Prestiti online senza andare in filiale – Sono sicuri?

Prestiti online senza recarsi in filiale: sono davvero convenienti?

La diffusione di dispositivi tecnologici collegati al web ha contribuito all’incremento dell’offerta di prestiti online senza la necessità di andare in filiale. Un altro contributo è stato dato dai siti di comparazione sempre più numerosi ed ovviamente dalle condizioni economiche che generalmente sono più vantaggiose nel caso di scelta di un prodotto sottoscritto in modo digitale.

Come si possono ottenere?

Le società finanziarie oppure le banche che hanno orientato una parte della propria offerta alle sottoscrizioni on line possono optare per tre tipologie di “accesso”:

  • procedura online al 100% che si avvale soprattutto del sistema della firma digitale;
  • procedura per i prestiti online senza recarsi in filiale ma che sfruttano la modulistica cartacea;
  • procedura iniziale online e successivamente incontro in agenzia o filiale per la formalizzazione della richiesta e la consegna dei documenti.

Quest’ultima modalità è quella che sta diventando sempre meno frequente visto che riduce i concreti e reali vantaggi legati alla comodità di una richiesta di un finanziamento da casa o dal proprio smartphone in mobilità.

La procedura online al 100% ha il vantaggio di essere sicura e rapida (non ci sono ad esempio tempi di attesa legati alla spedizione dei moduli cartacei) e si ha una maggiore facilità nel seguire la traccia dell’iter della richiesta stessa.

Procedure sicure

Quando si propone un prestito online digitale al 100% il finanziatore si deve avvalere obbligatoriamente della firma digitale. Questo rappresenta un sistema forte, sicuro e certo perché venga riconosciuta l’identità del richiedente e non necessita del possesso di una Pec o di una carta servizi.

Nel fornire questo tipo di strumento c’è una certa differenza a seconda che si tratti di prestiti proposti da una banca, che vede nell’erogazione del finanziamento un servizio aggiuntivo o “accessorio” ad un conto corrente (come ad esempio Webank) o se ci riferiamo ad una finanziaria o anche ad una banca che offre prevalentemente prestiti (come ad esempio Findomestic).

Nel primo caso l’iter da seguire parte e si gestisce all’interno dell’apposita area del servizio di internet banking. In questo modo la banca avrà già in partenza le informazioni sulla certa identificazione del richiedente (la firma digitale è come se fosse stata apposta a monte).

Si tratta di una modalità che può essere usata anche al di fuori del circuito finanziario privato. In questo senso un esempio lo troviamo con il piccolo prestito dei dipendenti pubblici richiedibile direttamente all’interno nell’area personale di NoiPa.

Nel caso invece di finanziarie o di banche che puntano sull’offerta di prestiti anche a chi non è correntista viene sfruttata la firma digitale ‘vera e propria’ con delle modalità comunque molto semplici.

Esempio pratico Findomestic

Con la banca del gruppo Bnp Paribas si deve semplicemente creare un pin personale che va autenticato tramite l’uso della password OTP inviata con sms da Findomestic stessa.

Fatta questa operazione è possibile richiedere il finanziamento ufficialmente visto che la firma dei contratti avviene fattivamente semplicemente spuntando le varie caselle indicate:

Il tutto viene reso autentico re-inserendo il pin generato in fase di registrazione e con un altro OTP sempre inviato con SMS.

(Fonte: sito ufficiale Findomestic – Data rilevazione: 06/12/2017)

Tutte le banche on line li propongono senza recarsi in filiale?

La connessione logica tra “banca online” e l’offerta di un prestito interamente sul web viene in modo quasi spontaneo. Nella pratica però non è detto che la situazione sarà esattamente in questo modo. Una delle più grandi banche europee online come Ing Direct, ad esempio, propone il Prestito Arancio con richiesta di preventivo e di prestito online, ma comunque vuole che venga inviata anche la documentazione in modo cartaceo (info sito ufficiale Ing Direct – data 06/12/2017).

Quindi prima di procedere con una richiesta di finanziamento bisognerebbe controllare il tipo di procedura che verrà seguita non solo nella fase di richiesta, ma anche in quelle successive. Ovviamente tutto questo non deve fuorviare dalla necessità di mantenere l’attenzione rivolta su alcuni aspetti molto importanti legati all’effettiva convenienza come:

  • Tan e Taeg;
  • spese accessorie e altri costi;
  • spese di assicurazione obbligatorie o facoltative;
  • modalità di accredito e di rimborso;
  • presenza di possibili convenzioni come ad esempio quelle Inps per i pensionati o NoiPa per i dipendenti pubblici;
  • condizioni di eventuali promozioni o offerte a tempo.

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Sovraindebitamento – Chi può usare la legge Salva Suicidi?

Sovraindebitamento: requisiti e funzionamento della legge 3/2102

Le difficoltà legate al sovraindebitamento sono divenute molto evidenti soprattutto negli anni successivi alla crisi iniziata nel 2008. Tra gli effetti più evidenti c’è stato un incremento di suicidi che ha coinvolto imprenditori ma anche privati, schiacciati dal peso di un’esposizione debitoria non più sostenibile.

Le problematiche finanziarie sono a volte dovute a questioni fiscali, come ad esempio pesanti cartelle Equitalia oppure semplicemente ad una riduzione delle entrate per disoccupazione o altre motivazioni simili (approdondimento: Cosa fare in caso di debiti con Equitalia).

Proprio per questo a Gennaio 2012 è stata approvata la legge nr.3 che è diventata attiva a febbraio dello stesso anno e che è stata definita come Legge sul sovraindebitamento o Legge Salva Suicidi. Vediamone le principali caratteristiche.

Di che cosa si tratta?

In pratica questa legge ha introdotto la procedura dell’esdebitazione accessibile ai soggetti non fallibili, che permette di riordinare i propri debiti e di renderli più sostenibili. In che modo? Tramite la compilazione di un piano che sia fattibile e sostenibile in tempi certi e definiti. Nella compilazione di questo piano si possono andare ad escludere alcuni debiti, ottenendo un alleggerimento del loro peso, che può arrivare fino all’80% in meno.

C’è però da porre l’attenzione proprio sugli aspetti chiave di questa legge, che sono la sostenibilità del piano di rimborso e soprattutto la sua fattibilità. Non si tratta quindi di una possibile via da usare per poter scappare dall’obbligo di rimborsare i debiti o per evitare di pagare le cartelle Equitalia. Anzi è necessario che la possibilità di un regolare rimborso di tutti i debiti contratti sia oggettiva e che venga valutata come tale dai periti nominati dal tribunale.

A chi si rivolge?

