Prestiti Inpdap 2024 per pensionati: tabella e tassi a confronto

Prestiti ex-Inpdap – Guida ai prestiti per dipendenti pubblici e pensionati

L’Istituto Nazionale di Previdenza per i Dipendenti dell’Amministrazione Pubblica – INPDAP era un ente pubblico che fino al 2011 svolgeva attività di previdenza ed assistenza per i dipendenti pubblici. Il Governo Monti ne ha decretato la soppressione e tutte le funzioni svolte sino ad allora dall’Inpdap sono confluite nell’INPS. I prestiti che venivano erogati dall’Inpdap a favore degli iscritti alla Gestione Unitaria delle Prestazioni Creditizie sono ancora disponibili sotto il nuovo nome di Prestiti INPS.

Indice

  1. Tipologie di finanziamenti ex-Inpdap
  2. Requisiti minimi
  3. Elenco banche convenzionate
  4. Richiesta e modalità di erogazione
  5. Tempistiche

Tipologie di finanziamenti INPS (ex-Inpdap)

L’offerta complessiva è suddivisibile in 3 categorie di prodotti messe a disposizione dei cittadini iscritti:

  1. Piccolo Prestito, ovvero una forma di finanziamento personale non finalizzato, che deve avere un valore ben preciso, di una, due, tre, quattro, sei o otto volte rispetto allo stipendio/pensione percepiti. L’importo del Piccolo Prestito, infatti, non può essere richiesto arbitrariamente, ma deve essere scelto tra le 6 opzioni disponibili. Sotto il profilo della durata non può essere mai inferiore ad 1 anno o superiore a 4 anni;
  2. Prestito Pluriennale Diretto, che viene finanziato direttamente dall’Inps e che può avere una durata di 5 o 10 anni. In questo caso, diversamente da quanto accade con il Piccolo Prestito, è necessario presentare una dettagliata documentazione di spesa e rientrare tra le motivazioni di utilizzo indicate nello specifico Regolamento;
  3. Prestito Pluriennale Indiretto o garantito, uguale nella forma e nella sostanza a quello diretto, ma erogato non più dall’Inps ma dalle società finanziarie convenzionate.
Tipo di prestito Durata del finanziamento Costo del finanziamento
Piccolo prestito Inpdap 1 – 2 – 3 – 4 anni TAN 4,25% +0,50% per spese amministrative +quota Fondo Rischi
Prestito Pluriennale Inpdap Diretto 5 – 10 anni TAN 3,50% +0,50% per spese amministrative +quota Fondo Rischi
Prestito Pluriennale Inpdap Garantito 5 – 10 anni tasso applicato dalla banca erogante convenzionata

Tabella aggiornata al 23/01/2022

Requisiti minimi

Non tutti i dipendenti pubblici, statali e i pensionati possono accedere a questo tipo di finanziamenti agevolati, anche se le limitazioni e le esclusioni sono davvero minime.

Per le forme di Piccolo Prestito, ad esempio, non è specificato alcun requisito di anzianità lavorativa o di tipologia di contratto. Ovviamente bisogna essere iscritti alla Gestione Unitaria delle Prestazioni Creditizie.

Per i Prestiti Pluriennali, invece, sono necessari:

  • l’iscrizione alla Gestione, con almeno 4 anni di contributi versati;
  • un contratto di lavoro a tempo indeterminato con un’anzianità di almeno 4 anni valida ai fini pensionistici (che si dimezza ad esempio nel caso di invalidi o mutilati di guerra)

A titolo informativo, al momento di lasciare il servizio attivo passando alla condizione di pensionato, se si vuole continuare a usufruire dell’accesso ai prestiti Inps ex Inpdap, con la domanda di pensionamento bisogna anche fare quella di registrazione al fondo (ottenendo l’applicazione dell’aliquota di contribuzione agevolata). Ciò è dovuto al fatto che i dipendenti in servizio pagano un contributo maggiore rispetto ai pensionati e il passaggio non avviene da uno stato all’altro in modo automatico. Inoltre, l’adesione a tale Fondo è obbligatoria per tutti gli iscritti Inps ex-Inpdap mentre non lo è per i pensionati.

Le categorie che possono decidere di aderire al Fondo sono numerosissime, rendendo accessibili i prestiti ex-Inpdap a svariate categorie quali:

Elenco banche convenzionate

Ecco alcuni degli istituti di credito che risultano convenzionati in data 23/01/2022:

Data rilevazione: 23/01/2022 – Fonte con elenco completo

Richiesta e modalità di erogazione

Le modalità di erogazione sono molto semplici: in taluni casi, infatti, è direttamente l’Inps ad emettere l’intera somma richiesta, in altri, invece, valgono gli accordi con gli istituti convenzionati, sanciti all’interno di specifiche soglie, a cui gli iscritti possono rivolgersi direttamente. Tra i partner spiccano istituti di prim’ordine che garantiscono affidabilità e sicurezza nelle transazioni come BNL, Italcredi, Deutsche Bank, Compass e Banco Popolare.

Nel caso dei prestiti Inps ex-Inpdap erogati direttamente bisogna utilizzare l’apposito form da compilare online nella propria area privata del portale Inps. Il tutto si svolge per via telematica. Nel particolare a distanza avverrà sia la richiesta dell’apposito modulo presente sull’intranet da parte dell’amministrazione che l’invio della domanda. Sempre online, quando la domanda risulterà visibile nell’area personale, si dovrà dare la conferma della richiesta, od in alternativa fermare l’iter cancellandola.

Nonostante i requisiti posseduti, non c’è certezza che si otterrà la somma richiesta perché l’assegnazione viene fatta fino ad esaurimento dei fondi stanziati.

Per quanto riguarda invece i prestiti indiretti le figure interessate sono plurime visto che per la richiesta saranno interessate l’amministrazione del dipendente, la banca interpellata e l’ufficio Inps ex Inpdap responsabile a livello territoriale.

Ricordiamo inoltre che la possibile richiesta dei prestiti pluriennali garantiti è legata alle finalità per cui è richiesto il finanziamento stesso. Queste variano anche in funzione del piano di ammortamento e dovranno essere giustificate appunto al momento di richiedere il prestito (quinquennale o decennale) all’Ente.

Tempistiche

Viste le differenti tipologie di prestiti ex-Inpdap non è possibile indicare una tempistica univoca. Anche all’interno dello stesso prestito ci potranno essere delle notevoli differenze in funzione del numero delle richieste o della necessità di modifiche ed integrazioni. In senso assoluto è possibile che i prestiti pluriennali indiretti siano leggermente più veloci anche se molto, in questo caso, dipende dalle politiche interne dell’istituto di credito prescelto.

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Prestiti Inps pensionati: guida alle convenzioni 2024

Prestiti INPS: guida alla richiesta online

I prestiti Inps (ex Inpdap) possono essere una soluzione interessante e vantaggiosa per affrontare spese improvvise o problemi di liquidità. Il seguente articolo nasce con l’intenzione di fornire tutte le informazioni utili su questa specifica categoria di finanziamenti.

scritta inps

Indice

Cosa sono?

I prestiti Inps sono una specifica categoria di finanziamenti a tasso fisso agevolato e rata costante, accessibili esclusivamente ai dipendenti statali e pubblici iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali, ai dipendenti del Gruppo Poste Italiane e ai pensionati INPS.

Si dicono diretti quando sono, per l’appunto, erogati direttamente dall’INPS attingendo al suo Fondo Credito; si dicono, invece, indiretti quando sono erogati da un istituto di credito convenzionato sotto garanzia del Fondo INPS.

Si dividono in:

Ciò che accomuna i prestiti INPS in tutte le varianti è la particolare modalità di rimborso, differente da quella prevista in un comune prestito personale. L’importo della rata non può, infatti, superare il 20% dello stipendio/pensione al netto di eventuali ritenute fiscali/previdenziali e il rimborso avverrà a mezzo di trattenute dirette in busta paga/cedolino della pensione effettuate dall’Ente di appartenenza (statale o pubblico) per i dipendenti in servizio, dall’INPS per i pensionati. La durata, gli importi richiedibili e la richiesta o meno di giustificativi di spesa variano in base alla tipologia di prestito a cui ci si rivolge.
In tabella riassumo brevemente le caratteristiche principali per ogni tipologia.

