Prestito rifiutato – 3 errori da non commettere

Prestito rifiutato – 3 modi per ottenere soldi subito online

Incorrere in un prestito rifiutato è un’eventualità che si può verificare molto più facilmente di quanto si pensi, poiché è possibile che le banche o le finanziarie riscontrino irregolarità nelle verifiche che vengono effettuate sulla credibilità finanziaria del richiedente.

Ogni istituto erogante infatti effettua ricerche per accertarsi che chi richiede il finanziamento abbia la possibilità economica di restituire l’importo prestato.

Quando un prestito viene rifiutato spesso non vengono fornite neanche le motivazioni del diniego (anche se tanto le banche che le finanziarie come Agos e Compass, sono tenute a farlo) ed è importante comprendere quali sono gli errori più comuni che si fanno e che portano ad avere un prestito rifiutato e le possibili soluzioni da attuare per evitare di commetterli.

Segnalazioni alla CRIF impediscono il rilascio del prestito

Una delle motivazioni più scontate e comuni per ricevere un rifiuto da una banca o da una finanziaria è quella di risultare negli elenchi della CRIF, la maggior società che gestisce le banche dati utilizzata dagli Istituti di Credito, come cattivo pagatore, magari per una mancato pagamento passato o per un ritardo.

Per evitare che ciò accada si consiglia di richiedere una visura CRIF per verificare la propria posizione prima di richiedere il prestito e, nel caso risultasse qualche segnalazione di finanziamenti in corso pagati in ritardo o non pagati, procedere magari con la richiesta di un prestito per consolidamento debiti al fine di estinguere i prestiti precedenti, allungare il periodo di contratto abbassando la rata e ritrovarsi con almeno parte di quella liquidità che si stava cercando.
(Approfondisci in Cancellazione Crif)

Prestito rifiutato perché si fanno più richieste contemporaneamente

La possibilità di richiedere prestiti online, se da una parte ha facilitato molto le procedure, dall’altra ha contribuito a creare confusione, dovuta principalmente ad un sommarsi di dati riguardanti l’eventuale richiedente che possono portare ad un prestito rifiutato.

Spesso capita che l’internauta alla ricerca di un finanziamento invii la richiesta a più istituti eroganti contemporaneamente, i quali, però tendono a rifiutare in automatico il prestito quando vedono che è stato chiesto a più banche e finanziarie.

La soluzione è dunque quella di fare ricerche ben indirizzate, scegliere l’istituto creditizio che dà più fiducia, inviare una sola richiesta per volta e nel caso di risposta negativa, attendere almeno 30 giorni, tempo di permanenza della segnalazione negli archivi, prima di inoltrarne una nuova richiesta ad un’altra agenzia.

Il prestito non viene concesso perché la rata è troppo alta

Anche un reddito considerato insufficiente per far fronte alla rata è una motivazione molto comune per vedersi rifiutare un prestito. Le agenzie, infatti, non si basano solo sulla valutazione del rapporto che sussiste tra importo rata e stipendio ma tengono in considerazione anche altre eventuali rate e/o carichi economici periodici del richiedente.

Se dovesse essere questo il motivo del prestito rifiutato, un’ottima soluzione potrebbe essere quella di chiedere ad un coniuge e/o un parente di diventare cointestatario o garante del finanziamento, in modo da aumentare le entrate su cui calcolare il rapporto di cui sopra, oppure di allungarlo nel tempo, al fine di far abbassare la rata mensile e rientrare nei parametri richiesti. (Vedi anche Prestito d’onore).

Altri articoli: Cessione del quinto rifiutata.

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Avantia – Ristrutturazione del debito per aziende

Consulenza Avantia per imprese – Factoring e noleggio operativo

Avantia è una società di mediazione creditizia operante dal 2007 e specializzata nel settore della finanza e della consulenza d’impresa.

Fondata da un gruppo di professionisti che hanno una pluriennale esperienza nel campo bancario/finanziario e che sono dunque in grado di individuare, valutare e progettare le migliori strategie per supportare gli imprenditori nella gestione della propria azienda, Avantia si è affermata come uno dei più importanti player del settore e ad oggi, può vantare importanti collaborazioni con i maggiori Istituti di Credito presenti sul territorio nazionale.

Saper mantenere il giusto equilibrio tra le risorse economiche disponibili ed i potenziali investimenti per poterle accrescere è l’obiettivo principale di chi si occupa di finanza d’impresa.

Per questo l’attività di Avantia si struttura in due fondamentali aree: consulenza, per la fase valutativa e progettuale, e finanza vera e propria, che rappresenta la fase più operativa.

Consulenza

La vita economica di un’azienda è in continuo divenire perché per poter mettere sul mercato il risultato della sua operatività, sia esso un prodotto o un servizio, deve investire dei capitali e trasformarli in utili e per poterlo fare deve poter organizzare le strategie più idonee.

