Prestiti per insegnanti – I vantaggi della cessione del quinto
Se lavori come insegnante puoi ottenere in maniera facile e in breve tempo il prestito che ti occorre per realizzare ad esempio un viaggio o una spesa imprevista per casa o per la tua famiglia.
Ci riferiamo a cifre che vanno da un minimo di €5.000 fino ad un massimo di €80.000.
La categoria essendo stipendiata dal Ministero della Pubblica Istruzione ha quindi un grado di finanziabilità elevato e per questo motivo è possibile scegliere tra più tipologie di prestiti e più precisamente:
- prestiti personali
- prestiti con cessione del quinto
- prestiti con delega
- prestiti Inps – ex Inpdap che include a sua volta altre 4 sottocategorie
Procediamo però per ordine andando ad analizzare le caratteristiche principali di ciascun finanziamento.
Prestiti personali
Se si ha bisogno di una certa somma ricorrere alla classica richiesta del prestito personale è sempre una strada veloce e abbastanza sicura. L’insegnante risulta comunque una categoria affidabile e se non ci sono problemi con segnalazioni per mancati pagamenti, non si dovrebbero avere particolari difficoltà nell’ottenimento del prestito.
Cessione del quinto
Di questa categoria ne parlo con particolare enfasi avendo sposato una prof, che da due anni non è più precaria, ha infatti ricevuto la tanto agognata cattedra di ruolo! Dovendo programmare tre spese importanti fra cui un progetto extrascolastico e un viaggio di un mese a Londra ha chiesto un prestito attraverso la cessione del quinto del suo stipendio. Ci siamo rivolti alla nostra banca di fiducia e dopo aver presentato tre documenti fra cui quella più importante era la busta paga ministeriale abbiamo ricevuto in pochissimo tempo sul conto l’accredito della somma richiesta!
Senza alcun dubbio, la cessione del quinto rappresenta quindi uno dei prodotti più importanti e sfruttati oggi dagli insegnanti. Infatti con la cessione del quinto viene valutato non il profilo personale del richiedente (quindi ad esempio se ha prestiti personali in corso anche non pagati), ma viene valutato il grado di solvibilità del datore di lavoro. In particolare gli insegnanti, anche con contratto con rinnovo annuale, fanno riferimento al Miur e pertanto non hanno nessun tipo di problema, nè per ciò che concerne la cessione del quinto nè per il prestito con delega.
Tra i documenti che la banca o finanziaria richiederanno per la concessione del prestito con cessione, la busta paga ministeriale rappresenta probabilmente il più importante. Questa tipologia di prestito ha una durata che va dai 24 ai 120 mesi.
Questo strumento finanziario è reso particolarmente interessante grazie ad un tasso d’interesse agevolato. E’ bene specificare che la somma massima erogabile dalla banca è ovviamente condizionata dall’ammontare dello stipendio dell’insegnante.
Attenzione! Anche i docenti protestati e considerati dunque cattivi pagatori, possono accedere alla cessione del quinto per insegnanti, dato che le verifiche fiscali sul richiedente non vengono effettuate.
Il prestito con delega
La figura del docente può valutare anche l’opzione del prestito con delega. In che modo? L’insegnante ricordiamo è un dipendente ministeriale e per avviare la pratica del prestito con delega deve dunque in questo caso rivolgersi al Ministero della Pubblica Istruzione che stipula una convenzione fra l’Amministrazione Pubblica e l’istituto di credito scelto per il prestito. Questo finanziamento ha le stesse caratteristiche della cessione e prevede dunque il rimborso del prestito tramite un’altra trattenuta sulla busta paga mensile.
L’aspetto significativo è che questo particolare finanziamento è cumulabile con la normale cessione del quinto e quindi è come se si avesse una doppia cessione del quinto dello stipendio.
Inoltre appartiene alla categoria dei finanziamenti non finalizzati e, perciò, in sede contrattuale, il docente non dovrà indicare la causa o lo scopo per cui sta richiedendo il prestito, né dovrà dimostrare le spese sostenute. Anche in questo caso cattivi pagatori o protestati potranno ottenere il prestito.
Prestiti ex Inpdap
Come già noto dal 1° gennaio 2012 l’ente Inpdap è stato accorpato dall’Inps. Quando si parla di prestiti Inpdap Insegnanti si possono inquadrare 3 soluzioni diverse:
- piccolo prestito Inps/Inpdap
- prestito pluriennale diretto
- prestito pluriennale garantito
Si tratta in tutti e 3 i casi, di prestiti rimborsati attraverso la cessione del quinto, ciò significa che l’importo di ciascuna rata non potrà superare un quinto dello stipendio del docente.
Piccolo prestito. E’ riservato agli iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali e permette al docente di effettuare la richiesta di un piccola cifra all’Inps e di ricevere l’accredito dell’importo sul proprio conto corrente, con la conseguente applicazione della trattenuta sul cedolino di stipendio. Non è richiesta alcuna documentazione di spesa e può essere rimborsato in minimo un anno fino ad un massimo di quattro anni. Il tasso TAN è del 4,50% fisso per tutta la durata del finanziamento e le spese amministrative corrispondono allo 0,50% della cifra concessa.
Prestito pluriennale diretto. Sono prestiti che possono essere richiesti solo da coloro che sono iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali dell’Inps, per coprire spese improvvise legate alla salute, alla ristrutturazione dell’abitazione, al matrimonio del docente o di un suo familiare. Ciò che è fondamentale in questo caso è che le somme di denaro richieste dovranno essere documentate.
Le somme è bene precisare vengono erogate dall’INPS stesso attraverso il “fondo credito” e solo se c’è copertura.
Tre i requisiti fondamentali:
- 4 anni di contributi versati nella Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali
- 4 anni di anzianità di servizio utile alla pensione
- un contratto a tempo indeterminato.
Cambia la durata per i prestiti in questione che possono essere rimborsati in 5 o 10 anni prevedendo un tasso TAN fisso per tutta la durata del prestito pari al 3,50%.
Prestito pluriennale garantito. E’ molto simile al prestito pluriennale diretto infatti anche in questo caso la durata può essere di 60 mesi o 120 mesi solo che il finanziamento viene erogato solo da istituti di credito o società finanziarie convenzionate con l’ente previdenziale quindi con l’INPS che in questo caso fa solo da garante, sempre tramite il suo Fondo Credito.