Girata della cambiale propria e impropria – Come fare?

Cosa si deve fare per la girata sulla cambiale superiore ai 1000 euro?

La maggioranza dei titoli di credito possono circolare trasferendo il diritto alla prestazione che contengono (assegno, pagherò, cambiale tratta, ecc). Questo avviene tramite la cosiddetta “girata” che consiste in una firma che va fatta sul retro del titolo da chi è titolare della prestazione stessa.

La girata della cambiale può essere fatta dal beneficiario nel caso della cambiale piena (cioè completa anche del nome del beneficiario), oppure dal portatore che decide di inserire il suo nominativo per quella detta “in bianco” (che manca quindi dell’indicazione del beneficiario).

Per i titoli di importo superiore ai 1000 euro vale comunque il limite di circolazione previsto anche per gli assegni che devono avere la clausola di non trasferibilità.

Cambiale ipotecaria, per l’incasso o pegno

La forma più diffusa di girata è quella ordinaria che viene detta anche propria. Negli altri casi si può avere la girata impropria, che si verifica quando si inserisce la dicitura:

  • per pegno, che funge da garanzia per il beneficiario. In questo caso il pagamento della cambiale avviene solo nel caso in cui la prestazione principale non viene fatta;
    per l’incasso: quando ad esempio si dà ordine alla banca di incassare il pagamento per conto del girante.
  • Altra forma particolare si ha con la cambiale ipotecaria, che può essere fatta circolare ugualmente tramite girata, a meno che ciò non sia limitato in origine specificando la non trasferibilità. Tale soluzione impone però maggiori costi e un iter più formale vista l’obbligatorio intervento del notaio.

Chi è obbligato alla prestazione della cambiale?

La girata della cambiale si rifà al principio di libera circolazione, ma questo non significa che una volta che il diritto alla prestazione è stato trasferito ad un altro soggetto, si è liberati da ogni obbligo. Infatti quando si appone la girata, si trasferisce il diritto alla prestazione ma si diventa coobbligati.

Quindi, se nel momento in cui l’ultimo beneficiario in ordine cronologico decide di presentare la cambiale per l’incasso, il debitore originario non dovesse provvedere al pagamento, ogni soggetto che nel frattempo ha usato la girata su quella stessa cambiale può essere chiamato ad eseguire la prestazione. Chi fa il pagamento può inoltre esercitare azione di regresso sugli altri. Non è previsto un numero minimo di girate, che possono essere numerose, anche a causa della possibilità di utilizzare il foglio di allungamento.

Per non rimanere costantemente esposti a questo rischio, si può mettere la dicitura “senza garanzia”. In questo modo, se il debitore non fa la prestazione, l’ultimo beneficiario dovrà attuare le procedure di recupero crediti e/o la levata di protesto, solo nei confronti di chi in origine era tenuto al pagamento.

Altri articoli: Protesto della cambiale.

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Marca da bollo su cambiale – Guida al calcolo

Bollo cambiale: perché è obbligatorio e conseguenze in caso di mancato pagamento

La cambiale, il vecchio e poco amato “pagherò”, torna prepotentemente di moda, complice una sempre maggior difficoltà da parte dei cittadini di accedere a finanziamenti e a linee di credito alternative.

Per far fronte a debiti e a insoluti quindi si ricorre sempre più spesso a questo titolo di credito che si basa su una promessa di pagamento che se non viene mantenuta crea molti problemi a chi l’ha emessa.

Perché abbia valore di titolo di credito a tutti gli effetti deve soddisfare precisi requisiti come la marca da bollo cambiale apposta secondo precisi criteri di calcolo. (Vedi anche Compilazione Cambiale)

Cos’è e come funziona

Come abbiamo già detto la cambiale è in tutto e per tutto una garanzia, un vero e proprio strumento che permette al creditore, se la somma dovuta non dovesse essere corrisposta entro i termini prestabiliti, di rivolgersi direttamente al Tribunale per vedere riconosciuto il proprio diritto, attivando gli strumenti legali che costringono il debitore a corrispondere il dovuto, fino al pignoramento dei beni di quest’ultimo, per importo pari a quello riportato sul titolo, e l’eventuale aggiunta delle spese sostenute per ottenerne il pagamento.