Il servizio di consulenza offerto da Avantia srl si prefigge di soddisfare questa necessità e molti sono i campi in cui può essere applicato:

  • analisi della struttura finanziaria dell’azienda, al fine di stabilire il fabbisogno di liquidità per affrontare nuovi investimenti;
  • gestione della crisi in caso di sofferenze in essere e analisi sulle opportunità di ristrutturazione del debito;
  • valutazione del rischio di credito, analisi dei costi e calcolo del rating;
  • valutazione e impostazione della pratica per richiesta al Fondo di Garanzia 662/96;
  • consulenza ed eventuale assistenza legale per eventuali anomalie bancarie, quali anatocismo, usura, leasing e/o altre operazioni finanziarie;

Finanza d’impresa

Dopo aver valutato e stabilito tutti i parametri necessari per avere opinioni chiare su quali siano le strategie più efficaci, Avantia mette a disposizione una serie di strumenti finanziari a cui l’azienda può accedere a seconda delle necessità che deve soddisfare:

  • contratti di locazione finanziaria, altrimenti detta leasing, al fine di poter disporre più facilmente degli strumenti di lavoro necessari allo svolgimento dell’attività;
  • contratti di noleggio operativo, soprattutto per quegli strumenti che necessitano di aggiornamenti costanti;
  • opportunità di accedere ai vari piani di Finanza Agevolata; (Vedi anche Finanziamenti europei)
  • operazioni di factoring rivolte a quelle aziende che hanno la necessità di monetizzare velocemente dei crediti a lunga scadenza;
  • operazioni di finanza ordinaria, a breve termine, a medio/lungo termine e fondi statali, al fine di trovare gli strumenti più congeniali per ottenere quella liquidità da impiegare per svolgere l’attività e sviluppare l’azienda.

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Aritma – Convengono i prestiti per aziende?

Consulenza finanziaria Aritma – Consolidamento debiti anche per imprese

Aritma Srl è un’azienda di consulenza finanziaria con sede a Torino che rappresenta una delle realtà più qualificate e prestigiose nell’area della finanza delle imprese.

La mission di Aritma è di fornire un servizio a 360° per tutti quei servizi di natura finanziaria riguardanti le società e le PMI.

L’azienda si pone quindi come obiettivo rappresentare un valido supporto per le analisi e le strategie necessarie per ottenere i migliori risultati economici e fornire quegli strumenti per il conseguimento degli obiettivi studiati in fase di consulenza. (Vedi anche Finanziamenti start up)

Aritma Srl opera in questo settore dal 1987 con l’iniziale intento di riuscire a trasformare in servizi e prodotti la grande quantità di informazioni e strumenti disponibili nel settore della Corporate Finance.

Ad oggi può vantare la collaborazione con le più importanti realtà creditizie e con una clientela prestigiosa su tutto il territorio nazionale, nonché la costituzione nel 2001 di Aritma I.F. Srl, società controllata specializzata nei servizi di informazione finanziaria alle imprese.

Analisi e pianificazione finanziaria di aziende e outsourcing

Rientrano in questo settore tutti quei servizi utili per ottimizzare gli strumenti finanziari in possesso delle aziende al fine di perseguire determinati obiettivi:

  • elaborazione di strategie e programmazione di business-plan
  • ristrutturazione del debito aziendale, anche nei casi di procedura di fallimento
  • gestione in outsourcing di servizi bancari e di tesoreria

Finanza a medio/lungo termine e leasing
Nella sua veste di società di mediazione creditizia Aritma Srl propone ai propri clienti grazie alla profonda conoscenza del settore che le ha permesso di sottoscrivere proficui rapporti di collaborazione con gli Istituti di Credito più adatti e competitivi (sia a tasso fisso che indicizzato all’euribor):

  • analisi dell’eventuale indebitamento e dei fabbisogni del cliente
  • operazioni di finanziamento a medio/lungo termine
  • assistenza completa durante tutte le fasi necessari fino all’erogazione del prestito
  • consulenza per l’eventuale utilizzo del Fondo Di Garanzia, ai sensi della Legge 662/96
  • operazioni di funding agevolato ove possibile
  • operazioni di leasing ordinario e/o agevolato

Agevolazioni finanziarie per l’industria

Nell’ambito delle operazioni riguardanti il settore della finanza agevolata per le piccole e medie imprese che operano in settori specifici che ne possono usufruire Aritma mette a disposizione i seguenti servizi:

  • analisi fattibilità del progetto secondo le normative vigenti nazionali e comunitarie
  • gestione della richiesta
  • assistenza durante tutte le fasi dell’operazione

Strumenti finanziari alternativi al credito bancario

Quando il credito bancario non è ottenibile Aritma supporta la propria clientela offrendo servizi volti ad ottenere forme di finanziamento alternative, quali:

  • minibond
  • cambiali finanziarie
  • operazioni di private equity

Informazioni finanziarie per le imprese

Infine attraverso la società controllata Aritma I.F. Srl l’azienda fornisce servizi di informazione alle aziende riguardanti:

  • analisi e previsione dei mercati finanziari
  • preparazione e gestione report su tassi e valute
  • analisi e consulenze per l’ottimizzazione del credito e degli investimenti

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AsfinA – Prestiti senza garanzie anche per protestati

Cessione del quinto e prestito con delega anche senza garanzie con AsfinA

L’AsfinA Srl è un agente in attività finanziaria presente sul mercato dal 1988 e specializzata nelle concessione di prestiti a dipendenti e a pensionati con cessione del quinto e di prestiti con delega.

La collaudata collaborazione pluriennale con UniCredit SpA consente ad AsfinA Servizi Finanziari di essere punto di riferimento per la collocazione dei prodotti finanziari della banca milanese soprattutto nella zona compresa tra Brescia, Bergamo, Padova e Pavia, anche se la possibilità di richiedere il finanziamento online amplia potenzialmente il bacino di utenza.