Piccolo prestito Ideale per chi necessita di piccoli importi. Possono avere durata annuale, biennale, triennale e quadriennale e l’importo, a seconda della durata scelta, potrà essere pari ad una, due, tre o quattro mensilità medie nette dello stipendio/pensione. Possibilità di raddoppiare l’importo mantenendo costante la durata se non si ha in corso anche una cessione del quinto. Non richiesta alcuna motivazione di spesa. Erogato direttamente dall’INPS
Anticipazione Vecchio e Nuovo Fondo Mutualità Riservato agli iscritti al Vecchio o Nuovo Fondo di Mutualità senza provvedimenti disciplinari in corso, permette di richiedere sotto forma di anticipo fino al 75% del fondo accumulato, da restituire entro 24/48 mesi. Previste solo motivazioni di salute per gli iscritti al Nuovo Fondo.
Prestiti Pluriennali Diretti Ideale per coloro che devono affrontare necessità familiari o personali che rientrano nelle casistiche indicate nello specifico Regolamento. Possono avere durata quinquennale o decennale e permettono di accedere a somme monetarie più ingenti. Occorrerà allegare ampia documentazione, sia medica che di spesa. Erogato dall’INPS.
Prestiti Pluriennali Indiretti Presenta le medesime caratteristiche e limitazioni dei prestiti pluriennali diretti solo che in questo caso occorre rivolgersi presso istituti di credito convenzionati i quali erogheranno l’importo pattuito sotto garanzia dell’INPS. Tassi meno vantaggiosi di quelli offerti dai prestiti diretti ma con tempistiche più rapide.

Per maggiori informazioni rimando alla pagina dedicata del portale INPS ufficiale ed al pdf del Regolamento

Convengono davvero?

I tassi applicati sui prestiti diretti Inps possono risultare convenienti. A tali tassi vanno aggiunte le spese amministrative e la quota da versare al Fondo Rischi. Saranno da mettere in conto, però, tempi di attesa più lunghi, anche di un paio di mesi, in quanto i finanziamenti vengono erogati in base ad una graduatoria stilata tra tutte le domande pervenute ed in seguito ad un’attenta valutazione della documentazione proposta. In più l’erogazione è vincolata alla disponibilità monetaria presente in quel momento nel Fondo Credito.

È quindi un finanziamento vantaggioso ma che va richiesto quando non c’è un’impellente urgenza di liquidità.

Poichè la quota da versare al Fondo Rischi aumenta notevolmente con l’età del richiedente, per i pensionati i prestiti diretti INPS potrebbero rivelarsi alla fine meno vantaggiosi. Per questa ragione ad un pensionato può risultare più conveniente guardarsi intorno ed informarsi su cosa offrono le varie banche convenzionate con l’INPS per usufruire della cessione del quinto della pensione più vantaggiosa in quel momento.

richiesta prestiti inps

Come richiedere i prestiti INPS diretti

I prestiti diretti INPS prevedono la richiesta online dalla propria Area Personale sul portale INPS. Per accedere a tale funzione è necessario aver preventivamente richiesto presso la sede Inps di competenza il personale codice PIN dispositivo. Una volta effettuato l’accesso con le proprie credenziali, occorrerà selezionare “Per area tematica” e “Credito”. A questo punto si dovrà indicare la tipologia di prestito che si desidera richiedere e compilare il form in tutte le sue parti, allegando l’opportuna documentazione.

Sempre dalla propria area personale sarà possibile monitorare in tempo reale come procede la pratica e, nel caso di un rifiuto, questo sarà motivato in una e-mail informativa. Come ho precedentemente accennato i tempi di attesa possono essere lunghi.

banche convenzionate

Come richiedere i prestiti INPS indiretti

Nel caso di un prestito indiretto, la procedura cambia a seconda che si tratti di una richiesta di prestito pluriennale garantito o di cessione del quinto della pensione.
Per i prestiti pluriennali indiretti la domanda andrà rivolta sempre online all’Inps competente territorialmente che si interfaccerà con la banca convenzionata scelta.Per la cessione del quinto della pensione, invece, sarà necessario rivolgersi presso uno dei tanti istituti di credito che ogni anno stringono convenzioni più o meno vantaggiose con l’INPS. E’ possibile consultarne l’elenco completo delle banche e finanziarie e aggiornato sul sito uffciale INPS.

La domanda di finanziamento deve quindi essere presentata dal richiedente direttamente presso l’istituto bancario o finanziario prescelto. Questi ultimi provvederanno all’istruttoria delle pratiche utilizzando le funzioni informatiche appositamente predisposte da parte dell’Inps. In questo modo, infatti, l’istituto di credito coinvolto può accedere ai sistemi di pagamento delle pensioni, verificare l’importo della quota cedibile e confermare o meno il piano di ammortamento stimato sulla base della richiesta del pensionato, accelerando così i tempi di gestione pratica.

Contatti utili

Istituto Numero verde Sito web
Istituto Nazionale della Previdenza Sociale 803 164 (da telefono fisso) o 06164164 (da cellulare)
Operativo nei seguenti orari:

  • dal Lunedì al venerdì dalle 8:00 alle 20:00
  • Sabato:dalle 8:00 alle 14:00
www.inps.it

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Prestiti personali online: 4 regole per evitare le truffe

Finanziamenti online sicuri: attenzione alle truffe sul web!

La proliferazione dei prestiti personali online è un fenomeno che, di anno in anno, sta aumentando a dismisura il numero degli utenti attivi. Le sempre crescenti necessità finanziarie che premono sulle famiglie, infatti, obbligano molti cittadini a dover ottenere una maggiore liquidità attraverso i prestiti personali (vedi anche Come richiedere una Carta revolving senza reddito dimostrabile): la facilità procedurale che contraddistingue l’operatività via web rappresenta un ottimo aiuto per ottenimento del finanziamento all’insegna della massima tranquillità e comodità dei consumatori (vedi anche Preventivo prestito).

Un mercato che monopolizza tanto interesse, però, è sempre molto appetibile anche per i truffatori che vogliono lucrare ed arricchirsi alle spalle dei cittadini. Questo, purtroppo, succede anche nel segmento dei prestiti on line (vedi anche Miglior prestito da 10000 euro), dove sempre più spesso si registrano casi di frode ai danni dei richiedenti.

Per dormire sonni tranquilli e garantirsi massima sicurezza dal punto di vista della sicurezza e dell’affidabilità delle transazioni è sufficiente seguire 4 semplici consigli. Scopriamo insieme quali sono.

  1. Diffidare da offerte fuori mercato
    Gli operatori in malafede cercano di attirare un maggior numero possibile di clienti tramite offerte ultra vantaggiose, spesso troppo, rispetto agli standard di mercato. Fare una comparazione dei tariffari per trovare la soluzione più conveniente è più che corretto ed è una delle attività fondamentali per risparmiare qualche centinaio di euro su spese e commissioni per chi decide di richiedere un prestito online. E’ altrettanto importante però conoscere bene il mercato per non farsi raggirare da proposte super allettanti, create ad hoc solo per attirare l’attenzione dei consumatori.
  2. Valutare la correttezza dell’italiano
    I siti che propongono prestiti online devono essere valutati attentamente dai richiedenti. Sono da scartare categoricamente le offerte web proposte in un italiano scorretto, magari tradotte attraverso software automatici. Una società sicura ed affidabile, infatti, non andrebbe mai sul mercato con un portale poco curato.
  3. Evitare le proposte private su Facebook
    Negli ultimi mesi le offerte private su Facebook stanno aumentando: da cifre minime ad importi altissimi, oltre 700 mila euro, in nessun caso gli operatori che gestiscono le attività esclusivamente attraverso una pagina social devono ottenere la fiducia dei clienti. Facebook e più in generale i social network, fungono da ottimo strumento di marketing, e non da tavolo di trattativa. Non cadete nella trappola.
  4. Mai inviare somme di denaro prima dell’erogazione del prestito
    Il fine ultimo dei raggiri è quello di guadagnare denaro da chi, invece, proprio perché richiede un prestito, ne avrebbe un assoluto bisogno (vedi anche Ho bisogno di soldi urgentemente). La truffa avviene in questo modo: le pseudo finanziarie subordinano l’attivazione del prestito all’invio di una somma da parte del cliente; una volta effettuato il pagamento l’offerente sparisce nel nulla. Mai, quindi, inviare denaro prima che il prestito non sia stato effettivamente erogato.