Esistono due tipi di cambiale:

  • il “pagherò”, chiamato più tecnicamente vaglia cambiario. Due sono i soggetti interessati, il debitore che rilascia al creditore il titolo cambiario come prova dell’impegno del pagamento di una certa somma entro una determinata data;
  • il “pagherà”, o cambiale tratta. In questo caso i soggetti interessati sono tre, il traente, colui che firma la cambiale a favore del beneficiario e che obbliga un terzo, il trattario, verso cui è creditore, a saldare l’importo entro una tale data al in vece sua.

Requisiti di validità: il bollo cambiale

Il mancato pagamento dell’imposta di bollo sulla cambiale comporta la perdita dell’esecutività del titolo, ma non dei diritti e doveri generati dall’accordo. (Vedi anche Protesto Cambiale)

L’importo del bollo che deve essere applicato è proporzionale alla cifra che viene garantita e si calcola:

  • nella misura dell’11‰ sul vaglia cambiario,
  • nella misura del 12‰ sulla cambiale tratta.

La marca da bollo, che ad onor del vero è stata sostituita dal contrassegno telematico dal 2009, può essere acquistata contestualmente al titolo cambiario nelle rivendite di valori bollati oppure applicata in seguito direttamente sul modulo a patto che la data presente sul bollo sia antecedente o uguale alla data di emissione del titolo di credito.

Se si rendesse necessario aggiungere ulteriori bolli supplementari, perché magari ci si accorge che si è sbagliato a calcolare l’importo corretto, è possibile a patto di fare annullare le nuove marche da bollo nelle opportune sedi, quali un Ufficio Postale o presso gli appositi uffici del Registro che si trovano alla Camera di Commercio, con timbro e con data antecedente o uguale alla data di emissione del titolo stesso. A garanzia che la tassa dovuta con il bollo cambiale venga interamente corrisposta fin dall’inizio e non solo nei casi in cui ci si debba avvalere legalmente del “pagherò” per rientrare in possesso del denaro a cui si ha diritto.

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Guida alla compilazione della cambiale

Come compilare la cambiale tratta o pagherò cambiario per non sbagliare

Si sa che una cambiale (sia nel caso del pagherò che quella della tratta) è un titolo di credito esecutivo con il quale il debitore di una certa cifra si impegna a pagare tutto al creditore entro una data prefissata. Ma come va effettuata praticamente la compilazione della cambiale? Ecco qualche consiglio utile per non sbagliare.
Ricordiamo che innanzitutto all’interno del titolo deve essere utilizzato il termine “cambiale”: questo è un requisito irrinunciabile.

Fronte/1: data, luogo, cifra e scadenza di pagamento

Le prime voci da compilare in una cambiale sono il luogo e la data di emissione. Successivamente verrà inserito l’importo in euro che dovrà essere versato. Tale importo va scritto sia a numeri che a lettere, nello spazio più in basso e bisogna ricordare che se le due voci risultano diverse si terrà conto di ciò che è scritto a lettere. Se l’importo è consistente, prima e dopo della cifra vanno inseriti degli ashtag (i cancelletti #).

Un’altra voce importante nella compilazione della cambiale è quella della scadenza del pagamento. Qui occorre fare delle distinzioni. Quando viene indicato il giorno fisso, in una cambiale “pagherò” ad esempio, la scadenza si chiama “a giorno fisso”. Esistono poi lassi di tempo più ampi, come qualche mese, oppure il pagamento cosiddetto “a certo tempo a vista”, che si effettua dopo un certo periodo dal giorno dell’accettazione.