Come già accennato possono fare ricorso all’esdebitazione i consumatori e i soggetti non fallibili. In questo senso sono da intendersi coloro che nello svolgimento dell’attività lavorativa non sono assoggettabili alla legge fallimentare. Per questa ragione nella legge rientrano due modalità:

  • il piano del consumatore: questa procedura si rivolge a chi è un privato e ha contratto debiti per la sfera personale (non lavorativa). Con questa procedura e se viene logicamente approvata dal giudice non c’è il bisogno che i creditori diano il loro consenso. Il provvedimento del giudice rende il piano obbligatorio per tutte le parti coinvolte. Il consumatore esdebitato dovrà essere regolare nel seguire il piano di rimborso. E’ inoltre necessario che questi abbia un patrimonio o un reddito capace di permette il rimborso. Quindi l’esdebitazione non può essere utilizzata da chi non ha alcun reddito dimostrabile a meno che non abbia qualcuno che faccia da garante;
  • l’accordo del debitore: questa procedura riguarda i soggetti che non siano consumatori ma che allo stesso tempo non siano sottoponibili alla legge fallimentare. Deve sempre essere approvato dal giudice ma qui i creditori possono opporsi. E’ infatti necessario che almeno il 60% di chi vanta un credito sia concorde nel far passare il piano così come è stato proposto.

A queste due modalità si aggiunge una terza in cui il debitore mette il suo patrimonio a disposizione del procuratore nominato dal tribunale perché provveda, tramite l’alienazione di una parte o la totalità di esso, al rimborso dei debiti. Dal patrimonio vengono lasciati fuori solo gli stipendi o salari e pensioni, i crediti e i beni non pignorabili, i diritti di usufrutto e i crediti legati al mantenimento.

Come si accede alla procedura?

Bisogna rivolgersi al tribunale territorialmente competente. La legge (art 15) prevedeva la creazione di Organismi di composizione della crisi (OCC), preposti a guidare chi volesse usare l’iter dell’esdebitazione. In pratica però solo in alcune città sono nati questi “comitati”.

E’ sempre consigliato chiedere alla cancelleria del proprio tribunale (quella della ‘volontaria giurisdizione’) e informarsi se ci sono questi organismi o se si hanno altri riferimenti dando eventualmente mandato per la nomina di un professionista specializzato. Questa figura risulta essenziale per risolvere ogni piccolo intoppo in fase di preparazione del piano, e per arrivare a un programma di rimborso che appaia al giudice effettivamente fattibile e sostenibile.

Quando un consumatore non può usare la procedura?

Come già accennato un motivo di esclusione è riferito alla mancanza dei requisiti legati al proprio patrimonio od al possesso di un reddito dimostrabile. A queste cause si aggiungono anche:

  • aver usufruito dell’esdebitazione nei 5 anni precedenti;
  • non aver rispettato il piano di rimborso precedente;
  • aver subito una qualsiasi revoca alla procedura;
  • aver omesso parte della documentazione durante l’iter di avvio.

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Rottamazione cartelle Equitalia bis – Come funziona la proroga?

Rottamazione cartelle Equitalia: scadenza e funzionamento

La scadenza del 21 aprile 2017 per la rottamazione cartelle Equitalia ha chiuso la prima tranche di richieste per non pagare interessi di mora e sanzioni sui debiti che si hanno con il fisco, l’Inps, le imposte e tributi locali, ecc. Con il decreto legge del 16 ottobre è partita invece la seconda ‘versione’, denominata ‘rottamazione delle cartelle Equitalia bis’.

Questa ha lasciato invariati numerosi punti della versione definitiva precedente, ampliando la platea di soggetti che possono usufruirne. All’8 novembre del 2017 sono stati però esclusi coloro che non hanno aderito alla precedente versione per quanto riguarda le cartelle antecedenti al 1 gennaio 2017.

Nuova versione o proroga?

Il testo del decreto legge 148/2017 ha riaperto la possibilità di richiedere la rottamazione:

  • a quanti hanno già aderito alla precedente rottamazione e poi non sono stati regolari con i pagamenti;
  • a chi si era visto rifiutare la precedente domanda;
  • a tutti i contribuenti per quanto riguarda le cartelle fino a settembre 2017.

Non si può quindi parlare di una vera e propria proroga in quanto deve essere ripresentata una domanda nuova, usando l’apposito modello, il DA 2017 (si può scaricare sul sito dell’Agenzia delle Entrate nella sezione Riscossione). Questo modello non è l’unico disponibile. Infatti coloro che non hanno ottenuto la rateizzazione della rottamazione per non aver effettuato regolari pagamenti per le rateizzazioni richieste entro il 31 dicembre 2016, dovranno usare il modello Dar R.

Quando fare la domanda?

Anche i termini entro i quali devono essere fatti i vari adempimenti sono diversi a seconda delle varie situazioni. Vediamoli nel particolare:

Nuove cartelle

La domanda di accesso alla rottamazione deve essere fatta entro il 15 maggio 2018. Questa richiesta potrà riguardare tutte le cartelle che ancora non sono state notificate al contribuente, notifica che dovrebbe avvenire entro il 31 marzo 2018 (invio tramite posta ordinaria). Se non saranno cambiate le restrizioni previste nel testo di legge non sono ammesse le vecchie cartelle ma solo quelle per i carichi che vanno dal 1 gennaio 2017 al 30 settembre 2017. A riguardo è previsto un emendamento che sarà discusso a novembre del 2017.

Per i contribuenti la cui domanda non è stata accolta

La richiesta di accesso alla rottamazione va fatta entro il 31 dicembre 2017 ma perché sia accolta deve essere saldato il debito relativo a tutto il 2016 (quindi completo pagamento delle rate non versate). Poi sempre entro il 31 marzo 2018 sarà l’Agenzia delle entrate ad inviare la comunicazione con l’importo del debito pregresso.

Approfondimento: Cos’è una dilazione di pagamento.

Contribuenti decaduti dalla precedente rottamazione

Coloro che non hanno pagato la prima rata ovvero quella di luglio 2017, oppure quella prevista per il 30 settembre 2017 non dovranno fare nulla se non mettersi in regola con il pagamento. Infatti con il decreto è stata introdotta la proroga al 30 Novembre 2017. (Fonte Agenzia delle Entrate al 7 novembre 2017)

In quante rate?

Come per la precedente rottamazione cartelle Equitalia il numero delle rate sarà 5. Rimane comunque la possibilità di pagare il tutto in un’unica rata che coinciderà con il primo mese di scadenza fissato al luglio 2018. Le altre 4 rate vanno pagate entro i mesi di:

  • settembre 2018
  • ottobre 2018
  • novembre 2018
  • febbraio 2019

Questa possibilità però subisce delle limitazioni per coloro che aderiscono alla versione Bis con il modello DAR R. Per questi il numero massimo di rate saranno 3 e le scadenze previste sono:

  • settembre 2018;
  • ottobre 2018
  • novembre 2018.

Se si decide di pagare in un’unica soluzione allora il pagamento dovrà avvenire entro la fine di maggio 2018. Riassumendo:

(Fonte Agenzia delle Entrate al 7 novembre 2017)

Come si presentano le richieste?

L’invio può essere fatto sia per via telematica (metodo chiamato “Fai D.A. te”) che con consegna allo sportello. Se si sceglie la posta elettronica sarà obbligatorio usare una Pec indirizzata alla posta elettronica certificata della direzione regionale dell’Agenzia delle entrate di riferimento. Insieme alla domanda dovrà essere allegata anche una copia del documento di identità. Ribadiamo che la risposta da parte dell’agenzia arriverà entro il 30 giugno 2018.

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Cessione del quinto in 24 ore – E’ davvero possibile?

