2024?

Prestiti Miur: 7 domande e 7 risposte

Alcune categorie di consumatori possono accedere al credito di cui necessitano anche attraverso specifici finanziamenti agevolati, come ad esempio accade per i dipendenti del Miur (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca). Se sei un dipendente statale appartenente al Miur, continua a leggere il seguente articolo: cercherò di rispondere alle tue principali domande sull’argomento.

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  1. Cosa si intende per Prestiti Miur?
  2. Chi può richiederli e quali sono i requisiti?
  3. Cos’è il Piccolo Prestito INPS?
  4. Cosa sono i Prestiti Pluriennali diretti INPS?
  5. Come richiedere un prestito INPS?
  6. Come usufruire dei finanziamenti convenzionati Miur?
  7. Quali alternative ai prestiti Miur?

1.Cosa si intende per Prestiti Miur?

logo miur

Per Prestiti Miur si intendono tutti quei finanziamenti che presentano qualsiasi tipo di agevolazione nei confronti dei dipendenti del suddetto Ministero: docenti, personale ATA e ricercatori universitari. Appartengono a tale categoria di finanziamenti:

  • i prestiti erogati direttamente dall’INPS a favore degli iscritti alla Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali (Fondo Credito) in possesso dei dovuti requisiti;
  • i prestiti erogati da alcuni istituti di credito a favore del personale docente e amministrativo scolastico in seguito alla stipula di apposite convenzioni con il Ministero dell’Istruzione.

Le agevolazioni di cui si potrà usufruire possono essere diverse, ad esempio tassi più bassi rispetto a quelli di mercato, semplificazioni dell’iter burocratico o spese accessorie ridotte.

Tali prestiti agevolati assumono la forma e le modalità di rimborso tipiche della cessione del quinto dello stipendio, quindi:

  • tasso fisso;
  • rate di importo non superiore al 20% dello stipendio netto;
  • rimborso mensile a mezzo di trattenute dirette in busta paga;
  • copertura assicurativa obbligatoria.

2.Chi può richiederli e quali sono i requisiti?

immagine punti di domanda

Possono essere richiesti da tutti i dipendenti del Miur, quindi:

  • docenti delle scuole di ogni ordine e grado;
  • personale ATA;
  • docenti e ricercatori universitari.

Nel caso dei prestiti INPS (Piccolo Prestito o Prestiti Pluriennali) occorrerà anche avere un contratto di lavoro a tempo indeterminato con un’anzianità di servizio di almeno 4 anni valida ai fini della pensione ed essere iscritti alla Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali (Fondo Credito) con regolare versamento della quota negli ultimi 4 anni. Nel caso in cui si disponesse di un contratto lavorativo a tempo determinato, per poter accedere ai prestiti INPS è necessario che la sua durata sia di almeno 3 anni e che il finanziamento richiesto si concluda entro e non oltre la fine del rapporto lavorativo.

Possono accedere ad una particolare tipologia di Piccolo Prestito INPS anche gli insegnanti e i direttori scolastici delle scuole primarie e dell’infanzia in servizio, iscritti alla Gestione Assistenza Magistrale (ex ENAM), in possesso di un contratto di lavoro a tempo indeterminato e che hanno ancora da svolgere almeno altri due anni di lavoro prima di andare in pensione.

Nel caso, invece, di prestiti agevolati erogati da Istituti di credito in convenzione col Miur sarà sufficiente dimostrare tramite busta paga la dipendenza lavorativa presso il Ministero dell’Istruzione.

3.Cos’è il Piccolo Prestito INPS?

logo inps

Il Piccolo Prestito è un finanziamento a breve termine erogato dall’INPS (tramite il Fondo Credito) a favore degli aventi diritto che ne fanno richiesta. Non occorre presentare alcun giustificativo di spesa ma l’erogazione è comunque soggetta alla disponibilità presente nel Fondo, che viene annualmente stabilita dal bilancio INPS.

Si tratta di prestiti il cui importo può arrivare al massimo a 8 mensilità nette da restituire in massimo 4 anni. E’ possibile richiederne un rinnovo dopo aver rimborsato almeno la metà delle rate previste dal proprio piano di ammortamento.

Il TAN applicato è pari al 4,25% a cui vanno aggiunti:

  • un’aliquota dello 0,50% dell’importo erogato, per coprire le spese amministrative;
  • il premio da versare al Fondo Rischi il cui importo varia in base all’età del richiedente, secondo quanto riportato nelle tabelle presenti nel relativo Regolamento.

Gli iscritti alla Gestione Assistenza Magistrale (ex ENAM) possono anche accedere ad un particolare Piccolo Prestito che gode di un TAN agevolato pari all’1,50%; in più sarà dovuta un’aliquota dell’1% per spese amministrative e Fondo Rischi. La durata massima è di 24 mesi e l’importo massimo richiedibile è pari a 2 mensilità nette. Si tratta, quindi, di un piccolo finanziamento a tasso molto agevolato, che è soggetto però a limitazioni per quanto riguarda le motivazioni della richiesta. Inoltre non è cumulabile con altri prestiti concessi dalla Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali.

4.Cosa sono i Prestiti Pluriennali diretti INPS?

I Prestiti Pluriennali diretti INPS sono invece finanziamenti agevolati con i quali i dipendenti Miur possono accedere a importi più elevati, rimborsabili in 5 o 10 anni. L’erogazione da parte dell’INPS è però soggetta alla motivazione per cui il credito è richiesto.

Per averne diritto occorre infatti rientrare nelle specificate casistiche riportate dal Regolamento, allegando alla domanda la documentazione che attesta lo stato di necessità oltre a preventivi e/o fatture relative alle spese da sostenere o già sostenute.

E’ possibile fare richiesta di un prestito pluriennale entro un anno dall’evento che ha determinato la necessità economica (malattia, acquisto auto, manutenzione straordinaria dell’abitazione, nascita di un figlio ed altro ancora).

Il TAN applicato è pari al 3,5% cui si aggiunge un’aliquota dello 0,5% più il premio dovuto al Fondo Rischi. La restituzione comincia due mesi dopo l’accredito dell’importo concesso sul conto corrente. Sono previste sia la possibilità di rinnovo che di estinzione anticipata.

5.Come richiedere un prestito INPS?

I dipendenti Miur devono inoltrare la domanda per un prestito INPS per via telematica, scegliendo se utilizzare il portale INPS o quello NOIPA, seguendo le indicazioni fornite ed allegando l’opportuna documentazione. Sempre tramite il portale scelto, sarà possibile monitorare l’avanzamento della pratica o ricevere delucidazioni in caso di rifiuto.

6.Come usufruire dei finanziamenti convenzionati Miur?

disegno di una banca e banconote

I dipendenti Miur, in qualità di statali, sono visti di buon grado dagli Istituti di credito che sono quindi favorevoli a stipulare convenzioni col Ministero per offrire condizioni agevolate alla categoria, perché il rimborso è considerato a basso rischio. Tali convenzioni, che possono offrire agevolazioni di vario genere, hanno però carattere temporaneo ed alle volte anche locale.

E’ quindi opportuno rivolgersi preventivamente presso la propria amministrazione di appartenenza per reperire informazioni aggiornate sulle convenzioni in corso,

così da andare a colpo sicuro e richiedere un preventivo personalizzato di cessione del quinto direttamente alle banche e finanziarie che potenzialmente offriranno le condizioni più favorevoli. Ricordati di portare con te un documento di riconoscimento valido, il codice fiscale o tessera sanitaria e le ultime due buste paga.

La cessione del quinto, solitamente, è un finanziamento leggermente più costoso di un comune prestito personale, però, proprio in virtù delle sue modalità di rimborso, permette anche ai cattivi pagatori e ai pignorati di farne richiesta con esito positivo, in quanto sarà il Miur stesso a fare da garante trattenendo a monte le rate in busta paga. Inoltre, nel caso di elevata necessità di liquidità, alla cessione può essere accostato il prestito con delega che, impegnando un ulteriore 20% dello stipendio, permette di raddoppiare il credito richiedibile, previa concessione, da parte della propria amministrazione di appartenenza, del consenso scritto ad effettuare le ulteriori trattenute .

Invece, presso le banche convenzionate con l’INPS potrai fare richiesta di un Prestito Pluriennale (quinquennale o decennale) INPS garantito, cioè erogato dalla banca in questione ma garantito dal Fondo Credito INPS. I tassi applicati non saranno concorrenziali come quelli del Prestito Diretto ma comunque più bassi di quelli di mercato. Anche in questo caso occorrerà dimostrare di rientrare nelle casistiche previste dal Regolamento.