Fronte/2: dati del debitore e del beneficiario e firma

Anche i dati del debitore e del beneficiario, ovviamente, dovranno essere inseriti: in tal caso serviranno nome, cognome, codice fiscale, data e luogo di nascita del debitore, e nome e cognome del beneficiario. Se si tratta di una cambiale emessa da persona giuridica verranno indicati i dati dell’azienda. Infine, sul fronte, si appone la firma, La cambiale, inoltre, può essere di due tipi: “pagherò” e “Cambiale tratta“.

Il retro della cambiale

Finora abbiamo visto come si compila il fronte di una cambiale. Esiste poi il retro, che va compilato in maniera differente. Per il retro bisognerà innanzitutto ricordare di applicare il bollo, senza il quale la cambiale non è esecutiva (vedi anche Protesto della cambiale). Quest’ultimo non avrà un importo fisso ma proporzionale a quanto deve essere dovuto. C’è poi la possibilità di compilare la “girata” di una cambiale, cioè la possibilità di trasferire il credito a qualcun altro: se vengono indicati tutti i dati di questo soggetto si dice che la girata è “a pieno”, mentre se non c’è alcun nome la cambiale sarà al portatore.

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Cambiale agraria: le agevolazioni per gli agricoltori

Cos’è e come funziona la cambiale agraria

Una cambiale diversa dalle altre perché tutelata da regime fiscale agevolato, è quella agraria, che può essere anche nota come “finanziamento agrario con cambiale”. Essa è concessa dalle banche, con particolari tassi, a tutte le aziende agricole, o cooperative agricole, che mostrino di dover affrontare delle spese. Vediamo allora di cosa si tratta e quali sono le agevolazioni concesse agli agricoltori.

Destinatari: chi e cosa finanzia

Una cambiale agraria viene concessa dalle banche alle imprese agricole che hanno necessità di affrontare investimenti per l’acquisto di macchinari, opere di miglioramento alle strutture dell’azienda, acquisto di attrezzature e di bestiame, spese per portare avanti quotidianamente l’azienda agricola (vedi anche Finanziamento per artigiani).

Viene poi concessa anche alle cooperative agricole per la lavorazione e la successiva vendita dei prodotti da commercializzare. In dettaglio i destinatari di tale finanziamento sono: società agrarie, agroalimentari, agromeccaniche o agroindustriali, imprenditori agricoli individuali o in società, grossisti, autotrasportatori, fioristi, consorzi (agrari, di bonifica, di irrigazione etc.).

Come funziona

Un finanziamento agrario con cambiale funziona in questo modo: in caso di spese attinenti l’attività agricola la banca concede all’imprenditore un prestito (con possibile richiesta di sottoscrizione di garanti) in forma di anticipo di capitali. Il rimborso poi può avvenire con quanto l’agricoltore ha ricavato da ciò che è stato venduto dalla produzione annua. Si tratta, in altre parole, di un finanziamento come sconto grazie al quale l’istituto bancario anticipa al cliente la somma corrispondente alla cambiale agraria e sottrae dall’importo anticipato gli interessi maturati.

Il tasso applicato a questa forma di finanziamento dipende dalla banca alla quale ci si è rivolti, ma nella maggioranza dei casi si ha un allineamento del tasso applicato dalle maggiori banche (come Unicredit, Intesa Sanpaolo, Mps, Bnl, ecc).

Le principali agevolazioni

I vantaggi rispetto alla cambiale classica riguardano principalmente 2 aspetti:

  1. L’imposto di bollo applicata alla cambiale agraria è pari allo 0,1 per mille, invece del 12 per mille considerato per quelle “classiche”;
  2. Essendo un prodotto destinato ad uno specifico settore le caratteristiche del finanziamento sono strutturate per soddisfare al meglio le esigenze di chi lavora in ambito agricolo.

Prima dell’erogazione del prestito, la banca ha bisogno del rilascio del nulla osta da parte delle Regioni competenti, come sancito dalla Legge 185 del 1992, art. 3 comma 2 (Legge che regola proprio questo tipo di agevolazioni). Per quanto riguarda la durata, bisogna poi ricordare che un finanziamento agrario con cambiali solitamente non va oltre i 12 mesi (vedi anche Condizioni microcredito m5s).

