Conviene il rinnovo cessione del quinto? I motivi per evitarlo

Guida al rinnovo della cessione del quinto dello stipendio o pensione

Alcuni finanziamenti seguono delle normative specifiche. Nel particolare per alcuni di essi il rinnovo può essere fatto solo nel rispetto di una serie di condizioni. In questo articolo ci focalizzeremo proprio sul rinnovo della cessione del quinto dello stipendio per il quale le condizioni d’accesso più importanti sono:

  • la durata del piano di ammortamento scelto (il che determina dopo quanti anni si può fare il rinnovo);
  • l’età anagrafica del richiedente (raggiunto l’età massima di servizio come dipendente e l’età massima per i pensionati non è possibile rinnovare);
  • l’importo già rimborsato del capitale ottenuto il prestito.

Vediamo innanzitutto in che modo è necessario rispettare questi ‘paletti’ prima di procedere al rinnovo.

disegno di una banca e del numero cinque

Indice

Durata del piano di ammortamento e capitale già rimborsato

Questi due ‘limiti’ sono da considerare sia uniti che separati. Infatti se si è già rimborsato il 40% del capitale avuto in prestito con la cessione del quinto si può procedere al rinnovo, senza dover rispettare altre condizioni particolari. Detto questo, se si passa da un rimborso di 60 mesi a un rinnovo con un finanziamento in 120 mesi non è necessario rispettare il rimborso di almeno il 40%.

Età massima anagrafica del richiedente

Per quanto riguarda questo punto il discorso è alquanto semplice. Per la precisione raggiunta l’età massima anagrafica (dipende da quanto deciso dalle finanziarie e banche proponenti) non si può fare un rinnovo superiore al limite di età stessa. Per esempio se rimangono due anni all’età anagrafica massima, allora un rinnovo sarebbe pari al massimo a 2 anni, aprendo varie domande sull’aspetto della convenienza.

Oltre a chiedersi se possibile è necessario anche capire se conviene

Affrontiamo questo aspetto evidenziando subito come la cessione del quinto dello stipendio è una delle più diffuse forma di finanziamento privato, grazie alla sua semplicità di utilizzo (sia per quanto riguarda i privati che i dipendenti pubblici). Questa tipologia di prestito presenta infatti:

  • tasso fisso;
  • rimborso diretto da parte del datore di lavoro o ente pensionistico (importi trattenuti a monte);
  • rate costanti sullo stipendio (rata pari a max un quinto dello stipendio netto mensile);
  • facilitazione per l’accesso al credito anche per chi cattivo pagatore o protestato.

Si tratta di vari aspetti innegabilmente ‘positivi’ che sono in parte condizionati dal fatto che la busta paga rappresenta, già di per sé, un’ampia garanzia per questo tipo di finanziamento.Quindi i richiedenti non hanno necessità di presentare garanti o forme di garanzia ulteriori all’istituto.

Oltre agli aspetti più positivi, però, esistono alcune ragioni per cui, arrivati alla scadenza del finanziamento o in caso di necessità di nuova liquidità, non conviene procedere al rinnovo della cessione del quinto. Dal tasso, alle spese accessorie, i motivi per cui non farlo sono diversi: scopriamoli anche in questo caso insieme.

calcolatrice e penna

Gli interessi ricapitalizzati

Il rinnovo della cessione del quinto dello stipendio può essere effettuato non appena decorrono i primi 2/5 della durata totale del contratto (quindi ad esempio il rinnovo prima dei quattro anni in caso di cessione del quinto decennale non è possibile). In questo caso il richiedente ha la possibilità di rinegoziare l’importo, ottenendo una maggiore liquidità a fronte di una nuova richiesta. Tale tipologia di rinnovo, però, espone il cliente ad una ricapitalizzazione degli interessi. Ciò significa che il costo totale del rimborso potrebbe aumentare in modo esponenziale, rendendo poco conveniente il prestito.

Le spese accessorie duplicate

Non solo rinnovare una cessione del quinto dello stipendio, in particolare se l’ammortamento in corso non è stato ancora concluso, espone il richiedente ad altissimi costi aggiuntivi (e ciò vale anche in caso di cessione Inps o Inpdap che usano comunque l’ammortamento alla francese). Infatti, per la banca o per la società erogatrice del finanziamento, un rinnovo è a tutti gli effetti una nuova pratica.

Le spese di apertura di istruttoria, le spese assicurative e le commissioni legate all’attività bancaria vengono duplicate e di conseguenza, raddoppiano il peso dei costi sui clienti. E’ fondamentale, in questi casi, verificare come si modifica il TAEG della cessione del quinto: molto spesso, infatti, conviene optare per soluzioni alternative, più convenienti, piuttosto che preferire un rinnovo della cessione del quinto della pensione o dello stipendio.

N.B. Per quanto riguarda l’assicurazione il suo rimborso avviene per la parte dei premi già pagati ma non goduti (quelli relativi al periodo di ‘rinnovo’). Tuttavia molto spesso bisogna procedere ad un’apposita richiesta di rimborso perché, benché prevista dalla normativa può capitare che in assenza della richiesta esplicita la compagnia di assicurazione, per la polizza legata alla cessione che si va a sostituire con il rinnovo, non provveda in modo autonomo.

Conclusioni: fare attenzione al ‘momento’

Il fatto che si possa chiedere il rinnovo nel rispetto di alcune condizioni non deve far spostare l’attenzione sul fatto che anche se parliamo di ‘rinnovo’ di fatto l’operazione che si farà è quella di un’estinzione anticipata della cessione del quinto della precedente cessione e sostituzione con una nuova. Questo espone agli effetti dell’ammortamento alla francese soprattutto se la scelta di rinnovo viene fatta poco prima della scadenza naturale, quando si è rimborsato già quasi tutto il monte interessi.