Tra i maggiori vantaggi segnalati soprattutto in un periodo come questo in cui il credito viene concesso sempre con maggior difficoltà abbiamo:

  • poter inoltrare domanda anche se il proprio nominativo è segnalato nelle banche dati dei cattivi pagatori o nel Registro Informatico dei Protesti presso la Camera di Commercio (vedi anche Prestiti per segnalati Crif);
  • poter ottenere il prestito senza dover presentare un garante.

Prestiti con cessione del quinto

Apparentemente risulta molto semplice la procedura per poter attivare la pratica di richiesta con soli 4 documenti: ultima busta paga, ultimo CUD, carta d’identità e codice fiscale, si possono ottenere fino a 50.000,00 € in pochi giorni.

La tipologia di prestiti proposti da AsfinA rientra in quella categoria normata dal DPR n°180/50, ovvero quei finanziamenti che vengono concessi a dipendenti a tempo indeterminato, siano essi pubblici, statali, privati o pensionati in possesso di regolare busta paga o di cedolino di pensione.

L’entità dell’importo finanziato, infatti, viene calcolata sulla totalità dell’entrate garantite dal richiedente e la quota periodica che viene trattenuta direttamente dall’accredito mensile non può superare 1/5 del totale.

Questo giustifica la facilità, rispetto ad altri Istituti di Credito, con cui vengono concessi i prestiti, in quanto la garanzia viene data sia dalla certezza che una determinata quota potrà essere riscossa, sia dalla facoltà di prelevare il dovuto direttamente nel giorno dell’accredito dello stipendio o della pensione, senza dover attendere che il cliente lo effettui personalmente.

Prestiti con delega

Un’altra tipologia di credito che fa parte dei servizi finanziari di AsfinA è quello che comunemente viene chiamato prestito con delega, molto simile a quelli già descritti. Trattasi, infatti, di un finanziamento che può essere richiesto da un lavoratore dipendente a tempo indeterminato, i pensionati sono quindi esclusi, che ha già acceso una cessione del quinto ma si trova nella necessità di avere a disposizione altra liquidità.

Il rimborso viene predisposto con addebito diretto sullo stipendio fino ad un massimo che non può superare di norma il 50% dell’importo netto percepito, considerando anche le altre eventuali rate in corso. La particolarità che consente tanta elasticità risiede nel fatto che il lavoratore chiede la firma di delega al proprio datore di lavoro, il quale si impegna a corrispondere l’importo dovuto dal suo dipendente direttamente alla banca o alla finanziaria che eroga la somma; decurtandolo tale importo dallo stipendio, prestando quell’ulteriore garanzia necessaria per poter superare quegli ostacoli che, altrimenti, sarebbero un sicuro problema.

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Ravvedimento operoso 2023: sanzioni più basse

Tasse non pagate: perchè conviene il ravvedimento operoso?

Il ravvedimento operoso è quello strumento fiscale che permette al contribuente che non ha versato imposte o tasse nei tempi prestabiliti o ha commesso degli errori di calcolo di agire spontaneamente, a fronte di pagamento del dovuto, di una sanzione ridotta e degli interessi legali maturati fino a quel momento, e regolarizzare la sua posizione. Il calcolo può essere fatto con degli appositi tool per alcune imposte, come l’Iva e l’Imu.

Questa è la definizione generale in vigore dal 1997, anno in cui il ravvedimento operoso è stato normato con il D.Lgs 472/97 e, nei suoi principi fondanti, è sicuramente ancora valida.
La Legge di Stabilità del 2016, però, ha introdotto variazioni importanti a favore del contribuente, modulazione diversa della percentuale delle sanzioni e più tempo per poter presentare la pratica, grazie alle quali il Ravvedimento Operoso 2016 è diventato uno strumento molto più snello e, soprattutto, utile per i cittadini (vedi anche Piccoli prestiti online).

Vediamone insieme le caratteristiche principali.

Tipologie di ravvedimento operoso

Esistono varie forme di ravvedimento operoso, a seconda del tempo che intercorre tra momento in cui si commette la violazione e momento in cui la si sana, ed ognuna prevede sanzioni diverse:

  • Sprint che può essere effettuato in caso di ritardo inferiore a 14 giorni con una sanzione prevista di 0,1% (applicata su base giornaliera) di quella che verrebbe applicata in caso di verifica;
  • Breve, da effettuarsi tra il 15° ed il 30° giorno, con una sanzione dell’1,50% rispetto a quella intera;
  • Intermedio se la regolarizzazione avviene tra il 31° ed il 90° giorno, che prevede una sanzione dell’1,67%;
  • Lungo, da effettuarsi tra il 91° giorno ed 1 anno, o il termine della presentazione della dichiarazione, per il quale è stata mantenuta la sanzione ridotta del 3,75%;
  • Lunghissimo, che prevede una sanzione secca del 5% se si paga dopo il secondo anno ed una sanzione ridotta al 4,2% se si regolarizza entro la seconda dichiarazione successiva.