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Protesto della cambiale: quali conseguenze?

Protesto della cambiale: quali rischi per il debitore?

Per effettuare dei pagamenti, oltre ai classici metodi che tutti conosciamo (contante, carta di credito, bancomat, bollettini postali) esistono anche dei titoli di credito. Questi ultimi vanno onorati e si distinguono in tre tipologie: cambiale (con ordine di pagamento), vaglia cambiario (che contiene una sorta di “pagherò”), ed assegno bancario. Cosa succede se non si riescono ad onorare questi titoli di credito? Soffermiamoci sulla cambiale: si arriverà al cosiddetto “protesto”. Quali sono le conseguenze di quest’ultimo? Scopriamolo insieme.

Cos’è il protesto e cosa comporta

Il protesto della cambiale è un atto pubblico e come tale ha necessità di essere prodotto da un notaio, un ufficiale giudiziario o un altro pubblico ufficiale. In esso si dichiara che il documento è stato presentato ma che il debitore si è rifiutato di pagare. In un protesto il creditore potrà comunque richiedere l’importo non pagato della cambiale più gli interessi nel frattempo maturati più le spese effettuate per il protesto stesso.

Anche il protesto, come tutti i documenti ufficiali, presenta dei tempi da rispettare: per le cambiali a vista lo si deve emettere entro 12 mesi dalla data di emissione, per le cambiali con data certa, invece, non devono trascorrere più di due giorni feriali dalla data di scadenza. Dopodiché il documento sarà inviato al Presidente della Camera di Commercio competente ed il nominativo del debitore, trascorsi altri 10 giorni, sarà inserito nell’elenco dei protestati e segnalato al Crif (nel caso della cambiale tratta non accettata l’indicazione del nominativo viene fatto per questioni di tipo statistico).

Cosa deve fare il debitore

Qualora ci si dovesse trovare nella spiacevole situazione del debitore, occorre agire in modo organizzato ed essere bene informati. Una cosa importante da sapere è che se il debito viene saldato entro un anno dall’emissione del protesto della cambiale, il debitore può richiedere la formale cancellazione dall’elenco dei protestati alla Camera di Commercio.

Se invece il pagamento dovesse avvenire dopo più di un anno, allora prima il debitore dovrà attendere la riabilitazione, chiedendola al Presidente del Tribunale della provincia in cui risiede. Solo una volta ottenuta la riabilitazione si potrà inoltrare domanda di cancellazione alla Camera di Commercio. Sarebbe sempre meglio pagare in tempo, comunque, se non si vuole rischiare il pignoramento dei beni.

Una cambiale protestata, infatti, è a tutti gli effetti un titolo esecutivo con cui immediatamente si possono intraprendere azioni che portano al pignoramento dei beni o titoli di credito al debitore (vedi anche Finanziamenti per protestati e cattivi pagatori).

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Prestiti cambializzati senza busta paga: guida alla richiesta

Come ottenere prestiti senza busta busta paga con cambiali

I prestiti cambializzati senza busta paga costituiscono un’alternativa al classico prestito che di solito può ottenere chi è in possesso di reddito dimostrabile e di busta paga. Si rivolgono, in sostanza, a coloro che non sono nelle condizioni di poter dimostrare entrate finanziarie stabili (lavoratori autonomi, precari, atipici,etc.), non possiedono un lavoro dipendente con busta paga mensile, o sono protestati o considerati cattivi pagatori (vedi anche Ho bisogno di soldi urgentemente). Ma come si chiedono i finanziamenti cambializzati? Ecco una mini guida per orientarsi.