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Prestiti personali: 4 consigli per trovare il meno caro

Come richiedere un finanziamento personale: guida pratica

La richiesta dei prestiti personali ha il grande vantaggio di non prevedere la presentazione di documenti o giustificativi legati alla spesa. Infatti sono il sistema più usato. Per far fronte ad un periodo poco fortunato sotto il profilo economico e dormire sonni tranquilli. Infatti sono ricercati soprattutto in caso di imprevisti per i quali l’esborso monetario non può essere in alcun modo posticipato, come per i guasti agli elettrodomestici o all’autovettura. . In tutti questi casi, o semplicemente quando si vuole un serbatoio di nuova liquidità i prestiti personali rappresentano rappresenta una delle soluzioni più efficaci ed efficienti per ottenere la liquidità necessaria e superare le difficoltà (vedi anche Prestito online senza busta paga).

Indice articolo

Con o senza conto corrente?

Le banche possono decidere di consentire l’accesso ad alcuni tipi di prestito solamente ai propri clienti, che siano titolari di un conto corrente. Questa scelta diventa obbligatoria ad esempio per prodotti come Credit Express Easy di Unicredit, poiché il funzionamento che mette a disposizione il finanziamento in modo istantanea. presuppone una pre-verifica antecedente alla richiesta stessa. Ciò non toglie che la maggioranza dei prestiti personali CreditExpress è senza conto corrente, e parliamo sempre di prodotti concessi da Unicredit. Quindi non c’è una regola generale: alcune banche concedono prestiti personali tranquillamente anche a chi non è correntista, altri solo ai propri clienti, ed altri fanno un discorso misto.

Cerchi un prestito? Scegli il più conveniente in base all’importo

Prestito 500 euro Prestito 1000 euro Prestito 2000 euro Prestito 3000 euro Prestito 4000 euro Prestito 5000 euro
Prestito 6000 euro Prestito 7000 euro Prestito 8000 euro Prestito 10000 euro Prestito 15000 euro Prestito 20000 euro
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Come trovare e chiedere il miglior prestito personale per te?

Perché la scelta sia ottimizzata al massimo, però è bene conoscere il mercato dei prestiti, informandosi su quali siano le opzioni migliori sia sul fronte dei costi di accensione, che degli oneri da sostenere durante l’ammortamento.

In alcuni casi si avranno tassi promozionali, in altri l’azzeramento dei costi di istruttoria, ma soprattutto si devono considerare le spese di incasso delle rid. Spesso le banche per scoraggiare il rimborso poco “certo” e assolutamente fuori controllo di un proprio prestito, perché il pagamento è “esterno”, può applicare delle spese di incasso rid molto elevate, nell’ordine di 5 o 6 euro. Specialmente di fronte a prestiti personali di importo ridotto (come un tipico piccolo prestito), l’incidenza del costo fisso dell’incasso della rata rende di fatto il tipo di finanziamento poco conveniente dal punto di vista economico. A volte questo problema si risolve aprendo il conto corrente se questo è a zero spese, o comunque con un costo almeno pari alla metà della somma totale delle spese di incasso che si dovrebbero pagare in un anno.

Consigli pratici su come scegliere il finanziamento più conveniente

Seguendo 4 semplici consigli sarà possibile trovare il meno caro e quindi la soluzione l’ideale per soddisfare anche le necessità più complesse.

  1. Verificare il Tasso Annuo Nominale
    Si deve fare grande attenzione soprattutto se si tratta di un’offerta promozionale per capire quali sono le condizioni obbligatorie da rispettare per poterne beneficiare (tempi, modalità, ecc). Comunque in generale la prima regola da seguire per ottenere il finanziamento più vantaggioso è valutare il TAN. Il Tasso Annuo Nominale, infatti è l’indicatore dell’interesse al quale rimborsare il finanziamento: più basso è il TAN, quindi ed inferiore sarà l’importo delle rate mensili e, di conseguenza, l’ammontare complessivo da restituire all’istituto di credito (sia che si tratti di un istituto di credito come Bnl o una Finanziaria come Agos, oppure di uno dei prestiti personali online offerti da Findomestic, WeBank, ecc). Scegliere basandosi solo sul TAN, però, non è sufficiente per ottenere la migliore offerta disponibile sul mercato.
  2. Considerare le spese aggiuntive
    Molto spesso gli istituti di credito condiscono i contratti dei prestiti personali con spese accessorie, non legate direttamente al rimborso del capitale. Tra le più utilizzate vi sono le spese di istruttoria, di incasso rata e di chiusura rapporto che gonfiano l’importo totale da sostenere. E’ importante, quindi, valutare con attenzione anche il TAEG, che riassume il valore percentuale il TAN e l’ammontare delle spese aggiuntive. Un’altra voce da tenere sotto controllo è quella del tasso di mora in caso di ritardato o mancato pagamento. Si tratta di una ‘informazione molto utile per arrivare a determinare se il prestito usa e applica tassi che rimangono all’interno oppure che superano la soglia dell’usura.
  3. Assicurazione, quanto mi costi?
    Non parliamo certo del caso della cessione del quinto che pur rientrando nei prestiti personali prevede anche la stipula obbligatoria di un’assicurazione cpi. Molti istituti di credito, per tutelarsi maggiormente dal rischio di insolvenza dei clienti, per le altre tipologie di prestito personale dove la copertura assicurativa rimane facoltativa, tendono a vincolare l’erogazione dei prestiti alla sottoscrizione di una polizza assicurativa. E’ importante, quindi, valutare i costi della pratica, ma anche i benefici di un’eventuale assicurazione accessoria: nonostante, infatti, la spesa complessiva cresca, la polizza è anche un paracadute importante per restituire le rate con la massima tranquillità in caso si verifichino eventi avversi come infortuni o perdita del lavoro. Ovviamente ci si deve accertare che il tipo di copertura proposta sia fruibile vista la situazione dello stipulante (tipo di attività svolta, modalità di rimborso, ecc).
  4. Con un garante un tasso inferiore è più probabile
    La presenza di un garante che si accolla, attraverso una fideiussione, il mancato pagamento delle rate è un fattore sempre positivo per le finanziarie che erogano un prestito personale. La probabilità di riavere, senza intoppi, tutti i soldi secondo le modalità e i tempi stabiliti, infatti, sarà maggiore: questa leva contrattuale può giocare un ruolo fondamentale nella trattativa delle condizioni dal contratto, che potrebbero limarsi verso il basso, per un concreto risparmio per il cliente.

Conclusioni

Tutti questi consigli però saranno realmente utili solo se ci si rende conto e si conoscano bene i diritti che un consumatore ha. Quindi oltre ad essere bene informati, bisogna soprattutto conoscere le caratteristiche fondamentali che deve avere un preventivo sia sul prestito che sulla componente assicurativa.

Tutto questo dando per scontato che si sia consapevoli dell’importanza di richiedere almeno due o tre preventivi da confrontare, e ricordando che una banca può subordinare la concessione di un prestito alla stipula di un’assicurazione ma non può imporre una scelta particolare, lasciando libertà totale di scelta al richiedente. Compresi diritti e doveri, sicuramente trovare il prodotto migliore per se stessi non sarà più complicato.

