Prestiti per pensionati Inps fino a 90 anni: quali alternative?

Prestiti per pensionati Inps fino a 90 anni: guida alla scelta

L’età anagrafica ha un certo peso nella richiesta dei finanziamenti ed il problema sorge soprattutto nel caso della ricerca di prestiti per pensionati fino a 90 anni. Prima di vedere se si tratta di una situazione possibile da trovare, cerchiamo di capire che cosa si intende per ‘prestiti pensionati fino a 90 anni’.

coppia di anziani che legge un preventivo

Indice

Come si calcola l’età massima?

Non sempre è chiaro se l’età massima indicata dai contratti di prestiti stia a indicare quella massima da raggiungere per fare la richiesta di finanziamento, oppure per la scadenza del piano di ammortamento. La situazione però va chiarita a monte e per farlo bisogna informarsi adeguatamente se si rientra in una delle due ipotesi di seguito.

Prestito per pensionati di 90 anni

In questo caso i 90 anni sono l’età massima che si deve avere al momento della scadenza del contratto di rimborso. Quindi se si hanno 85 anni compiuti, difficilmente si otterrà un piano di ammortamento di più di 48 mensilità. Tra l’altro bisogna chiedere in modo specifico se nel computo dei 90 anni si considerano quelli compiuti o non compiuti. Nel primo caso normalmente si riesce a guadagnare qualche mese in più, mentre nel secondo caso si perde generalmente un mese (quello che riguarda la data di compleanno, a meno che non cada proprio nei primissimi giorni del mese).

Prestiti per pensionati fino a 90 anni

Qui la situazione si fa più ambigua, perché potrebbe essere interpretata anche come linea entro la quale fare la richiesta di prestito, per cui almeno sulla carta si potrebbe ottenere un finanziamento che venga estinto oltre tale età. Tuttavia anche in questo caso generalmente si intende che a 90 anni il piano di ammortamento deve essere concluso, considerando come età i 90 anni compiuti (a meno che non venga indicato in modo diverso).

Quindi, diciamo che

‘90 anni’ rappresenta nella quasi totalità dei casi l’età massima che si deve avere alla scadenza del prestito.

Anche l’età massima per la richiesta del finanziamento non va trascurata perché se per alcune banche arriva anche a 83 anni o 85 anni, per altre si ferma a 75 o 76 anni (anche qui bisogna informarsi se si intende età compiuta o limite non compiuto perché la domanda sia accettata).

Quali e quante possibilità ci sono?

Quanto appena indicato è evidenziato in mera linea teorica perché al momento (gennaio 2021) ci sono difficoltà oggettive per trovare dei prestiti per pensionati Inps con un’età così elevata. La ragione sta nel fatto che maggiore è l’età del richiedente e maggiori sono i rischi di morte e per la banca o la finanziaria il doversi rifare sugli eredi è una situazione che può creare difficoltà, ad esempio quando il pensionato non aveva eredi o beni da ‘attaccare’.Non solo, in alcuni casi si potrebbe arrivare alla rinuncia all’eredità, che lascerebbe i debitori (quindi la banca o la finanziaria) ugualmente insoddisfatti.

Questo genere di ostacolo può essere superato con la stipula di coperture assicurative caso morte, ma anche qui potrebbero essere poche le assicurazioni che accettano età del richiedente così avanzate, oltre al fatto che con l’aumentare dell’età aumenta anche il rischio che ci siano delle patologie ‘ostative’ che impediscano appunto la conclusione del contratto di assicurazione stessa.

Queste situazioni spiegano le motivazioni per le quali

l’età massima accettata non tende mai a essere troppo elevata e quasi sempre ben al di sotto della soglia dei 90 anni.

La cessione del quinto

frazione un quinto

La situazione è un po’ meno complicata con la cessione del quinto della pensione che prevede la copertura assicurativa obbligatoria. Ma attenzione, con la cessione il limite della quota cedibile può ridurre l’importo richiedibile fino a renderlo insufficiente ai propri bisogni, e comunque rimane il problema di avere la copertura assicurativa in presenza di una serie di patologie particolarmente severe tipiche dell’età avanzata.

Quali sono le strade realmente percorribili?

Tra le poche eccezioni a riguardo troviamo il Prestito Pluriennale diretto per il quale sono contemplati i 90 anni come età massima del richiedente al momento della conclusione del piano di ammortamento.

Per il Prestito Pluriennale garantito si torna alle età massime previste dalle varie banche e finanziarie firmatarie delle apposite convenzioni (tra le altre cose negli anni la sola eccezione a una durata fino a 90 anni è stata rappresentata solo dalla BNL).

coppia di anziani felici con banconote

Da valutare quindi alcune soluzioni alternative che però non rientrano nell’ambito dei prestiti personali propriamente detti, come ad esempio il prestito su pegno e il prestito vitalizio ipotecario. Nel primo caso è proprio il bene dato in pegno a fare da garanzia mentre nel prestito vitalizio ipotecario, come dice il nome, si ha la garanzia di un ipoteca sull’immobile di proprietà del richiedente.

Per quest’ultimo un età di 90 anni rappresenta in realtà agli occhi dell’istituto di credito un aspetto positivo. Ricordiamo infatti che la restituzione del prestito avverrà da parte degli eredi solo dopo la morte del richiedente o, in caso di rifiuto, attraverso la vendita dell’immobile (sempre dopo il decesso del titolare del prestito).

Allo stesso modo l’avanzare dell’età permette al richiedente di ottenere cifre maggiori che a 90 anni si aggirano intorno al 50% del LTV dell’immobile.