Ravvedimento operoso 2016: cosa cambia

Le differenze più significative rispetto al passato che sono state introdotte con la Legge di Stabilità 2016 sono fondamentalmente due, ma molto importanti:

  • Intermedio, prima non presente, permette di sanare la posizione entro tre mesi con una sanzione ridotta, 1,67%, rispetto a prima, 3,75%, che si può rivelare particolarmente utile soprattutto se si considera come termine ultimo per la presentazione della dichiarazione annuale il 30 settembre e, quindi, come termine ultimo per regolarizzare la propria posizione il 31 dicembre, ovvero la fine dell’anno solare;
  • il ravvedimento operoso lunghissimo consente di sanare il dovuto anche dopo 1 anno, termine prima considerato inderogabile, ed in teoria non pone limiti di tempo, se non quelli dell’eventuale notifica da parte dell’Amministrazione della violazione commessa. Da sottolineare che questo tipo di ravvedimento può essere utilizzato solo per regolarizzare quei contributi di competenza dell’Agenzia delle Entrate e non è applicabile ai tributi comunali.

Altri articoli: Saldo e stralcio.

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Assegno scoperto: reato, sanzioni, pagamento tardivo e protesto

Come tutelarsi in caso di assegno bancario o postale scoperto

Seppur sempre meno utilizzato, grazie all’avvento della tecnologia che permette di trasferire facilmente soldi via Web, l’assegno resta uno degli strumenti di pagamento più conosciuti, anche se comporta qualche rischio.
Infatti, nel caso in cui sul conto corrente, bancario o postale che sia, di colui che lo emette non siano presenti fondi in misura sufficiente per coprire la cifra garantita, si parla di assegno scoperto o, più tecnicamente, senza provvista, ovvero di vero e proprio illecito amministrativo.

Ciò non toglie che spesso venga utilizzato per portare avanti una truffa, ad esempio come pagamento dell’acquisto di un’auto da privato ed in questo caso ci possono anche conseguenze penali.

Vediamo insieme un approfondimento dell’argomento e quali sono le operazioni da compiere per evitare le conseguenze più disastrose (vedi anche Recupero crediti).

Il pagamento tardivo

Il traente, colui che ha emesso l’assegno scoperto, ha la possibilità di evitare le pesanti sanzioni e le altre conseguenze ancora più spiacevoli, come il protesto e l’iscrizione al CAI, effettuando il pagamento tardivo entro 60 giorni dalla data di scadenza del termine della presentazione dell’assegno da parte del beneficiario. Ricordiamo che il termine di presentazione è di 8 o 15 giorni, a seconda che il titolo di credito sia stato emesso su piazza o fuori. Il pagamento tardivo impone che il pagamento venga effettuato mettendo a disposizione direttamente al beneficiario, una cifra che comprenda, oltre a quella originaria, un 10% in più di penale accessoria, more ed eventuali spese legali.

A fronte del pagamento tardivo, il beneficiario è tenuto a rilasciare una dichiarazione sostitutiva di atto notorio che abbia funzione di liberatoria (ciò vale tanto per i conti correnti bancari per quelli postali collegati a un conto Bancoposta).

Sanzioni, protesto e iscrizione al CAI

Che succede se non si regola il pagamento entro i termini concessi? Ci sono pesanti conseguenze (vedi anche Iscrizione Crif), sia pecuniarie che sociali:

  • sono previste sanzioni amministrative, che possono rivelarsi anche ingenti a seconda dell’importo originario dell’assegno senza provvista emesso e della gravità dell’episodio: da 516,00 € a 3.099,00 per importi compresi entro la cifra di 10.329,00 €, da 1.032,00 € a 6.197,00 € per importi superiori;
  • il creditore può richiedere il protesto dell’assegno, ovvero l’attivazione della procedura pubblica che certifica l’illiceità del titolo di credito emesso ed ha funzione probatoria, azione che viene registrata nel Registro Informatico dei Protestati presso la Camera di Commercio, la quale, a sua volta, ne trasmette notizia ai vari SIC (Sistemi Informativi Creditizi) a cui si rivolgono le banche e le agenzie di credito prima di erogare un prestito per conoscere la “reputazione creditizia” del cliente;
  • il traente viene segnalato al CAI (Centrale di Allarme Interbancaria) della Banca d’Italia, l’archivio informatizzato degli assegni e della carte di credito irregolari, iscrizione che fa decadere per minimo 6 mesi l’autorizzazione di poter emettere assegni anche se coperti.

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Prestito vitalizio ipotecario – Quali rischi per gli eredi?

Prestito vitalizio ipotecario – Ecco perchè conviene il rimborso anticipato degli interessi

Si chiama Prestito Vitalizio Ipotecario ed è una nuova forma di finanziamento ipotecario dedicata anche ai pensionati che permette di ottenere liquidità velocemente senza avere l’obbligo di restituire, almeno finché il contraente è in vita, la somma prestata e rimanendo comunque proprietari dell’immobile oggetto di ipoteca.

Ad onor del vero si tratta di uno strumento finanziario presente nel nostro ordinamento già dal 2005 e molto utilizzato nei paesi anglosassoni che è stato recentemente modificato per renderlo più accessibile e, quindi, fruibile dai consumatori.