Caratteristiche principali

Caratteristica principale di un prestito cambializzato è che, invece che in rate, esso viene pagato con cambiali. Queste ultime presentano maggiori garanzie per chi eroga il prestito, dal momento che costituiscono titoli esecutivi: ciò significa che se la persona che ha richiesto il prestito non è in grado di pagare, scatta il pignoramento dei beni che possono essere stati concordati preventivamente (come nel caso di cambiale ipotecaria e di quella agraria, in cui occorrono garanzie reali (ipoteca, pegni etc.) o avalli e fideiussioni.

Attraverso la firma sulla cambiale (cambiale-tratta o vaglia cambiario) colui che beneficia del finanziamento garantisce che restituirà la somma. Proprio per questi motivi un prestito cambializzato viene erogato in maniera molto veloce, in genere tra le 24 e le 72 ore dalla richiesta (anche se i tempi possono variare caso per caso). Occorre comunque specificare che anche per richiedere un prestito con tali caratteristiche servono dei requisiti, come la presentazione di un garante non protestato e con un lavoro almeno a tempo determinato, ed il possesso di un immobile da mettere a disposizione per un eventuale pignoramento.

A chi e come richiederli

I prestiti cambializzati senza busta paga possono essere richiesti a tutti gli istituti di credito specializzati (molto spesso operano localmente per cui bisogna informasi sulla propria provincia, come Napoli, Roma, Milano, ecc) in questo tipo di operazioni, oppure a soggetti privati (vedi anche Prestiti con cambiali tra privati).

Ovviamente come per tutti i prestiti anche per questi esistono dei tassi di interesse (fissi) e spese accessorie come imposte di bollo, commissioni bancarie, costi per apertura della pratica, registrazione del contratto e così via.

La modalità più scelta per richiedere un prestito cambializzato senza busta paga è quella tradizionale, recandosi in banca o presso un istituto finanziario con il garante e presentando un documento di identità, il codice fiscale e la documentazione relativa ai beni di garanzia. Negli ultimi tempi si sta facendo largo, però, anche la richiesta online, a causa di minori tassi di interesse da fronteggiare e tempi più veloci di erogazione.

In tale circostanza vengono richiesti diversi preventivi online per constatare la proposta più conveniente e poi inoltrare la richiesta, a cui potrà seguire l’invio (o la presentazione di persona) della documentazione necessaria in formato cartaceo oppure, se l’organismo erogatore ed il beneficiario sono dotati di firma digitale, la procedura si potrà attuare interamente in remoto.

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Prestiti cambializzati per protestati: come evitare tassi alti

Prestito con cambiali per protestati: 3 consigli per ridurre il tasso

Pur non essendo molto diffusi in Italia, i prestiti cambializzati possono risultare davvero utili in alcune specifiche circostanze, poiché consentono a chi non possiede determinati requisiti (come chi è senza busta paga , contratti a tempo determinato o atipico, reddito non dimostrabile, senza garanti) di poter usufruire di un credito in caso di spese o necessità impreviste.

Questo vale anche per coloro che sono stati protestati oppure risultano cattivi pagatori, soggetti che difficilmente avrebbero accesso, altrimenti, ad altre forme di credito. I prestiti cambializzati a protestati e, in generale, agli “atipici” (come lavoratori autonomi, lavoratori a progetto etc.) si saldano attraverso le cambiali e possono essere effettuati, oltre che da privati, anche da banche o finanziarie (vedi anche Prestito d’onore). Occorre però stare attenti ad evitare il rischio di incorrere in tassi troppo alti. Ecco qualche consiglio su come fare.

Non accettare qualsiasi condizione, ma scegliere con accortezza

Una situazione di emergenza o il bisogno improvviso di liquidità potrebbero condurre il richiedente ad accettare qualsiasi condizione relativa ai tassi di interesse da parte delle banche. I prestiti cambializzati a protestati, infatti, non presentano un tasso di interesse simile per ogni emittente, ma ogni banca può deciderne uno proprio.
Sarebbe bene, quindi, prima di richiedere un prestito, informarsi accuratamente (anche nel caso di proposte online, soprattutto se molto interessanti nelle condizioni, per evitare brutte sorprese) ed in seguito scegliere la banca o finanziaria con il tasso di interesse più vantaggioso.