Cessione del quinto: come fare in 24 ore?

Nella suddivisione tra prestiti veloci, rapidi e immediati troviamo varie tipologie di finanziamento. Tra quelli “immediati” ci sono soprattutto quelli finalizzati che per loro natura devono fornire una risposta nell’arco di qualche decina di minuti. A questi si aggiunge, come rapidità, anche la dilazione di pagamento come Pagodil. Ma quando entriamo nella sfera dei prestiti personali i tempi si allungano. A questo punto viene da domandarsi se sia possibile ottenere una cessione del quinto in 24 ore. Proviamo a rispondere.

Quali sono i tempi “giusti”?

Esiste una tempistica “standard” per l’erogazione di un prestito che le banche indicano basandosi su tempi medi. Non si tratta però di tempi garantiti, ovvero certi perché si abbia la risposta definitiva. La differenza tra i tempi medi indicati dalle differenti banche e quelli effettivi è condizionata da tanti fattori alcuni dei quali non preventivabili né per la banca e nemmeno per i richiedenti.

Queste considerazioni valgono anche per la cessione? La cessione del quinto è un prestito personale che sfrutta una garanzia molto forte e questo può ridurre i tempi di approvazione rispetto ad un altro prestito personale. Tuttavia sperare di avere una cessione del quinto in sole 24 ore è spesso inutile. Infatti, anche se le valutazioni sull’affidabilità del richiedente sono praticamente nulle, la banca o la finanziaria devono valutare la situazione del datore di lavoro.

Questo ci porta a una prima conclusione: la cessione del quinto per lavoratori dipendenti del settore pubblico (soprattutto a tempo indeterminato) generalmente viene concessa più rapidamente di quella a dipendenti privati. Ma anche in questo caso le 24 ore sono una tempistica troppo ridotta solitamente per assolvere a tutte le formalità.

Con un preventivo online è più veloce?

Per quanto riguarda la tempistica del preventivo la via scelta può fare la differenza. La risposta ad una richiesta di preventivo online, anche sulla cessione del quinto, è quasi immediata, visto che normalmente richiede manciate di minuti o al massimo qualche ora.

Anche richiedendo un preventivo tramite un consulente, andando in filiale o agenzia, le risposte sono molto veloci, ma in questo caso il tempo necessario aumenta a causa degli spostamenti e delle probabili attese (quando è possibile è sempre preferibile fissare prima un appuntamento).

Sull’affidabilità del preventivo non c’è differenza, poiché i sistemi e i programmi usati sfruttano le stesse voci. Nel caso di una richiesta di preventivo direttamente in agenzia (o con consulente) è consigliato portare con sé le ultime buste paga o il cedolino della pensione.
Come ridurre i tempi?
Per richiedere ed ottenere una cessione del quinto ci sono solitamente tre tappe:

  1. la richiesta del preventivo e successiva eventuale richiesta della cessione del quinto;
  2. la presentazione dei documenti necessari (dove può essere necessario richiedere alcune certificazioni specifiche);
  3. la fase di valutazione della documentazione con successiva delibera della banca.

Come detto i tempi per la richiesta di preventivo e successiva domanda del finanziamento necessitano di pochi minuti o al massimo qualche ora. Se si vogliono ridurre i tempi delle fasi successive è consigliato richiedere in anticipo i documenti che saranno necessari per far avanzare la richiesta di finanziamento. Questi possono essere richiesti ad esempio per email se si fa un preventivo online oppure al call center quando si chiama per l’appuntamento.

In generale tra i documenti che possono essere richiesti e che possono prolungare i tempi, abbiamo:

  • certificato medico di sana e robusta costituzione (per la parte assicurativa);
  • attestato di servizio (per i dipendenti del settore pubblico);
  • certificazione della quota cedibile (per i pensionati).

Infine ci sono i tempi legati alla valutazione dei documenti da parte della banca o della finanziaria sui quali non possiamo fare nulla per cercare di velocizzare i tempi, se non presentare tutti i documenti nel modo giusto e tutti insieme fin da subito, per evitare che la pratica venga messa dietro ad altre pratiche più “complete”. Per questo è consigliabile creare buoni rapporti con il personale dell’amministrazione (ufficio paga, ecc).

Quali alternative per bisogno di liquidità urgente?

L’idea di richiedere una cessione del quinto in sole 24 ore evidenzia il bisogno di liquidità in modo urgente. Cosa fare?

Per essere pronti davanti a degli imprevisti imminenti, le alternative sono davvero poche e tutte partono dalla prevenzione. Tra queste possiamo pensare a:

  • fido o scoperto bancario: si tratta di una forma di apertura di credito che una volta concesso permette di ottenere delle somme immediate. Il principale vantaggio è rappresentato dall’assenza di un piano di rimborso con rate fisse da versare ma l’impatto degli interessi passivi nel tempo solitamente tende ad essere elevato;
  • prevalutazione: si tratta di un credito accordato per una certa somma che fa partire il piano di rimborso nel momento in cui si comincerà ad usarlo. Le somme accordate non saranno elevatissime ed i tempi necessari alla pre-valutazione sono in genere gli stessi previsti per un normale prestito personale.

In entrambi i casi bisogna quindi organizzarsi in anticipo senza attendere che l’urgenza arrivi.

Approfondimento: Ho bisogno di soldi in trempi brevi.

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Prestiti per estinguere altri prestiti – Come fare?

Prestiti per estinguere altri prestiti – Cessione o consolidamento?

Esistono prestiti per estinguere altri prestiti creati appositamente e finanziamenti che permettono di realizzare lo stesso obiettivo pur non essendo specifici. Quali sono le differenze tra le varie tipologie? Quali i vantaggi e gli svantaggi?

Diamo una risposta a questi quesiti ed analizziamo le varie alternative che il mercato ci propone.

Il prestito di consolidamento

La risposta dedicata a chi è in cerca di prestiti per estinguere altri prestiti è rappresentata dal consolidamento debiti o prestiti. Si tratta sempre di un prestito personale ma ha la finalità di andare ad accorpare le rate dei finanziamenti già in corso. Attraverso la sua richiesta è generalmente possibile ottenere:

  • la riorganizzazione delle scadenze delle rate da rimborsare;
  • la riduzione del “peso debitorio” (abbassando la rata e rendendola più sostenibile);
  • la riduzione del tasso (opzionale e realizzabile solo in funzione delle variazioni del mercato dei tassi).

Come funziona il consolidamento?

Quando si richiede il prestito di consolidamento si dà mandato alla banca scelta di estinguere anticipatamente i finanziamenti in corso, così da sostituirli con il ‘nuovo’ finanziamento. Quindi a differenza di un normale prestito personale necessita anche dei conteggi di estinzione di tutti i prestiti che si vogliono consolidare, che dovranno comprendere sia il capitale residuo da rimborsare che il calcolo delle penali di estinzione.

Vediamone ora il funzionamento facendo un esempio pratico per capirlo meglio:

  • supponiamo di avere 5 rate di 5 finanziamenti diversi (per semplicità li indicheremo come F1, F2, F3 e F4, F5);
  • decidiamo di rimborsare anticipatamente e consolidare solo quattro di questi finanziamenti ( F1, F2, F3 e F4);
  • quindi per prima cosa chiediamo i conteggi di estinzione di questi 4 finanziamenti.