Si tratta di un prestito a medio-lungo termine non finalizzato, ovvero che permette di poter impiegare i soldi ottenuti senza vincoli, che può essere stipulato dagli over 60 proprietari di un bene immobile che viene “monetizzato” e trasformato in denaro liquido (vedi anche Prestiti convenienti per giovani e pensionati).
Vediamo le principali caratteristiche.

prestito vitalizio ipotecario

A chi è rivolto

Come abbiamo già detto questo strumento finanziario è dedicato a tutti coloro che abbiano almeno 60 anni di età e siano proprietari di un immobile che non sia già gravato da ipoteche. Sono esclusi, quindi, tutti i soggetti giuridici, come società, associazioni e aziende. I soggetti finanziatori sono, invece, le banche aderenti, come ad esempio Monte dei Paschi di Siena con il suo PrestiSenior.

L’importo finanziabile è generalmente compreso tra il 15% ed il 50% del valore dell’immobile da ipotecare, stimato a mezzo perizia, e la percentuale aumenta con l’aumentare dell’età del richiedente perché, ovviamente, più è anziano il beneficiario minore è il tempo presunto che la banca erogante dovrà attendere per veder rientrare il credito concesso.

Come funziona

Questa è la parte più innovativa di questa forma di finanziamento, in quanto il contraente può decidere di non restituire niente mentre è in vita di quanto gli è stato versato e lasciare agli eredi dell’immobile e del debito la responsabilità di decidere come restituire il dovuto. Due saranno le opzioni di scelta a loro disposizione:

  • saldare di tasca propria il montante (capitale + interessi) cumulato negli anni, anche eventualmente accendendo un finanziamento a ciò mirato, entro e non oltre 12 mesi dalla morte del contraente;
  • lasciare che l’Istituto di Credito venda l’immobile per recuperare il credito vantato, rimborsando eventuali somme eccedenti.

Nel caso in cui il contraente sia sposato o conviva con la sua compagna da più di 5 anni, è necessario che il contratto di vitalizio ipotecario sia intestato ad entrambi, ed entrambi devono avere dai 60 anni in più. In questo caso, la restituzione del debito ricadrà sugli eredi alla morte del coniuge/convivente più longevo.

È importante sottolineare che questa operazione prevede costi abbastanza elevati, sia perché lo spread è alto, indicativamente intorno al 5%, sia perché la capitalizzazione degli interessi è composta e prevede l’anatocismo: cioè gli interessi già calcolati sul capitale finanziato annualmente si sommano al capitale generando quindi un aumento esponenziale della somma da rimborsare.

Facciamo un esempio per meglio comprendere questo particolare conteggio: immaginiamo di aver ottenuto un credito di 40.000€ su cui è applicato un tasso fisso del 4%. Il conteggio degli interessi seguirà questo andamento:

  • 1° anno – capitale: 40.000€ – interessi: 1.600€
  • 2° anno – capitale: 41.600€ – interessi: 1.664€
  • 3° anno – capitale: 43.264€ – interessi 1.730,56€

Con questo andamento, più sarà longevo il contraente, più alto sarà il debito finale che ricadrà sugli eredi. Se il prestito vitalizio ipotecario preso ad esempio venisse stipulato da un uomo di 70 anni e quest’ultimo morisse a 85 anni, il debito iniziale di 40.000€ arriverebbe sulle spalle degli eredi lievitato a 72.000€ circa.

Per evitare un eccessivo accumulo di spese e tutelare per quanto possibile gli eredi, il contraente può pattuire con l’istituto erogante al momento della stipula del contratto la restituzione anticipata degli interessi, anno per anno, mentre è ancora in vita, per sfruttare così i vantaggi della capitalizzazione semplice. In tal modo gli eredi, alla sua morte, dovrebbero preoccuparsi di restituire esclusivamente il capitale iniziale.

prestito vitalizio scelta banca

Va precisato che in questa forma di finanziamento l’ammontare del debito non potrà, comunque, mai superare il valore dell’immobile.

Il che vuol dire che, nel caso in cui alla morte del contraente o del coniuge più longevo il debito totale eccedesse il valore della casa, la banca perderà il surplus e non potrà rifarsi in alcun modo sugli eredi.

Al momento della stipula del contratto è obbligatorio firmare anche una polizza assicurativa sull’immobile. E’ diritto del contraente scegliere la polizza presso la compagnia assicurativa che, a parità di prodotto, gli offre le condizioni più vantaggiose.

Sempre a tutela del contraente, la banca, a seconda che il finanziamento si avvalga di un tasso fisso o di un tasso variabile, è tenuta a presentare al cliente uno o due prospetti in cui è calcolato l’andamento di capitale e interessi nell’arco di una durata di 15 anni sia col tasso fisso che nell’ipotesi, per il variabile, di un aumento futuro dei tassi.

prestito vitalizio su casa

Procedura

Innanzitutto è consigliabile che l’interessato si procuri più preventivi presso vari istituti bancari che offrono tale tipologia di finanziamento. Dopo un’accurata analisi, ci si rivolgerà alla banca che è in grado di offrire le migliori condizioni economiche presentando domanda ed allegando i seguenti documenti:

  • carta d’identità;
  • codice fiscale;
  • stato di famiglia;
  • relazione notarile preliminare oppure l’atto di provenienza.

Se la banca ritiene la documentazione sufficiente, si possa alla perizia del valore dell’immobile. Tale analisi sarà effettuata da un perito di fiducia della banca e il costo dell’operazione rientra tra gli oneri a carico del richiedente.

Dopo la perizia, avviene la stipula del contratto, che deve avere la forma di un atto pubblico siglato tra la banca ed il notaio. Quanto pattuito sarà erogato sul c/c del beneficiario in un’unica soluzione oppure in un numero di tranche precedentemente pattuito con la banca in fase di contrattazione.