Motivare il prestito

Una delle caratteristiche dei prestiti cambializzati è quella di non essere finalizzati, cioè di non necessitare di motivazione da parte del richiedente. Se da un lato ciò si rivela positivo dal punto di vista della privacy, soprattutto nei prestiti cambializzati a protestati e cattivi pagatori, dall’altro comporta il pagamento di un tasso di interesse più alto. In parole povere è come se la banca sottintendesse un compromesso: “Io non ti chiedo il motivo del prestito ma tu in cambio mi paghi un tasso più alto”.

Se il prestito viene motivato, il tasso di interesse invece scende talvolta anche considerevolmente. Se, ad esempio, si ha bisogno di acquistare un’automobile con cambiali, occorre specificare in un contratto proposto dal concessionario il bene o l’oggetto dell’acquisto (“automobile”) insieme con la sua finalità specifica (ad esempio: “utilizzo personale”). Fatto ciò bisogna firmare il modulo e rilasciare numero di carta di identità e codice fiscale (anche in questo caso non occorrono altri requisiti). Visto che la procedura è molto semplice, è preferibile, dunque, pensarci.

Se si ha a disposizione un garante, meglio presentarlo

Per ottenere da una banca un prestito cambializzato non è necessario presentare un garante ma può bastare anche la sola firma del richiedente (firma singola). Purché si sappia che in questo modo i tassi di interesse sul credito concesso lievitano.

Per riportarli a livelli almeno ordinari sarebbe opportuno presentare, allora, una persona assimilabile alla figura del garante. Se quest’ultimo detiene poi una situazione economica ben solida ancora meglio: la banca potrà stare al sicuro ed il tasso di interesse per il prestito verrà rivisto al ribasso.

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Prestiti cambializzati tra privati: 5 regole per non sbagliare

Cambiali tra privati: 5 consigli da seguire prima di firmare un prestito

Quando si ha bisogno di un prestito, piccolo o grande che sia, la prima cosa a cui si pensa è quella di chiederlo ad una banca o ad una finanziaria. Molto spesso, però, non si detengono tutti i requisiti richiesti da un istituto finanziario per assolvere al pagamento delle rate.

Tali requisiti possono riguardare, ad esempio, ciò che si possiede (un contratto a tempo indeterminato, buste paga dimostrabili, reddito accertato, presentazione di un garante, etc.) od i comportamenti pregressi con altri prestiti. In quest’ultimo caso, in particolare, se si risulta protestati o iscritti dal Crif nei registri dei cattivi pagatori, non si otterrà un prestito da una banca così agevolmente (tranne alcune eccezioni).

Che fare allora? La soluzione potrebbe essere quella dei prestiti cambializzati tra privati, che vedono come protagonisti, sia dalla parte del creditore che del debitore, due privati. Ciò che però differenzia tali prestiti da un semplice prestito personale è che essi vengono a poco a poco estinti per il tramite delle cambiali. Se siete interessati a questo tipo di prestito ecco cinque consigli per non sbagliare.