7.Quali alternative ai prestiti Miur?

Non è detto che per i dipendenti del Ministero dell’Istruzione la soluzione migliore sia sempre il prestito agevolato. Ad esempio, se il credito serve per l’acquisto di un bene, potrebbe essere più conveniente richiedere un prestito finalizzato direttamente presso lo store in cui si intende effettuare l’acquisto, anche se non è presente un trattamento favorevole per la propria categoria di appartenenza. Catene come Euronics, Nuovarredo, Mediaworld e tante altre offrono finanziamenti in collaborazione con le principali finanziarie nazionali, proponendo periodicamente anche condizioni promozionali molto vantaggiose, come il tasso zero.
disegno di un'insegnante alla lavagna
E ancora, in presenza di un impellente bisogno di denaro potrebbe non essere possibile attendere i tempi tecnici e burocratici necessari per l’erogazione dei prestiti agevolati. In tal caso potrebbe essere opportuno valutare anche il classico prestito personale, che prevede tassi leggermente più elevati ma tempistiche più rapide. Da tenere in conto, però, che, al fine della concessione, sarà necessario disporre di un buon merito creditizio o, in mancanza di quest’ultimo, di un solido garante o fideiussore.

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Prestiti per cure mediche: quali alternative?

Prestiti per cure mediche: cosa valutare al momento della scelta?

Purtroppo non sempre si accede al credito per permettersi una bella vacanza, la macchina nuova o per rimodernare l’arredamento. Spesso e volentieri si necessità di liquidità per sostenere spese mediche improvvise ed impellenti oppure costose cure odontoiatriche. Si parte da importi modesti (dai 3 ai 10.000€) per arrivare anche a cifre importanti (20 o 30.000€, come ad esempio nel caso di interventi chirurgici privati). Come muoversi per accedere al credito di cui si necessita? Quali sono le alternative da vagliare? Nel seguente articolo troverai tutte le informazioni utili al riguardo.

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Prestiti finalizzati

disegno di medico e di banconote

Molte cliniche private, così come medici specialistici e dentisti, sono consapevoli del fatto che non sempre i costi delle loro prestazioni sono alla portata delle tasche dei pazienti. Per questo cercano di venire incontro alle esigenze della clientela stringendo convenzioni con finanziarie locali o nazionali per poter intermediare prestiti finalizzati alle cure mediche da sostenere. Direttamente in loco sarà possibile, dunque, effettuare il pagamento della parcella rateizzandone l’importo nella maniera più opportuna.

L’ente creditore, infatti, erogherà il contante concesso direttamente alla clinica o al professionista che effettuerà il servizio sanitario richiesto, mentre le rate saranno mensilmente rimborsate dal paziente.

Solitamente il prestito finalizzato presenta condizioni economiche più vantaggiose rispetto ad un prestito personale, rare volte con TAN 0% promozionale, più comunemente con TAN intorno al 4% o 5%.

Non è però richiedibile una cifra superiore a quella preventivata dal medico, quindi non è possibile approfittarne per mettere da parte un gruzzoletto aggiuntivo a cui attingere in caso di ulteriore necessità.

Per richiederlo è necessario presentare un documento d’identità, il codice fiscale, le ultime due buste paga o, in caso di lavoratori autonomi, la Certificazione Unica (modello CU). Per non incontrare intoppi è necessario inoltre disporre di una buona valutazione del merito creditizio.

Prima di firmare è sempre consigliabile valutare anche proposte esterne ed alternative, perché così facendo si potrebbe risparmiare qualcosa in più, che non fa mai male.

Prestito personale

disegni di denaro e banconote

A differenza del prestito finalizzato,

il prestito personale è una forma di credito al consumo per la quale non è necessario specificare le motivazioni della richiesta e l’importo concesso viene erogato sul conto corrente del richiedente

che potrà utilizzarlo a propria discrezione, quindi anche per sostenere le spese mediche necessarie. Le offerte di questa tipologia di prestito sono molto più numerose rispetto a quelle finalizzate, quindi, richiedendo più preventivi, è possibile riuscire a spuntare condizioni economiche favorevoli. Nella maggior parte dei casi è possibile richiedere fino a 75.000€ da restituire in massimo 120 mesi. Oltre al TAN occorre confrontare soprattutto i TAEG delle varie proposte perché quest’ultimo è il valore che indica il costo complessivo del finanziamento, spese accessorie comprese.

Alcune banche e finanziarie, come ad esempio Agos e Findomestic, propongono apparenti prestiti finalizzati per cure mediche ed estetiche che, ad uno sguardo più attento, si rivelano essere dei prestiti personali a tutti gli effetti. Attenzione, quindi: è opportuno attenersi sempre a ciò che è riportato nel foglio informativo del prodotto in questione.

La documentazione da presentare è la medesima di quella richiesta per i prestiti finalizzati. In mancanza dei requisiti ritenuti indispensabili dall’istituto per la concessione del credito potranno essere richieste garanzie aggiuntive, come un garante o un fideiussore.

Cessione del quinto

frazione un quinto

Si tratta di una forma di prestito personale al quale possono accedere unicamente i dipendenti (pubblici e privati) e i pensionati. Sono quindi esclusi i lavoratori autonomi e quelli atipici. A causa dei costi accessori (ad esempio la polizza vita e /o impiego obbligatoria),

si tratta di una forma di credito al consumo più costosa rispetto ad un prestito personale classico ma presenta il notevole vantaggio di poter essere richiesto anche da cattivi pagatori e protestati, in quanto non viene preso in considerazione il merito creditizio.

Il rimborso avverrà a mezzo di rate mensili trattenute direttamente in busta paga dal datore di lavoro e la durata massima prevista è di 120 mesi. Per quanto riguarda gli importi, questi dipendono dall’entità dello stipendio o pensione netti percepiti, in quanto la rata per legge non può superare la quinta parte dello stipendio/pensione.

Gli istituti di credito stipulano frequentemente convenzioni con enti pubblici o statali e con l’Inps, quindi chi appartiene a tali categorie può spuntare tassi o condizioni agevolate. E’ opportuno dunque informarsi presso la propria amministrazione di appartenenza o presso l’Inps circa le convenzioni in atto, così da ottimizzare i tempi di reperimento dei preventivi concentrandosi sugli istituti che offrono agevolazioni.

(Approfondimento: Preventivo cessione del quinto, Prestiti per protestati e cattivi pagatori)

Prestiti Inps

logo inps

I dipendenti pubblici o statali iscritti alla Gestione Unitaria delle Prestazioni Creditizie e Sociali da almeno 4 anni e con 4 anni di anzianità di servizio valida ai fini della quiescenza e i pensionati iscritti alla Gestione suddetta possono fare richiesta dei prestiti pluriennali diretti Inps (quinquennali o decennali) in quanto nel Regolamento, tra le motivazioni per cui tale credito viene erogato, sono contemplate:

  • malattia dell’iscritto (quinquennale): l’importo erogabile è a discrezione dell’Inps che valuterà preventivi di spesa, cartelle cliniche e certificati medici per stabilire la somma necessaria per affrontare la malattia. Occorrerà dunque allegare alla domanda autocertificazione dello stato di famiglia, tutti i referti medici relativi al problema di salute, eventuali ricevute di spese già effettuate;
  • protesi dentarie e cure odontoiatriche dell’iscritto o di un membro del suo nucleo familiare (quinquennale): anche in questo caso la somma erogata sarà determinata in base all’analisi dei preventivi di spesa allegati. Prima dell’erogazione occorrerà presentare copia autenticata di fatture pari almeno al 10% del totale delle spese preventivate, per dimostrare l’inizio delle cure in questione;
  • malattie gravi dell’iscritto o di un membro del nucleo familiare (decennale): valgono stesse regole e modalità dei precedenti casi, con la possibilità di accedere a somme più elevate grazie ad un piano di rimborso più esteso nel tempo.

E’ necessario disporre di un contratto di lavoro a tempo indeterminato oppure a tempo determinato con durata di almeno 3 anni. In quest’ultimo caso il prestito dovrà concludersi prima della fine del contratto lavorativo e il Tfr maturato e maturando sarà preso a garanzia per tutta la durata del finanziamento.