Vantaggi e svantaggi

Il prestito vitalizio ipotecario ha dalla sua parte il vantaggio che il beneficiario può accedere, disponendone liberamente, ad un importo di denaro anche importante (fino a 350.000€ se l’immobile di proprietà è di notevole valore), senza alcun obbligo di rimborso finchè è in vita e rimanendo a tutti gli effetti proprietario dell’appartamento.

Effettivamente gli svantaggi riguardano soprattutto gli eredi, che potrebbero trovarsi a dover rimborsare entro 12 mesi una cifra molto più alta del capitale tempo addietro erogato, pena perdere la casa.

E’ comunque un’alternativa valida alla vendita della nuda proprietà dell’appartamento (atto irreversibile), perchè lascia agli eredi almeno la possibilità di scelta finale sulla rinuncia all’immobile o meno.

Si tratta però di una forma di finanziamento ancora poco diffusa. Sono pochissimi gli istituti di credito che propongono il vitalizio ipotecario tra i propri prodotti, anche perchè con la crisi degli ultimi anni il mercato immobiliare ha subito una battuta d’arresto notevole e il valore degli immobili è sceso a dismisura, con il rischio per le banche di non vedere rientrare il montante per intero anche nel caso di vendita dell’immobile ipotecato.

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Prestito 60000 euro – Confronto preventivi online

Come ottenere il miglior prestito 60000 euro

Il credito al consumo è quel settore dell’attività finanziaria che si occupa di concedere prestiti a privati o a famiglie per l’acquisto di un bene o di un servizio o, più in generale, per rendere disponibile una certo importo a chi lo richiede affinché ne faccia un uso personale e non diretto allo svolgimento di un’attività imprenditoriale o professionale.
Le banche e finanziarie offrono diverse soluzioni di finanziamento per importi di 60.000 euro, solitamente con durata compresa tra 12 e 120 mesi, rivolte sia a dipendenti che pensionati o lavoratori autonomi che possano dimostrare una capacità reddituale sufficiente a coprire la rata concordata.

Ricordiamo che in virtù della nuova normativa entrata in vigore nel mese di Settembre 2010 , grazie all’attuazione del Direttiva Europea 2008/48, la disciplina del credito al consumo si applica ai finanziamenti fino ai 75.000 euro (in precedenza il limite era fissato a 31.000€).

Come fare un confronto di preventivi online

Quando ci si trova nella necessità di richiedere un prestito personale fino a 60.000 € non è facile orientarsi tra le varie proposte che sono presenti, perché oggi sono moltissime le banche e le finanziarie che offrono prodotti anche diversi fra di loro.

Uno dei metodi più veloci e pratici per scegliere il prestito che soddisfi al meglio le proprie esigenze è quello di fare un confronto fra preventivi online, utilizzando uno dei molti siti comparatori presenti sul Web.

Il funzionamento è solitamente semplice ed intuitivo , poiché è sufficiente compilare il form presente su sito, inserendo i dati principali, quali nome, cognome, imposto necessario, tipo di lavoro, reddito mensile o annuale e recapiti per poter essere contattati, utili a personalizzare il più possibile la richiesta per ottenere in pochi secondi un elenco degli Istituti di Credito, banche tradizionali, banche online o finanziarie, che propongono un finanziamento con caratteristiche utili a soddisfare le esigenze del richiedente.

Come scegliere il prestito da 60.000 su misura

L’elenco proposto è di norma in ordine crescente e mette a confronto i preventivi delle più importanti realtà creditizie presenti attualmente sul mercato ed ha lo scopo di offrire una panoramica sintetica all’utente che non dovrà perdere altro tempo a cercare altre informazioni sulla Rete. Una volta individuato il preventivo più conveniente, infatti, si potrà raffinare ulteriormente la richiesta, inserendo dati più specifici, ed inoltrala direttamente online per avere, di solito entro 24 ore, una valutazione di fattibilità.

Una volta superato questo step si potrà entrare direttamente in contatto con un agente, o telefonicamente o recandosi presso l’agenzia indicata, a seconda del tipo di banca o finanziaria che si è individuata, con il quale si procederà al perfezionare l’iter burocratico necessario per poter ottenere l’importo di cui si ha la necessità.

E’ bene specificare che alcune banche e finanziarie offrono la possibilità di concludere online il contratto di finanziamento grazie all’uso della firma digitale, come ad esempio Banca Findomestic.

Guida Importo Prestiti

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Saldo e stralcio: come estinguere un debito pagando meno

Dal mutuo con la banca al debito con Equitalia: quando si può usare il saldo e stralcio?

In questo periodo di crisi economica ti sarà capitato più volte di sentir parlare di Saldo e stralcio. Se sei un debitore in difficoltà o un creditore che ha necessità di riscuotere il suo credito in tempi brevi, il Saldo e stralcio potrebbe rivelarsi una soluzione conveniente per entrambe le parti.