  1. Rivolgersi ad una persona assolutamente fidata
    Sia chiaro, non si tratta qui di dettare delle regole assolute, ma in generale il primo consiglio che si può dare a chi si accinge a chiedere un prestito cambializzato ad un privato è quello di rivolgersi ad una persona fidata, con cui si è legati da un sincero rapporto di stima, amicizia o di parentela. Questo farà sì che non sopraggiungano sorprese, soprattutto in fatto di riscossione. È chiaro infatti che dal momento che la cambiale è un titolo di credito esecutivo, essa mette al sicuro il creditore, che potrà comunque riscuotere il suo debito, ma meno il debitore, che potrà anche vedersi pignorati i suoi beni.
  2. Se si cerca il prestatore online, valutare bene i rischi
    Come per tutti gli aspetti della vita che ci circondano, anche i prestiti cambializzati tra privati possono essere trovati sul web. Esistono infatti appositi blog che raccolgono le richieste di chi ha bisogno di un prestito e le mettono in contatto con le offerte dei prestatori. Se si sceglie di seguire questa possibilità si badi a valutare attentamente ogni rischio e a far sì di trovarsi di fronte ad un prestatore serio. Poi c’è da considerare la distanza, per l’aspetto della riscossione: se si vive a Roma che senso ha accettare un rapporto con un prestatore o debitore che vive a Palermo, o Milano?
  3. Attenzione alla richiesta
    Quando si richiede un prestito cambializzato tra privati è vero che non vi sono limiti di cifre, ma è anche vero che poi ciò che non potrà essere restituito sarà pignorato dal creditore. È dunque opportuno riservare tale metodo di credito a situazioni di effettiva necessità.
  4. Puntualità nei pagamenti
    Questi finanziamenti spesso vengono erogati in denaro contante, consegnato direttamente dal creditore al debitore anche a domicilio (vedi Prestiti cambializzati a domicilio). Quest’ultimo si impegna, proprio attraverso le cambiali, a saldare il debito entro una determinata data. Una volta saldato il debito al debitore viene restituita la cambiale, che a quel punto avrà valore di ricevuta. È importante essere puntuali nei pagamenti: il protesto, infatti, parte dopo l’attestazione da pubblico ufficiale, notaio o ufficiale giudiziario e diviene subito esecutivo.
  5. Formalizzare il prestito
    Se si è dalla parte di chi presta denaro con il metodo delle cambiali, infine, è opportuno che il prestito venga suggellato da una scrittura privata. In questo modo il prestatore si impegna formalmente a concedere la somma di denaro ed il debitore a pagare tutte le cambiali.
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Prestiti cambializzati a domicilio: guida alla richiesta online

Finanziamenti cambializzati a domicilio: guida pratica

Il prestito cambializzato è una categoria di finanziamento personale che viene concesso in seguito alla firma di cambiali. Per questa tipologia di prestito non è richiesta una motivazione e può essere richiesto soprattutto dai cosiddetti “cattivi pagatori” o “protestati“. Chiunque lo risulti, infatti, è solitamente impossibilitato nella richiesta di qualsiasi altra forma di prestito.

Come funziona?

Il meccanismo è semplice. Il finanziamento ottenuto viene restituito con la sottoscrizione di cambiali che possono essere pagate in qualsiasi Istituto di credito. E’ grazie a tale meccanismo che non compare tra i requisiti fondamentali il possedere un conto corrente.

Il prestito cambializzato, infatti, può essere erogato o tramite bonifico bancario o tramite assegno circolare domiciliato direttamente all’indirizzo di chi lo ha richiesto. Data la sua natura particolare può essere concesso anche nella formula “a domicilio” ma bisogna fare attenzione perché le banche normalmente non la sfruttano (vedi anche Prestiti cambializzati per autonomi).

Per ottenere questo prestito sono necessari soltanto: il codice fiscale, il documento d’identità e un documento che attesti un reddito, come ad esempio una busta paga, la dichiarazione dei redditi o la pensione.

Quando previsto, prestito cambializzato a domicilio può essere richiesto online, compilando gli appositi moduli presenti sui siti degli Istituti di credito ai quali ci rivolgiamo per richiedere tale finanziamento.

Quali sono i vantaggi?

Uno degli elementi che rendono il prestito cambializzato a domicilio forte sul mercato dei finanziamenti è la velocità d’erogazione del credito. Il controllo dei dati reddituali di chi richiede avviene in poche ore così da rendere la conferma o il rifiuto della disponibilità di erogare la somma richiesta altrettanto veloce.