Il TAN applicato ai prestiti pluriennali è agevolato. E’ pari, infatti, al 3,5% a cui si aggiunge lo 0,5% dell’importo erogato per coprire le spese amministrative e la quota da versare al Fondo Rischi secondo le tabelle fornite dall’Inps. Le domande andranno presentate, seguendo l’iter telematico descritto sul sito ufficiale Inps, entro e non oltre un anno dalla data in cui si è verificato il problema di salute per cui è richiesto il credito.

Per importi più contenuti e senza bisogno di presentare giustificativi di spesa, è possibile richiedere all’Inps i cosiddetti Piccoli Prestiti, che possono avere una durata compresa tra 1 e 4 anni ed un importo che va da una mensilità netta fino ad un massimo di 8. Il TAN applicato è 4,25% a cui va aggiunto, come per i prestiti pluriennali, lo 0,5% dell’importo erogato per spese amministrative e la quota al Fondo Rischi.

Opinioni

Da quanto detto finora si evince che di fronte a spese mediche importanti o impreviste è possibile percorrere diverse strade.

La più pratica e veloce è rappresentata dal prestito finalizzato offerto direttamente presso la clinica a cui ci è rivolti. Ad esempio offrono questa tipologia di finanziamento cliniche dentali come Dentix e DentalPro.

Se si preferisce poter richiedere una liquidità superiore ai preventivi di spesa, per essere pronti ad eventuali spese aggiuntive, allora conviene indirizzarsi su un prestito personale, cercando di reperire il maggior numero di preventivi possibile (devono essere di pari importo e durata per poterli comparare opportunamente tra loro), anche online, così da individuare quello al momento più vantaggioso e che meglio soddisfa le proprie esigenze.

Se non si ha un’urgenza eccessiva, può rivelarsi conveniente provare ad ottenere un prestito Inps: prevedono tempi più lunghi rispetto ad un prestito tradizionale, l’erogazione è soggetta alla disponibilità del Fondo, ma offrono tassi effettivamente agevolati.

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Cessione del quinto IBL per dipendenti e pensionati

Cessione del quinto IBL: conviene?

I lavoratori dipendenti (pubblici, statali o privati che siano) e i pensionati (INPS, Ex-INPDAP o altri enti) possono, in caso di necessità e se in possesso degli opportuni requisiti, ottenere liquidità ricorrendo alla cessione del quinto dello stipendio.

Tra le numerose banche e finanziarie che offrono questa tipologia di credito al consumo c’è anche IBL Banca. Se sei interessato a conoscere i dettagli della cessione IBL, continua a leggere il seguente articolo: cercherò di fornirti tutte le informazioni utili a riguardo.

Indice

Chi è IBL Banca?

IBL Banca, presente in Italia con 52 filiali distribuite sul territorio, è un Gruppo bancario dal 2008, ma ha alle sue spalle oltre 90 anni di esperienza come istituto finanziario specializzato nel credito al consumo. Inoltre propone anche prodotti assicurativi grazie a IBL Assicura.

E’ particolarmente specializzata nella cessione del quinto dello stipendio/pensione e nei prestiti con delega.

Cessione del quinto dello stipendio IBL

I dipendenti pubblici e statali e i dipendenti privati possono rivolgersi ad IBL per richiedere la cessione del quinto dello stipendio. Questa particolare forma di credito al consumo è strettamente regolamentata e presenta le seguenti caratteristiche:

  • il rimborso avviene a mezzo di trattenute in busta paga effettuate dal datore di lavoro che provvederà personalmente a versarle alla banca;
  • l’importo massimo delle rate non può superare la quinta parte dello stipendio (detta quota cedibile) al netto di eventuali trattenute fiscali e/o previdenziali;
  • il finanziamento può avere una durata massima di 120 mesi;
  • la cessione deve essere sempre accompagnata da una polizza assicurativa obbligatoria che copra vita e impiego;
  • non sono necessarie garanzie oltre il TFR maturato e maturando del dipendente, su cui la banca pone un vincolo per tutta la durata del finanziamento. Può quindi essere richiesto anche da chi in passato ha avuto problemi di insolvenza in quanto nella fase di istruttoria non verrà preso in considerazione il merito creditizio.

Si tratta di un finanziamento a tasso fisso e con ammortamento alla francese. Non sono previste spese di intermediazione in quanto il credito è erogato direttamente da IBL e sarà possibile estinguerlo anticipatamente in qualunque momento recuperando anche gli eventuali interessi non maturati.

La quota massima a cui si può aspirare è strettamente legata all’entità dello stipendio percepito e del TFR maturato e all’anzianità lavorativa del dipendente: all’aumentare di tali parametri, aumenta l’importo del credito richiedibile.

Per farne richiesta, il dipendente dovrà recarsi personalmente presso una delle filiali IBL oppure dovrà compilare l’apposito form presente su www.iblbanca.it ed attendere di essere contattato da un consulente col quale fissare un appuntamento.

I requisiti richiesti sono:

  • essere maggiorenni;
  • avere un contratto di lavoro a tempo indeterminato (se si è assunti a tempo determinato si potrà eventualmente ottenere un finanziamento di durata non superiore alla scadenza del contratto lavorativo);
  • aver maturato un TFR sufficiente;
  • essere dipendenti di un’azienda assicurabile (nel caso dei dipendenti privati).

I lavoratori autonomi sono esclusi da tale forma di credito.

I documenti da presentare, invece, sono i seguenti:

  • ultime due buste paga;
  • CUD;
  • certificato di stipendio rilasciato dal datore di lavoro;
  • dichiarazione sullo stato di salute ai fini della polizza assicurativa sulla vita.

La polizza assicurativa, come ho detto prima, è obbligatoria per legge ed IBL Banca propone anche prodotti assicurativi suoi. Il richiedente la cessione non è comunque obbligato ad accettare la proposta assicurativa fornita da IBL. E’ diritto del consumatore richiedere preventivi per prodotti analoghi presso altre compagnie assicurative alla ricerca di un eventuale polizza più vantaggiosa e, nel caso la trovasse, la banca sarà tenuta ad accettarla.

Una volta terminata la fase di istruttoria ed ottenuta la concessione da parte di IBL, il credito verrà erogato con assegno o bonifico bancario entro una decina di giorni dall’avvenuta concessione.

Sul sito di IBL Banca sono riportati alcuni esempi di cessione del quinto dello stipendio e della pensione.

In caso di necessità di ulteriore liquidità il dipendente avrà due possibilità:

  1. rinnovare la cessione.
    Il rinnovo potrà avvenire solo dopo aver rimborsato puntualmente i ⅖ della cessione in corso. Ad esempio, un finanziamento di 84 rate potrà essere rinnovato solo dopo aver pagato almeno le prime 34 rate.
  2. richiedere un prestito con delega.
    Questa soluzione è utile sia nel caso in cui non ci siano ancora i requisiti per rinnovare la cessione, sia quando si necessiti di somme importanti. Infatti con la delega di pagamento sarà possibile richiedere ulteriore liquidità impegnando un ulteriore quinto dello stipendio. In presenza quindi di una cessione in corso, aggiungendo il prestito con delega si potrà impegnare in totale fino al 40% della propria retribuzione (per questo tale finanziamento è detto anche doppio quinto). La documentazione da presentare è la medesima della cessione del quinto, così come le modalità di rimborso. E’ richiesto però esclusivamente un contratto di lavoro a tempo indeterminato e il consenso scritto alla delega del pagamento da parte del datore di lavoro.

Cessione del quinto della pensione IBL

Anche i pensionati in cerca di liquidità possono rivolgersi ad IBL, in quanto tale banca ha aderito alla Convenzione INPS, offrendo quindi ai pensionati INPS o EX-INPDAP la possibilità di accedere alla cessione del quinto della pensione usufruendo di tassi agevolati ed istruttoria semplificata e più veloce grazie al collegamento online diretto con l’INPS.

La copertura assicurativa obbligatoria riguarda in questo caso solo la vita e l’importo richiedibile e la durata massima effettiva del finanziamento dipendono anche dall’età del richiedente: più si è in là con gli anni, minore sarà la durata concessa e più costosa l’assicurazione vita. La durata massima comunque è la stessa della cessione per i dipendenti: 120 mesi e l’importo massimo della rata non può superare il 20% della pensione al netto di eventuali ritenute. La quota cedibile può però risultare inferiore al quinto della pensione, in quanto per legge deve essere garantita al pensionato la pensione minima, attualmente fissata a 513€.