Indice articolo

Di cosa si tratta

Immaginiamo che Mario Rossi debba a Giovanni Bianchi 30.000€ per una fornitura di piastrelle. A causa di una serie di eventi, Mario non può versare il dovuto a Giovanni. A questo punto Giovanni per far valere le sue ragioni si troverebbe costretto ad avviare tramite avvocato le pratiche per un recupero forzoso del credito. Ciò però può essere rischioso per i tempi spesso sono lunghi e le spese legali onerose. Potrebbe quindi risultare vantaggioso per entrambe le parti accordarsi in maniera alternativa. Mario può proporre a Giovanni di pagare 20.000€ subito a fronte del debito iniziale di 30.000€ e vedere così definitivamente risolta la sua situazione debitoria con un risparmio sul debito di circa il 30%. A sua volta Giovanni, accettando tale proposta, vedrebbe rientrare buona parte del credito, risparmiando il denaro necessario alle spese legale.

Questa metodica di accordo prende il nome di Saldo e stralcio, proprio perchè a fronte del pagamento di una parte concordata del debito (saldo) viene cancellata definitivamente la situazione debitoria (stralcio).

Il Saldo e stralcio è un accordo che può essere stipulato sia tra privati, sia tra uno o più privati e una banca, sia tra privato e Stato, nel caso in cui il debito riguardi imposte dovute e non pagate.

Saldo e stralcio tra privati

saldo e stralcio privati

Non è prevista dalla legge una metodologia precisa per effettuare una proposta di Saldo e Stralcio tra privati, nè una riduzione minima o massima consentita del debito. E’ opportuno però preferire la forma scritta e il canale della raccomandata con ricevuta di ritorno o pec, in modo tale da poterne lasciare traccia.

Per tutelarsi, il creditore può aggiungere una clausola in cui si informa il debitore che, in caso di mancato pagamento anche della somma ridotta pattuita, potrà tornare ad esigere la somma originaria. Ciò non è possibile nel caso in cui le due parti si siano accordate sostituendo il contratto precedente con un nuovo contratto in cui è variata solo la cifra dovuta. In tal caso il creditore, in caso di mancata riscossione del dovuto, potrà recuperare per vie legali solo il credito ridotto pattuito col nuovo contratto, non più la somma originaria. Meglio quindi farsi seguire in tale procedura da un esperto in materia, perchè le insidie sono dietro l’angolo.

Saldo e stralcio con una banca

saldo e stralcio banca

Un pò più difficile è riuscire ad accordarsi per mezzo di Saldo e Stralcio con una banca. L’istituto di credito, prima di prendere in considerazione tale possibilità avrà avviato una procedura di sofferenza e segnalato il debitore al Crif e alla Centrale Rischi della Banca d’Italia. Inoltre, se ci sono garanti del debito, difficilmente la banca sarà propensa ad accettarne una riduzione, a meno che dovesse presentarsi come particolarmente complesso e sfavorevole il procedimento di recupero forzato.

La situazione si semplifica nel caso in cui la banca in questione abbia venduto il suo credito ad un’agenzia di recupero crediti. Tali agenzie acquistano i crediti della banca ad una cifra molto più bassa ed hanno in seguito tutto l’interesse ad accordarsi col debitore per ottenere un piccolo margine di guadagno il prima possibile.

Facciamo un esempio: Carlo ha un debito con la banca di 80.000€, la banca lo vende ad un’agenzia di recupero crediti (spesso collegate alla banca stessa) per 20.000€. A questo punto se Carlo propone all’agenzia un Saldo e stralcio di 35.000€, l’agenzia sarà ben propensa ad accettarlo, perchè ci avrà comunque guadagnato 15.000€, senza dover ricorrere all’avvocato.

La Corte di Cassazione con la sentenza 22231/134 ha stabilito inoltre che, nel caso in cui ci siano più condebitori, se uno solo sceglie di avvalersi del Saldo e stralcio, ne risultano comunque avvantaggiati anche gli altri. Ad esempio, Paolo e Anna hanno un debito con la banca per 100.000€ (50.000€ a testa, quindi), ed Anna risolve la sua situazione debitoria con Saldo e stralcio per 30.000€. A questo punto Paolo non dovrà alla banca i 70.000€ restanti, ma solo la sua quota parte che rimarrà invariata, 50.000€, perchè Anna ha pattuito con la banca che la sua quota di 50.000€ è risolta versandone solo 30.000€ subito.

Saldo e stralcio con lo Stato

saldo e stralcio per pagare tasse arretrate

Nella legge di bilancio del 2019 è prevista la possibilità di aderire alla cosiddetta Pace Fiscale, che permette a tutti quei cittadini in “grave e comprovata” difficoltà economica di risolvere la loro situazione debitoria con Saldo e stralcio delle proprie cartelle esattoriali (ad esempio versamenti iva o INPS non versati), presentando domanda all’Agenzia delle Entrate entro il 31 luglio 2019. I debiti che possono risolversi con Saldo e Stralcio sono quelli che riguardano il periodo che va dal 1° Gennaio 2000 al 31 Dicembre 2017, relativi ad imposte o contributi previdenziali non versati. I requisiti per poter aderire a tale pace fiscale sono:

  • un Isee familiare di non più di 20.000€;
  • procedura di liquidazione aperta al momento della presentazione della domanda.

La domanda da presentare deve contenere il modulo “SA-ST” scaricabile dal sito www.agenziaentrateriscossione.gov.it compilato in tutte le sue parti e le documentazioni relative ai requisiti necessari per rientrare nella sanatoria. In tale domanda dovrà anche essere specificato se si intende pagare in un’unica soluzione o a rate. Si potrà presentare il materiale online, tramite PEC o direttamente allo sportello.