Se la richiesta ottiene un esito positivo la finanziaria procede inviando al domicilio del cliente un responsabile per la consegna a mano dell’assegno circolare. Ovviamente prima di consegnare l’assegno circolare l’incaricato avrà l’obbligo di far firmare i documenti ed il contratto di stipula e di compilare e firmare tutte le rate del finanziamento, cioè le cambiali, ma le procedure sono comunque molto veloci.

Quali i possibili svantaggi?

Non essendo un tipo di finanziamento proposto dalla banche, bisogna rivolgersi a delle finanziare.

A questo proposito è importante affidarsi a società riconoscibili e affidabili. Un altro limite è sicuramente riconducibile al fatto che queste finanziarie operano limitatamente in determinate zone e sono, quindi, presenti solo nelle grandi città (come Roma, Napoli, Torino, Milano, ecc).

I tassi applicati, inoltre, sono sicuramente elevati, e in parte giustificano l’erogazione che, rivolgendosi ad un’utenza perlopiù di protestati o cattivi pagatori deve considerare il rischio di inottemperanza. Se si possiede una regolare busta paga è sconsigliabile la richiesta di tali prestiti perché, in questo caso, è possibile richiedere la cessione del quinto (vedi anche Come rinnovare la cessione del quinto), anche nel caso di iscrizione al registro dei cattivi pagatori o protestati. La cessione del quinto, infatti, è sicuramente meno dispendiosa.

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Cambiale tratta e pagherò: cos’è e come funziona

Differenze tra cambiale tratta e pagherò cambiario

La cambiale è uno dei numerosi titoli di credito accettati dall’ordinamento italiano. La principale funzione è quella di rimandare il pagamento di una certa somma di denaro ad una data prestabilita.

Questa caratteristica la differenzia da ogni altra forma di credito, come ad esempio l’assegno, pronto per l’incasso non appena emesso. Sono 2 le tipologie di cambiali riconosciute in Italia: la cambiale tratta ed il pagherò cambiario.

Il funzionamento dei diversi titoli può essere considerato praticamente opposto: nella cambiale tratta è il traente, ovvero colui che appone la firma sulla cambiale, ad emettere un ordine al debitore, il trattario, obbligato a pagare la somma di denaro indicata al portatore del titolo che, a tutti gli effetti, ne diventa beneficiario. In questo caso è il traente a garantirne il valore legale.

Succede diversamente, invece, con il pagherò cambiario in cui è l’emittente a promettere al creditore, ovvero il beneficiario del titolo, il rimborso di una somma di denaro in una data fissata. In questo caso è l’emittente a sottoscrivere con la sua firma il titolo.

Cambiale tratta e pagherò: le caratteristiche principali

La cambiale è, come definito dalla normativa, un titolo all’ordine e può essere trasferita mediante la girata, come accadeva fino a qualche anno fa anche con gli assegni, ora considerati, nella stragrande maggioranza dei casi, non trasferibili.

E’ inoltre definita come un titolo completamente autonomo perché non fa riferimento al rapporto principale che dà origine all’emissione della stessa materialità tra creditore e debitore. In aggiunta è considerata un titolo astratto, non dando alcun riferimento ai motivi ed alle ragioni per cui è emessa.

Infine è, a tutti gli effetti, un titolo esecutivo che può essere impugnato per operare nelle sedi legali l’eventuale mancata riscossione del credito.

La cambiale: i requisiti di validità

Ogni cambiale, per essere presentata all’incasso, deve possedere alcuni requisiti fondamentali (pena la non accettazione) tra cui la denominazione, che equivale alla specifica individuazione che il titolo sia o una cambiale tratta o un pagherò cambiario.

E’ necessario, quindi, che la cambiale riporti il nome di chi deve pagare l’importo indicato e la data dell’emissione. Al contrario di quanto si pensi, la scadenza è considerata un requisito accessorio, detto anche naturale: in caso di mancanza di questo dato, la cambiale dovrà essere pagata anche a vista, ovvero nel momento esatto della presentazione della stessa presso un istituto bancario (vedi Come cambiare banca).

Altri articoli: Bollo cambiale.

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