Facciamo un esempio: se il pensionato in questione percepisce dall’INPS una pensione netta di 620€, sottraendo la quinta parte (124€) gli rimarrebbero in tasca 496€, meno quindi del minimo fissato di 513€. Dunque non sarà cedibile la quota per intero ma solo la parte che eccede la pensione minima, cioè 107€. E se l’età glielo consente, potrà richiedere una durata di 120 mesi e rimborsare fino ad un massimo di 12.840€, interessi e polizza inclusi.

I documenti da presentare sono:

  • documento d’identità;
  • codice fiscale;
  • ultimi due cedolini della pensione;
  • CUD;
  • certificato di pensione rilasciato dall’INPS;
  • dichiarazione dello stato di salute per l’assicurazione.

Per i pensionati non è prevista la possibilità di richiedere il prestito con delega, sempre per questioni di tutela della pensione minima. Se un pensionato avesse bisogno di ulteriore liquidità dovrebbe prendere in considerazione altre strade, come ad esempio un prestito vitalizio ipotecario.

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BeCrowdy – Cos’è e come funziona?

BeCrowdy Crowdfunding – Vantaggi e svantaggi

In un’era sempre più social e digitale, internet può fare la differenza. Ed è ciò che avviene attraverso il Crowdfunding. Si tratta di una raccolta fondi alimentata dalla community con donazioni spontanee che ha lo scopo di finanziare i più svariati progetti. Sono tante le piattaforme di crowdfunding in circolazione: Eppela, BoomStarter, GoFundMe…Oggi voglio parlarti di una in particolare, tutta italiana: BeCrowdy.

Indice articolo

Cos’è?

BeCrowdy è una piattaforma di crowdfunding “reward-based”, cioè di raccolta fondi basata sulle ricompense offerte dai progettisti ai propri sostenitori. Nasce dall’intuizione di cinque giovani che nel 2013 hanno partecipato e vinto la prima edizione di ON/OFF, un concorso promosso dal Comune di Parma per incoraggiare le innovative idee imprenditoriali degli under 31.

I fondatori hanno voluto mettere al servizio esclusivamente dell’arte e della cultura le loro competenze nel settore creando questa piattaforma di raccolta fondi volta a finanziare artisti, musicisti, scrittori, attori e ballerini che hanno un progetto ma che non dispongono delle risorse economiche necessarie per realizzarli. Una forma di mecenatismo culturale 3.0, per intenderci.

Come funziona e costi

Artista/promoter

L’utilizzo della piattaforma è molto semplice. Se sei un artista o un promoter culturale ed hai un progetto in cerca di finanziatori, dovrai registrarti gratuitamente su BeCrowdy inserendo i tuoi dati personali, la tua e-mail e scegliendo Username e Password. A questo punto potrai proporre il tuo progetto esponendolo seguendo le linee guida che ti saranno fornite ed indicando l’importo di cui necessiti. Se il team della piattaforma riterrà la tua idea valida e realizzabile, avrà inizio la campagna vera e propria, che avrà una durata variabile a tua scelta tra i 30 e i 90 giorni. Dovrai fornire al team di BeCrowdy l’indirizzo email di un tuo conto PayPal attivo e un IBAN bancario su cui versare l’importo raccolto (attenzione:il denaro viene erogato soltanto nel caso in cui a fine campagna l’obiettivo sia stato raggiunto al 100% o superato, secondo la formula “all or nothing”).

Per invogliare la community ad investire nel tuo progetto dovrai offrire delle “ricompense” a tema. Ad esempio, se stai cercando finanziamenti per incidere un cd, a seconda del contributo che il sostenitore vorrà fornirti, potresti offrire un ringraziamento specifico sul tuo sito ufficiale, una copia autografata del cd oppure un biglietto per il tuo prossimo concerto, una maglietta promozionale ecc.

Al momento di stabilire il budget che desideri raccogliere dovrai tenere presenti oltre alle spese di realizzazione del progetto vere e proprie, anche quelle necessarie a finanziare le ricompense promesse e a coprire la commissione della piattaforma. Iscriversi ed aprire una campagna presso BeCrowdy è infatti gratuito e se non si raggiunge l’obiettivo non ottieni nulla e non devi nemmeno nulla, ma nel caso in cui la raccolta fondi copra per intero il budget stabilito, al momento della liquidazione dei fondi ottenuti la piattaforma tratterrà l’8% dell’importo +IVA e ti addebiterà anche i costi legati alle singole transazioni effettuate dai donatori.

Queste spese aggiuntive devi preventivarle nell’importo fissato come obiettivo della campagna, per evitare di trovarti impreparato dopo. L’importo preventivato ed effettivamente raccolto sarà erogato sul c/c da te indicato entro 30 giorni dalla chiusura della campagna.

logo becrowdy

Sostenitori

Il vero cuore pulsante di BeCrowdy è la community. Gli utenti, non necessariamente iscritti alla piattaforma, navigando sul sito si informeranno sulle varie campagne in atto leggendo le presentazioni dei progetti e i loro aggiornamenti. Se incuriositi e interessati, potranno decidere di diventarne sostenitori (acquistando fino a massimo tre ricompense) effettuando una donazione tramite carta di credito, prepagata o Paypal, il cui importo sarà visibile esclusivamente al progettista, per motivi di privacy.

Nel caso in cui non si disponga di un conto Paypal, quest’ultimo può essere aperto contestualmente alla donazione. L’importo minimo che si può finanziare è 2€, quello massimo 1000€. Le donazioni possono avvenire attraverso due circuiti differenti: PayPal e MangoPay. Nel primo caso si tratta in realtà di una promessa di pagamento, cioè il donatore si impegna a mantenere disponibile la somma offerta alla data di chiusura della campagna.

Se il progetto raggiungerà l’obiettivo indicato, solo allora la quota offerta sarà effettivamente prelevata dal conto PayPal ed erogata. Nel caso in cui, invece, si utilizzi il circuito MangoPay, la quota offerta viene immediatamente prelevata, ma, se alla fine della campagna non dovesse esser stata raggiunto l’obiettivo, ti sarà riaccreditato quanto donato. In ogni caso al sostenitore non si applica alcuna commissione.

Sito web

Il sito ha una grafica ed un’impaginazione chiare ed accattivanti di facilissima intuizione. La formica, operosa e risparmiatrice, è stata scelta come figura simbolo della cooperazione nel logo della piattaforma.

Nella homepage sono proposti in bella vista i progetti in evidenza, ma è possibile navigare nel sito per categoria, a seconda dei propri interessi (arti visive, editoria, eventi, musica e arti performative), oppure digitando nel campo “Cerca” il nome dell’artista di cui si è sentito parlare e che si intende finanziare, ad esempio Cisco, De Rev.

becrowdy home page

Cliccando su un progetto in particolare, si apre la pagina dedicata, dove troverai tutte le informazioni a riguardo, eventuali aggiornamenti, informazioni sul progettista e l’elenco dei sostenitori. Sempre ben in evidenza l’obiettivo da raggiungere, l’importo raccolto, i giorni rimanenti della campagna e il numero dei sostenitori per adesso coinvolti.

esempio raccolta fondi becrowdy

Sicurezza: ci si può fidare?

Nel momento in cui viene pubblicata una campagna di raccolta fondi per un dato progetto, BeCrowdy si obbliga a fornire al progettista i mezzi per la raccolta fondi, ma non assicura il risultato. Per questo è dovuta una commissione solo nel caso in cui il budget viene raggiunto al 100% e quindi erogato. Si tratta di un tipo di finanziamento moderno, che proviene dalla folla, che offre tanti vantaggi ma che può nascondere qualche insidia.

Ad esempio, il progettista potrebbe temere il furto della sua idea. Effettivamente il pericolo c’è, ma per realizzare un qualunque progetto è necessario condividerlo, soprattutto se si cercano dei finanziatori. Occorre rischiare. Alcuni rischi li corre anche il sostenitore. Potrebbe capitare che i fondi offerti vengano solo intascati dal progettista e non utilizzati per la realizzazione del progetto.

La piattaforma, infatti, termina il suo compito e si libera da ogni responsabilità erogando il budget raggiunto al 100% all’artista/promoter finanziato dalla community e non ha alcun controllo su ciò che accade dopo. La responsabilità di come viene utilizzato il denaro offerto è esclusivamente del progettista. I sostenitori sono però tutelati da PayPal nel caso in cui si dovesse entrare in contestazione con l’artista o il promoter.

Per ulteriori informazioni è a disposizione degli utenti il seguente contatto: [email protected]

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Prestito ristrutturazione prima casa – Agevolazioni e proposte 2023

Prestito ristrutturazione prima casa: come e perchè sceglierlo

Nella categoria “prestito ristrutturazione prima casa” possono rientrare sia i finanziamenti brevi (con piano di ammortamento fino a 5 anni) che quelli con durata maggiore, alle volte rappresentati anche da un mutuo chirografario o ipotecario.