Sempre solo come esempio supponiamo che la situazione risulterà la seguente:

  • F1: 1100 euro totali (1000 euro di capitale più 100 euro di penale);
  • F2: 8800 euro (8000 di capitale più 800 di penale);
  • F3: 4300 euro (4300 euro di capitale nessuna penale di estinzione);
  • F4: 2750 euro (2500 di capitale più 250 di penale di estinzione anticipata).

Quindi come somma di prestito di consolidamento (senza nuova liquidità) dovremo chiedere alla stessa banca: 16950 euro a cui si dovranno aggiungere i costi di istruttoria e gestione della pratica se previsti. La banca (che sia Findomestic, Agos, Intesa Sanpaolo, ecc) estinguerà direttamente ciascun finanziamento in base ai conteggi forniti al momento della richiesta.

E’ evidente che con questo tipo di prestito il richiedente deve pensare solamente a richiedere i conteggi di estinzione e presentare tutti i documenti necessari. Una volta concesso il prestito si limiterà a rimborsare la rata frutto del consolidamento con l’aggiunta delle rate che abbiamo scelto di non accorpare.

La cessione del quinto

Il finanziamento “contro cessione del quinto” può essere usato come un’alternativa per estinguere gli altri prestiti. Pur non essendo dedicato a questo scopo, nella sua sua richiesta non si tiene conto della coesistenza degli altri finanziamenti. Proprio per questo non si rischia di vedere la domanda bloccata da un’eccessiva esposizione debitoria a meno che non ci siano altre forme di trattenute già effettuate sulla busta paga o sulla pensione.

Si tratta di una soluzione percorribile se si ha il desiderio di consolidare o estinguere i prestiti già esistenti, ma ha il limite di non poter essere richiesta da tutti coloro che hanno un reddito dimostrabile. Ovviamente, non essendo un prodotto dedicato, la banca che concede la cessione versa o addebita la somma riconosciuta al richiedente. Questo poi dovrà provvedere all’estinzione dei prestiti che vuole consolidare.

Differenze e limiti

Il prestito di consolidamento può essere richiesto da tutti, compresi i lavoratori autonomi, che hanno un reddito dimostrabile. Sono però esclusi solitamente coloro che non hanno una buona reputazione creditizia (come i protestati). La cessione del quinto ha il limite del rapporto rata reddito pari massimo ad un quinto, e può essere richiesta solo dai lavoratori dipendenti (pubblici e privati) e dai pensionati, anche se cattivi pagatori (e protestati).

Quindi non ci sono dei reali punti in comune che rendano questi due tipi di prestito assimilabili e direttamente confrontabili. Ognuno deve valutare quale delle due soluzioni convenga maggiormente, considerate anche le limitazioni oggettive che le banche o le finanziarie possono imporre.
Esempi di consolidamento

Facciamo ora alcuni esempi proposti dal mercato all’8 novembre del 2017. Ci riferiamo alle banche ed alle finanziarie che presentano normalmente un prestito di consolidamento debiti all’interno della propria offerta.

Consolidamento Findomestic

Findomestic permette, tra le varie finalità legate ai propri prestiti personali, anche la richiesta di “consolidamento”. Online è possibile effettuare il preventivo e avviare la richiesta grazie alla firma digitale.

A livello di condizioni la banca del gruppo Bnp Paribas permette di richiedere fino a 60 mila euro mentre i tassi sono proporzionali all’importo richiesto ed alla lunghezza del piano di ammortamento (Fonte sito ufficiale Findomestic – data: 08/11/2017).

Fiditalia

La finanziaria del gruppo Sociètè Gènèrale prevede Unika, un prodotto creato appositamente come consolidamento prestiti sia per finanziamenti con la stessa Fiditalia che con altri Istituti di credito. Possono essere richiesti da 3 a 30 mila euro mentre la durata può variare dai 24 agli 84 mesi. (Fonte sito ufficiale Fiditalia – data: 08/11/2017).

Monorata di Intesa Sanpaolo

Banca Intesa mantiene da anni Monorata nei propri finanziamenti. Questo finanziamento permette di arrivare fino a 75 mila euro da restituire anche in 120 rate. (Fonte sito ufficiale Intesa Sanpaolo – data: 08/11/2017)

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Quota cedibile – Come richiedere la certificazione?

Quota cedibile: cos’è e come calcolarla

I contributi che i lavoratori versano durante la vita lavorativa servono per creare una pensione che dovrebbe garantire un’esistenza dignitosa con condizioni di vita accettabili. Questa regola vale per le pensioni pagate da ogni ente previdenziale, sia che si tratti dell’Inps (ed ex Inpdap) che di altre pubbliche amministrazioni private e non come ad esempio Enasarco.

Premesso questo, la pensione rappresenta un tipo di emolumento che permette al pensionato anche di accedere ai finanziamenti, seppur con qualche limitazione. Tra queste troviamo quella della quota cedibile che è collegata alla cessione del quinto della pensione.

Che cosa rappresenta?

Come si capisce dal nome, la quota cedibile rappresenta l’importo massimo della pensione che può essere presa in considerazione per il calcolo della rata di una cessione del quinto. In base a questo e considerando l’età del pensionato richiedente si arriverà a determinare la somma massima che complessivamente potrà essere ottenuta.

Come viene calcolata?

La quota cedibile viene calcolata partendo dall’importo della pensione lorda. Da questo importo si devono detrarre le ritenute d’imposta dovute per legge arrivando all’importo della pensione netta (la somma che effettivamente viene percepita dal pensionato). Da questa si sottrae la pensione minima calcolata per quell’anno (ad esempio 502,39 per l’anno 2015 come da Fonte ufficiale Inps). In questo modo arriviamo all’importo sul quale sarà possibile poi andare a calcolare la rata che effettivamente sarà trattenuta a monte dall’ente previdenziale. Degli esempi possono aiutarci a capire come avviene il calcolo:

Esempio 1

Facciamo l’esempio un pensionato che ha una pensione di 600 euro lordi. Ora supponiamo che la pensione minima sia di 500 euro e che le imposte pagate siano pari a 50 euro. La quota cedibile sarà pari a 600-50-500= 50 euro.

Esempio 2

Ora pensiamo a un pensionato con una pensione lorda di 1500 euro. Supponiamo che le imposte siano di circa 400 euro. In questo caso la pensione netta sarà pari a: 1500-400= 1100 euro. Dato l’importo elevato non è necessario sottrarre la pensione minima per salvaguardare il reddito del pensionato. Il calcolo della rata (che in questo caso corrisponde alla quota cedibile) sarà di 1100 euro x 20%= 220 euro.

N.B. il sistema di calcolo è semplice ma si deve tener presente una cosa: le banche e le finanziarie potrebbero non concedere cessioni del quinto con una rata massima molto bassa. Quindi se si ha una pensione molto vicina a quella sociale è sempre meglio informarsi con i vari istituti di credito.

Approfondimento: Prestiti per pensionati.

Si può fare un calcolo on line?