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Cessione del quinto Inpdap: come calcolare la quota cedibile

Cessione del quinto INPDAP: tutto ciò che c’è da sapere

Ad onor del vero oggigiorno l’INPDAP (Istituto Nazionale Previdenza per i Dipendenti Pubblici) non esiste più, in quanto nel 2011 il “Decreto Salva Italia” del governo Monti, al fine di ridurre la spesa pubblica, ha soppresso l’ente facendone confluire servizi di previdenza e prestazioni creditizie e sociali nell’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale). Dunque

tutte le prestazioni creditizie in passato offerte dall’INPDAP in realtà esistono ancora, ma adesso prendono il nome di INPS (ex- INPDAP).

Ciò è valido anche per la cessione del quinto della pensione.

Indice

Caratteristiche principali

frazione un quinto

Tutti i pensionati pubblici o privati possono accedere al credito attraverso la cosiddetta cessione del quinto della pensione, facendone richiesta presso gli istituti bancari o le finanziarie che la prevedono nel loro catalogo. Pur rientrando nella categoria dei prestiti personali, la cessione presenta caratteristiche a sé stanti, grazie alle quali risulta accessibile anche ai cattivi pagatori segnalati in passato al Crif. Queste le caratteristiche principali:

  • il finanziamento è a tasso fisso;
  • la durata massima del finanziamento è di 10 anni (120 mesi);
  • l’importo della rata mensile non può superare il 20% della pensione percepita, al netto di ritenute fiscali e previdenziali;
  • le rate mensili, tutte uguali tra loro, vengono direttamente trattenute in busta paga dall’INPS, che provvede in prima persona a versarle all’ente creditore;
  • per legge è obbligatorio affiancare alla cessione una copertura assicurativa che provveda al rimborso del debito residuo in caso di premorienza del debitore;
  • non sono richieste garanzie aggiuntive all’infuori della pensione e non viene preso in considerazione il merito creditizio.

Importo massimo e quota cedibile

disegno di denaro e di un grafico a torta

L’importo massimo a cui si può accedere dipende dall’entità della pensione netta percepita e quindi dalla quota cedibile e dalla durata che si sceglie. Per quantificare la somma erogabile è dunque indispensabile individuare con precisione la propria quota cedibile, ricordando che non tutte le pensioni percepite concorrono a tale calcolo. Infatti risultano non cedibili:

  • i trattamenti di invalidità civile;
  • l’accompagnamento per inabilità;
  • gli assegni al nucleo familiare;
  • gli assegni di sostegno al reddito;
  • le pensioni e gli assegni sociali.

Nel calcolo della quota cedibile va anche considerato che per legge a ciascun pensionato deve sempre essere garantita la pensione minima, il cui importo ogni anno è stabilito da una legge dell’AGO (Assicurazione Generale Obbligatoria). Per il 2020 l’importo della pensione minima è stato fissato a 515,07€. Il che vuol dire che, sottraendo dalla pensione netta il 20% previsto da un eventuale rimborso di cessione, se si scende sotto tale soglia la quota cedibile dovrà essere ridotta al fine di garantire la pensione minima che permetta al pensionato di vivere in maniera dignitosa.

E’ l’INPS l’ente deputato ad effettuare tale calcolo e ne fornisce comunicazione su richiesta del pensionato.

Quindi, nel caso in cui un pensionato presenti ad esempio una pensione netta di 690€, la sua quota cedibile sarà pari a 138€ (importo rimanente 552€, quindi pensione minima garantita). Considerando che la massima durata consentita è di 120 mesi, l’importo massimo rimborsabile (comprensivo di interessi e premio assicurativo) è di 16.560€. Con l’aumentare della quota cedibile, mantenendo costante la durata, aumenterà anche l’importo massimo rimborsabile e viceversa.

Costi e convenzioni

disegno di monete e punto interrogativo

Per quantificare i costi di una cessione del quinto INPS e scegliere al meglio quella al momento più vantaggiosa in base alle proprie esigenze è opportuno recarsi presso diversi istituti bancari e finanziarie richiedendo preventivi personalizzati, in modo tale da poter poi, a parità di durata, confrontare tra loro i TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale) offerti: è quest’ultimo infatti, ancor più del TAN, il valore che meglio rappresenta il costo totale dell’operazione, spese accessorie incluse.

Ogni istituto offrirà condizioni economiche differenti a seconda delle proprie politiche interne, ma rivolgendosi presso le banche o finanziarie che hanno stipulato specifiche convenzioni con l’INPS per l’anno in corso è probabile riuscire a spuntare tassi agevolati più convenienti.

Per conoscere le convenzioni in atto è opportuno consultare l’apposito elenco, costantemente aggiornato, presente sul portale INPS.

Anche se i tassi applicati variano da istituto ad istituto, anche in base all’entità dell’importo richiesto ed all’età del richiedente, dovranno comunque essere in linea con i tassi medi calcolati e diffusi ogni trimestre dal Ministero dell’Economia. Sullo stesso dispaccio ministeriale è possibile individuare in apposite tabelle anche i tassi soglia oltre i quali si cade nell’usura (valori stabiliti per il 2°trimestre 2020).
Comunque durante la fase di istruttoria saranno effettuati dall’INPS controlli sui tassi applicati, sul rispetto della quota cedibile e sulla correttezza legale del contratto al fine di tutelare il pensionato da eventuali truffe e raggiri.

Modalità di richiesta

disegno di modulo e punto interrogativo

Dopo aver valutato con attenzione i vari preventivi ed effettuato la sua scelta, il pensionato dovrà recarsi presso la banca in questione fornendo i seguenti documenti, in realtà già presentati al momento della richiesta di un preventivo personalizzato:

  • documento d’identità valido;
  • codice fiscale o tessera sanitaria;
  • cedolino della pensione;
  • comunicazione di cedibilità (da richiedere personalmente presso una sede INPS).

Nel caso in cui ci si rivolga ad un istituto convenzionato, la comunicazione di cedibilità potrà essere reperita direttamente dal consulente bancario per via telematica e l’intera procedura sarà più snella proprio in virtù della convenzione in atto. Dopo alcuni giorni, se il finanziamento non trova ostacoli, l’ente erogante riceverà dall’INPS l’ok a procedere e accrediterà l’importo pattuito sul c/c sul quale il pensionato riceve abitualmente la pensione.

Estinzione anticipata, rinnovo, delega di pagamento

Il pensionato ha in qualunque momento la possibilità di estinguere anticipatamente il debito contratto con la cessione del quinto INPS, versando all’ente creditore una penale:

  • pari allo 0,5% dell’importo rimborsato anticipatamente se la vita residua della cessione è inferiore ad un anno;
  • pari all’1% del rimborso anticipato se la durata residua è superiore ad un anno.

Il pensionato avrà altresì diritto al rimborso degli interessi non maturati e delle quote commissioni e assicurativa non godute. Se si dovessero riscontrare irregolarità in tali rimborsi, si potrà esporre reclamo alla banca coinvolta tramita raccomandata con ricevuta di ritorno e, se non se ne viene a capo, si potrà presentare ricorso all’ABF (Arbitro Bancario Finanziario).

Può capitare al contrario di aver bisogno di ulteriore liquidità mentre si ha già in atto una cessione del quinto. In tal caso è possibile procedere ad un rinnovo della cessione, ovvero un’operazione bancaria che consiste nell’accensione di una nuova cessione con la quale andare ad estinguere la vecchia ottenendo ulteriore liquidità. Affinchè tale operazione sia conveniente occorre però che il Taeg della nuova cessione sia più vantaggioso della precedente.

Per poter richiedere il rinnovo della cessione in atto è necessario averne rimborsato almeno i ⅖, ovvero ad esempio nel caso di una cessione con durata di 60 mesi occorre aver rimborsato almeno le prime 24 rate. E’ possibile rinnovare una cessione prima di tale soglia temporale solo nel caso in cui se ne accenda una nuova di 120 mesi.