La doppia possibilità si ha perché i lavori di ristrutturazione possono riguardare sia la manutenzione ordinaria, che comporta spese più contenute, che quella straordinaria con esborsi considerevoli.

Inoltre, un prestito per la ristrutturazione di prima o seconda casa è di norma finalizzato all’esecuzione di opere ben definite e può essere concesso anche con la formula Stato Avanzamento Lavori (o SAL), ovvero in varie tranches.

Indice articolo:

Prestito o mutuo?

Come già accennato è possibile ottenere la liquidità necessaria a sostenere i lavori sia nella forma del credito al consumo (prestito personale, finalizzato o cessione del quinto), sia sotto forma di mutuo di ristrutturazione. Cerchiamo di far luce sulle differenze tra le due tipologie.

Prestito prima casa

E’ la tipologia di finanziamento più idonea da scegliere nel caso di richiesta di importi contenuti e nel caso di urgenza dei fondi.

Infatti di norma un prestito personale ha una durata di massimo 120 mesi, quindi se la somma da finanziare è elevata, per forza di cose le rate mensili saranno di notevole importo, sicuramente più alte rispetto a quelle di un mutuo che spalma il rimborso del debito anche su 30 anni. Risulta quindi più facilmente sostenibile per importi fino ai 50.000€ circa.

Altro vantaggio di un prestito è rappresentato dal fatto che l’unico requisito necessario per ottenerlo è la dimostrazione di percepire un reddito in grado di sostenere il rimborso. Nella maggioranza dei casi non occorrono ulteriori garanzie anche se molti istituti bancari, però, permettono di richiedere un prestito soltanto a chi è già titolare da alcuni mesi di un conto corrente presso di loro.

Come svantaggio troviamo invece l’impossibilità di detrarre gli interessi passivi pagati durante la restituzione degli importi e il fatto che in caso di estinzione anticipata del debito alcune banche o finanziarie potrebbero prevedere il pagamento di un indennizzo (penale di estinzione).

Mutuo per la ristrutturazione prima casa

A favore del mutuo troviamo sicuramente la maggiore durata del finanziamento che permette di contenere l’ammontare delle rate anche in caso di elevato importo erogato, e i tassi di interesse decisamente più bassi rispetto a quelli tipicamente applicati ad un prestito.

Attenzione, però: le spese accessorie di un mutuo sono più elevate e numerose rispetto a quelle di un prestito, perché bisogna considerare in più le spese della perizia, del notaio e dell’assicurazione, che si ammortizzano rispetto ad un prestito solo se l’importo richiesto supera all’incirca i 50.000€, rendendolo più conveniente.

Altro fattore da non sottovalutare è il fatto che per ottenere il mutuo è necessario non solo dimostrare di percepire un reddito costante ed adeguato alla rata, ma occorre anche la garanzia reale dell’ipoteca sull’immobile di proprietà. Alcune banche possono prevedere mutui chirografari, ovvero privi dell’ipoteca come garanzia, ma si tratta di soluzioni poco frequenti e molto più onerose rispetto a un mutuo ipotecario.

Se si considerano eventuali detrazioni fiscali, il mutuo ti permetterà di detrarre il 19% degli interessi pagati annualmente su un importo massimo di 2.582,25€.

Prestito diretto quinquennale o decennale INPDAP (ex INPS)

logo inpdap

Se sei un dipendente pubblico o un ex dipendente pubblico in pensione non è da sottovalutare l’interessante alternativa dei Prestiti Pluriennali diretti Inps. Si tratta di un prestito a tasso agevolato il cui importo massimo dipende dall’entità del tuo stipendio o pensione, e il cui rimborso avviene tramite trattenuta in busta paga/cedolino della pensione in 60 o 120 mesi, con rate il cui importo non può mai superare il quinto dello stipendio/pensione.

Sono finanziamenti strettamente regolamentati sia per quanto riguarda i requisiti necessari per potervi accedere, sia per l’utilizzo dei fondi erogati. Tra le motivazioni valide per la richiesta è presente la manutenzione ordinaria (prestito quinquennale, max. 30.000€) e straordinaria (prestito decennale, max 100.000€) della casa di proprietà e di residenza.

Data rilevazione: 24 gennaio 2023 – Fonte: sito INPS

Detrazioni fiscali e bonus

Qualunque sia la forma di finanziamento scelta per sovvenzionare i lavori di ristrutturazione della tua casa, è possibile detrarre dall’Irpef il 50% delle spese sostenute per lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria avvenuti entro il 31/12/2024, fino ad un tetto massimo di 96.000€, seguendo le limitazioni e le modalità stabilite (i pagamenti devono avvenire tramite bonifico bancario o postale con segnalati i seguenti dati: causale Bonifico relativo a lavori edilizi che danno diritto alla detrazione prevista dall’articolo 16-bis del Dpr 917/1986, tuo codice fiscale e codice fiscale o Partita IVA del beneficiario del pagamento). E’ possibile recuperare tali detrazioni nei 10 anni successivi, un tanto all’anno.

Ci sono anche altri tipi di lavori che possono beneficiare di specifiche forme di detrazione, come nel caso del Sisma Bonus che arriva al 75-85% od ancora i lavori di riqualificazione energetica che arrivano anche alla detrazione del 65%. Ricordiamo che alcune spese possono scontare subito il credito di imposta.

N.B. Indipendentemente dal tipo di ‘bonus’ al quale si può accedere, le detrazioni fiscali dei bonus si possono cumulare con le detrazioni fiscali previste per il mutuo di ristrutturazione.

Banche e finanziarie

Ecco brevemente alcuni esempi di prestiti per ristrutturazione attualmente offerti da banche e finanziarie. L’elenco dei prodotti è puramente indicativo: quasi tutte le banche e finanziarie propongono prestiti finalizzati alla ristrutturazione di casa. Pertanto ti consigliamo di contattare anche la banca di cui sei già correntista (come ad esempio BNL, MPS o Intesa Sanpaolo) per verificare se ci sono prodotti specifici.

Prestito BancoPosta Ristrutturazione Casa

logo poste italiane

Se sei un correntista BancoPosta potrai accedere ad un prestito finalizzato alla ristrutturazione della tua casa presentando le documentazioni relative ai preventivi di spesa ed ai buoni d’ordine effettuali per l’acquisto dei materiali necessari. Potrai richiedere da 10.000€ a 60.000€, a tasso fisso, da restituire in 36/120 mesi con addebito in c/c. Potrai usufruire di questa tipologia di finanziamento anche se sei titolare di un Libretto Postale nominativo ordinario, ma l’importo massimo erogabile in tal caso scende a 30.000€ e il rimborso avverrà tramite bollettini postali a carico del cliente. Tali finanziamenti sono intermediati da BancoPosta ma erogati da Deutsche Bank o Findomestic senza costi aggiuntivi.

Data rilevazione: 24 gennaio 2023 – Fonte: sito Poste Italiane

Mutuo UniCredit Finalità Ristrutturazione

logo unicredit

Parliamo in questo caso di un mutuo appositamente dedicato. Se sei correntista UniCredit, potrai richiedere, in seguito alla presentazione dei preventivi e di un’autocertificazione in cui assicuri che i fondi ricevuti saranno utilizzati per effettuare i lavori, l’erogazione di un importo da 30.000€ a importo max che dipende dal valore dell’immobile a lavori terminati per un massimo del 50% dell’importo stesso. La durata del rimborso arriva fino a 20 anni.

Data rilevazione: 24 gennaio 2023 – Fonte: sito UniCredit

Prestito Findomestic Ristrutturazione casa

logo findomestic

Ovunque tu sia titolare di un c/c, potrai comunque rivolgerti a Findomestic per richiedere dai 1.000€ ai 60.000€ da restituire in massimo 120 mesi. Flessibilità assicurata grazie alla possibilità di variare leggermente l’importo della rata ogni mese e di posticiparne periodicamente il pagamento in caso di difficoltà. In base a quanto evidenziato sul sito ufficiale della banca appartenente al gruppo Bnp Paribas (di cui fa parte anche BNL) è possibile richiedere questo finanziamento sia per ristrutturare il proprio immobile che per interventi ‘minori’ come sostituire porte ed infissi od ancora docce e sanitari.