Online ci sono dei tool che permettono di fare delle simulazioni. Ne esiste anche uno sul sito dell’Inps, che non offre un calcolo preciso ma indicativo. Non c’è il bisogno di loggarsi (quindi può essere usato anche da chi non ha le credenziali per accedere ai servizi Inps). Come dati da inserire ci sono solamente l’importo della pensione percepita ed il proprio codice fiscale. Trattandosi di un dato indicativo ci potrebbero essere differenze sul calcolo effettivo.

Come si può richiedere?

La certificazione della quota cedibile deve essere presentata obbligatoriamente alla finanziaria o alla banca con la quale si vuole domandare la cessione del quinto della pensione. La richiesta di questo documento va fatta personalmente al proprio ente previdenziale (non sono ammesse deleghe). E’ necessario andare con un proprio documento di riconoscimento e la tessera sanitaria alla sede Inps territorialmente competente, compilando l’apposito modulo (che può essere anche scaricato on line sul sito Inps sezione “Modulistica”).

Scegliendo società finanziarie che hanno convenzioni Inps l’iter diventa più semplice perché sfruttando dei canali telematici specifici, sarà la banca (o finanziaria) stessa a richiedere la certificazione. E’ chiaro che essendo una facilitazione dovuta alla convenzione con l’Inps non è possibile avere questa agevolazione con qualsiasi ente previdenziale.

Se si è pensionati Enasarco infatti bisogna richiedere la quota cedibile personalmente e direttamente all’ Ente nazionale di assistenza per gli agenti e i rappresentanti di commercio sfruttando gli appositi canali. Questi sono:

  • raccomandata con Ricevuta di ritorno da inviare all’indirizzo di posta: Fondazione Enasarco – Servizio Prestazioni – Via Antoniotto Usodimare nr. 31 – 00154 Roma;
  • [email protected] nel caso di Pec.

Anche in questo caso possono esserci delle convenzioni in corso. Per conoscerle è possibile visitare il sito dell’ente. Al 7/11/2017 come da fonte ufficiale Enasarco.it sono:

  • Cap. Ital. Fin. S.p.A. (numero verde gratuito 800.22.55.66);
  • Dynamica Retail (telefono 06.9652051);
  • Ital Credi S.p.A. (numero verde gratuito 800.78.03.30);
  • Conafi Prestitò S.p.A. (numero verde gratuito 840.700.313);
  • Races Finanziaria S.p.A. (numero verde gratuito 800.06.33.22);
  • Credem (numero verde gratuito 800.2733.36);
  • M3 Prestitichiari S.p.A. (telefono 0965.811360 oppure 06.4940555);
  • Fides S.p.A. (numero verde gratuito 800.729.988).

Quanto tempo ci vuole?

Non ci sono tempi fissi. Il rilascio può avvenire su richiesta, con qualche minuto di attesa, ma in altri casi possono servire anche alcuni giorni. Per non creare disagio ai richiedenti viene offerta la possibilità di invio tramite posta al domicilio indicato nel modulo di richiesta della certificazione di quota cedibile.

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Credipass – Convengono prestiti e mutui?

Credipass: quali mutui e prestiti propone?

Dal 2008 in poi il numero di società specializzate nei finanziamenti è cresciuto in maniera esponenziale. Tra le società nate in quegli anni, ed in particolare nel 2009, troviamo anche la Credipass srl, una società specializzata nella mediazione creditizia, che offre non solo soluzioni per il credito al consumo ma anche mutui d’acquisto, surroga e ristrutturazione.

Ha sedi in quasi tutte le Regioni italiane con una distribuzione abbastanza capillare a partire delle grandi città come Milano e Roma fino alle principali province italiane. La sede legale è a Bergamo (Via Martiri di Cefalonia, nr. 5 cap 24121) mentre quella amministrativa è a Castelfranco Veneto (provincia Treviso) in Via circonvallazione Est, nr. 32. Gli uffici di riferimento dislocati sul territorio nazionale sono invece circa 80 con un totale di 500 agenti impiegati.

Che cosa offre?

Credipass prevede una linea di prodotti destinati ai privati ed una dedicata alle imprese. Bisogna però sempre tenere concentrata l’attenzione sul fatto che si tratta di un mediatore. Quindi tutti i prodotti che riesce a collocare appartengono a banche e finanziarie con le quali ha raggiunto accordi e specifiche convenzioni.

Prodotti per i privati

Per coloro che sono alla ricerca di un finanziamento per la casa o per esigenze personali, per la realizzazione dei progetti in corso o per un bisogno di liquidità indipendentemente dalla varie motivazioni, i prodotti proposti possono appartenere alle seguenti tipologie:

  • mutui per acquisto della prima oppure della seconda casa
  • mutui di ristrutturazione
  • Mutui per la Sostituzione o per la finalità di Surroga
  • prestiti di consolidamento debiti (per estinguere i prestiti già in corso)
  • prestiti Personali
  • finanziamenti per la Cessione del Quinto dello Stipendio o della Pensione

Prodotti per aziende e imprese

Per le aziende i contratti che Credipass può mediare sono legati soprattutto alle attività
inerenti allo svolgimento dell’attività produttiva. In particolare permette di richiedere:

  • factoring e leasing
  • finanziamenti destinati in modo specifico alle PMI
  • prodotti legati alla “finanza agevolata” (relativa a bandi regionali oppure provinciali, ecc);
  • fidejussioni finanziarie;
  • fidejussioni bancarie e assicurative;
  • finanziamenti di medio e lungo termine (da ipotecari a chirografari);
  • garanzie Cofidi.

A questi si aggiungono le attività di consulenza per la finanza strutturata (come l’emissione di Mini Bond, il crowdfunding, finanziamenti Fintech e quotazioni dell’AIM).

(Data rilevazione: 28/09/2017 – Fonte: Sito Credipass)

L’offerta dei mutui

La gamma di mutui offerti possono avere delle limitazioni di scelta trattandosi, in alcuni casi, di prodotti strettamente legati al tipo di istituto con il quale si ha in corso l’accordo. La compresenza di varie ‘convenzioni’ permette però di coprire tutte queste tipologie di possibili mutui:

  • Mutuo Acquisto Casa: un classico mutuo per l’acquisto di una prima o seconda casa per il quale c’è anche la possibilità, al raggiungimento di determinati requisiti, di ottenere fino al 100% del valore dell’immobile.
  • Mutuo Costruzione Casa: si tratta di un mutuo che può essere richiesto sia per costruire da zero un immobile che per ampliarlo, purché si tratti di destinazione d’uso di tipo abitativo;
  • Mutuo Ristrutturazione Casa: dedicato a chi ha la necessità di finanziare la ristrutturazione di immobili che hanno carattere residenziale e abitativo.
  • Mutuo Sostituzione e Consolidamento Debiti: classico finanziamento per consolidare le rate di vari finanziamenti già in corso con un solo prestito e una sola rata. E’ prevista la possibilità di ottenere liquidità aggiuntiva;
  • Mutuo Liquidità: per chi ha bisogno di ottenere liquidità mettendo un immobile di proprietà come garanzia. La somma massima dipende dal valore dell’immobile periziato e può arrivare fino al 50% di questo;
  • Mutuo Surroga: prodotto per la surroga di un mutuo già in essere;
  • Mutuo Acquisto Immobili Commerciali: dedicato a chi vuole un mutuo ma non per acquistare una casa ma un ufficio oppure uno studio, un negozio, ecc.