Infine ai pensionati, sempre al fine di tutelare la pensione minima, non è consentito accedere ad importi maggiori accostando alla cessione anche un prestito con delega di pagamento.

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Cessione del quinto INPS: scopri le banche in convenzione

Cessione del quinto INPS: cos’è e come richiederlo

logo inps

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Cos’è la cessione del quinto INPS?

rappresentazione grafica della quinta parte della pensione

I pensionati INPS possono accedere ad una particolare forma di finanziamento che gode di condizioni e tassi di interesse agevolati: la cessione del quinto della pensione.

Si tratta di un finanziamento che non richiede alcuna motivazione e che si differenzia dal classico prestito personale sotto diversi aspetti:

  • la rata mensile non può superare per legge il quinto della pensione al netto di ritenute fiscali e previdenziali (nel prestito personale invece non c’è alcun limite prefissato e l’importo viene stabilito in base alle esigenze del richiedente);
  • durata massima 120 mesi;
  • il rimborso avviene mensilmente attraverso comoda trattenuta nel cedolino della pensione, mentre nel prestito personale le rate sono molte volte addebitate sul conto corrente del beneficiario;
  • non occorre garante con la cessione del quinto (la garanzia è proprio la pensione), mentre può essere richiesto per un prestito personale;
  • a differenza del prestito personale, è una forma di finanziamento accessibile anche a coloro che in passato sono stati segnalati agli organi competenti come cattivi pagatori. Rientra quindi in quella serie di attività sviluppate per favorire l’inclusione finanziaria di quei soggetti che altrimenti avrebbero difficoltà ad accedere al credito;
  • per legge è obbligatoria una polizza assicurativa, in modo tale che, in caso di morte anticipata rispetto alla scadenza del finanziamento, il debito viene risarcito dall’assicurazione e non ricade sugli eredi. Nel prestito personale la polizza è invece il più delle volte facoltativa.

Proprio in virtù di tali caratteristiche, la cessione del quinto è considerata dagli istituti di credito come una forma di finanziamento a basso rischio, in quanto è l’INPS stessa a trattenere dal cedolino della pensione l’importo della rata mensile ed a versarlo all’istituto creditore. Tale certezza di rimborso futuro invoglia quindi le banche a stipulare convenzioni con l’istituto di previdenza offrendo tassi di interesse solitamente più bassi rispetto a quelli di mercato.

(Approfondimento: Polizza CPI)

Quali pensioni accedono alla cessione del quinto?

Attenzione: non tutte le pensioni sono cedibili, cioè non tutte possono cumularsi tra loro per il calcolo della rata massima sostenibile.

Ad esempio sono esclusi:

  • gli assegni familiari;
  • gli assegni per l’assistenza a pensionati disabili;
  • invalidità civili;
  • pensioni e assegni sociali;
  • assegni di sostegno al reddito.

Come si calcola la quota cedibile?

punti di domanda

Come ho accennato prima, per legge la rata di tale finanziamento non può superare il quinto della pensione percepita, al netto di trattenute fiscali e previdenziali, e ciò che resta della pensione al netto della rata non può essere inferiore alla pensione minima di anno in anno stabilita dall’AGO (Assicurazione Generale Obbligatoria). Ad esempio nel 2019 tale limite è fissato a 513,01€. Se sottraendo dalla pensione il quinto cedibile si scende al di sotto di tale soglia, la rata dovrà essere ridotta in modo da rimanere nei limiti della pensione minima.
Facciamo un paio di esempi per meglio capire come funziona.

Caso 1

pensione lorda 1.000€
pensione al netto di trattenute 880€
quinto della pensione 176€
quanto rimarrebbe della pensione 704€
pensione minima 513.01€
eccedenza 0€
quota cedibile 176€

Nel caso sopra riportato in tabella la pensione esempio di 1.000€, al netto di trattenute fiscali, previdenziali e del quinto dello stipendio, risulta comunque superiore alla pensione minima di 513,01€, quindi può tranquillamente esserne ceduta per intero la quinta parte.

Caso 2

pensione lorda 700€
pensione al netto di trattenute 620€
quinto della pensione 124€
quanto rimarrebbe della pensione 496€
pensione minima 513.01€
eccedenza -17,01€
quota cedibile 106,99€

In questo secondo caso, invece, sottraendo dalla pensione netta il quinto dello stipendio, ciò che rimane è al di sotto dei 513,01€. Non si potrà quindi impegnare per intero il quinto della pensione, ma solo una parte.

Poichè dunque la rata sostenibile varia da pensionato a pensionato, l’importo massimo richiedibile non è uguale per tutti, ma è strettamente legato all’entità della propria pensione e alla durata massima di 120 mesi. Quindi, tornando agli esempi sopra analizzati, nel caso 1 l’importo massimo che potrà essere restituito (comprensivo di interessi e polizza assicurativa) è di 21.120€, nel secondo si arriva invece ad un massimo di 12.120€.

Qual è il tasso di interesse applicato?

segno di percentuale sotto lente d'ingrandimento

Ogni istituto di credito che stipula una convenzione con l’INPS offre al pensionato convenzionato un tasso di interesse solitamente più vantaggioso rispetto a quello che la stessa banca applica ad altre categorie di clienti. Tale tasso agevolato, però, cambia da banca in banca.

E’ opportuno quindi fare qualche preventivo di cessione del quinto in più per individuare chi offre le condizioni migliori.

Comunque ogni trimestre sul portale INPS viene pubblicata una tabella in cui si riporta il valore dei tassi massimi da applicarsi nel suddetto periodo sulle cessioni del quinto. Tali valori si basano sul decreto del medesimo trimestre pubblicato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze in cui sono riportati i tassi effettivi globali medi (TEGM) praticati dalle banche e finanziarie nel periodo di riferimento.

Ci sono limiti d’età?

Per quanto riguarda i limiti di età, questi variano da banca a banca, ma per lo più il limite massimo si aggira intorno ai 79 anni alla richiesta e max 85 alla scadenza del finanziamento.

Come richiedere la cessione del quinto?

immagine di documento e punto interrogativo

Richiedere la cessione del quinto della pensione presso banche e finanziarie convenzionate INPS non solo assicura al pensionato condizioni economiche più vantaggiose rispetto a quelle di mercato, ma accelera anche i tempi di erogazione, in quanto l’iter di istruttoria e gestione pratica è semplificata in virtù della convenzione in atto.

Ad esempio, normalmente il pensionato dovrebbe preventivamente recarsi presso una sede INPS per fare richiesta della comunicazione di cedibilità della pensione, un documento che attesta quanta parte della pensione può essere ceduta in funzione della cessione del quinto.

Negli istituti convenzionati tale documentazione sarà scaricata direttamente online dall’operatore che seguirà la pratica, così come anche la notifica e l’acquisizione del benestare da parte dell’INPS avverranno per via telematica. Gli unici documenti che il pensionato dovrà fornire sono:

  • documento d’identità valido;
  • codice fiscale o tessera sanitaria;
  • cedolino della pensione.

E se il richiedente in passato ha avuto problemi di solvibilità o pignoramenti, ciò non comporta un ostacolo, in quanto per tale tipologia di finanziamento non si effettua la valutazione creditizia tipica dei prestiti personali, ma vengono presi in considerazione esclusivamente i requisiti legati all’età del richiedente e all’importo della pensione INPS percepita.

Se il pensionato necessitasse di ulteriore liquidità, potrà richiedere un rinnovo della cessione dopo aver regolarmente rimborsato almeno i ⅖ della durata della cessione (ad esempio, per un finanziamento di 120 mesi si potrà richiedere un rinnovo dopo almeno 48 rate pagate).

Rinnovare la cessione, in pratica, consiste nell’accendere un secondo prestito (durata obbligatoria di 120 mesi) ottenendo nuova liquidità che in parte andrà ad estinguere la precedente cessione, con il recupero degli interessi e del premio assicurativo non goduti.