Data rilevazione: 24 gennaio 2023 – Fonte: sito Findomestic

Prestiti Mediolanum

logo banca mediolanum

Nel caso tu sia un correntista Mediolanum ed abbia investito un patrimonio da 5.000€ in su presso la Banca, potrai richiedere il Prestito ristrutturazione casa Mediolanum +. Presentando i dovuti preventivi dei lavori, si potranno richiedere importi da 4.000€ a 100.000€ da restituire in 12/120 mesi.

Sempre in ambito ‘ristrutturazione’ troviamo anche la versione Bonus + tramite cui ottenere i fondi per finanziare gli interventi che hanno il diritto di rientrare nel credito di imposta. Per questo specifico finanziamento l’importo massimo è di 60 mila euro.

Data rilevazione: 24 gennaio 2023 – Fonte: sito Banca Mediolanum

Prestito Valore Casa Bper

In questo caso per finanziare i lavori di ristrutturazione si possono ottenere fino a 75 mila euro, scegliendo tra un tasso fisso o un variabile e una durata che va da 36 mesi fino a 120 rate. Vista la recente campagna di ampie acquisizioni, chi ha dei prestiti in corso con una delle banche assorbite (tra le ultime ricordiamo Ubi Banca e di conseguenza i suoi prestiti) deve rivolgersi alla filiale che è stata assegnata per capire come modificare o a che punto è il prestito già in essere.

logo bper

Conclusioni ed opinioni

Se la tua prima casa necessita di lavori di ristrutturazione, il momento è favorevole per avviarli in quanto lo Stato ha prorogato le detrazioni fiscali al 50% sino al 31 Dicembre del 2024. Se vuoi approfittare di tali agevolazioni fai sempre molta attenzione ai tassi dei finanziamenti che prenderai in considerazione e valuta attentamente se per le tue esigenze è più conveniente affidarti ad un prestito o ad un mutuo.

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MotusQuo opinioni – Prestiti e investimenti online

MotusQuo – Cos’è e come funziona?

Se possiedi un capitale che desideri investire oppure se hai necessità di richiedere un prestito per esigenze personali o per finanziare un progetto che ti sta particolarmente a cuore, tradizionalmente ci si rivolge agli istituti bancari, fisici o online, o alle finanziarie sparse sul territorio nazionale.

Ma forse non sai che da circa un decennio in Italia è possibile soddisfare tali esigenze anche in un altro modo, ricorrendo al cosiddetto “Social lending” (prestito sociale) noto anche come “Peer to peer lending” (individui che prestano ad altri individui), investendo o ricevendo in prestito denaro senza l’intermediazione di banche ed istituti di credito, ma affidandosi a piattaforme dedicate che mettono direttamente in contatto investitori e richiedenti. Ed è proprio di una di queste piattaforme di social lending che voglio parlarti oggi: MotusQuo.

Indice articolo

Cos’è MotusQuo

MotusQuo è una start up italiana ed innovativa fondata nel 2014 dal dott. Giorgio Martelli, che si è lanciato in quest’avventura dopo essere stato per oltre 7 anni direttore esecutivo di UBS, quindi dopo aver acquisito una notevole esperienza nel settore bancario.

Tramite la creazione e gestione di una piattaforma essenziale ed intuitiva, MotusQuo fornisce ai privati la possibilità di incrociare le proprie esigenze di investire o essere finanziati risparmiando tempo e denaro, eliminando completamente l’intermediazione di istituti bancari o di credito. Entrare a far parte della community di MotusQuo è semplice: in pochi click potrai iniziare ad investire la somma che deciderai di caricare sul tuo conto MotusQuo, oppure potrai immediatamente formulare la richiesta di un prestito.

Partners

MotusQuo, dunque, nasce con l’intenzione di eliminare gli intermediari tra il finanziatore e il finanziato al fine di abbattere costi e tempistiche, ma per la società in questione ciò non deve andare a scapito della sicurezza e trasparenza delle operazioni, obiettivi chiave spesso ribaditi dal CEO.

Per questo MotusQuo si appoggia a partner affidabili come:

  • Lemon way, un istituto di pagamento, supervisionato dal solido Gruppo bancario BNL-BNP Paribas, che rispetta le regolamentazioni europee per tutelare da frodi, riciclaggio e terrorismo tutte le transazioni che avvengono al suo interno;
  • la Centrale dei Rischi, che fa capo alla Banca d’Italia, e il CRIF che raccolgono tutte le informazioni relative a finanziamenti concessi a persone fisiche, aziende e società, in modo tale da permettere alla piattaforma MotusQuo di stabilire che tipo di pagatore sia e quindi a che classe di rischio appartenga (dalla A alla F, la più rischiosa) chiunque stia richiedendo un prestito. Sono comunque inseriti nella piattaforma solo i richiedenti ritenuti idonei a ricevere un prestito.

Costi e servizi

Il punto di forza del social lending, ed in particolare di MotusQuo è rappresentato dall’abbattimento dei costi. Infatti l’iscrizione alla piattaforma e l’usufrutto dei servizi di pagamento Lemon way sono completamente gratuiti.

Investitori

Se sei un investitore potrai caricare sul tuo conto MotusQuo da un minimo di 500€ ad un massimo di 50.000€ che potrai investire a tuo piacimento tra le richieste di finanziamento presenti in piattaforma già nel giro di 72 ore e con tassi di rendimento variabili e vantaggiosi.

MotusQuo tratterrà sui capitali investiti una commissione pari all’1,5%. Non sono previste commissioni sugli interessi, sui quali però sarà applicata una ritenuta fiscale pari al 26%, a titolo di sostituto d’imposta.

schema funzionamento investimento motusquo

Potrai scegliere tra due modalità d’investimento, a seconda della tua esperienza nel settore:

  • automatico: in base al rapporto rendimento/rischio che intendi sostenere potrai scegliere di investire seguendo uno dei tre piani proposti: prudente, moderato o intraprendente; ovviamente, come in qualsiasi investimento, più alto è il rendimento, più sale il rischio.
  • manuale: potrai comporre a tuo piacimento il piano che preferisci attivando manualmente le offerte che più soddisfano le tue esigenze e i tuoi obiettivi.

esempio di rendimenti investimenti motusquo

Quindi sarai sempre tu a scegliere di volta in volta i margini di rischio da sostenere e i tassi d’interesse che vuoi ottenere, in tali scelte la piattaforma non interferisce in alcun modo. Inoltre per ogni richiesta di prestito che visionerai ti saranno fornite tutte le informazioni necessarie per effettuare le dovute valutazioni (scopo, importo totale, età, occupazione e classe di rischio del richiedente, identificato per motivi di privacy da un nickname).

Potrai anche visionare le offerte proposte da altri investitori per quel medesimo prestito ed eventualmente modificare la tua per renderla più concorrenziale. Inizierai a ricevere i rimborsi sul tuo conto MotusQuo già dal mese successivo e potrai scegliere di volta in volta se ritirarli o eventualmente rinvestirli.

Attraverso l’app MotusQuo, disponibile sia per Android che per iOS, potrai monitorare l’andamento dei tuoi investimenti anche grazie ai grafici.

esempio schermata app motusquo

E’ importante sottolineare il fatto che non presterai denaro ad una persona in particolare, ma investirai un capitale che verrà ripartito dalla piattaforma in svariati progetti in modo tale che, in caso di insolvenze, il problema riguarderebbe solo una parte e non la totalità dell’importo investito. Diversificherai quindi i tuoi investimenti sia nei tempi di rientro che negli interessi percepiti.

Inoltre, al momento dell’iscrizione, delegherai la società in questione a gestire le eventuali insolvenze in tua vece; MotusQuo incasserà al tuo posto la quota interessi maturata sul credito recuperato e addebiterà sul tuo conto fino ad un massimo del 50% delle spese sostenute per il recupero del credito. In caso di problematiche complesse potrai richiedere il rientro rapido del credito tramite la cessione del finanziamento in questione a società terze, pagando una commissione pari a max. il 3% del valore ceduto.