(Data rilevazione: 28/09/2017 – Fonte: Sito Credipass)

L’offerta dei prestiti

La gamma dei prestiti personali, anche se veicolata tramite banche differenti, si concentra su alcuni condizioni comuni, che possono essere riassunte in:

  • Finanziamenti fino a 30.000 euro;
  • Flessibilità in relazione al cambio diurata e importo della rata;
  • Durata da 12 a 120 mesi;
  • Possibilità di stipulare polizze assicurative;
  • Erogazione del prestito anche in 48 ore.

(Data rilevazione: 28/09/2017 – Fonte: Sito Credipass)

I dati sono generici proprio perché si punta alla consulenza e ciò è possibile solo con il passaggio tramite il contatto con il Family Broker, il cui ruolo consiste anche nell’indirizzare all’individuazione del prodotto più adatto alla specifica necessità e con le caratteristiche più adatte (data ad esempio la flessibilità, la durata, il tipo di impiego, ecc).

Un discorso a parte va fatto per la cessione del quinto e il prestito con delega. Ci sono varie convenzioni in corso comprese Inps ed ex Inpdap. In particolare è presente una convenzione dedicata ai dipendenti dell’Arma dei Carabinieri.

Contatti

Per contattare le varie sedi, privilegiando quelle più vicine alla propria ubicazione, il passaggio più semplice è quello di utilizzare il numero verde Credipass. Si tratta di un unico numero senza costi e cioè: 800 944 244 (va chiamato anche per avere informazioni specifiche come ad esempio la convenzione con l’Arma dei Carabinieri).

Il numero risponde con un operatore negli orari che vanno dalle ore 9 alle ore 18 tutti i giorni dal lunedì al venerdì compresi. Se si ha bisogno di un contatto extra orario si può usare l’indirizzo e-mail [email protected].

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Prestiti 12 mesi – Come confrontare i migliori finanziamenti?

Prestiti rimborsabili in 12 mesi: sono sempre la scelta giusta?

Il web ha cambiato il modo di avvicinarsi al mondo bancario, in particolare per il comparto degli investimenti (con il trading online) e per quello dei finanziamenti. In quest’ultimo settore oltre ad agire sui tassi, ottenendone un alleggerimento delle condizioni economiche (specialmente per l’eliminazione dei costi accessori e in alcuni casi anche per il contenimento dei tassi di interesse applicati), ha soprattutto rivoluzionato le modalità ed i tempi di erogazione oltre che il numero di rate minime.

Quindi se fino a qualche anno fa i prestiti di breve durata andavano da un minimo di 12 mesi ad un massimo di 18 mensilità, oggi la soglia dei 12 mesi è diventata quasi quella massima con una durata minima che parte da soli 3 mesi.

Rata e durata: qual è il rapporto migliore per te?

In un finanziamento solitamente minore è la durata e minore è l’impatto degli interessi passivi. Di contro l’importo della rata logicamente aumenta e può essere difficile da sostenere anche se si tratta di un periodo di tempo piuttosto contenuto. Per questa ragione quando sceglie 12 mesi come piano di ammortamento per un prestito si deve essere consapevoli che la rata per importi medi sarà molto elevata.

Non a caso i prestiti rimborsabili in 12 mesi sono generalmente considerati all’interno della categoria dei mini o dei piccoli prestiti per quanto riguarda i finanziamenti “personali”. Per quelli finalizzati si tratta infatti di una durata “lunga” nel caso di prodotti tecnologici ed elettrodomestici mentre è insufficiente nel caso dell’acquisto di un’auto o di una moto.

Per valutare il rapporto migliore tra questa durata e l’importo della rata da restituire è utile usare uno strumento di simulazione. In questo ambito si hanno due possibilità:

  • usare un tool di calcolo messo a disposizione da chi propone il prestito (ad esempio Findomestic, Agos, ecc);
  • usare un tool indipendente.

Nel primo caso si ha il vantaggio di poter trasformare la simulazione in un vero e proprio preventivo di prestito, da salvare ed eventualmente inoltrare per poi far partire la richiesta di finanziamento in modo ufficiale. Di contro si è limitati dal fatto che le condizioni sono legate al tasso proposto solo da quella finanziaria o banca. Quindi viene meno l’aspetto generico della valutazione ma rimane quello strettamente pratico.

Nel secondo caso è invece possibile fare una simulazione generica oltre che varie prove con tassi “tipo” senza essere vincolati ad un tasso specifico proposto da una banca o da una finanziaria. Questi strumenti ‘super partes’ permettono di sopperire anche alla mancanza di tool di calcolo da parte di banche o finanziarie che non offrono il servizio online. Il tool è quasi sempre attendibile ma ci si deve ricordare di inserire il Taeg esatto applicato e non il Tan. Infine ci si deve ricordare che una simulazione non ha il carattere e non offre le tutele insite in un vero e proprio preventivo.

Come scegliere?

Nel piccolo prestito la durata di rimborso annuale condiziona la somma massima che può essere ottenuta, dal momento che sarà pari allo stipendio netto mensile, condizionando anche le possibilità di rinnovo.

Al di fuori di questa categoria particolare ci sono comunque altri limiti, come nel caso della cessione del quinto e della larga maggioranza dei prestiti di consolidamento debiti: in entrambi i casi la durata minima parte dalle 24 mensilità. Quindi se si vuole avere una certa libertà di scelta puntando a una durata solo annuale di restituzione del finanziamento ci si deve orientare su quelli che sono in generale considerati dei prestiti veloci, dedicati a chi ha bisogno di liquidità per tempi ridotti e di importo contenuto (anche se ovviamente non mancano delle eccezioni, dove si possono raggiungere anche somme pari a 10 mila euro o qualcosa di più).

Per questa ragione un tool generico è utile per farsi un’idea su ciò che in media potrebbe offrire il mercato ma non garantisce un contributo conoscitivo completo ed affidabile. Ad esempio, prendiamo come riferimento due istituti che hanno moltissime convenzioni nei principali negozi ed allo stesso tempo offrono prestiti online come Findomestic e Agos.

Per una somma modesta come 1000 euro i due istituti di credito hanno infatti una politica molto diversa: Agos permette di rimborsare i 1000 euro già a partire dai 6 mesi. Invece Findomestic per i prestiti personali non considera affatto i 12 mesi e parte da non meno di 18 mesi (come si riscontra dal sito ufficiale facendo un preventivo di 1000 euro in data 28/08/2017).

Anche per questo una scelta a monte fatta sulla carta non è possibile e rischia di essere fuorviante. In quest’ottica i comparatori offrono la possibilità di fare una valutazione generale ma è sempre necessario scendere nel merito e fare in seguito un preventivo per più proposte che sembrerebbero le più convenienti ad un primo confronto.

Chi li offre?