Al momento di valutare se l’operazione può convenire o meno è sempre importante confrontare il TAEG della cessione in corso e di quella che si otterrebbe con il rinnovo.

Quali sono le banche convenzionate?

Sono numerosi gli istituti di credito convenzionati con l’INPS. Per citarne alcuni: Agos Ducato, Compass, Intesa SanPaolo, Unicredit.
Per l’elenco completo e aggiornato rimando alla pagina ufficiale.

loghi banche in convenzione

Ci sono alternative?

La cessione del quinto della pensione è una delle forme di finanziamento più diffusa con la quale il pensionato può aver accesso a nuova liquidità. Non è però l’unica soluzione a sua disposizione. Infatti, se il pensionato in questione risulta iscritto alla Gestione Unitaria delle Prestazioni Creditizie e Sociali può fare richiesta di un prestito pluriennale inpdapdiretto, erogato direttamente dall’INPS attraverso il Fondo Credito alimentato ogni anno dalle aliquote contributive versate da tutti gli iscritti (dipendenti pubblici e pensionati).

Si tratta di finanziamenti che presentano tutte le caratteristiche tipiche della cessione del quinto (rata che non può superare il 20% della pensione netta, rimborso attraverso trattenuta nel cedolino della pensione, assicurazione sulla vita obbligatoria) ma che possono avere durata quinquennale o decennale e che possono essere richiesti esclusivamente per motivazioni strettamente regolamentate e opportunamente documentate.

Per tutte le informazioni a riguardo rimando al Regolamento Ufficiale

Tale soluzione potrebbe risultare vantaggiosa, in quanto i tassi applicati (TAN 3,50%) sono bassi, ma richiedono tempi lunghi perchè vanno stilate graduatorie tra tutti i richiedenti e gli importi sono erogati in base alla liquidità di cui dispone il Fondo Credito di anno in anno. Quindi è una soluzione vantaggiosa e praticabile solo nel caso in cui il pensionato in questiona possa effettivamente attendere le tempistiche più lunghe, se cioè non debba affrontare urgenze impellenti.

E per i dipendenti pubblici?

dipendenti pubblici

I prestiti diretti pluriennali INPS di cui ho parlato prima possono essere richiesti anche dai dipendenti pubblici e statali (dipendenti delle Poste compresi) con un’anzianità di servizio di almeno 4 anni ed altrettanti anni di contributi versati alla Gestione Unitaria delle Prestazioni Creditizie e Sociali. Sono richiedibili, inoltre, anche dagli iscritti d’ufficio alla Gestione Assistenza Magistrale.

Valgono gli stessi criteri, le stesse modalità e le medesime limitazioni previste per i pensionati. Entrambe le tipologie di prestiti diretti possono essere rinnovate:

  • dopo 2 anni i quinquennali;
  • dopo 4 anni i decennali.

Gli istituti di credito, inoltre, offrono anche ai dipendenti pubblici e statali o ai dipendenti privati la possibilità di accedere alla cessione del quinto dello stipendio. In tal caso non è l’INPS a garantire per il richiedente, ma l’amministrazione pubblica o il datore di lavoro da cui si è stipendiati, che provvederà a trattenere la quota dovuta e a versarla presso la banca creditrice.

Anche in questo caso la durata massima è di 120 mesi e la rata non può superare il 20% dello stipendio. Sempre obbligatoria la copertura assicurativa, che nel caso dei dipendenti deve riguardare non solo la vita, come per i pensionati, ma anche l’impiego. I tassi non sono competitivi come quelli offerti dall’INPS, ma c’è il vantaggio di non dover rientrare in casistiche motivazionali di alcun tipo per accedere al prestito: non sono richieste giustificazioni al fine di ottenere la cessione.

I documenti da presentare alla banca sono:

  • documento d’identità valido;
  • codice fiscale;
  • documento che attesti lo stato di servizio e lo stipendio;
  • ultima busta paga o Modello CUD.

Ovviamente è preferibile possedere un contratto di lavoro a tempo indeterminato, ma è possibile ottenere la cessione del quinto dello stipendio anche se il contratto è a tempo determinato. In questo caso il finanziamento dovrà terminare prima della scadenza del contratto lavorativo.

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Cosa sono le carte revolving?

Quali sono le migliori carte revolving per te? Esempi tassi e costi aggiornati

immagine carta revolving

Le carte revolving sono a tutti gli effetti carte di credito (che ti permettono cioè di effettuare acquisti senza immediato esborso di denaro) ma la loro peculiarità sta nel fatto che consentono il rimborso delle somme anticipate in comode rate mensili anzichè in un’unica soluzione il mese successivo, come invece avviene con la classica carta di credito
a saldo.

Ovviamente la comodità di rateizzare il rimborso comporta dei costi: la carta revolving infatti, a differenza di quella a saldo, applica degli interessi sulle somme anticipate.
Il credito (detto plafond o fido) messo a tua disposizione dall’ente emittente non è illimitato e la sua entità solitamente è direttamente proporzionale alle garanzie reddituali fornite ed al canone mensile/annuo previsto.

Le carte hanno in molti casi un plafond che parte dai 1.500€ fino ad arrivare anche oltre i 5.000€.

Possono appartenere a diversi circuiti di pagamento internazionali come Mastercard, Visa o Amex, che garantiscono un’ampia accettazione in tutto il mondo e oggigiorno sono quasi tutte munite di tecnologia contactless.

loghi mastercard, visa, amex

Indice

Come funzionano?

Le carte di credito revolving ti permettono di:

  • effettuare pagamenti presso i negozi fisici e online senza immediato esborso di denaro, dilazionando il rimborso pagando gli interessi previsti dalla carta;
  • prelevare anticipi di contanti (nei limiti previsti dal contratto) presso gli ATM appartenenti al circuito di pagamento indicato sulla carta, pagando una commissione solitamente in percentuale sull’importo anticipato;
  • in alcuni casi è possibile versare (in toto o solo in parte) la disponibilità della carta in contanti sul proprio conto corrente.

Al momento dell’utilizzo, per importi superiori ai 25€ sarà necessario confermare l’operazione firmando la ricevuta. Per tale motivo può essere utilizzata unicamente dal titolare, pena la revoca immediata della carta. In alcuni casi al posto della firma può essere richiesto il PIN.

Per gli acquisti online, invece, occorrerà inserire il proprio nome e cognome, il numero della carta e il CCV di tre cifre stampato sul retro.

Il PIN è invece indispensabile per effettuare i prelievi presso gli sportelli ATM.

Man mano che si effettuano acquisti o prelievi con la carta, diminuisce il credito a disposizione, ma, mese per mese, la parte capitale delle rate rimborsate andrà a ricostituire il plafond originale.

L’importo della rata mensile solitamente dipende dal saldo dovuto a fine mese e viene calcolata automaticamente (ogni carta prevede un suo importo minimo consentito), ma alcune carte revolving offrono al titolare la possibilità di scegliere l’importo preferito modificando il piano di rimborso.

Molto spesso le carte revolving offrono anche l’opzione a saldo, cioè il titolare potrà decidere di mese in mese se rateizzare gli importi dovuti pagando gli interessi o rimborsarli in un’unica soluzione e senza interessi il mese successivo (carte di credito opzionali).

Altro vantaggio della carta di credito, sia essa revolving o a saldo, è rappresentato dal fatto di essere accettata senza problemi (a differenza ad esempio di una prepagata) per il noleggio di un’auto, la prenotazione di voli e alberghi o al check in in aeroporto.

Quanto costano?