Finanziato

Se sei un maggiorenne con residenza italiana, hai massimo 65 anni e non sei protestato, potrai richiedere da 1.500€ a 30.000€ , scegliendo di rimborsare l’importo in un numero di rate a tua scelta partendo da 12 fino a 60 mesi. Quando la tua richiesta sarà approvata, l’importo stabilito sarà versato sul tuo conto in 5 giorni lavorativi e il rimborso comincerà dal mese successivo. MotusQuo applicherà una commissione pari al 3% dell’importo erogato, che il debitore dovrà versare con piccole quote inserite nelle rate mensili del rimborso. Non è previsto alcun costo aggiuntivo in quanto la burocrazia è azzerata e non ci sono spese di istruttoria o apertura pratica.

fasi richiesta prestito motusquo

Nel momento in cui inserirai nel sistema la tua richiesta di prestito, la piattaforma cercherà per te le migliori offerte disponibili in quel momento, col tasso di interesse più conveniente, sempre garantito al di sotto della soglia di usura. La tua richiesta sarà quindi plurifinanziata al fine di offrirti le migliori condizioni possibili. Nell’immagine seguente tratta direttamente dal foglio informativo è rappresentata la panoramica della provenienza dei fondi che hanno contribuito all’erogazione del prestito e le singole quote da restituire ai vari tassi applicati. E’ ben in evidenza anche la commissione che dovrà essere versata a MotusQuo.

esempio condizioni prestito motusquo

Come si vede, i tuoi dati sensibili e quelli degli investitori saranno tutelati, in quanto non apparirà mai il tuo nome e cognome, ma solo il tuo nickname.
Anche se non ci sono di mezzo le banche, ciò non vuol dire che si possa facilmente ovviare al rimborso del prestito. La puntualità dei rimborsi è importante, anche perchè sono previsti interessi di mora e spese per il recupero credito. Può inoltre essere utile sapere che è possibile richiedere un solo finanziamento per volta, quindi non è previsto il consolidamento.

Come effettuare l’iscrizione alla piattaforma

L’iscrizione si svolge completamente online, in pochi e semplici passaggi. Cliccando sul bottone Diventa un investitore o Chiedi un prestito inizierà la fase di registrazione durante la quale dovrai inserire il tuo nome, cognome, password, indirizzo email e numero di cellulare. La mail ti servirà per autenticare l’account mentre sul cellulare riceverai un SMS che ti servirà per confermare la procedura. I documenti che dovrai scansionare sono il tuo documento d’identità, una bolletta necessaria per verificare la tua effettiva residenza in Italia e un documento che attesti l’IBAN del tuo conto corrente. Dovrai poi continuare seguendo le procedure indicate, molto intuitive, per cominciare ad investire o per effettuare una richiesta di prestito.

Se avessi bisogno di assistenza, potrai richiederla via email a [email protected] oppure, se ti sei già registrato, telefonicamente aprendo online un ticket: sarai contattato appena possibile

Opinioni

Il social lending timidamente negli anni si sta facendo strada per gli investimenti e le richieste di credito come canale alternativo ai tradizionali istituti bancari, fisici o online. Si tratta naturalmente di un metodo che può generare perplessità nei consumatori, proprio per la mancanza di un intermediario solido e rassicurante, ma che trae proprio da ciò i suoi vantaggi economici più rilevanti. Su diversi forum online ho riscontrato una certa diffidenza tra gli utenti che investono sul social lending, però non solo su MotusQuo, poichè, proprio come succede alle banche, anche incrociando tutti i possibili dati a disposizione, può capitare di imbattersi in un neo cattivo pagatore e vedersi quindi definire come inesigibili i propri crediti. Ma è un rischio che fa parte del gioco, bisogna metterlo in conto.

Data rilevazione: 14 Giugno 2019 – Fonte: sito MotusQuo

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Pensione di cittadinanza 2019 – Ecco quando può essere richiesta

Pensione di cittadinanza – Cos’è e come presentare la domanda online

Avrai sicuramente sentito parlare del Reddito di Cittadinanza, una forma di politica attiva atta ad integrare il reddito di quelle famiglie in comprovate difficoltà economiche a causa della mancanza di un lavoro. Forse, però, non sai che esiste anche la Pensione di Cittadinanza. Se hai più di 67 anni, continua a leggere questo articolo, perchè cercherò di chiarirti tutti gli aspetti principali di tale provvedimento.

Indice articolo

Cos’è?

La Pensione di Cittadinanza, così come il Reddito di Cittadinanza, nasce con l’intento di fornire un’integrazione economica esentasse e non pignorabile a quei nuclei familiari in difficoltà, portando ad un minimo di 780€ la pensione di un single. Tale soglia si innalza nel caso in cui il nucleo familiare sia composto da più elementi rispondenti a determinati requisiti. Prima dell’introduzione della Pensione di Cittadinanza, il massimo a cui potevano aspirare i pensionati sotto la soglia di povertà era di circa 662€ mensili, comprensivi di integrazione al trattamento minimo, maggiorazione sociale e incremento al milione.

Con la Pensione di Cittadinanza si accede a poco più di 100€ aggiuntivi, non tantissimo, ma che possono comunque fare la differenza. Inoltre ne possono beneficiare anche coloro il cui trattamento dipende dal sistema contributivo (pensionati a cui non spetta l’integrazione al minimo), e in più tale sussidio economico è compatibile con eventuali altre prestazioni di previdenza o assistenza, sempre entro la soglia dei 780€ mensili per un unico componente.

Requisiti

Per avere diritto a tale sussidio è necessario rientrare in una serie di requisiti, sia di cittadinanza che economici.

Innanzitutto occorre essere cittadini italiani o della Comunità Europea oppure stranieri o parenti di stranieri che abbiano un permesso di soggiorno UE a lungo termine. Occorre inoltre risiedere in Italia almeno da 10 anni, di cui gli ultimi due continuativamente. Per la Pensione di Cittadinanza tutti i membri del nucleo familiare devono avere un’età maggiore di 67 anni, a meno che eventuali conviventi più giovani non siano gravemente disabili o non autosufficienti.

E’ necessario rientrare anche in una serie di requisiti economici, come:

  • avere un ISEE inferiore ai 9.360€ annui;
  • il proprio patrimonio immobiliare non deve superare i 30.000€, sia in Italia che all’estero (esclusa la prima casa);
  • il patrimonio mobiliare deve essere inferiore ai 6.000€, soglia che si alza nel caso di minori o familiari disabili a carico;
  • il reddito familiare non deve superare quello che si ottiene moltiplicando i massimo 6.000€ annui per il coefficiente di equivalenza, che varia da 1 a 2,2 in base al numero di componenti del nucleo familiare e alla loro età o eventuale disabilità. La soglia massima che si ottiene con tale calcolo si eleva ulteriormente nel caso in cui si stia pagando un affitto o un mutuo. Nella tabella seguente riporto le soglie massime che permettono di richiedere la pensione di cittadinanza, senza contare l’eventuale fitto o mutuo sostenuti.
Nucleo familiare Scala di equivalenza Soglia massima del reddito familiare
1 adulto 1 6.000,00 €
1 adulto +1 minore 1,2 7.200,00 €
2 adulti 1,4 8.400,00 €
2 adulti +1 minore 1,6 9.600,00 €
2 adulti +2 minori 1,8 10.800,00 €
2 adulti +3 minori 2 12.000,00 €
3 adulti + 2 minori 2,1 12.600,00 €
4 adulti 2,1 12.600,00 €
4 adulti + una persona disabile o non autosufficiente 2,2 13.200€
  • non bisogna possedere un’auto immatricolata nei sei mesi precedenti o di cilindrata superiore ai 1600cc;
  • non bisogna possedere una moto immatricolata nei precedenti due anni o con cilindrata superiore ai 250cc;
  • non si devono possedere imbarcazioni da diporto o navi.

Simulatore

Prossimamente sul portale INPS sarà inserito un simulatore per aiutare coloro che intendono presentare domanda a valutare in base ai propri DSU e ISEE se effettivamente rientrano nei requisiti richiesti e a quanto ammonterebbe l’integrazione a cui si ha diritto.

Il simulatore potrà essere utilizzato in due modi, sia autenticandosi sul sito INPS attraverso SPID, PIN o carta nazionale dei servizi, utilizzando così documentazioni certe ed ottenendo risultati attendibili, sia senza autenticarsi utilizzando autocertificazioni che potrebbero però non essere corrette e quindi dare risultati non corrispondenti a quelli effettivi.

Come presentare la domanda

Nel caso in cui rientrassi nei requisiti di cittadinanza ed economici che ti ho appena elencato, dovrai consegnare al CAF il modulo DSU compilato in tutte le sue parti per richiedere la certificazione ISEE 2019, fondamentale per attestare il tuo reddito quando si aspira ad accedere ad agevolazioni.