In presenza di tutti i requisiti richiesti, il debito sarà ridotto in base all’ammontare del proprio Isee:

  • con un Isee non superiore agli 8.500€ , sarà dovuto il 16% debito;
  • con un Isee compreso tra gli 8.500€ e i 12.500€, bisognerà versare il 20% del debito;
  • con un Isee dai 12.500 ai 20.000€ si risolverà la propria situazione pendente pagando il 35% del dovuto.

In questa maniera non solo si avrà diritto ad una riduzione del debito, ma non saranno più dovute neanche le sanzioni e le more.

Una volta inviata la domanda, entro il 31 Ottobre 2019 si riceverà risposta sia in caso di esito positivo, con tutte le indicazioni su come e dove effettuare i pagamenti e le relative scadenze da rispettare, sia in caso negativo con le motivazioni del rifiuto.

Nel seguente video viene spiegata per bene tutta la procedura. Tieni presente che la data limite per presentare le domande indicata nel video è stata prorogata al 31 Luglio 2019.

Conclusioni

Nel caso in cui dovessi trovarti in difficoltà con dei pagamenti o, al contrario, avessi bisogno di riscuotere un credito in tempi brevi, il Saldo e stralcio potrebbe essere una soluzione conveniente, facile da realizzare e con costi contenuti. Naturalmente, affinchè sia davvero conveniente per entrambe le parti, è necessario che il debitore sia effettivamente in difficoltà, a tal punto che riscuotere il debito per vie legali possa risultare dispendioso e forse addirittura inconclusivo. E’ opportuno quindi che il creditore valuti attentamente la situazione economica del debitore prima di prendere qualunque decisione.

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Guida alla cancellazione Crif gratuita e senza intermediari

Tempi e modi per la cancellazione Crif

È opportuno partire da una premessa chiarificatrice, ovvero che chiunque abbia in corso un finanziamento o, più semplicemente, ne faccia richiesta viene inserito nei SIC, acronimo di Sistemi di Informazioni Creditizie, che altro non sono che dei database informatici che raccolgono la “storia finanziaria” dei soggetti che vengono censiti, al fine di valutarne la reputazione creditizia.
Si sottolinea che all’interno dei SIC non sono presenti solo coloro che sono considerati “cattivi pagatori” perché magari hanno avuto qualche problema, piccolo o grande di insolvenza, ma anche chi è, ed è sempre stato, perfettamente in regola con i pagamenti.

I SIC vengono gestiti da alcune società, la più importante delle quali è CRIF Spa, che forniscono informazioni a banche, finanziarie ed assicurazioni sulla reputazione creditizia degli utenti che a loro si rivolgono, al fine di contribuire al contenimento del rischio a cui l’ente creditore si espone ogni volta che eroga un finanziamento.

Vero è, purtroppo, che se si viene censiti negli elenchi dei “cattivi pagatori”, ed è sufficiente il pagamento in ritardo di una sola rata anche solo di un mese perché ciò avvenga, diventa molto difficile poter accedere ad altre linee di credito in futuro, in quanto le banche e le finanziarie tendono a non dare fiducia a chi è segnalato in tali database.

Diventa importante, quindi, richiedere la cancellazione dall’elenco dei cattivi pagatori non appena maturano le condizioni per poterlo fare.Vediamo come.

Tempi di conservazione dei dati nel SIC di CRIF

I dati presenti nel sistema informativo di CRIF vengono conservati per periodi ben determinati, trascorsi i quali si può richiedere la cancellazione in modo assolutamente gratuito, anche se, per legge, quegli stessi dati dovrebbero venire automaticamente cancellati senza dover inoltrare specifica richiesta.
I tempi di conservazione cambiano in base al tipo di dato:

  • finanziamento in corso di istruttoria: 6 mesi dalla data di richiesta;
  • richieste di finanziamento rifiutate o rinunciate: 30 giorni dalla data di rinuncia o rifiuto;
  • ritardi di 1 o 2 rate: 12 mesi dall’avvenuta regolarizzazione;
  • ritardi di 3 o più rate: 24 mesi dall’avvenuta regolarizzazione;
  • finanziamenti non rimborsati: 36 mesi dalla data di estinzione prevista.

Quindi il tempo massimo di 36 mesi, non va confuso con la tempistica dopo 5 anni prevista invece nel caso dei protesti (vedi anche Pignoramento immobiliare).

Come richiedere la cancellazione

Dopo aver verificato di essere in possesso dei requisiti per chiedere la cancellazione dei dati, si può procedere nei seguenti modi:

  • compilare l’apposito modulo presente su sito ufficiale CRIF e chiedere la rettifica e/o cancellazione dei dati negativi, allegando tutta la documentazione che comprova l’estinzione del debito in data utile per poter essere cancellati;
  • in alternativa è possibile mandare una raccomandata con ricevuta di ritorno indirizzata a CRIF Spa URP – Via Montebello 2/2 – 40121 BOLOGNA corredata di tutti gli allegati necessari con cui si richiede la cancellazione.

Come segnalato sullo stesso sito la richiesta non ha alcun costo e può essere molto facilmente inoltrata dall’utente stesso, ragion per cui non sono necessarie consulenze a pagamento con intermediari professionisti, o sedicenti tali, che garantiscono la cancellazione.

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