Per quantificare i costi di una carta revolving bisogna prendere in considerazione diversi fattori:

  • costi di emissione e sostituzione: non sempre previsti, in alcuni casi possono essere anche piuttosto salati;
  • canone mensile/annuo: per le carte revolving con piccolo plafond, i costi sono piuttosto contenuti, alle volte con il primo e/o il secondo anno in promozione. Con l’aumentare del plafond, il canone annuo sale notevolmente, anche perchè spesso vengono offerti servizi accessori come concierge, polizze assicurative, assistenza preferenziale, scontistiche dedicate, che giustificano i costi maggiori;
  • TAN e TAEG: sono i parametri che ti permettono di quantificare il costo del denaro anticipato. Solitamente si tratta di tassi più alti rispetto ad un tradizionale prestito personale. Occorre quindi valutare attentamente questo aspetto prima della scelta;
  • spese accessorie: rientrano in questa categoria tutta una serie di voci come spese incasso rata, commissioni e interessi di mora in caso di insolvenza, imposta di bollo, estratti conto e comunicazioni cartacee, notifiche push, commissioni sui prelievi presso gli ATM.

Quali sono i requisiti per ottenerle?

La carta di credito, revolving o a saldo, non è per tutti. Infatti gli istituti emittenti si riservano la possibilità di rifiutare la concessione ai clienti che non rientrano nei requisiti da loro richiesti. Tali requisiti, di natura reddituale, possono variare da una banca all’altra, ma di solito si richiede un reddito dimostrabile e continuativo, con accrediti mensili sul c/c d’appoggio non inferiori agli 800/1.000€. Ovviamente essere stati in passato segnalati come cattivi pagatori potrebbe precludere l’accesso a tale comodo strumento di pagamento.

Approfondimenti: Carte di credito senza reddito dimostrabile.

Cosa valutare al momento della scelta?

Quando si decide di richiedere una carta di credito non è facile orientarsi tra le svariate offerte presenti sul mercato. Ecco allora qualche dritta per individuare il prodotto più adatto alle tue tasche ed alle tue esigenze.

  1. Valuta se ti serve una carta di credito revolving pura (se intendi cioè utilizzarla esclusivamente perchè vuoi rateizzare le spese) o se può farti comodo poter eventualmente utilizzare anche l’opzione a saldo, magari valutando di mese in mese le tue disponibilità, per evitarti gli interessi quando possibile.
  2. Non tutte le carte di credito sono rivolte anche a una nuova clientela. Soprattutto le banche preferiscono offrire le proprie carte di credito, revolving o a saldo che siano, solo ai propri correntisti.
  3. Valuta il TAN e il TAEG, anche se spesso si tratta di valori indicativi in quanto il TAEG può variare anche di ¾ punti percentuali con l’aumentare della durata del rimborso. Se non pensi di farne un assiduo utilizzo, prediligi le carte senza canone annuo, così non dovrai pagare nulla quando non la utilizzi.

Qualche esempio?

Per mettere in pratica quanto detto finora, riporto 4 esempi di carte revolving con i relativi costi principali:

  • Flexia Classic: è la carta di credito a saldo con opzione revolving emessa da Unicredit, a scelta tra i circuiti Mastercard e Visa. Prevede un costo di emissione di 10€, un canone annuo di 42€ ed ha un plafond che parte da 1.000€ fino ad arrivare a 5.000€ (a discrezione della banca). TAN 13,90% TAEG 14,82%. Rata minima 50€.
  • Carta Opta: è la carta di credito a saldo con opzione revolving emessa da Sella Personal Credit per il circuito Visa. Non ha costi di emissione, è gratuita i primi 2 anni e in seguito prevede un canone annuo di 15€. Ti offre un plafond a partire da 1.5000€ con TAN 17,52% e TAEG 21,20%. Rata minima 65€.
  • db Comfort: è la carta di credito revolving Visa offerta da Deutsche Bank, completamente gratuita e con plafond a partire da 2.000€. TAN 11,40% TAEG 13,47%, rata minima 50€.
  • Blu American Express: carta di credito ad opzione revolving appartenente al circuito Amex. Non prevede costi di emissione, è gratuita il 1° anno, successivamente costa 36€ all’anno. Offre un plafond che parte da 1.500€ fino ad arrivare ai 5.000€ (a discrezione della banca). TAN 14% TAEG max. 23,85%, rata minima 40€.

immagini carte di credito flexia, opta, db comfort, blu american express

Data rilevazione 11/11/2021 – Fonti: Sito ufficiale Unicredit, Sella Credit, Carta Opta, Deutsche Bank, American Express.

Offrono carte di credito revolving anche le finanziarie, come Agos, Compass o Findomestic.

Quali insidie nasconde la carta revolving?

Già le carte di credito a saldo possono essere “pericolose”, in quanto ti offrono la possibilità di effettuare acquisti (troppo spesso non strettamente necessari) che altrimenti non potresti permetterti in quel dato momento, posticipando al mese successivo (e quindi al prossimo stipendio) il “dolore” dell’esborso monetario.
Con le carte revolving l’esborso non solo è posticipato rispetto all’acquisto del bene, ma è anche alleggerito perchè spalmato nel tempo.
Bisogna fare, quindi, un uso consapevole e responsabile di questo strumento di pagamento, perchè il rischio di sovraindebitarsi, soprattutto con l’aumentare del plafond, è dietro l’angolo. Parola d’ordine, dunque: attenzione.

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Conviene il prestito con cessione del quinto della pensione o stipendio?

Guida alla cessione del quinto

Il finanziamento noto come “cessione del quinto” è previsto dalla legge italiana sin dal 1950 (DPR 180). Si tratta di una tipologia agevolata di prestito personale nata inizialmente ad esclusivo beneficio dei dipendenti pubblici e statali. Dal 2005, però, lo Stato ha esteso la possibilità di richiedere la cessione del quinto, usufruendo dei suoi vantaggi, anche ai dipendenti privati ed ai pensionati. Restano quindi ancora esclusi da tale forma di credito tutti i lavoratori autonomi.
Nel seguente articolo cercherò di far chiarezza su questa particolare forma di finanziamento evidenziandone caratteristiche, vantaggi, requisiti e modalità di richiesta.

Indice articolo

Come funziona?

La cessione del quinto ha in comune con un normale prestito personale soltanto la durata massima di 120 mesi, mentre si differenzia per le seguenti caratteristiche:

  • il tasso applicato è sempre fisso ed il rimborso avviene tramite rate di importo costante per tutta la durata del finanziamento;
  • l’importo della rata, per legge, non può superare il 20% (un quinto appunto) dello stipendio o pensione, al netto di eventuali ritenute fiscali e/o previdenziali. In particolare, nel caso dei pensionati, ciò che rimane della pensione una volta sottratta la quota cedibile non deve essere inferiore al valore della pensione minima di anno in anno stabilita dall’AGO (Assicurazione Generale Obbligatoria), pena la riduzione dell’importo della quota cedibile;
  • il rimborso del debito avviene a mezzo di trattenute dirette in busta paga/cedolino della pensione, il che garantisce maggiore certezza di rimborso rispetto agli addebiti in c/c;
  • per legge è obbligatorio accostare alla cessione una polizza assicurativa, sulla vita per i pensionati, su vita e impiego per i dipendenti. La banca deve proporre al cliente almeno due differenti alternative di assicurazione e comunque non si è obbligati a scegliere necessariamente tra quelle suggerite: è un proprio diritto poter cercare sul mercato una polizza equivalente in ciò che offre ma economicamente più vantaggiosa e la banca è obbligata ad accettarla;
  • non è richiesto alcun tipo di garante, in quanto funge da garanzia il datore di lavoro o l’ente pensionistico che effettuano in prima persona la trattenuta versandola all’ente creditore;
  • può essere richiesta anche da chi in passato ha avuto problemi di insolvenza, come protestati o segnalati al Crif come cattivi pagatori.

guida alla cessione del quinto

L’importo massimo richiedibile non è fisso, ma dipende dalla durata scelta per il finanziamento e dall’entità della quota cedibile: più quest’ultima è alta, più alta sarà la possibilità di rimborso e quindi la somma a cui si potrà accedere.