Completato il recupero di tutta la documentazione necessaria, dovrai scaricare sul sito web www.redditodicittadinanza.gov.it il modello SR 180, compilarlo attentamente e consegnarlo attraverso uno di questi canali:

  • presso un CAF;
  • presso un Ufficio Postale dopo il quinto giorno del mese;
  • on line sul sito www.redditodicittadinanza.gov.it , dopo aver attivato le credenziali SPID di secondo livello da richiedere presso uno degli enti indicati sul sito www.spid.gov.it .

Se necessario, bisognerà allegare alla domanda anche i due moduli integrativi SR181 e SR182 relativi ad eventuali attività lavorative il cui reddito non confluisce nell’ISEE.

Modalità e tempi di erogazione

Se la domanda sarà accolta, comincerai a percepire il beneficio dal mese successivo. Il contributo economico non ti verrà erogato direttamente in pensione, ma attraverso una carta prepagata elettronica fornita dalle Poste Italiane, che potrai ritirare presso l’Ufficio Postale indicato dopo il quinto giorno del mese. In seguito ad un emendamento del decreto, la Pensione di Cittadinanza potrà essere ritirata dal beneficiario anche in contanti presso il medesimo Ufficio Postale.

A differenza del Reddito di Cittadinanza, che prevede 18 mesi di erogazione e la possibilità, se sussistono i requisiti, di richiederlo nuovamente dopo un mese di pausa, tale pausa non è necessaria per la Pensione di Cittadinanza.

Obblighi per il beneficiario

Il diritto alla Pensione di Cittadinanza non prevede alcun obbligo da parte del pensionato se non il protrarsi nel tempo della rispondenza ai requisiti necessari. Infatti, poichè tale provvedimento economico è rivolto ai cittadini con più di 67 anni, quindi in età pensionabile, non c’è l’obbligo di stipulare il Patto per il lavoro o il Patto per l’inclusione sociale che invece sussiste per chi percepisce il Reddito di Cittadinanza.

Volendo, il pensionato in questione può anche svolgere regolare attività lavorativa, ma il reddito prodotto in totale non deve superare i requisiti sopra indicati per poter continuare ad avere diritto del beneficio.

Com’è spendibile la Pensione di Cittadinanza

Se sceglierai di percepire la Pensione di Cittadinanza tramite prepagata, potrai utilizzarla per acquistare beni e servizi di base, come farmaci, bollette e alimentari. Ti sarà permesso prelevare da 100€ a 220€ in contanti al mese in base al numero dei componenti del tuo nucleo familiare e della loro situazione di salute. Inoltre potrai pagare tramite bonifico l’affitto del tuo appartamento o la rata del mutuo. Non è consentito l’utilizzo della carta per il gioco d’azzardo. La somma percepita mensilmente sulla carta va utilizzata entro i trenta giorni successivi. Se a fine mese dovesse rimanere del credito sulla carta, verrà sottratta tale rimanenza dalla successiva erogazione fino ad un massimo del 20%, escluso eventuali arretrati.

Conclusioni

Con il Reddito e la Pensione di Cittadinanza lo Stato si impegna attivamente a contrastare la povertà di quei nuclei familiari in difficoltà, come ad esempio tanti pensionati italiani che non riescono ad arrivare a fine mese. Dal 6 Marzo 2019, data in cui è iniziata la possibilità di effettuare richiesta per tale sussidio, le domande presentate sono state di gran lunga sopra il milione con un’elevata percentuale di esito positivo, circa il 75%.

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Quota 100 INPS – Conviene andare in pensione in anticipo?

Quota 100 per pensionati INPS – Cos’è e come funziona

Nella Legge di Bilancio 2019 è presente una misura nota come Quota100 che interessa un gran numero di lavoratori pubblici e privati perchè fornisce loro una possibilità in più per andare in pensione prima dei 67 anni anagrafici necessari per conseguire la pensione di anzianità della legge Fornero.

Si tratta di una norma operativa in via sperimentale per il triennio 2019-2021 ed è stata nominata Quota 100 in quanto si rivolge a quei lavoratori che in questo triennio raggiungeranno la quota di 100 come somma tra l’età anagrafica e gli anni di contributi versati, per la precisione minimo 62 anni di età e almeno 38 di contributi . E’ quindi una legge che permette a chi possiede i requisiti necessari di poter andare in pensione con anche 5 anni di anticipo, senza che ciò influisca sull’importo del proprio assegno previdenziale se non nella misura dei contributi in meno versati uscendo dal mondo lavorativo leggermente prima del dovuto.

La pensione percepita continuerà ad essere calcolata secondo il sistema retributivo o misto come se si trattasse di una normale pensione di anzianità e varranno tutte le tipologie di contributi, anche quelli accreditati.

Ma andiamo con ordine…

Indice articolo

A chi si rivolge

Possono fare richiesta di pensione usufruendo di Quota 100 i lavoratori iscritti all’AGO (Assicurazione Generale Obbligatoria) e alle forme sostitutive dell’Ago gestite dall’INPS. Rientrano anche i lavoratori iscritti alla Gestione Separata. Si rivolge quindi a dipendenti pubblici e privati ed a lavoratori autonomi come artigiani, commercianti e agricoltori. Non possono partecipare i dipendenti delle Forze Armate, Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Vigili del Fuoco.

La decorrenza, cioè le cosiddette “finestre trimestrali” che si aprono per uscire dal lavoro per coloro che hanno maturato i requisiti necessari, variano a seconda se si sia dipendente pubblico, privato o autonomo. In generale si parte dal 1° Aprile 2019 per i dipendenti privati e i lavoratori autonomi che hanno maturato i requisiti entro il 31/12/2018 , passando poi per il 1° Agosto per i dipendenti pubblici, il 1° settembre per i dipendenti della scuola, fino ad arrivare al 1° Novembre per il personale dell’AFAM. I dipendenti statali e della scuola devono comunicare almeno 6 mesi prima l’intenzione di andare in pensione anticipatamente all’amministrazione di appartenenza

Requisiti

La pensione Quota 100 può essere richiesta dai lavoratori che rientrano nelle tipologie sopra descritte che abbiano maturato minimo 62 anni di età e minimo 38 anni di contributi nel triennio in questione, che va dal 1°Gennaio 2019 al 31 Dicembre 2021. E come ho accennato prima, ai fini del conteggio valgono tutte le tipologie di contributi versati, anche cumulandoli. Il neo pensionato ha però l’obbligo di non percepire redditi derivanti da attività lavorative occasionali superiori ai totali 5.000€ lordi l’anno sino al raggiungimento dell’età di 67 anni, età a cui avrebbe dovuto andare in pensione se non avesse usufruito dell’opportunità fornita da Quota 100. Se si dovesse infrangere tale obbligo, per quell’anno in cui il reddito ha superato la soglia dei 5.000€ verrà sospesa l’erogazione della pensione.

spiegazione giornali quota 100 inps

Come presentare la domanda

La domanda va presentata online presso la sezione dedicata Quota 100 del sito Inps oppure tramite call center al numero gratuito 803.164 se si chiama da rete fissa, al numero 06.164.164 se si chiama da rete mobile. E’ possibile presentare la domanda anche tramite enti di patronato.

Approfondimento: Prestiti banche online.

Vantaggi e svantaggi di Quota 100

Tirando le somme, Quota 100 offre sicuramente dei vantaggi ai lavoratori in possesso dei requisiti necessari per fare domanda. Innanzitutto la possibilità di andare in pensione in anticipo, fino ad un massimo di 5 anni, che, considerata l’età avanzata di 67 anni richiesta attualmente per la pensione Fornero, costituisce già di per sè un elemento a favore. Inoltre, come abbiamo visto, sono valide tutte le tipologie di contributi versati negli anni e possono anche essere cumulati tra loro, anche se non sovrapposti.

Naturalmente c’è l’altra faccia della medaglia: andando anticipatamente in pensione si versano meno anni di contributi e ciò determina inevitabilmente una riduzione dell’assegno previdenziale che si percepirà, che può arrivare anche al 25% in meno, come si evince dalla seguente tabella tratta da Il Sole24Ore.

come si calcola assegno quota 100 inps

In più, se si desiderasse continuare a svolgere attività lavorativa, fino ai 67 anni c’è l’obbligo di non percepire da esse un reddito lordo annuo superiore ai 5.000€. Gli irriducibili del lavoro dovranno quindi pazientare un pò.

Bisogna inoltre evidenziare che soddisfare i requisiti contributivi richiesti da Quota 100 risulta molto più difficile per le donne, che per tanti motivi si trovano molto spesso ad avere carriere lavorative discontinue e anzianità di contributi minore.

Approfondimento: Cessione del quinto della pensione.

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