Al di fuori dei prestiti “finalizzati” bisogna cercare tra i prestiti personali preferibilmente classificati in: mini, giovani, smart, ecc. Non tutte le banche li prevedono e l’offerta può risultare piuttosto variegata. Ad esempio troviamo:

  • Agos: da 6 a 120 mesi;
  • Webank: nel prestito small da 6 a 60 rate;
  • Unicredit: si parte da 12 mesi per lo smart Voucher e il prestito Mini (prima anche per quello giovani). Per la versione Easy che parte da soli 6 mesi per arrivare fino a 36 mesi (legato agli importi richiesti).

Ovviamente questi sono solo alcuni esempi, che non possono sostituire una ricerca e valutazione che va fatta sempre in modo molto personale, tenendo conto delle caratteristiche che deve avere il finanziamento richiesto. Non tutti i prestiti infatti offrono le stesse caratteristiche anche dal punto di vista della flessibilità grazie alla presenza di opzioni di gestione.

Conclusioni e opinioni sulla convenienza

Da quanto detto è evidente come i prestiti in 12 mesi sono utili solo per importi contenuti e necessità urgenti. In generale rischiano di rendere il rapporto rata/durata poco performante soprattutto considerato il fatto che minore è la durata e maggiore è l’impatto dei tassi applicati (come nel caso del Taeg che a causa dei costi accessori come quelli di gestione e di istruttoria rischiano di non essere “assorbiti”).

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Prestiti 120 mesi – Come scegliere l’alternativa migliore?

Prestiti 120 mesi – Come valutare un finanziamento conveniente?

Una lunga durata per i finanziamenti può rappresentare allo stesso tempo sia un vantaggio che uno svantaggio. Se da una parte poter rimborsare dei prestiti in 120 mesi risulta più semplice per la sostenibilità della rata, dall’altra ci costringerà a pagare un ammontare di interessi molto più elevato rispetto a pari importi e durate inferiori.

Inoltre siamo chiamati a scegliere soprattutto delle tipologie di finanziamenti specifici come ad esempio quelli di consolidamento oppure le cessioni del quinto. Mentre per la richiesta di un prestito personale che non rientri in queste due categorie il numero delle banche che offre un piano di ammortamento decennale è piuttosto ridotto.

Finanziamenti in 10 anni: quando lo si ottiene con certezza?

Come già detto poc’anzi esistono solo due tipologie di prestiti da 120 mesi, ovvero con una durata di rimborso decennale “certa”. Si tratta di due finanziamenti che sono stati disciplinati in modo più o meno accurato dallo stesso legislatore, e cioè il prestito di consolidamento che è nato per aiutare chi ha già dei finanziamenti in corso e vuole riorganizzarli accorpando le varie rate in una sola e la cessione del quinto per il quale sono state decise due possibili “durate” da 60 o 120 mesi.

Ovviamente per entrambe le tipologie si tratta di durate “massime” perché la determinazione del piano di ammortamento non può prescindere dall’età anagrafica del richiedente. Per comprendere meglio questo concetto facciamo un esempio:

  • il richiedente ha 45 anni: può richiedere un prestito con durata pari a 120 rate;
  • il richiedente ha 70 anni: se la banca a cui si rivolge prevede un’età massima che sia pari o superiore ad almeno 80 anni allora potrà ottenere un piano di ammortamento decennale; se invece l’età massima è di 75 anni allora al massimo potrà aspirare a un rimborso in 60 rate.

Sotto questo punto di vista è molto importante in fase di scelta, specialmente se si stanno cercando dei prestiti da 120 mesi, orientarsi su quelle finanziarie o banche che applicano durate più lunghe. Ad esempio con Agos non si hanno limitazioni particolari per arrivare a dieci anni di rimborso (non essendo collegati all’importo richiesto), ma l’età anagrafica massima è di 75 anni.

Con Findomestic, grazie alla politica della Bnl che appartiene allo stesso gruppo, si arriva invece fino a 90 anni di età anagrafica, ma la durata viene collegata anche all’importo richiesto: per importi bassi le durate sono brevi, mentre solo per importi elevati prossimi ai 60 mila euro si può aspirare a una durata di 120 mesi (sempre nell’ambito del prestito personale).

Convenienza e durata

Va da sé che per mitigare l’impatto degli interessi passivi che inevitabilmente peseranno maggiormente per durate più lunghe bisogna scegliere finanziamenti con tassi più contenuti o preferibilmente che si riducono come Tan con l’aumentare della durata. Per comprendere maggiormente questo aspetto è sufficiente chiedere due o tre preventivi con una durata ad esempio di 120 mesi, 60 mesi e 84 mesi. In questo modo il confronto sia come monte interessi che come tassi effettivamente applicati diventa molto agevole.

Bisogna fare particolare attenzione ai prodotti a tasso fisso (sempre inteso come Tan). Infatti con l’aumentare della durata l’effetto sul Taeg si fa comunque particolarmente pesante, anche se dal punto di vista psicologico ci si sente rassicurati proprio dalla dicitura del “tan fisso”. E’ da sottolineare infine come siano veramente pochi i casi in cui si applicano tassi variabili e generalmente si tratta di prestiti con durata oltre i 120 mesi.

Esempi
Per fare una specie di classificazione delle politiche di credito “tipo” vediamo alcuni esempi di condizioni, ricordando che i tassi ovviamente nel corso del tempo cambiano e che quindi si tratta solo di modelli da usare per poter scegliere in modo più consapevole:

  • Carrefour banca: la somma massima che si può ottenere è di 30 mila euro ed il piano di ammortamento va da 24 a 120 mesi. Le spese di istruttoria applicate sono variabili e i tempi di erogazione stimati sono di 20 giorni. Il rimborso deve finire entro i 75 anni di età;
  • Webank ha un tasso fisso per tutta la durata che viene scelta. Per poter arrivare fino a 120 mesi di rimborso bisogna scegliere la tipologia Large che parte da oltre 10 mila euro di importo per arrivare fino ad un massimo di 30 mila euro. Non sono previste spese di istruttoria. Inoltre se si accredita lo stipendio sul conto corrente si ottiene uno sconto sul tasso finito di 0,8%. Tuttavia il finanziamento deve essere estinto al massimo entro i 70 anni;
  • Agos permette di ottenere fino ad un massimo di 30 mila euro, con il tasso che si riduce leggermente con il protrarsi della durata. Ciò che rende il prestito della finanziaria del Credit Agricole molto popolare è il fatto che anche per importi modesti è prevista la possibilità di ottenere la durata decennale. Funzionale la presenza di opzioni che rendono la gestione del finanziamento più flessibile;
  • Con Unicredit si possono avere degli effetti “simili” in termini di flessibilità con la versione del CreditExpress Top che permette di ottenere fino a 75 mila euro rimborsabili fino a 10 anni. L’età massima alla scadenza dovrà essere di 85 anni;
  • Deutsche Bank: la banca tedesca propone anche questa durata all’interno della propria linea denominata Easy e precisamente nel caso della versione db Easy Ristruttura. L’importo massimo proposto è pari a 30 mila euro.