Ecco alcune simulazioni d’esempio:

Caso 1
stipendio lordo 1.200€
stipendio netto 1.050€
quota cedibile 210€
max rimborsabile in 120 mesi 25.200€
Caso2
stipendio lordo 2.200€
stipendio netto 2.050€
quota cedibile 410€
max rimborsabile in 120 mesi 49.200€
Caso 3
pensione lorda 900€
pensione netta 800€
quota cedibile 160€
pensione al netto della quota cedibile 640€
pensione minima 513€
max rimborsabile in 120 mesi 19.200€

Requisiti

L’accesso a tale forma di credito richiede il possesso di determinati requisiti riguardanti età e tipologia di contratto lavorativo. Questi variano in base alla categoria a cui il richiedente appartiene: dipendenti pubblici, privati o pensionati.

-Dipendenti Pubblici

Rientrano in questa categoria i dipendenti statali, gran parte di quelli pubblici e i dipendenti delle Forze Armate. Per poter accedere alla cessione del quinto il richiedente dovrà:

  • avere un’età compresa tra i 18 e i 63 anni;
  • possedere un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Nel caso di dipendenti con contratto a tempo determinato, è possibile accedere comunque alla cessione del quinto solo se il contratto in questione non è inferiore a 36 mesi e la durata del finanziamento non supera quella del contratto;
  • potrebbe essere richiesta un’anzianità di almeno 4 anni, valida ai fini pensionistici.

-Dipendenti Privati

Per dipendenti privati si intendono i lavoratori, di età compresa tra i 18 e i 63 anni, titolari di un contratto di lavoro a tempo indeterminato presso aziende assicurabili, con ragione sociale Srl, SpA o Coop e con più di 15 dipendenti. Poiché tale tipologia di contratto dipendente, per quanto a tempo indeterminato, non offre la stabilità e sicurezza di un lavoro statale, sarà necessario aver maturato un Tfr sufficiente a garantire il finanziamento e/o star versando fondi per una pensione integrativa. Difficilmente quindi sarà possibile accedere alla cessione del quinto se si è neoassunti.

-Pensionati

Per i pensionati i requisiti necessari sono:

  • avere un’età massima di 79 anni alla richiesta e di 85 alla scadenza del finanziamento (tali limiti possono subire leggere variazioni a seconda dell’istituto di credito/compagnia assicurativa a cui ci si rivolge);
  • possedere una pensione superiore al trattamento minimo previsto di 513,01€.

documenti cessione del quinto

A titolo informativo, non tutte le pensioni possono essere cedute. Non rientrano nel conteggio della quota cedibile gli assegni sociali, familiari, di disabilità e invalidità e di sostegno al reddito.

Come si richiede?

Se si rientra nelle categorie che accedono alla cessione del quinto e se si è in possesso dei requisiti necessari, si potrà presentare richiesta presso banche e finanziarie che offrono tale tipologia di finanziamento alla propria clientela. Nel caso dei dipendenti pubblici e dei pensionati, gli istituti di credito stringono spesso e volentieri delle convenzioni con gli Enti statali e con l’INPS, offrendo condizioni economiche più vantaggiose rispetto a quelle di mercato proprio in virtù del fatto che fungono da garanti del rimborso direttamente lo Stato o l’INPS: ciò rende l’intera operazione agli occhi del creditore come a basso rischio e quindi conveniente.
Inoltre, la presenza di una convenzione alleggerisce e quindi velocizza anche l’iter burocratico legato alla gestione della pratica.
Per i dipendenti privati, invece, la banca o la finanziaria in questione valuteranno di volta in volta se l’azienda datrice di lavoro risulta assicurabile e, quindi, se procedere o meno col finanziamento.

Può capitare che una data azienda sia ritenuta non assicurabile per una finanziaria mentre lo sia per un’altra. È opportuno dunque richiedere più preventivi alla ricerca del più favorevole, senza arrendersi al primo rifiuto.

I passaggi da seguire sono i seguenti:

  1. rivolgersi alla banca o finanziaria convenzionata (o non) che preveda questa forma di finanziamento tra le proprie proposte per ottenere il modulo specifico di richiesta. N.B. Se esistono delle convenzioni vanno valutate con priorità, ma senza dare per scontato che siano le più vantaggiose;
  2. leggere attentamente le eventuali limitazioni e condizioni riguardanti l’assicurazione obbligatoria. Può essere opportuno richiedere altrove un paio di altri preventivi assicurativi analoghi;
  3. compilare in ogni parte il modulo di richiesta (in alcuni casi è possibile procedere online usufruendo della Firma Digitale, come ad esempio con Findomestic);
  4. allegare tutta la documentazione obbligatoria (certificazione reddituale rilasciata dall’azienda, quota cedibile, copia busta paga o cedolino della pensione e documenti anagrafici);
  5. richiedere la compilazione e la vidimazione dell’apposito spazio da parte dell’amministrazione di appartenenza.

Se si è sposati, anche in caso di titolarità di un conto corrente a firma congiunta, non si ha l’obbligo di richiedere la firma del coniuge. Infatti, tra i numerosi vantaggi di questo tipo di prestito, troviamo anche l’aspetto della riservatezza, essendo un contratto a firma disgiunta e senza addebito con rid sul conto corrente.

È possibile rinnovare la cessione del quinto?

Se in un secondo momento dovesse presentarsi un’ulteriore necessità di liquidità, è importante sapere che la cessione del quinto può essere rinnovata, ma solo a determinate condizioni:

  • nel caso di una cessione in corso con durata inferiore ai 60 mesi (5 anni) sarà possibile chiederne il rinnovo in qualunque momento, a patto che il nuovo finanziamento abbia una durata non inferiore ai 120 mesi;
  • nel caso di una cessione in corso di durata superiore ai 60 mesi, per poter fare richiesta di rinnovo sarà necessario aver rimborsato con regolarità almeno i 2/5 del finanziamento. Ad esempio, se la cessione in corso prevede un piano di rimborso di 84 mesi, per poter accedere al rinnovo bisognerà aver restituito almeno le prime 34.

Se l’urgenza di ulteriore liquidità fosse tale da non permettere l’attesa dei tempi necessari per rinnovare la cessione, i lavoratori dipendenti pubblici e privati possono accedere ad un credito aggiuntivo tramite la richiesta del prestito con delega, detto anche doppio quinto, che permetterà di impegnare un ulteriore 20% dello stipendio/pensione, a patto che il proprio datore di lavoro accetti la delega.

convenienza cessione del quinto

Conviene la cessione del quinto?

La cessione del quinto può risultare conveniente a livello economico soprattutto in presenza di convenzioni favorevoli stipulate tra l’istituto di credito e il proprio ente di appartenenza, quindi i tassi migliori sono generalmente rivolti ai dipendenti pubblici o statali, e comunque, di solito, il TAEG applicato ad un prestito personale è minore. Ciò che infatti fa lievitare i costi della cessione è l’obbligo di siglare anche una polizza assicurativa che copra l’intera durata del prestito e il cui premio viene inglobato nella rata mensile. Tale costo aggiuntivo, però, è anche una delle caratteristiche che permettono di accedere a tale finanziamento anche a chi normalmente è escluso da altre forme di credito, come i pignorati e i cattivi pagatori.

La cessione risulta quindi essere una soluzione sicuramente interessante in particolare per tutti coloro che in passato hanno avuto problemi di insolvenza.

Per valutare se la cessione che ci viene proposta è in linea con i tassi mediamente offerti in quel periodo dalle banche italiane per tale forma di credito, è opportuno consultare preventivamente il bollettino pubblicato ogni trimestre dalla Banca d’Italia in cui vengono riportati i TEGM (tassi effettivi globali medi) correnti.

Nel medesimo documento vengono riportate anche le percentuali relative ai compensi di mediazione percepiti mediamente dagli istituti di credito a seconda dell’operazione finanziaria seguita.

E’ sempre opportuno approcciarsi a qualsiasi forma di finanziamento ben informati e consapevoli dei propri diritti di consumatori.

Sezione Inps/Inpdap

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