Conclusioni

La scelta di richiedere prestiti da rimborsare in 120 mesi dovrebbe riguardare solo importi piuttosto elevati. Il criterio da usare è comunque quello della sostenibilità della rata: quando si fa una simulazione o si richiede un preventivo bisogna optare per il rapporto importo rata/durata che si ferma leggermente prima della soglia di sostenibilità senza sforzi dell’importo da rimborsare. Nel caso in cui si dovesse scegliere un prestito di consolidamento invece l’importo dovrebbe essere inferiore alla somma delle rate già in corso. In tal caso la possibilità di spingersi fino a 120 rate va calcolato con attenzione tenendo conto dei finanziamenti che abbiamo già rimborsato per almeno la loro metà.

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Rinegoziare prestito – Ecco perché non sempre conviene

Rinegoziare un prestito: occasione o complicazione?

I finanziamenti comprendono molte tipologie di prodotti anche se nell’ordinamento italiano in alcuni casi ci sono dei veri e propri buchi normativi su alcune categorie di essi. Un problema che avvertiamo soprattutto in determinati ambiti come quando siamo chiamati a rinegoziare un prestito oppure un mutuo. Questo accade perché il legislatore ha disciplinato la rinegoziazione dei mutui, stabilendone le modalità, ma allo stesso tempo ha mantenuto elevata la discrezionalità nel merito da parte della banca soprattutto per alcune forme di prestiti personali.

Anzi, andando ancora più in profondità vediamo che solo alle cessioni è data una disciplina specifica con tanto di limiti e modalità di accedervi. Quindi dobbiamo per prima cosa fare la distinzione tra un prestito personale generale e una cessione del quinto, e vedere come fare per raggiungere l’obiettivo della rinegoziazione.

Limiti per la rinegoziazione della cessione del quinto

Indipendentemente dall’Istituto di credito erogante (ed anche nel caso dei prestiti pluriennali Inpdap) è possibile procedere a rinegoziare il prestito contro cessione del quinto solo se si passa tramite il rinnovo. Questo a sua volta è possibile solo se ricorrono queste condizioni:

  • è stata fatta una cessione del quinto di massima durata di 60 mesi, indipendentemente dal numero delle rate che è stato rimborsato, si può richiedere un rinnovo e quindi una rinegoziazione solo se si opta per una cessione di durata di 10 anni;
  • è stata stipulata una cessione di durata superiore ai 60 mesi, per cui si ha la possibilità di rinnovo e quindi di rinegoziazione solamente se è stato rimborsato almeno il 40% delle rate in corso.

Non sono previste altre possibilità di deroga a queste condizioni, anche se nel rinnovo si può richiedere maggiore liquidità.

Limitazioni alla rinegoziazione del prestito personale

Ribadiamo ancora: non è prevista la possibilità di rinegoziazione di un prestito personale. Non solo, se le banche non trovano l’operazione conveniente, non essendo obbligate dalla legge a prendere in considerazione una richiesta di rinegoziazione, possono rifiutarsi di intavolare qualsiasi trattativa. Inoltre, anche qualora venisse presa in considerazione la possibilità di rinegoziare le condizioni originarie, rimane il problema della gestione del contratto originario. In tal caso, infatti, non sarà sufficiente che vengano riportate delle modifiche contrattuali, come ad esempio un cambio di tasso o un allungamento della durata per rendere la rata più facile da rimborsare.

Per questo genere di modifiche è richiesta la stipula di un nuovo contratto, il che non avviene mai a costo zero, dal momento che sono previste sia le penali di estinzione che possibili costi dello stesso conteggio di estinzione. In più il nuovo contratto di finanziamento normalmente ricalcolerà anche le spese di istruttoria della nuova pratica.

Quindi si hanno due possibilità per poter procedere a un’operazione con cui rinegoziare un prestito personale, cercando di sfruttarne anche l’aspetto della convenienza economica, indipendentemente che sia stato concesso da una finanziaria (ad esempio Agos Ducato oppure Directafin), oppure una banca grande come Bnl o Unicredit:

Limiti e potenzialità del consolidamento debiti o prestiti

L’operazione di consolidamento ha un requisito essenziale irrinunciabile e inderogabile: si devono avere almeno due prestiti da far confluire nello stesso finanziamento. In questo modo si estinguono i prestiti precedenti e si hanno delle condizioni del tutto nuove per essi, come tassi e come durata. L’obiettivo è quello di ottenere un risparmio e una maggiore sostenibilità della rata, quindi anche se non si parliamo di una vera rinegoziazione si tratta di un buon sistema per ottenere degli obiettivi analoghi.

Come superare il limite sui prestiti personali

Se si ha un prestito personale ma non si tratta di una cessione del quinto non si hanno quindi degli strumenti a disposizione per spingere una banca a prendere in reale considerazione la nostra volontà di rinegoziare il finanziamento.

Ma cosa fare nel caso di un prestito, stipulato magari solo un anno prima, per il quale con una rinegoziazione otterremmo un bel risparmio, che però rappresenterebbe anche una discreta rinuncia per la banca? L’unica ipotesi percorribile è quella di chiedere un aumento di liquidità, anche di modesta entità. Che cosa significa?

Vediamo un esempio pratico. Ad esempio abbiamo chiesto un prestito personale di 10 mila euro per acquistare un’auto usata al tasso del 10%. Dopo un anno la stessa banca offre un tasso del 7% per la stessa somma. L’unica possibilità che abbiamo di far abbassare il tasso sul prestito in corso è quello di chiedere alla banca un’ulteriore liquidità supponiamo di altri 2 mila euro. La situazione a riguardo potrebbe essere la seguente:

  • sul finanziamento iniziale avremmo una rata di circa 212 euro con una durata di 5 anni (con interessi alla scadenza pari a circa 2748 euro);
  • al termine dei primi 12 mesi avremmo rimborsato circa 1600 euro, con un capitale residuo di circa 8400 euro.

Chiedendo nuova liquidità di 2 mila euro, saremmo di nuovo intorno ai 10 mila euro circa, o meglio 10400, che al tasso del 7% porterebbe alla seguente situazione:

  • rata di 205 euro sempre su 5 anni di rimborso;
  • monte interessi alla scadenza di 1955 euro.

Se andiamo a sommare il totale degli interessi già pagati di 926 euro circa per il primo anno, e la penale dell’1% standard di 1000 euro, andremo perciò a pagare un totale interessi di 3880. Se invece avessimo scelto un prestito che non ha penale di estinzione allora l’esborso totale sarà di 2880 euro. Quindi un’operazione di questo tipo conviene solo se non ci sono penali di estinzione da pagare, altrimenti si vanno a ‘maturare’ molti più interessi, godendo di un aumento di liquidità limitato.

Conclusioni

Per ovviare a queste difficoltà alcune banche hanno reso i propri finanziamenti più flessibili, il che permette di rivedere ed allungare la durata del finanziamento stesso. Ma non si tratta di una forma di rinegoziazione, proprio perché le condizioni contrattuali non vengono toccate, ma si esercitano delle opzioni già previste. Infine è da sottolineare che non sempre rinegoziare conviene, così come dimostrato dall’esempio riportato poc’anzi. Bisogna sempre partire da calcoli e da confronti su dati reali, usando anche tool di calcolo indipendente.

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